pierpiero
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venerdì 25 febbraio 2011
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emozione
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Questo è davvero un bellissimo film. L'ho visto in originale con buoni sottotitoli. Mi dicono che il doppiaggio italiano lo ha massacrato, come ormai succede troppo spesso.
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Questo è davvero un bellissimo film. L'ho visto in originale con buoni sottotitoli. Mi dicono che il doppiaggio italiano lo ha massacrato, come ormai succede troppo spesso. Mi è piaciuto tutto: non si avverte mai nessun tipo di fatica, il montaggio è serrato e coerente come fosse un film e non un documentario, la colonna sonora è azzeccata. Il sonoro in generale è ottimo, a volte anche tragicamente realistico e crudo. C'è un taglio registico ben definito, nella scelta della linea narrativa, che predilige il filone dello scontro con Prost, ma non solo! Non ho percepito alcuna insistenza esagerata, né un accanimento contro il francese.
Mi è piaciuto moltissimo il modo in cui il regista riesce a disegnare i caratteri, delineare le figure dei protagonisti. Grande merito al regista che fa tutto ciò solo montando materiale d'archivio. Non è un film per chi cerca una "enciclopedia" filmata sulla carriera di Senna, assolutamente no. Secondo me è proprio qui il pregio di questo film. Non si perde dietro alla registrazione dei fatti ma insegue una emozione. Ecco, sì. La cosa bella è che mi sembra proprio che riesca ad evocarla, questa emozione.
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brucemyhero
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martedì 1 gennaio 2013
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senna
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Dal punto di vista biografico, il documentario mette in risalto i punti salienti della vita sportiva, umana e privata del brasiliano. Ciò che colpisce è che dopo averlo visto ciò che resta, non è l'immensa qualità del campione. La sua totale dedizione alla competizione. Ma l'essere umano, nel suo intimo. Senna era un uomo complesso, ma semplice allo stesso tempo, come lo sono stati tutti i grandi della storia. Prima ancora che un fuori classe del volante, giunge all spettatore la sua travolgente umanità e sincerità. Nessuno è perfetto, ma Senna, come raramente accade, dal punto di vista del campione, dell'uomo votato alla sua passione, era platino puro.
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Dal punto di vista biografico, il documentario mette in risalto i punti salienti della vita sportiva, umana e privata del brasiliano. Ciò che colpisce è che dopo averlo visto ciò che resta, non è l'immensa qualità del campione. La sua totale dedizione alla competizione. Ma l'essere umano, nel suo intimo. Senna era un uomo complesso, ma semplice allo stesso tempo, come lo sono stati tutti i grandi della storia. Prima ancora che un fuori classe del volante, giunge all spettatore la sua travolgente umanità e sincerità. Nessuno è perfetto, ma Senna, come raramente accade, dal punto di vista del campione, dell'uomo votato alla sua passione, era platino puro. Su di lui, come un demone dopo l'entrata in McLaren, Alain Prost. Antitetici, il loro scontro prima in pista poi sul livello umano, consegna alla storia un uomo per certi aspetti fanciullesco. Sì, perchè solo i puri di animo, come i bambini, pensano che gli altri siano come loro. E Senna era così; profetico, sospeso tra cielo e terra dalla sua incrollabile fede. Il film seppure mostri anche i momenti felici, traspira comunque tristezza. Ma non perchè lo spettatore sa già come andrà a finire, ma a causa della personalità di Ayrton: mai pienamente soddisfatto. Perpetuamente alla ricerca di qualcosa che non c'è. Tutt'altro che senza paura, durante tutto il documentario si ha la netta sensazione che sapesse leggere nel destino. Quando parla della vita e degli anni che lo attendono dopo la carriera, lo fa come se ciò rappresentasse una liberazione. Si ha quasi l'impressione che Ayrton Senna, il più veloce di tutti i tempi, sia finito sulle monoposto per disgrazia. Ma inevitabilmente, perchè dotato di qualità che non potevano restare sconosciute. Emblematiche sono le immagini che precedono la partenza, l'ultima: si guarda in volto nello specchietto retrovisore destro, poi una smorfia, storce le labbra.. Qualcosa, un presentimento, insomma niente di mai visto prima sul suo volto, gli si legge chiaramente. Sconcertante. Tutto fila verso quella curva fin dall'inizio, anche se la vita gli ha dato tanto. Fin dai primi momenti non si trova a suo agio su quell'auto, né nel nuovo team. Ma credo sinceramente che Senna non riuscisse più a ritrovarsi. A dare un motivo al proseguo della sua vita, perchè la sua vita erano le corse. Non è facile dare una interpretazione agli accadimenti di quel week-end. A volte si percepisce in lui qualcosa di contraddittorio; l'apparente attaccamento alla vita, ma in se anche una forza che lo spingeva al di la. Sono stati tralasciati alcuni passaggi, uno su tutti, quello in cui Ayrton, solo pochi mesi prima aveva detto che vi erano delle riasfaltature pericolose e che sperava fosse stato fatto qualcosa. Proprio una di quelle, la terza in piena velocità, 'speronò' il fondo scocca della post imbattibile Williams con sospensioni attive. L'auto dell'emergente Schumacher era dietro, la curva ad altissima velocità quasi conclusa, poi da sotto la Williams di Ayrton, un grande sciame di scintille e l'auto filò dritta. Michael stringe le mani per un attimo, come temesse vi fosse sulla pista qualcosa di scivoloso. Mentre Senna impattava il muretto privo della benchè minima protezione perchè ritenuto un punto in cui sbagliare era impossibile. Ma se il destino ha graziato altri piloti, Senna è tra quelli a cui il destino non ha concesso niente. Un unico brutto incidente con ribaltamento della vettura e pericoloso insabbiamento. Poi chissà perchè, gli si è rivoltato contro. Un uomo dotato di una umanità, intelligenza e sensibilità non comuni. Questo documentario ne ritrae i tratti più salienti, dopo averlo visto e solo dopo potrete dire di conoscere meglio Ayrton Senna Da Silva.
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filippo catani
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sabato 3 maggio 2014
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la morte dietro una curva
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Il documentario ripercorre le tappe principali della carriera di Ayrton Senna dall'esordio con i kart fino al tragico incidente che gli costò la morte il primo maggio 1994 sul tracciato di Imola.
Bello ed emozionante questo documentario che ci restituisce l'uomo e lo sportivo Senna nelle sue gioie e delusioni partendo dall'epica rimonta a Montecarlo fermato dalla bandiera rossa invocata da Prost. Quindi i mondiali vinti, quelli persi e l'acerrima rivalità con lo stesso Prost fino alla denuncia dell'eccessivo peso che stava assumendo l'elettronica facendo così calare l'apporto del pilota. Poi c'era l'uomo che era diventato il simbolo di un paese dilaniato dalla povertà e dalla malvivenza ben lontano dalla potenza raggiunta negli ultimi anni.
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Il documentario ripercorre le tappe principali della carriera di Ayrton Senna dall'esordio con i kart fino al tragico incidente che gli costò la morte il primo maggio 1994 sul tracciato di Imola.
Bello ed emozionante questo documentario che ci restituisce l'uomo e lo sportivo Senna nelle sue gioie e delusioni partendo dall'epica rimonta a Montecarlo fermato dalla bandiera rossa invocata da Prost. Quindi i mondiali vinti, quelli persi e l'acerrima rivalità con lo stesso Prost fino alla denuncia dell'eccessivo peso che stava assumendo l'elettronica facendo così calare l'apporto del pilota. Poi c'era l'uomo che era diventato il simbolo di un paese dilaniato dalla povertà e dalla malvivenza ben lontano dalla potenza raggiunta negli ultimi anni. Il tutto spazzato via in un attimo in un weekend iniziato con l'incredibile botto di un giovanissimo Barrichello e proseguì il sabato con la morte dello sfortunatissimo Ratzenberger. Senna fu combattuto ma alla fine decise di correre indossando sotto la tuta una bandiera austriaca che avrebbe mostrato in caso di podio. Ecco la morte di un grandissimo come Ayrton oltre a lasciare indelebili le sue performance servì anche una volta per tutte ad alzare notevolmente gli standard di sicurezza del circus che infatti da vent'anni non ha fatto registrare alcun decesso nonostante non siano mancati gravi incidenti (su tutti quello occorso in Canada a Kubica qualche tempo fa e che ha interrotto la carriera del giovane e promettente polacco in Formula 1). Alla fine anche Prost, che non brillò esattamente per cordialità e sportività, lavora ora per la fondazione Senna. Immagini di una Formula 1 che non c'è più e di campioni dal volto umano che troppo spesso ci hanno lasciato prematuramente.
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diskol88
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domenica 2 settembre 2018
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le gare, a chi piace e non, la storia la gloria.
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non ricordano più come un tempo Senna, sembrava parlare del tempio
della storia della formula 1, non sembra essere più del tutto così, in
fondo e forse perchè la realtà è che Michael Schumacher è il più grade pilota
della storia, non ha fatto il fracassone, il prepotente, non ha
scavalcato violento le persone in pista, più perspicacemente è il n 1
avendo vinto quei 7 mitici titoli, cosa diffilce da ricordare, per i
perdenti... e da accettare arrabattandosi agli occhi non più come prima, perchè
quando qualcuno osserva la babcheca, trova solo polvere..., schumi può
toglierla spolverarli e ammirando lo sfavillio dei suoi trofei e delle vittorie,
so che avrebbe i 5 secondi chiunque pensando di non avere fatto abbastanza,
e di pensare tentato di essere migliore di Schumacher, assaltando la griglia con tutte le
4 ruote pensando di fare 25 fettine e 25 frittelle del mitico
tedesco, ed è ciò in modo chiaro da comprendere, cosa
dare.
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non ricordano più come un tempo Senna, sembrava parlare del tempio
della storia della formula 1, non sembra essere più del tutto così, in
fondo e forse perchè la realtà è che Michael Schumacher è il più grade pilota
della storia, non ha fatto il fracassone, il prepotente, non ha
scavalcato violento le persone in pista, più perspicacemente è il n 1
avendo vinto quei 7 mitici titoli, cosa diffilce da ricordare, per i
perdenti... e da accettare arrabattandosi agli occhi non più come prima, perchè
quando qualcuno osserva la babcheca, trova solo polvere..., schumi può
toglierla spolverarli e ammirando lo sfavillio dei suoi trofei e delle vittorie,
so che avrebbe i 5 secondi chiunque pensando di non avere fatto abbastanza,
e di pensare tentato di essere migliore di Schumacher, assaltando la griglia con tutte le
4 ruote pensando di fare 25 fettine e 25 frittelle del mitico
tedesco, ed è ciò in modo chiaro da comprendere, cosa
dare... per essere come il n 1 Michael Schumacher,
se avesse corso col
cavallino per qualche anno, pensando che
per 5 o 6 anni ha corso per il titolo senza averlo vinto...
sarebbe con 8 mitici titoli e chissà qualcosa di più,
però preparando la mercezes forse non avrebbe mai
pensato che un il nuovo astro nascente potesse essere migliore
e forse non lo sarà neanche mai, chi può dirlo però, la f 1 e la storia,
non ora però, non sembra avere tempo, non ce n'è, Michael Scumi n 1
e vilenueve e senna simpatia e talento, Michael Shumi 1, world champ.
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diskol88
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lunedì 15 giugno 2015
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corse oltre le possibilità, un mito.
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le corse sono uno spettacolo asoluto, in special modo quando
svolte con efficaci norme di sicurezza, pensare a piloti come airton,
imparare a conoscere e comprendere il loro motivo di competizione,
leggerlo tra le righe della storia, comprendere anche
cosa s'aspettava la gente da un pilota del genere, comprendere le
perplessità nel vedersi... relegato al secondo posto da un astro nascente
poi diventato 7 volte campione del mondo, significa aver
combattuto per degli obbiettivi oltre le possibilità,
qualcuno comprende perchè Airton potesse
arrabbiarsi e redarguire un astro nascente, con 7 titoli avendo saputo
prendere una lezione, stringere quei denti nel modo migliore quasi a
dire, che in una maniera o nell'altra avrebbe strabiliato
da quel podio, vedrà airton, conoscendo e comprendendo il valore
che ha messo in campo, fugando altresì ogni
dubbio, hai corso per la gloria.
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le corse sono uno spettacolo asoluto, in special modo quando
svolte con efficaci norme di sicurezza, pensare a piloti come airton,
imparare a conoscere e comprendere il loro motivo di competizione,
leggerlo tra le righe della storia, comprendere anche
cosa s'aspettava la gente da un pilota del genere, comprendere le
perplessità nel vedersi... relegato al secondo posto da un astro nascente
poi diventato 7 volte campione del mondo, significa aver
combattuto per degli obbiettivi oltre le possibilità,
qualcuno comprende perchè Airton potesse
arrabbiarsi e redarguire un astro nascente, con 7 titoli avendo saputo
prendere una lezione, stringere quei denti nel modo migliore quasi a
dire, che in una maniera o nell'altra avrebbe strabiliato
da quel podio, vedrà airton, conoscendo e comprendendo il valore
che ha messo in campo, fugando altresì ogni
dubbio, hai corso per la gloria... Airton,
fuori incredibilmente da quegli schemi impartiti, hai
ricalcato e tracciato un percorso, quello straordinario,
che va oltre l'ìordinario, credibile e sappiamo il perchè,
non avrebbe mollato neanche con le gomme sfruttate a 6 giri dal termine
della gara, ecco perchè qualcuno con 7 titoli o con un mondiale memorabile,
dal podio della gloria sembra dire, perchè non redarguisci ora?
sei arrabbiato ancora? fa ancora il fracassone? visto? non è l'unico
che va forte, è solo più credibile di tante altre persone Airton.
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