Anno | 2010 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia |
Durata | 93 minuti |
Regia di | Ascanio Celestini |
Attori | Ascanio Celestini, Giorgio Tirabassi, Maya Sansa, Luisa De Santis, Nicola Rignanese Barbara Valmorin, Luigi Fedele, Alessia Berardi, Alessandro Marverti, Mauro Marchetti (II), Fabio Biaggi, Maurilio Leto, Olek Mincer, Massimo Barone, Annamaria Spalloni, Roberto Latini, Gaetano Ventriglia, Veronica Cruciani, Adriano Pallotta, Alberto Paolini, Igiaba Scego, Roberta Sferzi. |
Uscita | venerdì 1 ottobre 2010 |
Tag | Da vedere 2010 |
Distribuzione | Bim Distribuzione |
MYmonetro | 3,29 su 8 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 25 aprile 2016
Ascanio Celestini dà voce agli internati nell'ospedale psichiatrico romano di Santa Maria della Pietà. Il film ha ottenuto 1 candidatura ai Nastri d'Argento, In Italia al Box Office La pecora nera ha incassato 604 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Nicola ha trentacinque anni e vive rinchiuso in un ospedale psichiatrico, dove lo hanno dimenticato una mamma impazzita, una nonna "ovarola", un padre prepotente e due zii inadeguati. Le sue giornate sono scandite dalla spesa e accompagnate da una suora che prega e paga il conto e da un amico immaginario che conta le puzze della sorella e sogna di riviste per uomini senza parole. Al supermercato c'è Marinella, il suo amore infantile che offre caffè in cialde a clienti svogliati e ride ascoltando le sue cronache marziane. Nicola è un "povero scemo" che la guerra non l'ha mai fatta, che mangia ragni e beve l'acqua di mare, che crede ai santi ma non in dio, che distribuisce pasticche e torna sempre indietro al novantanovesimo cancello perché è stanco, perché il mondo fuori è come dentro, soltanto più ordinato. Nicola è la pecora nera, il diverso che diventa poesia da declamare, storia da raccontare, canzone da cantare, pio pio pio.
Dopo il teatro (tanto teatro) e due documentari per la Fandango, Ascanio Celestini gira il suo primo film di finzione, che affonda il dito nella ferita più dolorosa del corpo sociale: la malattia mentale. La pecora nera, già realizzato per il palcoscenico e già pubblicato nella forma del libro, non compie un'indagine sulla situazione della salute mentale in Italia, piuttosto parte da un'indagine condotta negli ospedali psichiatrici per approdare a un film lirico su una biografia disgraziata e un'emarginazione inespressa. Le "parole sante" dei santi matti da (s)legare le trova e le incarna il Nicola di Ascanio Celestini, personaggio di sconcertante bellezza dimenticato sotto le macerie della struttura familiare, esempio di coscienza nella parabola di un rifiuto.
Sensibile e in ascolto degli umori della natura umana (e sociale), l'autore e attore romano svolge il racconto del suo "scemo di guerra" in tempo di pace sul volto innocente del suo personaggio, specchio di pensieri poveri e puri ma vertiginosamente profondi. Nicola è nato nei "favolosi anni Sessanta", quelli che avevano il sapore del sale ed erano ancora troppo lontani dalla riforma di Franco Basaglia, psichiatra illuminato che promosse la progressiva eliminazione del sistema manicomiale e il reinserimento nel corpo della società dei pazienti con disturbi mentali. Nicola è uno dei tanti, troppi bambini che ha visto confluire il suo disagio in un istituto religioso per persone definite "subnormali", un luogo dove ha comunque continuato a sognare, incapace di entrare in rapporto attivo col mondo al di là del muro, inesplicabile e terrorizzante orizzonte di non-senso accomodato ordinatamente lungo le corsie di un supermercato.
È importante sottolineare la forte originalità di Ascanio Celestini nel panorama italiano, per la scelta di storie e temi di urgente attualità, capaci di non sovrapporsi al messaggio semplicistico offerto dalla cronaca, per la volontà di lavorare con volti e corpi attoriali inediti o poco impiegati sul grande schermo. Si innalza al di sopra di tutti la performance di Giorgio Tirabassi, volto fragile e proiezione dolorosa della "follia" di Nicola. Un bambino solo sul cuore della terra, un uomo mai conciliato, mai integrato.
LA PECORA NERA disponibile in DVD o BluRay |
DVD |
BLU-RAY |
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€6,50 | – |
Esiste la Diversità di Pier Paolo Pasolini. Esiste quella di Rainer Werner Fassbinder. Esiste quella dei personaggi di Werner Herzog, quella di David Cronenberg (Spider). E tra le molte che ho dimenticato arriva quella di Ascanio Celestini: un'altra Diversità con la D maiuscola. Una Diversità in molti tratti tenera, ma allo stesso tempo capace di battute sulfuree che racchiudono [...] Vai alla recensione »
Ascanio Celestini s’è fatto matto per mostrarci l’interno di un manicomio o l’interno dell’anima dei matti. Ne è uscito un apprezzabile film, onesto ma geniale o genialmente onesto, non di chissà quali pretese sociologiche e nella sua semplicità apprezzabilissimo. Ben costruito nella narrazione, coi frequenti flash-back che fanno capire l’origine del “ricovero” del protagonista bambino, pecca solo [...] Vai alla recensione »
Nei "favolosi anni '60", Nicola cresce tra matti veri e immaginari, genitori inesistenti ma reali, la nonna ovarola e una suora dispensatrice di buoni consigli (e non solo...). Sogna di mangiare cento, mille cremini, di spedire il suo compagno Pancotti Maurizio nel pianeta dei deficienti e di far breccia nel cuore di Marinella. Con il suo tipico stile candido quasi infantile, [...] Vai alla recensione »
Questo è un film che affronta un tema attualissimo e, in un certo senso, ha il carattere dell’universalità, in quanto tratta una storia molto semplice ma dai connotati significativi e allusivi che, a tutto tondo, riguardano ognuno di noi. Insegna, questa storia che sin dalla nascita ci troviamo come chiusi in una gabbia, le cui sbarre diventano tanto più spesse quanto di più sono i condizionamenti [...] Vai alla recensione »
Dopo aver transitato sui palchi teatrali, La pecora nera approda al cinema. Ascanio Celestini debutta dietro la macchina da presa in veste di sceneggiatore e regista di stesso per raccontare la storia di Nicola, bambino poco dedito allo studio e ai suoi coetanei durante i “favolosi anni Sessanta” e factotum in un manicomio gestito da suore alla soglia dei non più favolosi anni Ottanta (la legge Basaglia [...] Vai alla recensione »
Un infinito buio oltre il cancello. E' la storia di un disagio familiare, sociale che si risolve, o per lo meno tenta di risolversi, come sosteneva Basaglia e poi tutta la terapia sistemica, nella costruzione di un punto debole da eliminare: la pecora nera. E' la teoria che i gruppi per rimanere adesi hanno bisogno di individuare un capro espiatorio.
Se - come dice Jake Moore nel secondo Wall Street - "follia è ripetere la stessa azione ed aspettarsi un risultato diverso", il film di Ascanio Celestini rende questa definizione quanto mai calzante: "La pecora nera" è tutto una ripetizione di parole, suoni onomatopeici, codici comportamentali e situazioni, fino al limite dell'esasperazione.
Il film ha un impatto iniziale veramente buono, originale e trasmette la vera pazzia di un uomo che vive la sua vita, sin da bambino, in un manicomio. Interpretato e diretto benissimo da Celestini, ma per me rimane, per ora, solo un grande monologhista. Anche se alcune scene sono per,eate da una descrizione stupenda della pazzia, altre rallentano il ritmo del film, portandolo ad un'altro dei [...] Vai alla recensione »
sebbene il tema sia delicato,questo film va osservato nel vero senso della parola,senza commenti ne opinioni,è una reale realtà nel contesto di normalità/anormalità sociale,buon ritmo
Come anche "La solitudine dei numeri primi", questo film è stato presentato in concorso a Venezia tre anni fa. A differenza della "Solitudine", credo abbia ricevuto non pochi elogi, forse per l'intelligenza con cui dipingerebbe il mondo dei malati. Bisogna però intendersi: se Costanzo jr. ha trasposto il romanzo di Giordano, qualunque giudizio se ne dia, mischiando [...] Vai alla recensione »
Narcisista perché Celestini è praticamente l'unico attore. Tutto il resto è sullo sfondo Superficiale perché tratta il problema dell'ospedalizzazione forzata e dei manicomi senza nessun approfondimento, né drammatico né in altro modo. L'internato da bambino è semplicemente un bel bambino povero, l'internato da grande è semplicemente [...] Vai alla recensione »
Abbiamo visto “ La pecora nera “ regia di Ascanio Celestini. E’ difficile per noi “ sparare sul pianista “ e non lo facciamo certo in questo caso. Celestini e i suoi cosceneggiatori hanno senza dubbio un certo coraggio a trattare questo tipo di materiale e la regia è riuscita a trovare un certo stile. Però abbiamo visto un film dalle buone intenzioni ma che sembra – dopo uno spettacolo teatrale e [...] Vai alla recensione »
Il film affronta una tematica più volta sviluppata nella storia del cinema, racconta una storia che si svolge in un presunto manicomio a partire dagli anni '60 ai giorni nostri (oggi esistono ancora manicomi gestiti dalle suore?). Forse il regista è un po' fuori dalla realtà e vuole raccontare qualcosa che sta nella sua fantasia, oppure vuole denunciare situazioni sociali di marginalità e sofferenza, [...] Vai alla recensione »
Da vedere se vi piace Ascanio Celestini. Nel suo stile ha saputo descrivere una storia divertente, commovente e sorprendente. Bello.
Complimenti ad Ascanio Celestini per avere creato un'opera cinematografica emozionante e commovente. Ciò che colpisce di più è la voce fuori campo, perfetta, coinvolgente e perfetta in ogni attimo del film; funzionale come il ripetersi di certe frasi, quasi necessarie per avere una visione più ampia e profonda della storia.
Non ho avuto l'occasione di vedere il lavoro teatrale da cui è tratto questo film che come prima prova cinematografica del bravo Celestini non delude.Le buone intrepretazioni dei vari personaggi tra cui spicca quella veramente ottima di Tirabassi alter ego del protagonista Nicola,interpretato da Celestini, aiutano molto la credibilità dell'opera imperniata sul mostrare la ripetitività dell'esistenza [...] Vai alla recensione »
Giammarcodiroma Non potevi esprimere meglio i concetti legati a questa, secondo me, piccola opera capolavoro di Ascanio Celestini. Un pugno nello stomaco questo film che con freddezza almeno iniziale, dipana la matassa della pazzia nella condizione umana. Ma cos'è la pazzia? Essere diversi oppure un'altra via, un'altro modo di vedere il mondo.
Ho appena finito di vedere "La pecora nera". Mi ha stordito e messo nella condizione, piuttosto fastidiosa, di riflettere su quanta infelicità possa esistere superiore alla mia. Pertanto, con la voglia di rivederlo, ho "cliccato" alla ricerca di una recensione dello stesso. Fortunatamente, per puro caso, mi son trovato davanti la sua che ho letto avidamente, pieno di stupore. [...] Vai alla recensione »
Film molto bello che lascia un po' quel riso amaro. Un ritorno al cinema italiano.
Ieri sono andato a vedere questo film dopo aver letto le prime 3 righe di questa recensione. Ma maledizione! Come si fa a svelare così ai lettori che Nicola è solo un personaggio immaginario? Nel film è un dettaglio nascosto svelato solo alla fine. Signorina Marzia Gandolfi mi ha rovinato il film. Grazie.
Non basta una buona idea per fare un film. E non basta una storia per fare il regista. Il film è lento, retorico e senza stile. Consiglio a Celestini di non seguire le orme del suo collega musicista, ma ben più bravo di lui, Zampaglione.
Celestini mi è simpatico, ma il film è improponibile. Come si fa a sopportare quella leziosità del testo, quei giochi di scrittura così ingengui e scoperti come le iterazioni, i poeticumi, i "favolosi anni Sessanta", tutto un impianto scritto che a teatro magari funzionerà pure ma al cinema suona solo ingenuamente pretenzioso.
La figurina incantata di Ascanio Celestini, corpo multisensoriale, spettacolo per una voce sola, off, ci accompagna ipnotizzante attraverso l'infanzia perenne di Nicola. Il bambino bellissimo ma già fuori dal mondo, in fuga dalla gang familiare oppressiva come lo sarà un padiglione dismesso di Santa Maria della pietà, il «condominio dei santi». La pecora nera (presentato in concorso alla Mostra di [...] Vai alla recensione »
Fra i quattro film presenti in concorso all'ultima Mostra del cinema di Venezia, La pecora nera di Ascanio Celestini è l'unico veramente coerente per stile, tono e forma filmica. Se infatti La solitudine dei numeri primi di Saverio Costanzo resta un'opera di genere realizzato solo a metà e La passione di Carlo Mazzacurati (vedi recensione qui sotto) non sa decidersi se essere commedia buonista, satira [...] Vai alla recensione »
A conferma che i festival fanno male alla salute, siamo rimasti sorpresi dalle reazioni veneziane a La pecora nera, esordio nella regia cinematografica di Ascanio Celestini. Diversi recensori hanno rimarcato la natura «teatrale» del film (e qui ha sbagliato Ascanio: non doveva dirlo in giro, che La pecora nera è anche uno spettacolo teatrale, e nessuno se ne sarebbe accorto.
Il lungometraggio di esordio di Ascanio Celestini, basato su uno suo spettacolo teatrale poi pubblicato come libro, trova una forma filmica distintiva e una compattezza narrativa, e denota una non comune abilità nel disseminare la storia di indizi su ciò che racconta veramente. Il protagonista (Celestini) è figlio di una donna ricoverata in manicomio ed è cresciuto con la nonna che portava alle infermiere [...] Vai alla recensione »
Un film per dire la follia. Per provare a guardare il mondo con la testa di un "matto". Per fare della follia e dei manicomi la metafora di un paese che non è cambiato malgrado la legge Basaglia. Forse perché la salute mentale è un problema di ognuno di noi e a farci ammattire sono proprio le istituzioni nate per garantire l'ordine e il funzionamento del mondo.
Un insieme di situazioni assemblate da un monologo teatrale non fanno un film. Tanto più se il testo è costellato dai tormentoni di una voce fuori campo che poco hanno a che vedere con le immagini. La pecora nera di e con Ascanio Celestini è l'ultimo anello di una lunga catena produttiva iniziata parecchi anni fa con il libro, proseguita con lo spettacolo teatrale e continuata con il dvd.