Anno | 2010 |
Genere | Commedia, |
Produzione | Italia |
Durata | 110 minuti |
Regia di | Ferzan Ozpetek |
Attori | Nicole Grimaudo, Ennio Fantastichini, Bianca Nappi, Paola Minaccioni, Riccardo Scamarcio Carolina Crescentini, Emanuela Gabrieli, Massimiliano Gallo, Ilaria Occhini, Elena Sofia Ricci, Lunetta Savino, Alessandro Preziosi, Gianluca De Marchi, Daniele Pecci, Matteo Taranto, Giorgio Marchesi, Carmine Recano. |
Uscita | venerdì 12 marzo 2010 |
Distribuzione | 01 Distribution |
MYmonetro | 3,16 su 16 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 31 marzo 2020
Argomenti: Film contro l'omotransfobia
Il rientro a casa del rampollo più giovane Tommaso, è il momento per la famiglia Cantone di sancire il passaggio della gestione aziendale ai due figli maschi. Il film ha ottenuto 10 candidature e vinto 5 Nastri d'Argento, 12 candidature e vinto 2 David di Donatello, 2 candidature agli European Film Awards, In Italia al Box Office Mine Vaganti ha incassato 8,4 milioni di euro .
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La famiglia Cantone è proprietaria di uno dei più importanti pastifici del Salento. La nonna aprì l'azienda assieme al cognato, di cui è stata segretamente innamorata per tutta la vita, e ora quegli impulsi sopiti ricadono sulle abitudini di una famiglia schiava del perbenismo alto-borghese. Il rientro a casa del rampollo più giovane Tommaso, trasferitosi a Roma per studiare economia e commercio, è il momento per la famiglia di sancire ufficialmente il passaggio della gestione aziendale ai due figli maschi. Tommaso è pronto a sconvolgere i piani del pater familias dichiarando apertamente la propria omosessualità e il desiderio di seguire aspirazioni letterarie, ma durante la cena ufficiale per festeggiare il nuovo corso aziendale, viene anticipato dal fratello maggiore Antonio che, dopo tanti anni di fedele servizio agli affari di famiglia, si dichiara omosessuale prima di lui e viene per questo espulso dalla casa e dalla direzione dell'azienda. Per non distruggere definitivamente l'orgoglio del padre, già colto da un collasso al momento della rivelazione, a Tommaso non resta altro che dissimulare le proprie preferenze sessuali e assecondare momentaneamente gli oneri familiari.
Il cambio di registro non implica un cambio di mentalità. E il sentiero della commedia all'italiana non implica necessariamente una satira cinica e arguta. In questo senso, Mine vaganti non smentisce il peculiare interesse di Ozpetek per le varie forme di squilibrio dei rapporti sociali nel momento in cui all'interno di questi emergono bugie, amenità e piccole tragedie. Ma neanche la sua predisposizione ad assumere un atteggiamento liberale e progressista nei contenuti ma inguaribilmente "centrista" e conservatore nella forma.
A dir la verità, l'incipit parrebbe dire il contrario, sottolineando una presa di coscienza da parte del regista italo-turco delle proprie ossessioni. Ozpetek presenta infatti quasi in apertura l'immancabile scena di una grande tavolata di commensali e la sua tipica ripresa che percorre in circolo volti, nuche, bocche che parlano e che masticano. Stavolta però nella perfetta sincronia della tavola, inserisce un detonatore narrativo pronto a far saltare la buona forma delle apparenze e a dotare di ottimo slancio la successiva evoluzione del racconto. Ma è quando il gioco comincia a farsi più scoperto e ai veleni della satira si sostituiscono i balsami della morale, che si capisce che per Ozpetek la commedia sulla realtà della provincia non è tanto Signore & Signori quanto Il ciclone . Il suo modo di gestire gli attori, coordinare le loro performance e i relativi tempi comici, non è quello di chi ha intenzione di creare una vera "commedia queer all'italiana", sintesi di acume, sagacia e sensibilizzazione. I suoi personaggi non sono delle vere "mine vaganti", delle maschere intente a spostare i pigri equilibri del pensiero comune, ma piuttosto delle caricature bizzarre che si divertono alle spalle del perbenismo senza volerlo realmente criticare.
E quel che è peggio è che la sua visione dell'Italia retrograda risulta ancor più passatista della mentalità che vorrebbe irridere per l'atteggiamento bonario e paternalista con cui la mette in scena.
Per questo, sulle sequenze umoristiche quel che alla fine emerge è la contraddizione fra chi da una parte esalta lo scompiglio e dall'altra si appiglia alla prosecuzione del pensiero comune. Tanto che nell'incrocio di presente e passato, con l'ausilio di un canzoniere vintage che attinge indiscriminatamente al repertorio pop di varie decadi, alla commedia ozpetekiana manca solo l'esibizione di qualche telefono bianco.
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Tutto perfetto (o quasi) nella riuscitissima commedia di Ozpetek, tranne forse... il titolo. Che risulta d'effetto, certo, ma promette scenari e sviluppi che vanno oltre quelli realmente presenti nella storia. A rigore, una "mina vagante" é un oggetto altamente (e facilmente) esplosivo, incontrollabile negli spostamenti perché trascinato qua e là dalla corrente: nessuno dei (convincenti) personaggi [...] Vai alla recensione »
"Gli amori impossibili sono quelli che durano per sempre" dice Scamarcio alla Grimaudo che, squadrandolo per bene da dietro quello sprofondo di nero dei suoi occhi, gli risponde "che fregatura..." Ozpetek torna a toccare le corde vibranti dello sconvolgimento dell'armonia familiare: gli uomini non vedono ciò che le donne sentono, così che l'omosessualità dei due fratelli, già nota alla sorella così [...] Vai alla recensione »
Si potrà obiettare che Ozpetek rappresenta il suo mondo; un mondo ideale, un’omosessualità borghese che non rompe gli schemi. Si potrà sempre rispondere che uno dei capolavori assoluti del cinema mondiale “C’era una volta in America” è stato un film che analogamente ha rappresentato un mondo ed un periodo storico in maniera non realistica (e per questo [...] Vai alla recensione »
Dicono che l'ora blu sia quel particolare momento crepuscolare della giornata in cui c'è troppa poca luce per essere giorno e troppo poco buio per essere notte. Il derviscio di celluloide Ozpetek vi si poggia con l'ambigua delicatezza dei veli trasparenti e sanguigni del suo Sud, per tessere un film sapientemente blu, in cui la palese dominante cromatica è la [...] Vai alla recensione »
Che dire di un padre del Sud colpito da infarto di fronte alla rivelazione dell'omossessualità del figlio? si potrebbe dire,probabilmente, che risponde alla normalità in un contesto in cui la diversità espressa non è prevista. La famiglia Cantone racchiude tutte le simbologie e le ipocrisie delle famiglie italiane in cui tutto ciò che è segretamente trasgressivo si può tollerare purchè non sia [...] Vai alla recensione »
Mine vaganti potrebbe sembrare un film sulla libertà dell'individuo,sulla spinta ineludibile che anima ciascuno di noi ad essere se stesso, a perseguire i propri ideali. Spinta che quando svanisce genera un ripiegamento , un'amarezza che segna la vita in una resa, cruda ma inevitabile, alla realtà.Mine vaganti al di là delle apparenze non parla della libertà e della parellela ricerca della felicità.Al [...] Vai alla recensione »
Il sud, la Puglia, una splendida e luminosa Lecce fanno da sfondo a questa storia familiare che combatte con un "lutto morale" dovuto alla rottura della perfetta apparenza che i Cantone, respettati da tutta la città, sono costretti a subire a causa della dichiarata e inaspettata omosessualità di uno dei figli (Preziosi). Gli equilibri sembrano spezzarsi e la famiglia sembra non reggere il colpo di [...] Vai alla recensione »
Le vicissitudini di una famiglia meridionale di industriali della pasta si collocano al centro di questa agrodolce commedia la cui ambientazione si rispecchia in una splendida Lecce calda e assolata.Tommaso Cantone (alias Riccardo Scamarcio) è di ritorno da Roma , dove egli ha coltivato la sua passione per la letteratura laureandosi in Lettere anzichè in Economia e Commercio come i parenti&nbs [...] Vai alla recensione »
Trovo che questa pellicola possa inserirsi come uno dei migliori capitoli nella filmografia di Ozpetek. Le mine vaganti del titolo sono le protagoniste di una storia che si bilancia sulla doppia polarità intima e corale, e dove gli antagonismi si toccano, "esplodono" e si annullano. Punto di partenza: una giovane donna che tenta il suicidio il giorno delle sue nozze e un giovane neolaureato [...] Vai alla recensione »
Un ritorno da parte del regista ai temi dell'omosessualità iniziato ne "Le fate ignoranti"?. In questo film l'omosessualità è solo un pretesto per classificare il "diverso" come lo può essere l'extracomunitario o l'ebreo. La diversità serve a veicolare un messaggio: la vita è fatta di scelte e decisioni che ci permettono di viverla felicemente oppure no.
Tommaso (Riccardo Scamarcio), giovane figlio di una ricca famiglia di industriali salentini, decide che è giunta l'ora di confessare ai suoi genitori (conservatori fino al midollo) la sua omosessualità. Il suo sogno è quello di fare lo scrittore, e durante i suoi studi a Roma ha conseguito la laurea in lettere invece che in economia e commercio, come aveva millantato alla famiglia.
Film intenso come lo sono quasi tutti i film di Ozpetek ma interpretato questa volta da attori diversi ma sempre preparati al ruolo.La trama e' drammaticaironica e prende il pubblico poiche' gradevole.Il film nel complesso e' piu' che simpatico.Voto 7+
E’ probabile che il fascino delle pietre color oro morbido e dei tronchi espressivi e secolari degli olivi pugliesi, nonché lo smeraldo del mare, mi abbiano disposto a una visione da spettatrice emozionata e partecipe. Ma ciò non toglie che, secondo me, quest’ultimo, sia insieme al primo (Le fate ignoranti) uno dei film migliori del regista turco. Perché esso sembra autentico, scritto con naturalezza, [...] Vai alla recensione »
un bel film, veloce, divertente, soprattutto ironico, con un cast di bravissimi attori, scelti perfettamente nel ruolo che devono interpretare. Finalmente un film italiano intelligente, non ovvio, anzi attuale, contro i pregiudizi. L'ambientazione è intrigante, i dialoghi serrati e arguti - c'è la mano di Cotroneo, questo è evidente - la fotografia un capolavoro.
Personaggio controverso Ozpetek, a mio avviso un tantino sopravvalutato dai più. Bisogna riconoscergli di aver sdoganato (e umanizzato) l'omosessualità nel cinema italiano del XXI secolo. Hammam-Il Bagno Turco e Le Fate Ignoranti rimangono i suoi film di svolta in questo senso. E i migliori. Troviamo qui, non tanto il tema -più appariscente- del [...] Vai alla recensione »
Antonio e Tommaso Catone sono gli eredi di un importante pastificio nel salento, aperto dalla nonna segretamente innamorata del cognato, diretto con competenza e autorità dal padre ed in cui Antonio ha pestato per anni fedele servizio. Tommaso invece vive a Roma dove ,segretamente, si divide tra l’amore per un altro uomo e il tentativo di diventare scrittore.
Film che, in quasi due ore, riesce a non raccontare nulla, non fa riflettere, non diverte. Regia incerta che non sa decidere se adeguarsi alle strategie della commedia leggera, piuttosto che a quelle del realismo descrittivo o del linguaggio simbolico. Uno spreco di buoni attori, palesemente a disagio (Fantastichini, Occhini) nel dar vita a figure che non sanno liberarsi mai dell'immagine di macchietta [...] Vai alla recensione »
Io adoro Ozpetek e ho visto tutti i suoi film ma credo che questo sia il mio preferito. Il cast è favoloso. Tutti i personaggi sono ben caratterizzati, dai due fratelli gay (Scamarcio e Preziosi), ai genitori che non possono accettare l'omosessualità del figlio in un clima così chiuso di mente e basato sull'apparenza come quello del sud (Ennio Fantastichini e Lunetta Savino), [...] Vai alla recensione »
Divertenti, spassose ma anche profondamente emozionanti, le mine vaganti di Ozpetek lasciano nello spettatore una insolita ed esplosiva miscela di buonumore e malinconia, legata soprattutto ai magnifici personaggi, tanto caricaturali quanto azzeccati. Cast di alto livello (Fantastichini su tutti, ma anche Scamarcio, Ricci, Occhini...) e sapiente mix di brio e riflessione.
Inutile difendersi: siamo noi. Pugliesi, viscerali e insieme permeati di apparenza. Avvinghiati strenuamente a radici vetuste ma ormai secche,concentrati e ipertesi in un presente vorticante, disillusi su un futuro che non vogliamo ci preoccupi. Meravigliosa la nonna, coerente fino all'irrazionale con i valori in cui crede. Si sforza di trasmetterli, di coltivare nei suoi discendenti la sensibilità [...] Vai alla recensione »
Storia di amore trattenuto . Di bocconi di tenerezza deglutiti a forza. Non solo il protagonista ,Tommaso (Scamarcio), gay non dichiarato che vuole,ma teme di dichiararsi alla sua famiglia , soprattutto a suo Padre. In realtà si scopre nel film che è condizione di tutti Ognuno ha un amore ,un palpito, che deve tenere per sé Mi riferisco in particolare ad uno che forse potrebbe [...] Vai alla recensione »
Ennesima pellicola dal respiro estremamente familiare, perché è nella famiglia che spesso si consumano soprusi fra i meno tollerati, e film che quindi ancora una volta riesce a ripercorrere alcuni dei temi più cari al regista Turco: La convivialità che si può raccogliere attorno a una tavola imbandita, il nucleo familiare incapace di accettare un titolo di studio [...] Vai alla recensione »
Il mondo attraverso lo sguardo degli omosessuali appare talora tenero ed esuberante , altre volte severo e cupo. L'alternanza degli umori , il dissidio interiore perenne di individui in cerca di equilibrio , è solo in parte segnato dalla critica o dall'ostilità altrui . Se il padre di Tommaso reagisce goffamente e con rozzezza alla dichiarata condizione del primogenito [...] Vai alla recensione »
2010, Puglia. 2010, non 2000. Il duemila era l'anno della novità, era l'anno dove barriere europee, culturali, mondiali, almento idealmente, sarebbero dovute precipitare per dar spazio a libertà e anticonformismi vari. Un regredimento, quindi, quello che mestamente fa osservare il protagonista? Un regredimento verso la società ben compatta, verso il perbenismo, verso la paura di mettere il naso fuori [...] Vai alla recensione »
Ogni tanto capita di assistere alla proiezione di un film di cui non si sentiva affatto il bisogno: questo è capitato a me vedendo questo film men che mediocre, dal titolo fin troppo furbesco. Me la sbrigo con poche osservazioni, a cominciare dagli aspetti meno urtanti, a quelli proprio insopportabili. Primo: la recitazione. Mediocre, quasi svogliata, quella di Placido; a dir poco noiosa quella di [...] Vai alla recensione »
un bel film, veloce, divertente, soprattutto ironico, con un cast di bravissimi attori, scelti perfettamente nel ruolo che devono interpretare. Finalmente un film italiano intelligente, non ovvio, anzi attuale, contro i pregiudizi. L'ambientazione è intrigante, i dialoghi serrati e arguti - c'è la mano di Cotroneo, questo è evidente - la fotografia un capolavoro.
Ferzan Oxpetek abbandona i toni drammatici e sperimenta la commedia, e per farlo utilizza il pampleth dei parenti serpenti, colladauta sin dai film di Mario Monicelli e Dino Risi. L'immancabile tavolata (ormai divenuto un leit motiv del regista) presenta portate intrise di ipocrisie, amarezze, velleità, cose non dette, cose dette (che non dovevano essere dette), malori e sorrisi tirati, servite per [...] Vai alla recensione »
Ozpetek abbandona il suo complice cast di sempre e si avventura in un film che fonde alla perfezione la simpatia e l’amarezza della vita.“Mine vaganti” è lo specchio delle nostre vite, delle nostre paure e delle nostre scelte sempre condizionate dal giudizio della gente o dall’affetto stesso delle persone e quindi mai del tutto libere.
Dopo il trascurabile"Un giorno perfetto",il regista torna ai temi che più gli si confanno(le tensioni in famiglia,l'orgoglio nella propria "diversità",il peso del quotidiano)e gira quasi un remake di "Saturno contro",molto più libero e slanciato però.Alla solita ambientazione "romana" sceglie il Lecce e spinge il pedale sull'ecce [...] Vai alla recensione »
Il pudore oggi non ha più limiti e vorrei subito precisare che non intendo il pudore riferito a tematiche simil-moraliste riguardo la sessualità (trattata nel film), ma al rispetto di opere cinematografiche di altri. Lo so che Ozpetek realizza film un po' particolari, è un genere tutto suo, ma questa volta ha superato ogni limite.
La tranquillità dei Cantone, famiglia dell'alta borghesia salentina, proprietaria di un industria di pasta, viene irrimediabilmente infranta dall'annuncio dell'omosessualità del figlio maggiore,Antonio (Preziosi), nel bel mezzo di una cena di famiglia, anticipando il fratello Tommaso(Scamarcio)che nello stesso convivio avrebbe dovuto fare il medesimo annuncio: Antonio verrà estromesso dagli affari [...] Vai alla recensione »
Una commediola che vorrebbe essere film d'autore ma che riesce al massimo a strappare un mezzo sorriso ogni tanto, subito smorzato dalle scarse performance degli attori e da una narrazione che scorre malamente. I personaggi sono senza spessore, non si elevano oltre il livello di macchiette. La trama, anche se semplicissima, avrebbe potuto dare spunto a un sacco di situazioni comiche e di battute [...] Vai alla recensione »
Ad essere obiettiva, mi pare esagerato definire "ottimi" gli attori e la regia di questo film. Diciamo che tanto per passare un paio di orette di intrattenimento può andare bene, ma di qui a definirlo capolavoro ce ne passa, e, sul filone dei film a tematica omosessuale, Ozpetek non può certo competere con autori del calibro, per esempio, di Ozon.
Sono omosessuale, e dal mio punto di vista un film del genere poteva andare bene venti anni fa. Nel 2010 lo trovo del tutto inutile. Il personaggio del padre in particolare è una caricatura superficiale con battute esageratamente melodrammatiche. La recitazione a livello di fiction televisiva non aiuta. In una frase il mio giudizio sul film è: "Almodovar vorrei ma non posso".
Voglio riportare la motivazione del premio vinto dal film al Tribeca Film Festival: "Per averci fatto ridere, piangere e decidere di prenotare un viaggio in Italia meridionale, ci congratuliamo con il regista Ferzan Ozpetek, il suo talentuoso cast e i suoi collaboratori". Commento sintetico ma esaustivo: 'Mine Vaganti' è una splendida commedia, di quelle che [...] Vai alla recensione »
In una Puglia stupendamente fotografata si accendono le luci sulle ombre, si chiudono i sipari perchè si possa vedere quello che c'è fuori, oltre la rappresentazione di se stessi. Questo non è un film sull'omosessualità ma un film sulla libertà in cui i sentimenti devono poter vivere, un film che ci invita a lasciarsi andare nel vivere le emozioni perche' [...] Vai alla recensione »
film commovente ottima scrittura fotografia e ottimi gli attori non a caso applaudito a Berlino e già in concordo a new York è vero che ognuno ha i suoi gusti ma dare una stella a questo film mi sembra veramente scandaloso.
Ozpetek è sempre stato un bluff. Il livello è quello di un buon prodotto televisivo, ma tutto è scontato, ovvio, banale. C'è una buona professionalità, quella sì, e permette al film di stare in piedi, risultando a volte anche divertente. Però è girato e raccontato come una serie tv ben fatta, è quella [...] Vai alla recensione »
Il film è fatto molto bene. è divertente,leggero e sopratutto recitato molto bene da tutti gli attori(le migliori sono La savino e elena sofia ricci). Vi consiglio di andarlo a vedere.
E' un film che si può vedere a più livelli, dipende dalla profondità con cui si guarda.. Vuoi la commedia? Servita. Vuoi il dramma? Servito. Vuoi l'introspezione? Servito. Vuoi le performances di bravi attori? Servite. Vuoi una buona fotografia? Servita. Vuoi una godibile colonna sonora? servita. Insomma non hai che da gustare il banchetto.
il film, nonostante alcuni pregi (bella fotografia ed eccellenti immagini del paesaggio pugliese, bella musica), affronta un tema serissimo come l'outing di un giovane omosessuale in una famiglia tradizionalmente legata agli stereotipi di genere, con la leggerezza superficiale della commedia italiana. Capitalismo familiare e maschile, le donne in casa a garantire l'eredità della gestione del piccolo [...] Vai alla recensione »
Sono uscita soddisfatta dal cinema ottimo film. bravissimi gli attori. Mi sono piaciuti soprattutto Fantastichini la Occhini e Preziosi.
Strano film questo, ottimo in alcuni momenti e mediocre in altri ma senza ombra di dubbio magnificato con TROPPA benevolenza, a mio parere, dal mondo dei critici per la presenza nel cast tecnico di Cotroneo, un vero e proprio mostro sacro ormai. Ripensando alla precedente produzione di Ozpetek infatti niente è piaciuto al mondo degli addetti alla critica (e non è un lapsus), nemmeno "Un giorno perfetto": [...] Vai alla recensione »
Direi un ottimo film. Da riflettere e ridere, musiche splendide. Da vedere assolutamente.
Davvero un ottima pellicola, interessante, coinvolgente e molto, molto divertente; ha un buon equilibrio tra commedia e dramma, ed esplora temi difficili e complessi con rara grazia. Una delle migliori creazioni di Ozpetek
Fra le numerose scene che si apprezzano in questo film la migliore è senza dubbio quella in cui Ilaria Occhini, dopo essersi vestita e ben truccata, gusta davanti allo specchio una serie interminabile di dolci e pasticcini, con un avidità ed una passione quasi paragonabili ad un amplesso...magnifica...pura emozione...
Bellissimo film. Gli attori sono stati tutti bravi, ma Preziosi nel ruolo di Antonio è stato fantastico. Nella sala durante la scena della cena quando Antonio (Preziosi) faceva il suo discorso, il pubblico era in assoluto silenzio, a mio parere, rapito dall'interpretazione. Pecci nel ruolo dell'amico gay è stato molto divertente. La scena della canzone sotto la doccia è buffissima.
un film divertente dove si vedono dei bravi attori(italiani-finalmente)dove si vede l'ipocrisia quotidiana che accompagna molte persone nella vita reale e dove c'è una buona dose di sano umorismo! A me e mio marito è piaciuto tanto!
Ozpetek, dopo l'eccessivamente criticato "Un Giorno Perfetto", torna al cinema con una commedia familiare frizzante e scanzonata. E' un film in cui si ride tantissimo, ma il messaggio di fondo della storia è piuttosto trito. Gli attori sono tutti molto bravi.
I film di Ferzan Ozpeteck sono sempre bellissimi e garanzia di soldi ben spesi per andare al cinema. Il film è molto ben recitato, a tratti davvero divertente. A me personalmente ha lasciato un nodo alla gola alla fine, ma è una cosa che metto in conto ogni volta che vedo i film di questo straordinario e sensibile regista, che coglie sempre l'infelicità cui è condannato il genere umano.
Ancora un nucleo familiare e un mucchio di tensioni latenti e segreti stridenti a minare l'equilibrio degli affetti. A cambiare, nel nuovo lavoro di Ferzan Ozpetek, sono soprattutto i toni, che passano dal dramma intimista alla commedia e al divertissement puro, e le location che per la prima volta si allontanano dagli appartamenti borghesi di Roma per spostarsi nelle ville salentine e nei vicoletti di Lecce.
Esce Mine vaganti, nuovo film di Ferzan Ozpetek, e il portale internet di un importante quotidiano lancia un sondaggio: quale film gay preferisci? Tra le opzioni c'è La mala education, scritto così, perché Hollywood lava più bianco e quindi Almodovar deve diventare anglofono (il suo bel film si chiamava La mala educacion, in castigliano). Tutto fa brodo (leggi: pubblicità), ma non sappiamo se Ozpetek [...] Vai alla recensione »
Segreti di famiglia. Tutti ne hanno, nessuno li vuole. Ma il bello dei segreti è che sono contagiosi. Ogni segreto ne genera un altro, poi un altro e un altro ancora. Che alla lunga, naturalmente, sono sempre meno segreti e sempre più comici (o tragici, ma più di rado). Mine vaganti applica questo principio al clan patriarcale di un industriale della pasta leccese e ci porta di sorpresa in sorpresa [...] Vai alla recensione »
Con Mine vaganti, suo ottavo film, Ozpetek si discosta dalle tinte melò che sembravano quelle a lui più congeniali, per abbracciare convinto un gusto umoristico e sorridente. Per tornare su un tasto quasi sempre presente, quello dei sentimenti dal punto di vista dell'omosessualità maschile, il regista turco/italiano si mette in campo e dedica il film a suo padre.
Ancora famiglie per Ferzan Ozpetek. Come ne "Le fate ignoranti". In Puglia, questa volta, a Lecce, dove i Cantone padre e figlio gestiscono un pastificio. L'altro figlio, Tommaso, è andato a studiare a Roma, non economia e commercio come i suoi credono pensando all'azienda, ma lettere, per diventare scrittore. Torna per dire la verità anche sulle sue inclinazioni omosessuali di cui in casa non sanno [...] Vai alla recensione »
La gaytudine può diventare una camicia di forza per un regista che aspiri a navigare al largo di filoni ed etichette. Ma quando Ennio Fantastichini, nel ruolo del padre padrone già colto da infarto quando l'erede ha proclamato nel clou di un pranzo di famiglia d'essere diverso, torna a passeggiare in centro città, si siede al tavolino del bar più in e ostenta una risata soddisfatta che presto si tramuta [...] Vai alla recensione »
A Roma, Scamarcio studia in segreto da scrittore e vive con un ragazzo. Torna a Lecce per stupire il parentado a tavola, conviviale luogo simbolo del cinema cuciniere di Ozpetek. Caratteri imbanditi: babbo omofobo Fantastichini (meglio in "Viola di mare"), mamma impettita Lunetta Savino, zia alcolica/allupata Elena Sofia Ricci, cognato becero, nonna Ilaria Occhini con trapassato amore segreto (costante [...] Vai alla recensione »
Un gioco d'equilibrismo difficile eppur riuscito fra il campo rutilante in stile Mamma mia! e il tocco sardonico alla Pietro Germi: l'ultimo film di Ferzan Ozpetek è solare, strambo e felicemente disinibito. Scritto con brio assieme a Ivan Cotroneo, l'operetta corale (ancor prima che morale) si tuffa di testa nella Lecce barocca e nella famigliona dei pastai Cantone, tra immense tavolate, una nonna [...] Vai alla recensione »
Oggi sarebbe impossibile fare un film come Mine vaganti negli Stati Uniti. Non perché ci sia una congiura contro le tematiche gay. La prova contraria l'abbiamo vista a Berlino, dove insieme al film di Ozpetek ha debuttato The kids are all right di Lisa Cholodenko, con Julianne Moore e Annette Bening nei panni di una coppia lesbica con due figli adolescenti.
Esplosivo e adorabile, esce Mine vaganti di Ferzan Ozpetek, commedia a tratti tragica, che mette in scena non solo il tema dell'omosessualità, da dichiarare ai genitori, ma anche i panni sporchi di famiglia. Il piccolo di casa (Riccardo Scamarcio) vuole dichiarare durante una cena d'affari del padre (Ennio Fantastichini) di esser gay. Lo anticipa suo fratello, con una storia altrettanto forte, che [...] Vai alla recensione »
Ritratto di famiglia salentina sottochoc. Ma con ironia nella credenza. Ridere giova alla salute, propria e del produttore Procacci. Passati i 5O, Ferzan Ozpetek l'ha capito e ha trovato la primaria fonte della burla in quel S é medesimo più incline al tragico che non al comico, vedi filmografia. Il vero vagante tra le mine, dunque, è proprio il regista turco-romano d'adozione, che molla via Ostiense [...] Vai alla recensione »
Ancora una volta Ferzan Ozpetek torna sul suo tema preferito, quello che l'ha portato al successo in un'Italia ancora in grave ritardo nel raccontare l'omosessualità al cinema. Questa volta, sceglie la commedia vecchia maniera con la storia di due giovani fratelli che devono confrontarsi con l'ottusità dei loro genitori, ipocriti, caricaturali e portatori di tutti i cliché della famiglia all'antica [...] Vai alla recensione »
Pur provenendo da Istanbul, Ferzan Ozpetek è ormai regista italianissimo. Come dimostra Mine vaganti che per umorismo e spunti - la provincia pettegola, la zitella erotomane, le corna, gli interessi patrimoniali, la nonna con un antico segreto, la famiglia covo di amori e di odi - rievoca certe commedie nostrane dell'epoca gloriosa. E, passando alla letteratura, come non ritrovare reminiscenze di Il [...] Vai alla recensione »
Dopo i melodrammi Cuore sacro e Saturno contro, Ozpetek torna alla leggerezza, e gliene siamo grati: questa storia di segreti e apparenze in una famiglia meridionale ha la levità di un biancomangiare, nonostante una delle prime, fondamentali frasi del film («Qui al sud la felicità pesa»). Nella Lecce del «basta che non si sappia in giro» i fratelli Tommaso e Antonio sono omosessuali nascosti: quando [...] Vai alla recensione »
Ozpetek gioca sempre sulle stesse note. L'incertezza delle scelte d'amore, più che l'omosessualità, il piacere del cibo e dei corpi in una sensualità gioiosa debitrice dello sguardo di Almodòvar la ricerca della libertà. E la strizzata d'occhio a tutte le mine vaganti, ovvero a chi ha il coraggio di andare dove lo portano la carne e il cuore. Un invito alla vita e alla tolleranza che in quest'ultimo [...] Vai alla recensione »
Se il cinepanettone seduce anche l'autore, si fa opera buffa adottando gli stereotipi del genere, il cinema italiano resterà fuori dalla sperimentazione planetaria. Mine vaganti senza carica esplosiva, come accade al film di Ferzan Ozpetek, presentato nella sezione Panorama della Berlinale 2010 e che ci presenta una galleria di normalizzati spacciati per «eccentrici» in una Lecce abbagliante, pronta [...] Vai alla recensione »