Titolo originale | Route Irish |
Anno | 2010 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Gran Bretagna, Francia, Italia, Belgio, Spagna |
Durata | 109 minuti |
Regia di | Ken Loach |
Attori | Mark Womack, Andrea Lowe, John Bishop (II), Geoff Bell, Jack Fortune, Talib Rasool Craig Lundberg, Vortre Williams. |
Uscita | mercoledì 20 aprile 2011 |
Distribuzione | Bim Distribuzione |
MYmonetro | 2,97 su 12 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 10 dicembre 2020
Quando Frankie, guardia privata a Baghdad, viene ucciso sulla Route Irish, il suo collega Fergus decide di scoprire la verità su quella morte. In Italia al Box Office L'altra verità ha incassato nelle prime 6 settimane di programmazione 378 mila euro e 109 mila euro nel primo weekend.
CONSIGLIATO SÌ
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Liverpool. Fergus e Frankie sono stati amici sin dall'infanzia sognando, sul traghetto che attraversa il fiume Mersey, viaggi impossibili. Divenuti adulti Fergus ha viaggiato come membro della SAS, le forze armate speciali britanniche. Una volta congedato ha convinto l'amico Frankie (ex paracadutista) ad andare in Iraq con lui. Entrambi operano come contractors (i guardiaspalle armati fino ai denti ingaggiati per proteggere privati). Nel settembre 2007 Frankie viene ucciso sulla Route Irish, la strada più pericolosa del mondo che si trova a Baghdad. Fergus, sconvolto dall'accaduto, non crede alla versione ufficiale e prende ad indagare sulla morte dell'amico. Al suo fianco ha Rachel, la vedova.
Ken Loach, aasieme al fedelissimo Paul Laverty, torna ad occuparsi del macrocosmo in cui il potere economico e quello militare si mescolano in maniera inestricabile e perversa. Lo aveva fatto nell'ormai lontano 1996 con La canzone di Carla in cui denunciava la presenza in Nicaragua di 'consiglieri' americani istruttori di tortura per le forze paramilitari con l'interpretazione di uno straordinario Scott Glenn. Ora come allora Loach ha bisogno però di partire dal microcosmo 'umano' per dare ancora piu' forza alla propria denuncia. Se all'epoca prendeva le mosse da un amore che portava alla scoperta di un mondo di soprusi e sevizie oggi inizia da un'amicizia di quelle destinate ad essere più forti della morte. Una morte della quale (ci ricorda Loach che da tempo si è assunto il compito di fare luce su quanto tendiamo a rimuovere dalla coscienza collettiva) i portatori sono quelli che un tempo si chiamavano con spregio mercenari e che oggi vengono gratificati dalla eufemistica denominazione di 'contractors'. Uomini non al servizio di un ideale (per quanto sempre da verificare) come i militari ma pronti a calpestare qualsiasi regola pur di rispondere alle esigenze dei loro munifici 'padroni'. Fergus è uno di loro, non è un good guy ma ha conservato dentro di sé (o crede di averlo conservato) il senso del limite. Così come Frankie, incapace di accettare l'indifferenza morale di chi uccide bambini senza il benché minimo rimorso.
L'umanista Ken Loach non può fare finta di nulla dinanzi a un potere economico che sfugge a qualsiasi controllo portando la morte ieri in Iraq e oggi forse già in Darfur o altrove nel mondo con il silenzio complice di chi sa ma preferisce volgere lo sguardo in un'altra direzione. Esattamente il contrario di quello che continua a fare il suo cinema.
L'ALTRA VERITÀ disponibile in DVD o BluRay |
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Il film ci racconta un'altra faccia ancora della guerra in Iraq, quella dei mercenari e degli affaristi senza scrupoli che organizzano gruppi di "contractors", uomini armati che operano nei paesi in guerra. E' la storia di Frankie che muore in un agguato sulla strada più pericolosa del mondo e di Fergus, il suo più grande amico, che cerca di scoprire la verità [...] Vai alla recensione »
Il nuovo film di Ken Loach abbandona decisamente l'atmosfera leggera del Mio amico Eric per immergersi nelle cupe pieghe della guerra in Iraq. Il film racconta la storia di una bellissima e anche drammatica amicizia tra Fergus e Frankie. Il primo convince il secondo a partire per l'Iraq nella sua squadra di contractors prospettandogli guadagni facili e di un certo spessore.
Costruito come un thriller, L’altra verità ne ha tutte le caratteristiche e non mancano suspense, azione e mistero da risolvere nel finale, ma è la firma di Ken Loach a rendere un normale action movie un film di denuncia politica e sociale che prende di mira le potenti compagnie private militari e i crimini da loro commessi, spesso impunemente grazie a complicità prezzolate nelle istituzioni, e quando [...] Vai alla recensione »
Liverpool 2007. Ken Loach non fa sconti, non edulcora o soavizza le vicende che racconta, le lascia drammatiche se lo sono, sempre graffianti, di impegno e funzione sociale. Qui si tratta dei contractors della guerra in Iraq, i mercenari, quelli le cui regole d’ingaggio comportavano uno stipendio da 10000 sterline al mese esentasse. Con questo attrattivo Fergus aveva convinto Frankie a [...] Vai alla recensione »
In tanti modi può essere realizzato un film di denuncia contro la guerra. Uno dei modi più efficaci è quello di abbandonare la contrapposizione tra categorie: bianchi contro neri, o iracheni contro americani, o buoni contro cattivi. Il conflitto vero infatti non è sul campo di battaglia, ma è dentro le nostre coscienze.
In tanti modi può essere realizzato un film di denuncia contro la guerra. Uno dei modi più efficaci è quello di abbandonare la contrapposizione tra categorie: bianchi contro neri, o iracheni contro americani, o buoni contro cattivi. Il conflitto vero infatti non è sul campo di battaglia, ma è dentro le nostre coscienze.
Qual’è l’altra verità? La guerra! Semplice, senza sbavature è questa l’altra verità. In Iraq si combatte una guerra e tutti gli uomini che la combattono, sono soldati di mestiere, mercenari o come quelli del film contractors, ma sono tutti uguali, abbrutiti e spesso esaltati, amanti della violenza e tutt’altro che eroi. Questa è la guerra e se qualcuno, per motivi economici, ci capita senza avere queste [...] Vai alla recensione »
“Yusa, sbandato reduce di guerra, è il cane randagio inevitabilmente destinato a diventare un cane rabbioso da abbattere”. E’ di Cane randagio di Kurosawa che si parla, siamo nel ’49, ma non si può non tornarvi col pensiero di fronte all’ultima scena di questo film di Loach, mezzo secolo dopo e ancora una sporca guerra da raccontare dalla parte di vittime non innocenti.
Fergus e Frankie, amici d’infanzia, erano contractors in Iraq: soldati con il compito di proteggere i privati (giornalisti, reporters, industriali..). Dall’ Iraq Fergus torna solo, espulso con il pretesto di una scazzottata tra commilitoni in un bar: Frankie muore in un attentato lungo la Route Irish, la strada di Baghdad che ha fama di essere la più pericolosa del mondo.
In apparenza negli ultimi film Ken Loach sembrava più pacificato con il suo risentito impegno sociale e, pur non abbandonando né il cinema di realtà né una chiara posizione politica, si era dedicato più a fondo all’analisi socio-psicologica dei suoi personaggi, con una vena di ironia e poesia (vedi “Paul, Mitck e gli altri” o “Il mio [...] Vai alla recensione »
Ken Loach si laurea in giurisprudenza a Oxford e negli anni ’60 ha costretto il Governo britannico a migliorare la legge per i senzatetto, con una produzione di telefilm. Ken Loach è sempre stato dalla parte del torto e come direbbe Bertold Brecht «Ci sedemmo dalla parte del torto visto che tutti gli altri posti erano occupati.
Fergus (Womack) poco convinto delle dinamiche della morte dell'amico Frank (Bishop), morto in un esplosione nella Route Irish, una delle strade dell'Iraq tra le più pericolose al mondo, decide di indagare sul fatto con l'aiuto della vedova (Lowe). Dopo una fugace attenzione al mondo della commedia drammatica (vedi Il mio amico Eric), che segnava la sua opera più matura, Ken Loach posa il suo sguardo [...] Vai alla recensione »
Paul Laverty ha scritto una sceneggiatura complicata e confusa, con troppi personaggi. Ken Loach ha completato il guaio realizzando un montaggio caotico e addirittura irritante. Specialmente il primo tempo è tutto un caos nel quale è difficile trovare punti di riferimento. Questa volta Loach mi ha davvero deluso.
“chi potrebbe mai sopportare i malanni e le frustate dei tempi, l’oppressione dei tiranni, le contumelie dell’orgoglio, pungoli d’amor sprezzato e remore di legge, indifferenza dall’alto e derisione degli indegni sul merito paziente, chi lo potrebbe mai se uno può darsi quietanza col filo di un pugnale?” Fergus non ha dubbi al riguardo e il suo pugnale [...] Vai alla recensione »
Bel film. Dopo la morte del suo amico di infanzia in Iraq un contractor inizia ad indagare e scopre che i responsabili della morte siedono nella stanze del potere. A quel punto la soluzione è la vendetta. Vendetta che distruggerà la vita del responsabile e i suoi affetti. Due i temi da sviscerare: 1) l'amicizia fra i due protagonisti, bellissima, che porta prima Frankye in Iraq per solidarietà con [...] Vai alla recensione »
L'idea, il soggetto sono validi in sè, ma il difetto sta nel non aver dato forza ai singoli personaggi. innanzitutto il doppiaggio : la voce di Zingaretti non è adatta ad esprimere i sentimenti così forti del protagonista: è troppo metallica e manca di profondità a parte un'inevitabile strascico d'inflessione regionale.
Avevo aspettative molto alte sull'ultimo film di Ken Loach, e devo dire che non solo sono state soddisfatte, ma anche di aver visto stasera un film che incenerisce 3/4 della cinematografia mondiale, dai Lumiéres a oggi. Non sto scherzando. La storia è già stata esplorata da altri film, ciò non toglie che la sceneggiatura tra vari colpi di scena e immagini di brutale violenza sia una delle migliori [...] Vai alla recensione »
Da oltre 40 anni il britannico Ken Loach realizza film che, raccontando storie di gente comune, aprono una finestra su problemi socio-economici e morali di portata universale. Il protagonista di L’altra verità è un contractor, ovvero uno di quei mercenari al servizio delle corporazioni nelle zone di guerra. Rientrato da poco a Londra, Fergus viene a sapere che il commilitone e amico fraterno Frank [...] Vai alla recensione »
L'orrore dietro la porta di casa. Anzi «dentro» casa, forse dentro di noi. È l’incandescente materia che maneggia Ken Loach nel suo nuovo film, ambientato fra l’Iraq della guerra e la Gran Bretagna della crisi, in concorso a Cannes un anno fa: «Route Irish», in italiano «L’altra verità». La strada del titolo si trova a Bagdad ed è considerata uno dei posti più pericolosi del pianeta, ma per capirlo [...] Vai alla recensione »
Principale esponente di una razza in via d' estinzione, quella dei registi politici, dopo l' amichevole commedia sociale "Il mio amico Eric", Ken Loach aveva annunciato di voler fare un film sulla guerra in Iraq. In L' altra verità lo scenarioè quello, infatti: in particolare la Route Irish, la strada più pericolosa del mondo, che collega l' aeroporto di Bagdad con la Green Zone.
Un noir attualistico che sfocia nel thriller con un passo, ahimé, approssimativo, sbrigativo e manicheo. Nell’ansia di denuncia che l’accomuna da sempre al fido sceneggiatore Paul Laverty, Ken Loach non perde l’indubbia tenuta del mestiere, ma a conti fatti si ritrova a onorare solo le sue rispettabili intenzioni. «L’altra verità» (presentato l’anno scorso a Cannes col titolo originale «Route Irish») [...] Vai alla recensione »
Questo drammone ambientato fra i reduci del conflitto in Iraq era entrato all’ultimo momento in concorso a Cannes lo scorso anno e aveva lasciato perplessi molti critici, facendo parlare di un Ken Loach minore. Non siamo di fronte ad uno dei film più riusciti del regista inglese, ma apprezziamo il suo coraggio nel cimentarsi con dimensioni narrative più ponderose di quelle cui ci ha abituato.
La guerra non perde le prime pagine, e anche se L’altra verità (Route Irish, in concorso a Cannes 2010) si muove nello scenario iracheno ci parla sempre dei bombardieri «al servizio della pace» come orrore dei nostri tempi. Con le migliori intenzioni, però, Ken il rosso rischia il «fuoco amico» quando sceglie il punto di vista di un ex contractor alla ricerca della verità in questo film rarefatto, [...] Vai alla recensione »
Un tempo li chiamavamo mercenari, oggi preferiamo il termine contractor. meno trasparente e più adeguato alla cultura e all’ideologia che ci dominano. Ma il loro mestiere non è cambiato. Un mercenario è Fergus (Mark Womack), reduce dall’Iraq. Non è un eroe positivo. Ha ucciso per anni, senza orrore. Lo rifarebbe, se un processo in corso non gli impedisse di tornare in Medio Oriente, o magari di andare [...] Vai alla recensione »
La guerra è sempre più un affare privato. E l'orrore non può che peggiorare. Ken Loach sente l’urgenza di condannare l’inferno nell’inferno, esplodendo di rabbia in un film frettoloso, frenetico, imperfetto. Su sceneggiatura del solidale Paul Laverty, si concentra sul conflitto “mercenario” in Iraq e confeziona “Route lrish” (diventa da noi il polivalente L’altra verità) a rievocare il maledetto tragitto [...] Vai alla recensione »
Magari significa qualcosa che nessuno dei film sulla guerra in Iraq e dintorni sia andato bene al botteghino, anche quando c’erano dietro star di prima grandezza. Qualche titolo? The Hurt Locker di Kathryn Bigelow (eppure vinse l’Oscar), Redacted di Brian De Palma, Green Zone di Paul Greengrass, Nella valle di Elah di Paul Haggis, Fair Game di Doug Liman, L'uomo nell'ombra di Roman Polanski, e si potrebbe [...] Vai alla recensione »
L'ultimo film di Ken Loach, “Il mio amico Eric”, aveva rischiato di farci credere che il suo autore avesse abbandonato l’asprezza delle sue polemiche realiste a favore dei toni più leggeri della commedia. Era invece solo una pausa che temporaneamente si era aperta in una carriera soprattutto votata ai risentimenti forti e all'impegno civile più deciso e più fermo.
Stranamente loffio e poco avvincente dramma semigiallo dell’irriconoscibile Ken Loach. Una storia, piuttosto intricata, di illegalità e doppi giochi tra Liverpool e Bagdad. Siamo nel 2007 e il mercenario Fergus non si dà pace per la morte in Iraq dell’amico Frankie, che proprio lui ha convinto ad arruolarsi. Una tragedia in cui qualcosa non quadra. Come il soldato, nel frattempo in flirt con la vedova [...] Vai alla recensione »