gropius
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martedì 27 aprile 2010
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attori di valore per una spenta commedia
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Il buon cinema italiano va sempre sostenuto,apprezzato ed amato,ma aimè questo film pur annoverando un cast di tutto rispetto può essere considerato ed il titolo stesso ne rappresenta un malaugurante presagio, un autentico disastro in ogni suo elemento che ne caratterizza la struttura.La sceneggiatura debole, quasì naif, rende gli attori intrappolati in ruoli statici i cui personaggi da loro rappresentati appaiono senza spessore ed abulici.Vi è la totale insussistenza di un intreccio narrativo tale da rendere neppure minimamente avvincente un racconto che subito dai primi minuti appare in maniera disarmante prevedibile nel suo epilogo.Il personaggio più interessante rimane quello di Nanà,donna altolocata istruita ma da una personalità fragile, che fa emergere sensibilmente tutte le proprie insicurezze nel campo affettivo,lavorativo e in quello famigliare;una labile emotività che ella manifesta costantemente in quanto catalizzatrice di tutti gli stati d'animo e delle frustrazioni di coloro che la circondano ma che viene infine riabilitata parzialmente dall'assunta consapevolezza di non essere l'unico soggetto insoddisfatto della propria vita visti gli scheletri amorali che ogni altro personaggio del film dimostra di possedere.
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Il buon cinema italiano va sempre sostenuto,apprezzato ed amato,ma aimè questo film pur annoverando un cast di tutto rispetto può essere considerato ed il titolo stesso ne rappresenta un malaugurante presagio, un autentico disastro in ogni suo elemento che ne caratterizza la struttura.La sceneggiatura debole, quasì naif, rende gli attori intrappolati in ruoli statici i cui personaggi da loro rappresentati appaiono senza spessore ed abulici.Vi è la totale insussistenza di un intreccio narrativo tale da rendere neppure minimamente avvincente un racconto che subito dai primi minuti appare in maniera disarmante prevedibile nel suo epilogo.Il personaggio più interessante rimane quello di Nanà,donna altolocata istruita ma da una personalità fragile, che fa emergere sensibilmente tutte le proprie insicurezze nel campo affettivo,lavorativo e in quello famigliare;una labile emotività che ella manifesta costantemente in quanto catalizzatrice di tutti gli stati d'animo e delle frustrazioni di coloro che la circondano ma che viene infine riabilitata parzialmente dall'assunta consapevolezza di non essere l'unico soggetto insoddisfatto della propria vita visti gli scheletri amorali che ogni altro personaggio del film dimostra di possedere.Fabio Volo ,che interpreta un avido arrampicatore sociale che ad ogni costo vuole sposare la sorellina di nanà per sistemarsi economicamente ed un'"emarginata" Luciana Littizzetto relegata ad un ruolo marginale nel film,collega di lavoro di Nanà,(da notare come improvvisamente nel secondo tempo del film di lei non ve ne sia più traccia)strappano leggeri sorrisi quà e là tra situazioni forzate ed inverosimili;da ricordare il momento in cui Nanà non riesce ad uscire dall'ascensore perchè preme dal lato sbagliato,e battute di cattivo gusto:basta pensare alla situazione in cui Volo dice che gli ebrei possono suonare solo il violino perchè se suonassero il pianoforte come farebbero a scappare.Tale pochezza si trasforma in soperifera mediocrità anche a causa di un montaggio imperfetto e per colpa di una regia priva di una pur minima originalità.Mi duole criticare molto un prodotto artistico italiano ma seppure la comparazione col cinema delle major americane dal punto di vista del budget risulta quasi sempre impari ,sul piano delle idee ,dell'originalità e della,creatività possiamo farci valere.Il maestro Woody allen ,pur disponendo anchegli di miseri budget, insegna.
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calebtrask
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domenica 25 aprile 2010
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bravi gli attori, scarso il resto
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In Matrimoni e altri disastri, un soggetto non originale si dipana attraverso una sceneggiatura mediocre supportata da una regia inesistente. Se di qualche momento realmente comico si può fruire, si ha la netta impressione che si debba ringraziare in gran parte la presenza scenica o la capacità istrionica degli attori (basti citare Luciana Littizzetto), che, per quanto adatti, sono intrappolati in personaggi statici, a tratti inverosimili, incapaci di evolvere. La prevedibilità di gran parte degli sviluppi e delle situazioni, piegate alle esigenze stereotipiche della più classica commedia italiana, non toglie sapore ai battibecchi tra Fabio Volo e Margherita Buy, ma rende evidente dai primi fotogrammi che andranno a letto insieme.
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In Matrimoni e altri disastri, un soggetto non originale si dipana attraverso una sceneggiatura mediocre supportata da una regia inesistente. Se di qualche momento realmente comico si può fruire, si ha la netta impressione che si debba ringraziare in gran parte la presenza scenica o la capacità istrionica degli attori (basti citare Luciana Littizzetto), che, per quanto adatti, sono intrappolati in personaggi statici, a tratti inverosimili, incapaci di evolvere. La prevedibilità di gran parte degli sviluppi e delle situazioni, piegate alle esigenze stereotipiche della più classica commedia italiana, non toglie sapore ai battibecchi tra Fabio Volo e Margherita Buy, ma rende evidente dai primi fotogrammi che andranno a letto insieme. Il ritratto della cosiddetta famiglia altolocata è condotto da un’ottica micro borghese che rivela la quasi totale estraneità degli autori a ciò che si vorrebbe descrivere. La scena successiva alla rappresentazione della Tosca in cui Volo, rampante ex-venditore di padelle desideroso di accasarsi con cotanta rampolla (sorella di Nanà-Buy), ammette di non amare l’opera ricevendo la sdegnata stigmatizzazione degli amici intellettuali della protagonista (un architetto con problemi di alitosi, docente universitario dai 25 anni di età, e un altro non meglio precisato docente universitario) è tristemente illuminante. Una banalissima dicotomia regge l’intero film: da un lato il polo del dinamismo e della positività simboleggiata dall’arrivista Volo (povero=becero=buono), dall’altra la staticità decadente della famiglia della protagonista (ricco=raffinato=amorale). Non altrimenti che con l’esigenza di delineare tale “decadentismo” si spiega la noiosa e fuori luogo agnizione sulla reali origini della sposina che mettono in luce un ménage à trois tra il padre di Nanà –pure lui docente universitario, ovviamente- la moglie, una piacevole come sempre Marisa Berenson, e zio Duccio. Se, tuttavia, con fatica si trangugia il moralismo con cui il tutto è presentato, a stento si sopporta l’ennesima esibizione di pianti e lacerazioni dell’animo cui evidentemente la signora Buy è tanto legata da non considerare l’idea di risparmiarcela nemmeno una volta.
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antrace
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giovedì 31 marzo 2011
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le rovine sentimentali
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Il matrimonio visto e raccontato alla stregua di un incidente , che causa afflizione . Non sfugge a questa oleografia l'incontro fra i nubendi Alessandro e Beatrice , che fingono di amarsi ,e intanto battono altre strade per soddisfare i veri desideri di cuore . Nei loro percorsi si imbatte fortuitamente Nanà, sorella della sposa promessa , che scopre l'irriverenza del futuro cognato e la desolante condizione della sua stessa famiglia .Impacciata di fronte agli uomini, incapace di costruire una stabile dimora affettiva , Nanà scopre in età matura quanti inganni si nascondano dietro gli ammiccamenti e le moine delle coppie , quale vuoto abbiano serbato i suoi genitori , quale
disinvolta vita di relazioni plurime conduca Beatrice ,e quanti eventi segreti abbiano segnato le tappe della sua casa , pur mantenendo una facciata di opulenza e decoro fra le mura domestiche , nei tratti severi del padre e nelle ubbie da artista della madre .
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valerio c
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mercoledì 22 settembre 2010
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guardabile,ma insipido.
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E' un film piuttosto insipido,scorre via senza troppi sussulti tra gag amare,che strappano qualche sorriso ma anche sbadigli,in un contesto snob e intellettuale.
L'amicizia e la complicità inaspettata tra due cognati(Buy-Volo)è la situazione portante del film,nell'attesa di un matrimonio che dà vita a una serie di dinamiche familiari già viste e situazioni scontate:c'è l'amica single quasi depressa e stanca di stare sola(Litizzetto),un presunto zio gay,la madre con grande personalità,un padre ben voluto da tutti.
Se volete farvi due risate,lasciate perdere:guardatelo solo se siete in vena di riflessioni sui rapporti familiari.
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radiohernandez
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giovedì 3 febbraio 2011
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il solito e l'insolito
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Stanca forse vedere la Buy e la Littizzetto alle prese coi loro soliti personaggi e sorprende notare Fabio Volo un po' sotto tono. Il film è comunque apprezzabile e a tratti divertente, nonostante la tematica iperinflazionata. Detto per inciso, l'ho visto senza aspettarmi granché e, quando succede così, i giudizi sono quasi mai negativi.
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dano25
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lunedì 31 gennaio 2011
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una visione diversa della vita familiare
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"Matrimoni e altri disastri" è una buona commedia italiana che inquadra in maniera diversa la vita familiare di una ricca famiglia fiorentina. Margherita Buy è Nanà, primogenita sfigata in amore, coopropretaria di una libreria, senza sesso da più di 3 anni e ansiosa di natura; Francesca Inaudi è la secondogenita, spigliata e intraprendente, alle soglie del matrimonio e con una storia d'amore clandestino che si pretrae da tre anni con il sogno d'amore della sorella; Fabio Volo è un conquistatore di donne ed innamorato dei soldi ma anche della piccola di casa con cui convola a nozze. Nanà si ritrova con una madre preticamente bigama, una sorellastra, un cognato che odia ma che imparerà ad apprezzare ed una vita da rimettere in piedi.
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"Matrimoni e altri disastri" è una buona commedia italiana che inquadra in maniera diversa la vita familiare di una ricca famiglia fiorentina. Margherita Buy è Nanà, primogenita sfigata in amore, coopropretaria di una libreria, senza sesso da più di 3 anni e ansiosa di natura; Francesca Inaudi è la secondogenita, spigliata e intraprendente, alle soglie del matrimonio e con una storia d'amore clandestino che si pretrae da tre anni con il sogno d'amore della sorella; Fabio Volo è un conquistatore di donne ed innamorato dei soldi ma anche della piccola di casa con cui convola a nozze. Nanà si ritrova con una madre preticamente bigama, una sorellastra, un cognato che odia ma che imparerà ad apprezzare ed una vita da rimettere in piedi. Il film ruota intorno all'organizzazione del matrimonio ed analizza tutte le disavventure dei personaggi principali e non con una semplicità ed un'autenticità che funziona. Così facendo sono ben chiari i dilemmi personali dei personaggi minori che sono sì di contorno ai protagonisti ma che riempiono il film ed inquadrano la situazione generale e la storia. Esempio sono la Littizzetto ed il figlio, l'una cooproprietaria con Nanà della libreria e dei disastri sentimentali, l'altro adolescente innamorato dell'amica della mamma; storie chiare e semplici ma belle da vedere e importanti per la riuscita ddel film. Nota di merito è per i protagonisti: Margherita Buy è un'ottima e forse troppo sottovalutata attrice italiana a cui non manca nulla perchè è brava, divertente, bella senza eccessi e ogni volta tira fuori un'ottima interpretazione dei personaggi sia comici (memorabile l'ansiosa-depressiva con Verdone in "maledetto il giorno che t'ho incontrato") che drammatici ( per Ozpetec ne "le fate ignoranti"); Fabio Volo è la rivelazione degli ultimi anni anche se già da Iena era sopra le righe. Ottimo scrittore e comunemente di sinistra, sfodera un'interpretazioine del fascinoso arrampicatore sociale che gira in cabriolet e ignora volutamente le regole della vita perchè si sente superiore ad esse, superba e convincente. E' senza alcun dubbio il futuro del cinema italiano d' autore.
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