La chiave di Sara |
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Un film di Gilles Paquet-Brenner.
Con Kristin Scott Thomas, Mélusine Mayance, Niels Arestrup, Frédéric Pierrot, Michel Duchaussoy.
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Titolo originale Elle s'appelait Sarah.
Drammatico,
durata 111 min.
- Francia 2010.
- Lucky Red
uscita venerdì 13 gennaio 2012.
MYMONETRO
La chiave di Sara
valutazione media:
2,61
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Ma cosa vi aspettavate?di imliverFeedback: 100 |
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venerdì 2 marzo 2012 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Contesto la visione dei bacchettoni della Shoah, che accusano romanzo e film di pressapochismo e superficialità. Non si tratta di questo: il film affronta un argomento su cui si è scritto e mostrato tutto. Nel 2010 non è possibile parlare di un fatto avvenuto del 1942 con il taglio del documento storico. "La chiave di Sara" non può e non deve descrivere l'olocausto in tutte le sue sfumature, ma non per superficialità. Chi volesse approfondire, ha a disposizione un archivio sterminato di romanzi, saggi, documentari e fiction, anche estremamente importanti e autorevoli. Questo film, invece, si limita a fornire uno spaccato sulla connivenza di persone che (allora) sapevano, e di altre che, ai giorni nostri, sanno, ma cercano di non essere coinvolti dall'idescrivibile tragedia. È successo anche da noi, per cui sappiamo di cosa si tratta. All'epoca tutti sono colpevoli, dalla polizia collaborazionista, che finse di ignorare la destinazione finale degli ebrei parigini, concentrati al Vélodrome d'Hiver, fino a chi, semplicemente, si impossessò degli appartamenti rimasti sfitti. Eppure, la vita dà a ciascuno dei personaggi la possibilità di riscattarsi, come capitò al poliziotto che fece fuggire le bambine dal campo di concentramento, o a Jules Dufaure, che adottò la piccola Sara. Ma anche ai giorni nostri è data la possibilità alla giornalista Julia, e al ritroso William, di conoscere una verità tremenda e, a suo modo catartica. "Ogni verità ha un prezzo da pagare," e una verità terribile ha un prezzo altrettanto terribile. Magari non sarà un capolavoro, ma a me "La chiave di Sara" è piaciuto, eccome, per l'intensità dei personaggi, l'ambientazione, i costumi e la fotografia curati. Sono passati 70 anni dalla Shoah, e fra un po' non sarà più possibile realizzare opere che ne parlino attraverso la viva voce dei protagonisti. Lavori come questi, dobbiamo tenerceli stretti.
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