Anno | 2010 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | USA |
Durata | 98 minuti |
Regia di | Sofia Coppola |
Attori | Stephen Dorff, Elle Fanning, Chris Pontius, Simona Ventura, Nino Frassica, Philip Pavel Laura Chiatti, Jo Champa, Michelle Monaghan, Benicio Del Toro, Angela Lindvall, Laura Ramsey, Valeria Marini, Rich Delia, Alexandra Williams, Brian Gattas, Julia Melim, Alexander Nevsky, Kristina Shannon, Karissa Shannon, Caitlin Keats, Paul Vasquez, Paul Greene, Susanna Musotto. |
Uscita | venerdì 3 settembre 2010 |
Distribuzione | Medusa |
MYmonetro | 2,95 su 14 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 15 aprile 2020
Un impegnatissimo attore di Hollywood ri-esamina la sua vita dopo una visita a sorpresa fatta dalla figlia di undici anni. Il film è stato premiato al Festival di Venezia, ha ottenuto 1 candidatura a Critics Choice Award, In Italia al Box Office Somewhere ha incassato nelle prime 9 settimane di programmazione 2 milioni di euro e 475 mila euro nel primo weekend.
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CONSIGLIATO SÌ
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Johnny Marco vive in un appartamento dell'hotel Chateau Marmont. Tra spettacoli erotici di dubbia eleganza e avventure amorose brevi e disimpegnate, trascorre le giornate in un'apatia ovattata e silenziosamente distruttiva. L'inaspettata permanenza della figlia Cleo impone un cambiamento nel ritmo quotidiano dell'attore. Videogiochi, nuotate, esposizioni al sole e un'incursione alla serata dei Telegatti italiani riempiono le giornate dei due famigliari. L'equilibrio apparente dura fino alla partenza di Cleo per il campeggio. E il ritorno alla vita di Johnny.
Dopo il pernottamento a Tokyo di Lost in Translation, Sofia Coppola sposta l'attenzione su un altro hotel, il famoso Chateau Marmont, residenza alternativa di molte star hollywoodiane. Siamo a Los Angeles, in un posto riconoscibile e leggendario, ma i luoghi del film (stanze, piscine, studi televisivi) sono fondamentalmente 'non luoghi', ambienti senza radici, che, allo stesso tempo, assumono il ruolo di deposito di emozioni forti ma taciute. Le abitudini edoniste del protagonista assicurano l'illusione del successo ma sono così portate all'estremo da trasformare l'eccitazione in indifferenza. Lo sguardo sottile della regista (anche sceneggiatrice del film) ci introduce al personaggio con delicata tenerezza. Non condanna la sua pacata amoralità né giudica l'impacciata ricerca di incontri sessuali; preferisce invece svelare la sostanziale cifra di quei comportamenti, drammaticamente sconsolati e privi di vitalità. Lo stile di ripresa, fatto di lunghi silenzi, inquadrature ferme (dove spesso è uno zoom lentamente graduato ad avvicinarsi al soggetto) e piani-sequenza densi di suggestioni, mettono in luce le contraddizioni esistenziali di Johnny. La regista mostra gli opposti in gioco con un senso dell'ironia seduttivo. L'arrivo discreto della figlia scombina questo piano narrativo e diventa lei la responsabile della riconquista emotiva del padre. È la piccola Cleo il personaggio attivo che 'pattina' con grazia sulla strada sottosopra del genitore.
Il circuito chiuso della scena iniziale, dove una Ferrari corre in moto perpetuo, è la rappresentazione visiva dell'aridità umana dell'attore. La scarsità di parole dei dialoghi bilancia la ruvidità del rombo del motore o del chiasso delle festicciole private, per dire che l'affetto, per manifestarsi, non ha bisogno di fare rumore. Il cinema della Coppola, ancora una volta, predilige l'omissione alle dichiarazioni esplicite e in questa rarefatta rinascita del rapporto tra padre e figlia chiede agli attori una gestualità posatissima ma, al tempo stesso, ricca di microespressioni che svelano l'amarezza interiore. Il trash abbonda (l'Italia televisiva è un paese dal quale scappare di corsa) e si insinua nelle camere d'albergo come nell'intimità delle persone, ma rimane, in questo caso, a coprire il ruolo di comparsa. Come Benicio Del Toro in ascensore o Laura Chiatti a Milano. Figuranti di uno spettacolo che va in scena da 'qualche parte', ovunque e in nessun luogo.
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Il film si apre con una lunga sequenza con la macchina da presa ferma che riprende una Ferrari compiere dei giri su un circuito. Già da qui è facile intuire che le aspettative per questo film (alte per quanto mi riguarda) finiranno per essere deluse. Non discuto la professionalità degli attori (in primis Stephen Dorff e Elle Fanning) perché il doppiaggio me ne preclude [...] Vai alla recensione »
Un film decisamente mediocre. Il protagonista ricorda molto quello di lost in traslation, l’attore di Holliwood, ricco e annoiato (uno stereotipo che gli USA adorano), che passa la sua vita tra pasticche, alcool, amplessi al volo, corse con la sua Ferrari, fino a quando arriva la sua figlioletta di 11 anni, (altro stereotipo di ragazzina matura e pulita) che, più o meno inconsapevolmente, [...] Vai alla recensione »
Solitamente quando uno spettatore si siede in sala a visionare una pellicola non gli viene richiesta una conoscenza della filmografia del regista in questione, anche se la cosa non guasterebbe, certo. Davanti a SOMEWHERE però non ci si può pronunciare senza prima aver esaminato attentamente anche le precedenti tre opere Coppoliane che la critica ha più volte chiamato "la trilogia dell'adolescenza inquieta [...] Vai alla recensione »
Un film povero di contenuti realmente affrontati, smozzicato (altro che minimalista), inconcludente che non scende nelle problematiche che si mantengono solo vagamente accennate. Una regista che interpreta il vuoto e l'esteriorità dell'ambiente affidandosi a una ridondante "apparizione" frammentata di tette e gambe ecc.
Da qualche parte (somewhere), forse, il nostro eroe, Johnny, potrà trovare la pace dei sensi, agitati e turbati oltremisura dalle ballerine di lap dance che si esibiscono ammiccanti solo per lui o dalle donne che gli si infilano nel letto senza troppi complimenti o da quelle che lo insidiano stazionando in permanenza davanti alla porta della camera d'albergo che lo ospita, o che lo tentano scoprendosi [...] Vai alla recensione »
se il film vuole essere anticonformista-antiholliwoodiano è soltanto un conformismo alla rovescia molto mal riuscito:l'idea è buona - il modus vivendi di un divo è tutto sommato vuota... - ma sviluppata proprio con il minimo sindacale:inquadrature fisse pasoliniane senza niente dentro;l'immobilità del film non viene controbilanciata da nessun tipo di tensione psicologica o altro capace di non far sprofondar [...] Vai alla recensione »
Il film è veramente noioso, non solo perchè il personaggio è reso noioso perchè è proprio la sua vita ad esserlo; in realtà la storia non è mai decollata ed il film è finito senza aver saputo trasmettere niente, o meglio, lo spunto su cui si basa la storia è interessante ma non ci voleva questa grande regista per descrivere il cambiamento nell'approcciarsi alla vita di questo belloccio ricco e vizioso, [...] Vai alla recensione »
"Somewhere" -ma sicuramente not here- un film di una lentezza incredibile, apprezzabile solo se interpretato in maniera dadaista: arte del non arte, in cui mancano completamente le caratteristiche del cinema moderno. L'apertura con elementi che riportano alla letteratura degli anni '20 di F.S. Fitzgerald in cui la dissoluzione morale e psicologica dell'individuo si perde nella [...] Vai alla recensione »
Come la critica abbia consigliato di vedere questo film resta un mistero, sempre che il buon Francis Ford Coppola non abbia provveduto a prezzolare gli stessi critici. Film da cancellare nella storia dei Coppola, pessima e scontata sceneggiatura, colonna sonora inesistente, dialoghi inesistenti, film assolutamente lento, peggio dei film francesi, primo tempo da suicidio collettivo, secondo tempo in [...] Vai alla recensione »
Non avevo mai visto il pubblico alzarsi ed andarsene nel corso del film come per questa pellicola. Certo la lentezza del film è incredibile. Per leggere di seguito tutti i dialoghi del film basterebbero 3 minuti. Il personaggio principale è un famoso attore che vive nella ricchezza, senza valori ed incapace di esprimere un qualsiasi concetto. La Sofia Coppola in verità non si sforza poi molto [...] Vai alla recensione »
Un film sull'assenza: di storia (scarna, quasi inesistente); di ritmo (la lunga sequenza del padre e della figlia che prendono il sole a bordo piscina ne è un esempio), di interesse. Prima di vederlo avevo sentito alcuni critici definirlo "minimalista": gli si deve riconoscere una certa sobrietà...ma fine a se stessa! Più che Stephen Dorff (che comunque dimostra [...] Vai alla recensione »
La spartana sequenza iniziale di Somewhere di Sofia Coppola è un loop, con un sonoro delizioso, il rombo della Ferrari 599 GTO colore nero corvino che gira in tondo che appare e scompare davanti all’obiettivo per cinque volte, sequenza che ammorba, ma il messaggio è chiaro, semplice come un anello: siamo votati al nulla. Il lavoro di Sofia Coppola poteva finire dopo le perfomance di due ballerine [...] Vai alla recensione »
La scena iniziale della Ferrari nera che gira in un piccolo circuito in mezzo al deserto?: dovrebbe anticipare i non luoghi da qualche parte, ma è ridicola le scene di lui annebbiato, tra scene di sesso che lo annoiano fino a farlo addormentare tra le gambe di una donna ( sarcastiche le scenette delle 2 ragazze che gli fanno la lapdance in camera, smontandosi il palo e portandosi la [...] Vai alla recensione »
Abbiamo visto “ Somewhere “ regia di Sofia Carmina Coppola. Sofia Coppola è al suo quarto film, i precedenti sono state tre opere di notevole maestria e intelligenza. Nel 1999 ha debuttato con “ Il giardino delle vergini suicide “, film meno conosciuto dal pubblico, un ritratto di famiglia fuori dal comune: cinque sorelle fra i quindici e i diciannove anni vivono la [...] Vai alla recensione »
Sofia coppola era riuscita ad essere molto incisiva in Lost in Translation, un film lento e pieno di silenzi nelle cui pieghe però si annidavano emozioni e significati che restituivano un reticolo complesso di dinamiche esistenziali complesse, raffinate ed intrise di poesia. Questo al contrario è un film troppo facile: nessun dialogo, nessuna trama, nessuna poesia, nessuna emozione, un messaggio [...] Vai alla recensione »
... non perdete tempo, il film della Coppola, dopo un profondo Il giardino delle vergini suicide, e un lento ma valido Lost in translation, (ignoro volutamente Marie Antoinette ) propone un deludente, inutile, vuoto, ruffiano Somewhere. Il film e' scarno, come i film indipendenti dei primi anni novanta (Araki docet, The living end in particolare) ma senza la loro personalità, nè profondità alcuna; [...] Vai alla recensione »
Buio in sala, inizia la proiezione del film che ha appena vinto il festival di Venezia. Inquadratura fissa su un paesaggio desertico. Una ferrari nera passa davanti la camera, sparisce dallo spazio visivo, ricompare in lontananza (sulla stessa inquadratura fissa), scompare nuovamente. Qualche istante (lungo) in cui non capita nulla. Attenzione attenzione, si sente il rombo del potente motore sempre [...] Vai alla recensione »
Mi devo accodare al giudizio di altri, il film e' stato decisamente deludente. Lento, con sequenze lunghe e di poco significato e una trama pressoche' inesistente. Piu' che un film sembra, a tratti, un film - documentario, di quelli che si girano per mostrare il dietro le quinte di alcuni artisti, solo che in questo caso e' di nessun interesse, in quanto non riguarda un personaggio [...] Vai alla recensione »
Sofia Coppola, una regista che io non amo affatto, che troppo spesso ammicca ad un pubblico pseudo intellettuale ventenne e fashionista, ha fatto un film semplice, pulito, non ridondante e dirò di più quasi commovente. E più che concentrarsi sulle emozioni provate dal padre come pare sia la regola, sono le emozioni della piccola che ti catturano.
Mi son chiesto e mi chiedo: "da qualche parte" c'è un perchè in questo film? La mia risposta è no. Da nessuna parte. Questo film, che lo veda da persona contenta, depressa, ricca, povera triste o felice mi ha lasciato un vuoto che non è stato suggestionato dalla morale della pellicola ma, dalla "qualità" della pellicola stessa. Nella cinematografia nazionale ed internazionale posso ricordare film [...] Vai alla recensione »
Somewhere è un film che ha delle potenzialità molto grandi ed ho capito che è come una bevanda molto forte che nell'immediato ha un gusto non facilmente definibile ma che poi impari a conoscere man mano che si palesa il retrogusto. La forza dell'opera di Sofia Coppola sta nel suo cinema minimalista, anti-holliwoodiano per definizione e de facto (il film parla di un attore molto noto che attraversa [...] Vai alla recensione »
Un film che necessita di una buona conoscenza cinematografica a posteriori, da parte di un principiante può sembrare un film lento e noioso ( Es. Qualsiasi principiante vi dirà che Barry Lyndon è lento e noioso..). Si possono percepire leggeri rimandi al cinema di Antonioni ma con profonda ed intima interpretazione da parte di Sofia, che lo rende un film elitario, per pochi.
film che non merita molti elogi. se non uno. rendere perfettamente la sensazione di vuoto, del "non so che fare", del "tempo perso a cercare se stessi". come se non ci fosse nulla da raccontare. il protagonista non sa parlare di se, non comunica con le altre persone, con i giornalisti. tace. non trasmette nulla se non lo spreco di tempo alla ricerca di qualcosa, di non definito. [...] Vai alla recensione »
Girato con stile calcolatamente minimalista, "Somewhere" è la storia di un padre e di una figlia che si incontrano. Sofia Coppola ha del talento e lo dimostra nel girare film che portano il suo marchio di fabbrica, sofosticato e riconoscibile; il problema, però, è la sostanza. Seppur intelligente, "Somewhere" è un po' troppo esile nel descrivere [...] Vai alla recensione »
A me son sempre piaciuti i film minimalisti di Sofia Coppola, dove gli sguardi esprimono sentimenti meglio di un dialogo filosofico, ma questa volta credo che abbia esagerato. per carità, la storia è affascinante, ma viene rappresentata con lentezza e noia; manca la musica e anche la scena più interessante diventa banale senza sottofondo. soffermarsi su una situazione è importante per far rendere [...] Vai alla recensione »
Johnny Marco (Stephen Dorff) è un vizioso divo italo-americano che alloggia al celebre Chateau Marmont, la sua vita è un noioso - dal suo punto di vista - susseguirsi di facili sveltine, interviste incomprensibili, corse in macchina, falsi sorrisi. A riempire il suo vuoto esistenziale sarà per un istante la piccola figlia Cleo (Ellie Fanning).
A Hollywood Johnny Marco (Dorff) vive nel lussuoso Chateau Marmont Hotel. È solo e la sua camera è un via vai continuo di donne, alcol e droga. Fino al giorno in cui la ex-moglie non gli scarica la figlia undicenne (Fanning ) a cui badare. Quarto film della Coppola, figlia del grande Francis Ford. È il più personale della sua filmografia e, se si esclude il recente [...] Vai alla recensione »
Che vita ha fatto? Questo viene da chiedersi guardando l'ultimo film della Coppola. Che vita ha fatto? Parafrasando l'ultimo Battisti; una vita vuota e priva di ogni qual si voglia significato se si escludono i video giochi, la Ferrari, e le donne. Jhonny non se ne accorge ma sul volto ha marchiata la tristezza di una vita insensata e infelice.
SOMEWHERE (USA, 2010). Diretto da SOFIA COPPOLA. Interpretato da STEPHEN DORFF, ELLE FANNING, CHRIS PONTIUS, MICHELLE MONAGHAN, LAURA CHIATTI, JO CHAMPA, ALEXANDER NEVSKY ________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________ Johnny Marko è un attore di Hollywood con residenza in un lussuoso [...] Vai alla recensione »
Vincitore del Leone d'Oro alla 67° e più recente edizione della Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia, "Somewhere", ultimo sforzo professionale della figlia d'arte Sofia Coppola, analizza come il suo predecessore, e ritenuto ad unanimità migliore, "Lost in Translation", la crisi di una affermata star hollywoodiana dedita ad [...] Vai alla recensione »
Visto dopo l'eccezionale Bling Ring, il coinvolgente Lost in Translation, l'intenso L'inganno e l'emozionante ed interessantissimo Il Giardino delle Vergini Suicide, questo film è penalizzato dalle aspettative. Pur essendo un bel film è il peggiore di Sofia Coppola. Si tratta di un film personale, che racconta l'interazione tra un attore impegnato (soprattutto a godersi [...] Vai alla recensione »
Il titolo Somewhere che significa “Da qualche parte”, si può cogliere come un nuovo modo di dire per “c’era una volta”, quindi, il film tratta di fatti mai accaduti, che però accadono sempre nel nostro piccolo. Il titolo ci dice che lo spettacolo a cui stiamo per assistere è un racconto morale; che parla di noi e delle nostre solitudini e delle [...] Vai alla recensione »
Buon sangue non mente dicevano ai tempi delle ‘vergini suicide’ peccato che la cineasta americana surclassi abbondantemente il sopravvalutato genitore in quanto ad efficacia comunicativa, al di là della spesso sterile tecnica. La premessa fondamentale: Somewhere non è Lost in Translation. Non ne possiede la stoffa del capolavoro, l’ambientazione mistica, la fotografia [...] Vai alla recensione »
Somewhere è un film che predilige silenzi e vuoto a parole e azioni. Questo metodo espressivo, già mostrato con altri scopi in "Lost in translation", viene in questo quarto film della Coppola ripreso per evidenziare la solitudine di Johnny Marco, un attore trentenne vittima del suo successo in un sistema senza anima. La Ferrari che sfreccia su una desolata pista, le lap dancer che ballano mostrando [...] Vai alla recensione »
Una Feerari gira in tondo senza senso e la noia prende piede immediatamente. Dorff, nonostante sia un attore alla moda e sia considerato un sex symbol, guida e si muove con la massima indifferenza. Subisce senza fiatare una seduta di trucco e alla stessa maniera reagisce alle due lap dancer gemelle a domicilio. Come se non bastasse, con la medesima indifferenza, fa sesso e si addormenta.
La Coppola ropropone gli stessi temi già esplorati in "Lost in translation"(a cominciare dalle solitudini a confronto)accentuandone in questo caso la componente autobiografica(il rapporto padre- famoso-assente e la figlia trascurata)con indubbio coraggio,ma con poca incisività.L'albergo celeberrimo è abilmente trasformato in un luogo quasi alieno,dove le caratteris [...] Vai alla recensione »
La storia narra di uno degli attori più famosi del mondo che, in un momento di crisi della ex moglie che deve partire, rimane da solo con la figlia per una decina di giorni. Stephen Dorff, bella faccia e bella interpretazione, vive una vita in una suite di albergo con il fratello e saltuariamente si perde una giornata in distaccati incontri con la figlia Cleo.
Se pensiamo ad Hollywood e alla vita delle star ci vengono in mente feste, cerimonie, premi e avventure affascinanti. Ma Somewhere dice a noi spettatori qualcosa di più profondo di ciò che sta nella superfiscie e ci turba profondamente. La storia è ambientata a Los Angeles, il protagonista Jonnhy Marco è una famosa star di hollywood che vive in un motel frequentato da molte [...] Vai alla recensione »
Il film racconta la vita di un famoso attore americano, corteggiato dalle donne, ricco, separato, con una figlia di undici anni. Il suo atteggiamento ricorda molto “Gli indifferenti” di Moravia: è assolutamente distaccato, annoiato, al punto da addormentarsi mentre è impegnato in un amplesso. Graziose le scene con le due gemelline che fanno la lap dance e quelle con la figlia, [...] Vai alla recensione »
Johnny Marco (Stehen Dorff) è un divo di Hollywood, che trascorre le giornate quando non deve lavorare allo Chateau Marmont. Tutto scorre lentamente come sotto tranquillanti, tra uno streaptease e una corsa in Ferrari, fino all'arrivo di Cleo (Elle Fanning), la figlia nata da un rapporto finito male. La degradante routine di Johnny viene quindi rotta da questo angelo salvatore dai [...] Vai alla recensione »
Sofia Coppola descrive veramente come é la vita a Los Angeles e specialmente quella delle star. <br>Los Angeles é un miscuglio di doppie, triple e quadruple vite, l'una intrecciata con l'altra come i vari sobborghi della metropoli. Ottime le scene della città, gli interni del hotel Chateau Marmont e del principe di Savoia.
Il film racconta la vita di un famoso attore americano, corteggiato dalle donne, ricco, separato con una figlia di undici anni. Il suo atteggiamento ricorda molto “Gli indifferenti” di Moravia: è assolutamente distaccato, annoiato, al punto da addormentarsi mentre è impegnato in un amplesso. Graziose le scene con le due gemelline che fanno la lap dance e quelle con la figlia, bravissima e molto carina. [...] Vai alla recensione »
Sofia Coppola parla chiaramente ai suoi cultori in questo film, che l'hanno seguita sin dall'inizio e che sanno assaporarne l'evoluzione: Somewhere è la sintesi di ciò che Sofia ha analizzato separatamente nei suoi lavori precedenti. Ed è soprattutto una versione maschile di Lost in translation, come un uomo possa sentirsi ingabbiato nella frenetica solitudine urbana in una metropoli di luci, lusso [...] Vai alla recensione »
Somewhere *** Produzione: USA 2010 Genere: Drammatico, Commedia Regia: Sofia Coppola Attori principali: Stephen Dorff, Elle Fanning Trama: La vita del divo di Hollywood Johnny Marco (Dorff) scorre ripetitivamente tra feste piene di pasticche, amanti ogni giorno diverse e sonniferi streap-teese. La visita inaspettata della figlia Cleo (Fanning) lo sveglierà da questo incubo.
Sotto una tiepida pellicola dal sapore californiano dei primi anni 90’,Sofia Coppola segue i suoi personaggi non affidandosi solo all'uso di dialoghi,ma evidenziando l’emotività attraverso il linguaggio dell’anima, la frustrazione e la dolce solitudine che accompagna il protagonista ad assaporare la noia del “tutto e niente”.
SOMEWHERE – The sound of silence La storia di sicuro non preme mai sull'acceleratore. E di tempo, oggi, si sa, ce n'è troppo poco. Viviamo a lungo il doppio dei nostri progenitori, abbiamo il privilegio rispetto al passato di avere maggiori possibilità di coltivarci, ma se tutto, anche l'arte, non è un fast food, è meglio lasciar perdere [...] Vai alla recensione »
Una favola tradizionale nei contenuti: i soldi e il successo non danno la felicità. Favola inconsueta nella forma, fatta di quotidianità, descrizioni e ritmi lenti. Spiazza un po' l'ironia e il senso del paradosso con cui vengono descritte le situazioni di vita di Johnnyi, sesso noioso e feste senza amici; per contro la perfezione della figlia (bella, semplice, [...] Vai alla recensione »
Una Ferrari 458 Nera compie 4 giri intorno ad una simil-pista in mezzo al nulla: all'inizio del quinto si ferma. Il guidatore scende dall'auto: è Johnny Marco, un attore affermato dello star system di Hollywood. Si guarda intorno. Il nulla intorno a lui. Il guidare una Ferrari, gesto di simbolica ostentazione, nasconde solamente una sicurezza di facciata che di sostanza non ha niente.
Il mondo del cinema negli ultimi anni ci sta abituando ad un trand che va sempre più alla mediocrità. Dal titolo penserete che voglio parlar male di questo film, ma invece lo trovo un buonissimo film meritevole di premi e riconoscimenti com e poi è stato, vincendo la palma d'oro a Venezia. Somewhere è un film d'arte, on piccolo gioiello del cinema che da tempo [...] Vai alla recensione »
Troppo facile parlarne male: basti dire che ha vinto il Leone d'Oro, basti aggiungere che il presidente della Giuria era l'ex fidanzato della Coppola.. Che dire poi del discorsetto finale del Presidente della Biennale, alla premiazione? Ha avuto l'encomiabile faccia tosta di vantare il predominio culturale (del resto innegabile) di Venezia su altri Festival quali Toronto e Cannes, che [...] Vai alla recensione »
La conferenza stampa di Sofia Coppola ("Somewhere", in concorso) viene aperta da Giampaolo Letta, di Medusa. E subito si teme la replica di Venezia 2009, quando Carlo Rossella rubò la scena a Giuseppe Tornatore per decantare la bellezza di "Baarìa" (c'eravamo, e per la cronaca Tornatore aveva la faccia di uno che voleva sprofondare). Per fortuna Letta è assai più laconico, e dà una sacrosanta informazione [...] Vai alla recensione »
Vita di attore di successo a Hollywood: giovane, carino, separato quindi libero. Appartamento nel leggendario hotel Chateau Marmont, dove hanno vissuto Marilyn Monroee Leonardo Di Caprio, dove John Belushi è morto per overdose, dove James Dean ha conosciuto Natalie Wood. Rombante Ferrari nera alla porta e donne fin che ne vuole, anche troppe: tutte giovani, tutte bellissime con gambe infinite, tutte [...] Vai alla recensione »
Per fortuna ci sono i ragazzi: bambini e adolescenti. Gli adulti nel francese Happy Few e nell'americano Somewhere sono quanto di più stereotipato si possa immaginare. La coppia parigina del primo film citato è formata da trentenni formatisi negli anni sessanta e che appartengono alla piccola borghesia. Passano insieme parecchie serate, si scambiano battute abbastanza divertenti, si propongono sempre [...] Vai alla recensione »
Il mondo minimale di Sofia Coppola illumina il Lido. «Somewhere» - in gara - rapporto padre e figlia tra solitudini e show business, pescando nella memoria di papà Francis. Sgargianti luci pop ne «I baci mai dati» di Roberta Torre, teatro dell'assurdo in odore di santità C'è il respiro dei Peanuts nel film di Sofia Coppola, Somewhere (concorso), applaudito nelle due proiezioni di ieri mattina, a cominciare [...] Vai alla recensione »
Nemmeno il nubifragio, che a metà mattina si abbatte sul Lido provocando allagamenti un po' dappertutto, riesce a guastare il trionfo di Sofia Coppola. Pubblico in fila, lunghi applausi scroscianti alla proiezione ufficiale, commozione e divertimento accolgono Somewhere, quarto film della trentanovenne regista, icona di uno stile minimalista e raffinato, due figli e un Oscar vinto per la sceneggiatura [...] Vai alla recensione »
Amori e solitudini. Sussulti e inquietudini. Amplessi incontrollabili e tristezze inconsolabili. I due film in concorso di oggi esplorano ognuno a suo modo l'altra faccia dell'opulenza, il lato in ombra dell'abbondanza, la parte maledetta di qualcosa che una volta si chiamava felicità. In Somewhere (da ieri in sala) Sofia Coppola torna agli alberghi e agli altri non-luoghi di Lost in Translation con [...] Vai alla recensione »
Folla delle grandi occasioni per Sofia Coppola, l'unica regista donna in concorso con «Somewhere». Molta curiosità per Roberta Torre, autrice del film di apertura di Controcampo Italiano, «I baci mai dati». Applaudite entrambe, non potrebbero aver fatto opere più diverse. La prima, figlia di un gigante del cinema prossimo vincitore dell'Oscar alla carriera, anch'essa titolare dell'ambita statuetta [...] Vai alla recensione »
Un noto attore americano, Johnny Marco, la sua bambina di undici anni, Cleo, il celebre albergo di Hollywood in cui vive, il Chateau Marmont, la Ferrari ultimo grido che romba sotto la sua guida sempre più frenetica. Su questi elementi Sofia Coppola si è costruita una storia che, come già in "Lost in Traslation", non ha bisogno di testi letterari alle spalle, come avevano invece "Il giardino delle [...] Vai alla recensione »
"Somewhere" is a kind of road movie of the soul, a delicate, meditative look at a particular state of mind in a particular time and place. The latest from writer-director Sofia Coppola, it's a film in which doing less on screen is more and doing more is less, and if that sounds kind of Delphic, that suits the situation precisely. Slight but often seductive and so deliberately not in a hurry it periodically [...] Vai alla recensione »
Il cinema di Sofia Coppola è come il cane per strada di Francesco De Gregori: non sa dove andare, comunque ci va. E questo è il pregio e il difetto della regista italoamericana, figlia prediletta di papà Francis, bambina viziata nella vita e sul grande schermo: non a caso il suo film si intitola Somewhere e comincia con una Ferrari che gira in tondo e finisce con la stessa Ferrari che cerca di andare [...] Vai alla recensione »
La solitudine dei «figli di», lo straniamento di chi ha passato più tempo in albergo che a casa, le vite sopra le righe di chi è abituato a stare perennemente sotto i riflettori. Con Somewhere, ieri al Festival in contemporanea con l'uscita nelle sale italiane (250 copie con il marchio Medusa), Sofia Coppola torna a parlare di sé, di un mondo dello spettacolo vacuo e scintillante, di artisti, come [...] Vai alla recensione »
Se complice certa stampa glamour pensate che la vita delle star hollywoodiane sia la migliore possibile, beh, allora correte a vedere Somewhere di Sofia Coppola, in concorso a Venezia e da ieri nelle nostre sale distribuito da Medusa. La mecca del cinema vi apparirà squallida e lunare, nevrotica e depressa, sciocca e volgare. Eppure il film che ha per protagonista un giovane attore emergente, ma già [...] Vai alla recensione »
L'unico "clan" che non denunceremo mai è quello dei Coppola. Francis, Roman e infine Sofia. Tale padre, tali figli. Lui ha tracciato il sentiero poetico e produttivo indipendente. Loro l'hanno seguito. Poi, se Roman si è dato al reperimento e alla gestione delle risorse, Sofia è oramai la regista di famiglia che succede al padre. Con Somewhere, in Concorso a Venezia tra gli applausi (a proposito diffidate [...] Vai alla recensione »