Il grinta |
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Un film di Ethan Coen, Joel Coen.
Con Jeff Bridges, Matt Damon, Josh Brolin, Hailee Steinfeld, Barry Pepper.
continua»
Titolo originale True Grit.
Western,
Ratings: Kids+16,
durata 110 min.
- USA 2010.
- Universal Pictures
uscita venerdì 18 febbraio 2011.
MYMONETRO
Il grinta
valutazione media:
3,80
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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la grintadi Lisa CasottiFeedback: 1975 | altri commenti e recensioni di Lisa Casotti |
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venerdì 30 agosto 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Più che Il Grinta avrebbero dovuto intitolarlo La Grinta, perché nella versione dei fratelli Coen, molto distante dal film del 1969 (che pare non abbiano nemmeno visto) e più fedele al romanzo True Grit di Charles Portis, il ruolo di protagonista sembra interpretarlo Mettie (Hailee Steinfeld), la ragazzina quattordicenne che assolda lo sceriffo Cogburn (Jeff Bridges al posto di John Wayne) per scovare e uccidere l’assassino del padre rifugiatosi in terra indiana. O almeno questa è l’impressione iniziale: quando la vediamo cocciuta mercanteggiare i cavalli del padre, un posto letto al becchino, muoversi con totale (e decisamente insolita per l’epoca) disinvoltura in un mondo di soli uomini, fino a seguire lo sceriffo nella temeraria impresa. È lei la voce narrante, e sempre lei che media nelle inevitabili incomprensioni del viaggio. Ma mano a mano che ci si cala nella storia si percepisce che, al contrario, c’è equilibrio tra i personaggi, non ultimo LeBoeuf, il Texas Ranger cacciatore di taglie anch’esso sulle tracce del pistolero Chaney (e qui interpretato da un Matt Damon irriconoscibile per il suo trasformismo). Procedendo nel racconto, infatti, i protagonisti, iniziali macchiette da Far West, si umanizzano, fino a farci percepire chiaramente che questo duro western in realtà è un film sui sentimenti, su sentimenti grandiosi, inauditi e più che umani. Da lì la “malinconia” evocata dalla pellicola che non è nostalgia del selvaggio West, della rudezza, della sporcizia, della bestemmia imprecata, ma di un’età dell’oro quasi al tramonto, ma non ancora finita, in cui si poteva davvero essere pionieri e credere nella potenza di ogni inizio, nella bellezza tremante di un mondo senza regole ancora da conquistare. La sequenza che racchiude tutta la poesia del messaggio dei Coen (insieme alle insolite nevicate) è certamente quella della lunga cavalcata notturna per salvare la vita di Mettie, morsa da un serpente a sonagli. La ragazza in effetti ce la farà e non tradisce il suo personaggio, la sua determinazione, nemmeno alla fine, quando dopo venticinque anni dalla vicenda che li ha uniti, ormai donna, alla ricerca di Cogburn, dichiara: “Non mi sono mai sposata, è vero, non ho mai avuto tempo da perdere”.
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