Canzone per Agunes
Chi è Lee Chang-dong e che cos’è Poetry? Il primo è un rhapsoidos, un narratore; il secondo è un dramma “aggressivo, irritante, pungente” insomma, dei peggiori. E’ il frutto della sua narrazione. E non solo. Poetry è anche un articolato intreccio di intimità psichiche reali, tangibili, visibili; ed è proprio quest’ultima \la visibilità/ che tenta di “condizionare” lo spettatore mettendo a dura prova il suo autocontrollo. Ma, il buon narratore conosce i ritmi del pathos, è sapiente nell’uso del dinamismo visivo e del suo naturale “separatore” la balsamica quiete. “Grassetto” e “corsivo” filmico si alternano; l’equilibrio è raggiunto. Anche lo spettatore non è da meno, l’iniziale idiosincrasia è volutamente abbattuta. La curiosità è tanta e questo basta. E la “Poesia”? In che modo il nostro regista ha utilizzato la poesia per insegnarci “a vedere ciò che ci circonda?”; “a saper ricercare la bellezza nella vita quotidiana?”; “a capire che è nel nostro Cuore, la Poesia?”; che il momento “di prendere il volo” è giunto? Mi par di capire, che gli elementi portanti sono essenzialmente due. L’ottima interpretazione del mito coreano Yu Junghee \Mija/ (lontana dal set da moltissimi anni e per niente avvizzita in forma e sostanza) e la sceneggiatura. Entrambi pluripremiati in Europa ed in Asia.
Mija, è un’anziana signora con iniziale decadimento delle funzioni intellettive. Recatasi presso una struttura ospedaliera racconta di occasionali perdite di memoria. Le successive indagini di laboratorio confermano l’infausta prognosi “morbo di Alzheimer”. Accudisce un anziano disabile ed il nipote. Il ritrovamento del corpo di una giovanissima liceale suicida, il coinvolgimento del nipote, i suoi silenzi; gli accomodanti progetti di uno pseudo comitato formato dai genitori degli adolescenti colpevoli; un dirigente scolastico dall’animo bacato; il colloquio con la mamma della ragazza, (la malattia in questo incontro giocherà un ruolo fondamentale), porteranno Mija ad assumere comportamenti percepiti come “stravaganti”. Le sue decisioni ed il suo operato meritano, invece, rispetto e studio. Io credo.
Frequenta un corso per aspiranti poeti. La Poesia è la sua nuova demoiselle d'honneur, ed è così che la nostra Calliope si separa lentamente ed inesorabilmente, da una “civiltà” che vede, ormai lontana. La Poesia, è, per la nostra protagonista, un “Ponte” verso nuovi spazi temporali ed un monito per una Umanità colpevolmente silente. Un ponte, come quello che sovrasta il grande fiume Han. Un fiume, l’Han, che non giudica le malattie o meglio, gli strazi dell’animo. Anzi, di queste piangenti anime, accoglie i corpi.
Ascoltiamolo, l’Han. E’ Messaggero d’Amore.
Canzone per Agunes
Ti senti molto sola?
Il cielo diventa sempre rosso al tramonto?
Senti ancora cantare gli uccelli che volano verso il bosco?
Lì, dove sei, puoi ricevere la lettera che io non ti ho mai scritto?
Puoi ascoltare la confessione che non ti ho mai fatto?
Le rose continuano ad appassire col trascorrere del tempo?
E’ giunto ormai il momento degli addii
Come il vento che indugia e poi se ne va
Come le ombre
L’amore è rimasto segreto fino all’ultimo...
...All’erba che accarezza le mie caviglie stanche
E i piccoli passi leggeri che mi seguono
E’ giunto il momento di dire addio
Ora che sta per arrivare l’oscurità
Si accenderà ancora una candela
Io prego
Perché nessuno
Debba più versare lacrime di dolore
Perché tu possa finalmente sapere
Quanto profondo era il mio amore per te
Le lunghe attese nelle calde giornate d’estate
Il vecchio sentiero che mi ricordava il volto di mio padre
E persino il crisantemo
Che timido
Si gira dall’altra parte
Quanto profondamente vi amavo
E come batteva il mio cuore
Quando sentivo il tuo dolce canto
Io vi do la mia benedizione
Prima di attraversare il grande fiume nero
Come ultimo respiro rimasto alla mia anima
Ancora una volta rivivo il mio sogno
Un mattino era chiuso pieno di sole
E al risveglio accecata dalla luce
Ritrovo sempre te
Lì
Al mio fianco.
Good Click!
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