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Non lasciarmi |
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Un film di Mark Romanek.
Con Carey Mulligan, Andrew Garfield, Keira Knightley, Izzy Meikle-Small, Ella Purnell.
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Titolo originale Never Let Me Go.
Drammatico,
durata 103 min.
- USA, Gran Bretagna 2010.
- 20th Century Fox Italia
uscita venerdì 25 marzo 2011.
MYMONETRO
Non lasciarmi   
valutazione media:
3,72
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Chi ha diritto di possedere l’anima…?
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| martedì 29 marzo 2011 | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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Ciao. Film davvero molto interessante, ma difficile da apprezzare come puro e semplice intrattenimento. Volutamente privato di un ritmo elevato e formalmente impostato sulla falsariga di realizzazioni in stile “Jap-anime”, ritengo che difficilmente possa risultare appetibile a quella parte di pubblico più incline a sollecitazioni emotive più rapide, dirette e meno ambigue. Per ovvi motivi non mi dilungo sugli aspetti "tecnici" della pellicola, per cui provo ad andare al sodo. Nelle varie recensioni del forum, ho rilevato l’associazione della trama di questo film a quella proposta in “The Island”. E’ vero… sono evidenti alcuni fondamentali punti di comune contatto: cloni creati per fornire organi umani, il cinismo dell'umanità, l’insorgere di sentimenti affettivi ecc., ma non credo sia corretto porle a diretto paragone. Altresì, mi permetto di proporre altre due pellicole che mi appaiono (magari paradossalmente) più consone a creare un quadro di riferimento: “L’uomo che visse nel futuro” del 1960 con Rod Taylor – “Blade Runner” del 1982 con Harrison Ford. Nella prima compaiono gli Eloy, i quali erano normali esseri umani, viventi sulla superficie ed eredi di una terra devastata da precedenti conflitti. Umani completamente sottomessi (aquiescenti) ad un infausto destino, l’esser la fonte di cibo per gli ex umani, ora cannibali mutanti, i Morlocks che vivevano sotto terra. In “Blade runner”, invece, è narrata la vicenda di un cacciatore di androidi (replicanti) ad un gruppo dei quali egli darà la caccia; la particolarità di quel film consisteva nel fatto che i replicanti erano asserviti alle necessità umane, ma dopo un certo tempo iniziavano a manifestare proprie emozioni ad altre caratteristiche tipiche degli esseri umani propriamente detti, fondamenti dell’anima compresi. In “Non lasciarmi”, ma è più aggraziato “Never let mi go”, i protagonisti sono i cloni umani. Essi sono completamente acquiescenti al loro manifesto e consapevole destino (come gli Eloy) nonostante questo, in loro si sviluppano emozioni che sono il fondamento dell’anima (come nei replicanti di “Blade runner”). Conclusi questi sempre opinabili accostamenti, non volendo riproporre inutilmente la trama, mi appare evidente che il film tenti di evidenziare un nostro possibile modo di rapportarsi alla realtà della clonazione. E’ assodato che la vicenda narri della dolorosa “esistenza in vita” (compresa quella spirituale) di detti cloni, ma è altrettanto chiaro che gli esseri umani, per loro convenienza, li considerino alla stregua di animali da macello (per similitudine con i Morlocks si può anche pensare al cannibalismo). Nel film, in sostanza, per gli “umani” l’anima e l’ identità nei cloni non esistono, o meglio è ormai indifferente se esistano oppure no. Essi possono giustificare la loro esistenza solo come completamento di quella degli “umani”, al di fuori della quale la loro vita non ha valore, né significato. A questo punto, pur non intendendo far riferimento a valori prettamente religiosi, noi... abbiamo il diritto di sancire arbitrariamente a chi riconoscere l'anima e a chi no?!
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