Titolo originale | The King's Speech |
Anno | 2010 |
Genere | Storico, |
Produzione | Gran Bretagna, Australia |
Durata | 111 minuti |
Regia di | Tom Hooper |
Attori | Colin Firth, Geoffrey Rush, Helena Bonham Carter, Guy Pearce, Jennifer Ehle Derek Jacobi, Michael Gambon, Timothy Spall, Anthony Andrews, Eve Best, Mary Robinson (II), Harry Sims (II), James Currie, Jasmine Virtue, Dominic Applewhite, Filippo Delaunay, Freya Wilson, Naomi Westerman, Dick Ward, Sean Talo, Mark Barrows, Anna Reeve Cook, Tim Downie, Max Callum. |
Uscita | venerdì 28 gennaio 2011 |
Tag | Da vedere 2010 |
Distribuzione | Eagle Pictures |
MYmonetro | 3,53 su 18 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
|
Ultimo aggiornamento giovedì 13 dicembre 2018
Argomenti: Royal Family
L'impegno di Re Giorgio VI per superare una balbuzie nervosa con l'aiuto del logopedista Lionel Logue. Il film ha ottenuto 12 candidature e vinto 4 Premi Oscar, ha vinto un premio ai Nastri d'Argento, ha vinto un premio ai David di Donatello, 7 candidature e vinto un premio ai Golden Globes, 14 candidature e vinto 6 BAFTA, 5 candidature e vinto 3 European Film Awards, 1 candidatura a Cesar, 11 candidature e vinto 2 Critics Choice Award, 4 candidature e vinto 2 SAG Awards, Il film è stato premiato a AFI Awards, In Italia al Box Office Il discorso del re ha incassato 8,7 milioni di euro .
Il discorso del re è disponibile a Noleggio e in Digital Download
su TROVA STREAMING
e in DVD
e Blu-Ray
su IBS.it e su LaFeltrinelli.it.
Compra subito
CONSIGLIATO SÌ
|
Duca di York e secondogenito di re Giorgio V, Bertie è afflitto dall'infanzia da una grave forma di balbuzie che gli aliena la considerazione del padre, il favore della corte e l'affetto del popolo inglese. Figlio di un padre anaffettivo e padre affettuoso di Elisabetta (futura Elisabetta II) e Margaret, Bertie è costretto suo malgrado a parlare in pubblico e dentro i microfoni della radio, medium di successo degli anni Trenta. Sostituito il corpo con la viva voce, il Duca di York deve rieducare la balbuzie, buttare fuori le parole e trovare una voce. Lo soccorrono la devozione di Lady Lyon, sua premurosa consorte, e le tecniche poco convenzionali di Lionel Logue, logopedista di origine australiana. Tra spasmi, rilassamenti muscolari, tempi di uscita e articolazioni più o meno perfette, Bertie scalzerà il fratello "regneggiante", salirà al trono col nome di Giorgio VI e troverà la corretta fonazione dentro il suo discorso più bello. Quello che ispirerà la sua nazione guidandola contro la Germania nazista.
Dopo aver raccontato la storia della Rivoluzione americana in nove ore, dentro una mini-serie e attraverso gli occhi del secondo presidente degli States (John Adams), Tom Hooper volge lo sguardo verso il vecchio continente, colto in tribolazione e alla vigilia del Secondo Conflitto Mondiale. Al centro del palcoscenico la cronaca del malinconico e addolorato Duca di York, figlio secondogenito dell'energico Giorgio V, inchiodato dalla balbuzie e da una complessata inferiorità di fronte allo spigliato fratello maggiore David. Crogiolo d'angoscia (im)medicabile e di squilibri emotivi sono quelle esitazioni, quei prolungamenti di suoni, quei continui blocchi silenti che impediscono a Bertie di esprimersi adeguatamente, ingenerando una sensazione di impotenza.
Il regista britannico si concentra sul vissuto interno del protagonista, rivelando le conseguenze emotive del disagio nel parlato ai tempi della radio e in assenza del visivo. Il discorso del re non si limita però a drammatizzare la stagione di vita più rilevante del nobile York e relaziona un profilo biografico di verità con un contesto storico drammatico e dentro l'Europa dei totalitarismi, prossima alle intemperanze strumentali e propagandistiche di Adolf Hitler. Non sfugge al re sensibile di Colin Firth e alla regia colta di Hooper l'abile oratoria del Führer, che intuì precocemente le strategie di negoziazione tra ascoltatore e (s)oggetto sonoro, il primo impegnato nel tentativo di ricostruire l'immagine della voce priva di corpo, il secondo istituendo un rapporto di credibilità se non addirittura di fede con la voce dall'altoparlante.
Se il mondo precipitava nell'abisso non era tempo di guardare al mondo con paura, soprattutto per un sovrano. Bertie, incoronato Giorgio VI, doveva ricucire dentro di sé il filo interrotto della relazione con l'altro, affrontando il suo popolo dietro al microfono e l'immaginario radiofonico. Fu un illuminato e poco allineato logopedista australiano a correggere il "mal di voce" di un re che voleva imporsi al silenzio. Lionel Logue sostituì col metodo il protocollo di corte, educando la balbuzie del suo blasonato allievo e incoraggiandolo a costruire la propria autostima, a riprendere il controllo della propria vita e a vincere prima la guerra con le parole e poi quella con le potenze dell'Asse.
A guadagnare la fluenza e a prendersi la parola è il 'regale' protagonista di Colin Firth, impeccabile nell'articolare legato, solenne nella riproposta plastico-fisica del suo sovrano e appropriato nell'interpretazione di un re che 'ingessa' emozioni e corporeità nel rispetto rigoroso della disciplina. Dietro al 're' c'è l'incanto eccentrico di Geoffrey Rush, portatore di una "luccicanza" che brilla, rivelando la bellezza della musica (Shine) o quella di un uomo finalmente libero dalla paura di comunicare. Lunga vita al re (e al suo garbato precettore dell'eloquio).
IL DISCORSO DEL RE disponibile in DVD o BluRay |
DVD |
BLU-RAY |
||
€9,99 | €12,99 | |||
€9,99 | - |
Opera incredibilmente intelligente e toccante, Il discorso del re, fa ridere, commuove e coinvolge lo spettatore con incredibile maestria. Tratto da una storia vera e si vede, non ha mai una nota falsa o manierata, ma e' sempre concreto, diretto, sincero. Il merito e'certamente dell'icredibile ensemble di attori e della perfetta regia dell'ottimo Tom Hooper.
Senza dubbio un capolavoro. Sotto tutti i punti di vista, sia per la straordinaria bellezza puramente artistica di molti spezzoni, sia per la recitazione di Colin Firth, letteralmente mozzafiato, entusiasmante, semplicemente sublime. Completamente convincente, commuovente, toccante e umana. Naturalmente va visto in versione originale per apprezzare la cosa, io non l'ho visto in italiano ma francamente [...] Vai alla recensione »
Non saprei come giustificare anche solo una stella in meno. Il film è un quadro, perfetto nei colori, nello stile. Attori bravissimi, che sembrano nati nei panni dei protagonisti (il "dottor" Lionel era stato già uno splendido Barbossa nella Maledizione della prima luna) Humor inglese raffinato e piacevole. L'apparente banalità della trama viene superata dalla sua [...] Vai alla recensione »
Un uomo e una donna perbene catapultati dal caso nel momento più drammatico dell'Inghilterra! Un film attualissimo, per mostrare ai governanti di oggi, che hanno voluto il potere e che non hanno la forza di affronatre la crisi, quale coraggio questi due magnifici individui hanno dovuto trovare in se stessi - e nel loro amore - per superare le proprie paure, le proprie insicurezze e dare ad un'intera [...] Vai alla recensione »
Colin Firth dà una prova superba (confermandosi un grande e versatile attore dopo "A single man"), il film è accurato nelle ambientazioni e nella ricostruzione della Londra prebellica, la relazione tra il sovrano e il suo logopedista è narrata in modo efficace e attento alle sfumature, anche se a tratti appare un po' sopra le righe. Personalmente, ho trovato il film in alcuni passaggi un po' forzato, [...] Vai alla recensione »
Film semplicemente fantastico che, in maniera davvero impeccabile, descrive una delle storie più vere e intense del ventesimo secolo...Un Colin Firth regale e un geniale Geoffrey Rush, coordinati da un regia splendida, si inseriscono in un contesto novecentesco ricreato ad arte che ci fa sentire come in un quadro di Van Gogh.. Un film semplice che poggia su valori concreti, reali, genuini in [...] Vai alla recensione »
In un'epoca dove tutto è urlo, gossip, chat, sms, la forza indomabile e sacra della parola ci illumina di immensa luce. E'la storia singolare di un'amicizia straordinaria tra due uomini fuori dal comune, ognuno alla sua maniera, per forza o per caso. Un'incredibile storia vera tra la grande umanità di un sovrano che non voleva esserlo, animo coraggioso soffocato dalle imposizioni altrui e che per [...] Vai alla recensione »
E' un film stupendo,sincero,diretto,con un cast magnifico!Uno dei film più belli che io abbia visto.Stupenda e perfetta anche l'ambientazione.Il film ti prende per tutta la durata della visione e ti emoziona profondamente.
Questo è uno di quei film che ti riconciliano con il cinema. Regia perfetta senza essere "invadente", sceneggiatura pressochè impeccabile, attori formidabili. Proprio i due protagonisti maschili sono, in effetti, il vero pezzo forte del film. Colin Firth, il quale non sempre è stato illuminato (ahimè) nella scelta dei film da intepretare, (vedi Dorian Gray, Un marito di troppo,Quando tutto cambia), [...] Vai alla recensione »
Bellissimo film che fa ridere, pensare, commuovere. Storia di secondogenito ignorato e deriso che nel momento decisivo saprà essere, oltre ad un ottimo marito e padre, un vero uomo ed un grande re amato come non mai dal suo popolo. Grandissimi interpreti, splendida ambientazione, regia attenta ma non prevaricante, ottimo commento sonoro. Grazie al cielo esistono ancora film che danno gioia agli [...] Vai alla recensione »
Vera storia di Giorgio VI, padre della regina Elisabetta II, e della sua lotta contro la balbuzia, stravinta grazie all'affetto della moglie e all'aiuto decisivo del logopedista australiano Lionel Logue. Solamente al terzo film da regista il britannico Tom Hooper fa centro, mettendo in piedi un film solidissimo, senza sbavature, in linea con la tradizione cinematografica inglese: la semplicità dei [...] Vai alla recensione »
Alla morte di Re Giorgio V del Regno Unito gli succederà il figlio primogenito Edoardo. Quest'ultimo sarà costretto ad abdicare a causa della relazione intrattenuta con una donna divorziata. Toccherà allora al secondogenito Bertie regnare. Il fattop è che il futuro re è da anni in cura dal logopedista Logue che sta cercando di curare la sua balbuzie.
Film cla-cla-classico, pastoso, equilibrato con pochi slanci nella ricostruzione, nella costruzione, nella dimensione d'interni poco ardita per riprese che tendono a valorizzare ottimi attori, buoni silenzi interrotti da una musica, una traccia sonora, claudicante più che balbuziente, fuori posto, ingombrante, fastidiosa, stonata nel suo voler essere garbata.
Un film emozionante e divertente, drammatico, ma non tragico nè strappalacrime. Geoffrey Rush regala una splendida interpretazione, nella parte nel medico(si meritava l'Oscar), Helena Bonham Carter è la moglie di un bravo protagonista: Colin Firth, che però, come la regia non era all'altezza dell'Academy. A parte questa piccola critica, consiglio vivamente questo bel film come pochi recentemente. Vai alla recensione »
Povero Bertie! Il secondogenito del re di Inghilterra le sta provando proprio tutte per non mettere in ridicolo la famiglia reale. Lui è un uomo buono, innamorato della moglie e delle figlie...ma non è un uomo tranquillo. Le sue ansie, le sue frustrazioni, il suo stesso corpo lo gettano in un'adeguatezza di fondo, in un'incapacità nel ricoprire il suo ruolo di reale e di [...] Vai alla recensione »
Ottima interpretazione di Colin Firth, il quale riesce a trasmetterci un profilo profondo e coinciso del sovrano Giorgio VI durante il periodo immediatamente antecedente alla sua salita al trono avvenuta nel corso degli anni '30. Indubbiamente l'attore è in lista per la meritata candidatura all'Oscar. Giorgio VI potrebbe simboleggiarci la rappresentazione di una Nazione storicamente sempre prudente [...] Vai alla recensione »
Bertie e' un uomo di bell'aspetto dotato di una distinzione difficile da eguagliare ma David e' il fratello maggiore, affascinante, vincente e soprattutto erede al trono. Al primo in dono dalla nascita una balbuzie difficile da domare ed una conseguente mancanza di spigliatezza, al secondo le luci della gloria puntate e nessuna nuvola all'orizzonte.
Da una sceneggiatura originale e dall'interpretazione di due splendidi attori( Colin Firth e Geoffrey Rush) non può che arrivare un ottimo film.Non è un film di guerra, non è un film d'amore, non è un film di avventura ma è un film in cui gli elementi pubblici ,storici e privati si fondono , partendo da uno spunto apparentemente semplice [...] Vai alla recensione »
Film corale di rara belezza dove tutto l'impianto sia tecnico sia piu' squisitamente artistico e ai massimi livelli. Una storia di raro coraggio che deve esser d'esempio per i politici dei nostri tempi e una speranza per noi comuni cittadini.
E’ essenzialmente un film di grandi attori al loro meglio. Colin Firth è straordinario nella parte del Duca di York e futuro re Giorgio VI tormentato da una balbuzie che gli impedisce di assolvere gli impegni che la nascita e la storia gli impongono. Geoffrey Rush non gli è da meno nel ruolo del logopedista di origine australiana che con tenacia, capacità e inventiva [...] Vai alla recensione »
Giorgio VI, il "re balbuziente", paradosso del destino il primo re globale inglese dopo la diffusione della radio.Un re che ebbe il difficile compito di affrontare la 2° guerra mondiale e le riluttanze del suo popolo in seguito all'abdicazione del fratello. E poi c'e l'amicizia: Bertie e Loyd. Duca di York e dottore senza dottorato; l'evoluzione da rapporto professionale [...] Vai alla recensione »
Un bellissimo film di sceneggiatura. Un film che racconta una parte commovente della recente storia britannica sebbene poco conosciuta e quasi dimenticata. Un film la cui regia si presta alla narrazione silenziosamente, senza artifici e senza manierismi, naturale nel suo essere al servizio della vicenda interiore di Re Giorgio VI e dei travagli causati dalla sua balbuzie.
era davvero da tempo che non vedevo un film così bello, un film in cui non sono necessari effetti speciali, o una trama particolarmente intricata, sono bastate le capacità dell'ottimo cast, fra cui spicca Colin Firth, a renderlo, a mio parere, un capolavoro.
Alberto, duca di York, sperimenta presto quanto la balbuzie gli impedisca, nell'epoca delle trasmissioni radio, di parlare al popolo. la moglie, la grande Elisabetta, lo convince a farsi aiutare da un logopedista. non ha ancora risolto il suo problema (che anzi non risolverà mai) quando il fratello maggiore preferirà un'ambigua signora agli oneri ed onori del regnare e, balbuzie [...] Vai alla recensione »
Giudico "Il discorso del Re" un gran bel film, con grandi interpretazioni, soprattutto dell'australiano Geoffrey Rush (che interpreta Lionel Logue, un maestro di dizione emigrato dalla colonia oceanica) con una tematica importante affrontata senza facile retorica e vuoto patriottismo. Nell'opera del regista Tom Hooper si nota un forte ruolo delle donne, al di là dell'adagio che recita "dietro ogni [...] Vai alla recensione »
Un film che descrive il difficile percorso fatto da Giorgio VI, re d'Inghilterra, per superare il problema della balbuzie, inaccettabile per un re, con la seconda guerra mondiale alle porte. La scenografia e gli interni sono fantastici. E l'oscar giustamente vinto da Colin Firth viene ben supportato da una magistrale interpretazione di Geoffrey Rush, nel ruolo del singolare logopedista.
A dispetto del problema di balbuzie di Re Giorgio,la forza del film sta nei dialoghi tra il re e Lionel Logue. Per chi ha amato film come Shakespeare in Love o Il Mercante di Venezia, per chi ama in generale respirare l'odore di Inghilterra, per chi ama sentirsi sugli spalti del Globe Theatre questo è il film giusto.L'emblema di questa teatralità anglosassone è senza dubbio Geoffrey Rush che interpreta [...] Vai alla recensione »
“Il discorso del re” è l’appassionante racconto di un uomo che “scopre” di avere una voce e impara a farsi ascoltare, elevandosi a punto di riferimento per un popolo confuso e impaurito. Il film si mostra classico ed elegante nella forma, diretto da Tom Hooper in maniera essenziale dal punto di vista tecnico ma con cura sotto l’aspetto storico-biografico e [...] Vai alla recensione »
Il biopic su un re balbuziente alle prese con i doveri dei propri incarichi pubblici non era di per sé una prospettiva allettante per un film memorabile e spesso il genere storico/biografico è stato sinonimo di sterilità emotiva e, per parte del pubblico, di noia. A maggior ragione quindi, ringraziamo Tom Hooper e Colin Firth per averci fatto ricredere.
Ok, è vero, Oscar alla regia e Oscar al miglior film vanno sempre a braccetto, e spesso, uno dei due è immeritato a tale premio. Fa eccezione l'opera di Hooper: la regia merita l'Oscar per la sua capacità di dare un'anima ad un film Inglese(il quale dev'essere), presentandocelo fitto di emozioni e con una gran gestione degli ottimi interpreti; per non parlare di una regia di classe.
Con ‘’Il discorso del re’’ il regista Tom Hooper parte da eventi Storici per raccontarci un dramma personale, che si fonda sulla bravura indiscussa di Firth, perfetto nel presentarci il timido e balbuziente duca di York, apparentemente l’uomo sbagliato al momento sbagliatissimo per l’Inghilterra alle porte della seconda guerra mondiale.
Il regista Tom Hooper ha studiato e analizzato direi clinicamente le reazioni psicologiche e i sintomi tipici del balbuziente ed è stato aiutato da un pezzo da novanta come Colin Firth, d’altronde i comportamentisono anche da riferirsi all’uso di strategie di astensione nei confronti della pronuncia di specifiche parole o dell’incontro di persone o di situazioni [...] Vai alla recensione »
10 anni nella vita di Giorgio V, principe balbuziente, che si trovò a fare le veci di Re durante la seconda guerra mondiale. Fresco, divertente, commovente, anche un po' ruffianello, adattamento cinematografico della biografia del Re balbuziente, che si concentra sulla ricerca della propria voce come bisogno umano. Viene approfondito in più il rapporto di amicizia tra Lionel e Bertie. [...] Vai alla recensione »
Il film affronta il problema della balbuzie del futuro re Giorgio sesto, con competenza e veemenza. Sicuramente, sono da premiare la recitazione appassionata degli attori e la ricercatezza formale delle immagini, ma dopo un buon primo tempo, la seconda ora mostra alcuni cedimenti narrativi, che sfociano nella ripetitività e nella ricerca affannosa di una linearità nello script. Vai alla recensione »
Gran Bretagna! Sei una leggenda, un passato che si è spinto nel presente! E,nonostante chi ti governa è il Primo Ministro e non la Regina, sei rimasta il simbolo della monarchia! Io sono repubblicano, però preferisco una monarchia costituzionale, coma appunto la Gran Bretagna, ad una repubblica con la dittatura! Non sapevo che il re Giorgio VI°, padre dell'attuale regina Elisabetta II°, fosse stato [...] Vai alla recensione »
Un ottimo film per una triste verità. Storia recente. Personaggi noti ed ancora in vita. Il dramma di un grande uomo alla vigilia di una tragedia dell’umanità. Siamo infatti alle porte di un conflitto internazionale che vede la Gran Bretagna, insieme alla Francia e alla Russia tra le più invise al loquace, logorroico e strillone Adolf Hitler, il fuhrer, odierno Catone il censore ante C.
IL DISCORSO DEL RE (GB/USA, 2011) diretto da TOM HOOPER. Interpretato da COLIN FIRTH – GEOFFREY RUSH – HELENA BONHAM CARTER – GUY PEARCE – TIMOTHY SPALL – MICHAEL GAMBON – DEREK JACOBI – JENNIFER EHLE – ANTHONY ANDREWS – CLAIRE BLOOM – EVE BEST – CALUM GITTINS – ROGER PARROTT – FREYA WILSON – RAMONA MARQUEZ § Dopo [...] Vai alla recensione »
Bertie è il figlio secondo genito di Re Giorgio V, che soffre di balbuzia causata da un'infanzia infelice che lo ha reso anche caratterialmente insicuro. Dopo vari vani tentativi, si imbatte nelle cure di Lionel Logue, logopedista di origine australiana. Tra i due non c'è subito intesa, giacché quest'ultimo ha dei metodi poco ortodossi e tratta il Duca di Yorke con [...] Vai alla recensione »
Non è un capolavoro a tutto tondo, ma è un bel film gradevole e leggero per chi vuole passare una serata semplice. Ottimi gli attori, il duetto di Colin Firth e Geoffrey Rush è veramente fantastico, ma anche Helena Bonham Carter e Guy Pearce, nei pochi momenti in cui appare, non sono da meno anzi. La regia è buona e non molto "tecnica" come può essere [...] Vai alla recensione »
un film magico che tocca le corde dell'anima in moltissime scene attraverso un Colin Firth strabiliante meritevole finalmente del premio oscar come miglior attore,rappresentato con una semplicità disarmante ed proprio per questo memorabile dove vengono fatte comprendere le emozioni interiori di personaggi rappresentati benissimo,rush e la carter sono di supporto alto ed questo lo si sapeva mentre [...] Vai alla recensione »
Ecco un vero capolavoro cinematografico, una sublime opera rappresentativa dalla potente regia e tempi del racconto che rasentano la perfezione. Umano e toccante, intenso e corale, accompagnato da musiche semplicemente splendide (soprattutto la colonna sonora dei titoli di coda), la narrazione racconta del percorso interiore del re Giorgio VI che, passando attraverso la sua personale maturazione [...] Vai alla recensione »
impetuoso affresco di una fase storica, e intensa storia con attori perfetti.Ottima sceneggiatura, Meravigliosa recitazione, Unico humour.Film che ti resta dentro per sempre
Una commedia umana,sempre in perfetto equilibrio tra il drammatico e il leggero, con una ricchezza di armonia intrisa di malinconia, in qualche momento molto commovente, ma capace anche di farci sorridere. Un vero capolavoro. Peccato che Geoffrey Rush non sia stato premiato, meritava l'oscar al pari di Colin Firth. Grandi.
Il film rievoca una storia vera: la lotta contro la balbuzie del Duca di York che a seguito dell’abdicazione del fratello primogenito diverrà nel 1937 re d’Inghilterra assumendo il nome di Giorgio VI. Destino che imporrà al neo sovrano ulteriori ragioni per migliorare il suo assai traballante eloquio. In questa penosa lotta il Duca di York, poco prima di divenire re, viene sostenuto da un logopedista [...] Vai alla recensione »
Il film scorre amabilmente per tutta la sua durata e non annoia. E' la ricostruzione storica della vita a corte, dell'incoronazione e dei discorsi durante la seconda guerra mondiale di Re Giorgio VI d'Inghilterra. I personaggi della Corte sono quelli che conosciamo e ci vengono presentati con formalità quasi regale, anche se nelle confidenza dell'allora Duca di York emerge un'infa [...] Vai alla recensione »
Il discorso del re, è un film recitato magnificamente; una vera e propria gara di bravura fra Colin Firth e Goffrey Rush. Magnifiche le ambientazioni, su tutte l'umile dimora del buon Lionel, e il suo squallido studio. Tutto ciò premesso, quello che lascia un poco a desiderare sono alcuni degli aspetti psicologici sulla vita di corte del futuro re, ma soprattutto il tanto [...] Vai alla recensione »
Va detto che dopo la pubblicazione di molti documenti di guerra britannici, gelosamente secretati fino alla caduta del muro di Berlino (1989), si è offerto lo spunto per sfornare incredibili capolavori che permettono di meglio capire il ruolo fonfdamentale della leonina resitenza britannica contro il tiranno Hitler. Uno di questi è indubbiamente "II Discorso del re", un [...] Vai alla recensione »
Tecnicamente perfetto, il film svela il senso della vita, lasciandoci una lezione che val la pena sempre di ripertere. I limiti dell'essere umano apparentemente insormontabili, come la balbuzie di un re, possono in un istante trasformarsi nei nostri punti di forza. Un re che si crede pessimo, si scopre alla fine il re capace di guidare il suo paese alla vittoria nel [...] Vai alla recensione »
Fosse capitato in un’annata con qualche film più “forte”, forse Il discorso del re non avrebbe vinto l’Oscar. Ma così si può dire anche, e molto di più, de Il gladiatore (ben lungi dal meritare il premio!) o di American Beauty, tanto per fare due esempi. Partiamo, quindi, con i difetti. Principalmente due: il ritmo non regge sempre bene, e si ha l’impressione di restare un po’ troppo in superficie. [...] Vai alla recensione »
Il film ha degli ottimi intenti ed è senz'altro realizzato sapientemente dal punto di vista registico e scenografico;anche gli attori danno il meglio di loro stessi e sono ad un livello molto alto....eppure i miei sbadigli si sono susseguiti ininterrottamente...cosa che mi capita abbastanza raramente..e alla fine del film ho notato che anche il resto del pubblico in sala aveva un aspetto molto assonnato.Sec [...] Vai alla recensione »
E non balbetta neanche un po’! Il re Colin parla tranquillo, con la sua forza ostinata, da traino Scania. Dodici nomination, tra cui quella a lui come miglior attore, devono dare un bel po’ di fiducia. Lui però gioca al ribasso, com’è giusto: l’arte dell’understatement non l’hanno inventata gli inglesi? “Io sono a scoppio ritardato: può darsi che tiri i pugni in aria a maggio e che stappi una bottiglia di champagne a settembre, per la felicità che vivo oggi”, ha detto pochi giorni fa, a chi gli ha chiesto come si senta, nell’imminenza degli Oscar.
A guardare indietro alla carriera di Colin Firth, cinquant'anni compiuti da qualche mese e un palmarès di film (e candidature a premi) di tutto rispetto, sembrerebbe che fosse già stato tutto prestabilito. È un'ipotesi assurda e fantastica, ovviamente, ma se non fosse stato per la miniserie tv Orgoglio e pregiudizio l'attore di Grayshott, Hampshire, non avrebbe ottenuto – non in quel momento almeno – il il successo a livello internazionale che gli ha consentito di diventare grande film dopo film fino ad arrivare a essere re per una notte a Hollywood con la candidatura agli Oscar per A Single Man. [...]
Ci sono stati tempi e luoghi in cui un primo ministro si dimetteva per non aver capito in tempo la gravità di una situazione politica, in cui il rispetto della carica era più importante della persona che la rappresentava, in cui rivolgendosi alla nazione il suo massimo rappresentante non si scagliava contro neppure il più pericoloso dei nemici ma invitava un intero popolo all' unità e al sacrificio [...] Vai alla recensione »
Il discorso del re è uno di quei rari film che riescono ad essere estremamente accessibili al grande pubblico ed estremamente raffinati nella sostanza come nella confezione. La storia è quella di Albert Windsor (il futuro re Giorgio VI d'Inghilterra, padre della futura regina Elisabetta II) e della sua grande difficoltà sia ad esprimersi, poiché soffriva di una grave forma di balbuzie, che a ricoprire [...] Vai alla recensione »
Ce lo dice esplicitamente il bel film di oggi diretto da un regista inglese attivo anche nella TV americana, Tom Hooper. La balbuzie, dunque, studiata con finezza e accenti anche delicati in quel personaggio al centro che incontriamo prima come Duca di York, ancora vivente suo padre Giorgio V, e secondo nella linea di successione perché il primo è quell'Edoardo Principe di Galles di cui ci si rivelano [...] Vai alla recensione »
Ci sono stati tempi e luoghi in cui un primo ministro si dimetteva per non aver capito in tempo la gravità di una situazione politica. È per questo che un film fatto benissimo come Il discorso del re oggi ci commuove per come il duca di York, afflitto da una terribile balbuzie proprio negli anni in cui l' avvento della radio spinse anche i Reali a sottomettersi alla comunicazione di massa, costretto [...] Vai alla recensione »
Il re non è nudo, ma balbuziente. E si spoglia: grazie a una moglie che lo ama e un logopedista tanto eterodosso quanto bravo, lotterà per far sentire la propria voce, fino a tenere il discorso più importante, quello che accompagna il Regno Unito nella Seconda guerra mondiale. Il sovrano è Giorgio VI, magnificamente interpretato da Colin Firth, la consorte Elisabetta è Helena Bonham Carter, lo strizzaugola [...] Vai alla recensione »
Sia pure dissociandoci dai talebani della versione originale sottotitolata, è giusto premettere che «Il discorso del re» andrebbe visto senza il conforto del doppiaggio. Lo capirà il lettore (futuro) spettatore del superfavorito con dodici nomination dei prossimi Oscar, non appena sarà introdotto nei sottili cortocircuiti tra pubblico e privato di Albert, detto Bertie, Windsor, duca di York e secondogenito [...] Vai alla recensione »
Il microfono è enorme, la folla immensa, l'ansia insostenibile. Così la voce si increspa, si strozza, inciampa sulle consonanti, erompe rotolando a singhiozzo sulle sillabe fino a quando, Dio sia lodato, la frase finisce. E si ricomincia... Se per chiunque balbettare è un supplizio, per un principe ereditario è una vergogna, una mutilazione, una tragica perdita di autorità.
Sulla carta, non proprio accattivante: il rapporto tra Re Giorgio, perseguitato dalla balbuzie, e il suo logopedista che gli permetterà di parlare alla radio (indispensabile, negli anni Trenta), senza incepparsi. E invece il film sarà sicuramente uno dei più belli del 2011. Semplicemente perché ci hanno lavorato dei geni, cesellando dettaglio su dettaglio con la pazienza di una merlettaia.
È come un brutto sogno, uno di quegli incubi che ti fanno cresce l'ansia». Colin Firth racconta così la prima scena de Il discorso del Re, il film che ha appena conquistato dodici candidature all'Oscar. La scena di cui parla lo vede, nei panni del Duca di York, futuro Re Giorgio VI d'Inghilterra, tentare di impostare il suo primo discorso alla radio.
Un tranquillo film di paura, racconto assai classico e di british eleganza che sotto il tweed, Balmoral e l’intreccio perfetto di teiere nasconde il terrore sociale, il panico fisico dell'inadeguatezza. Ma di tutto questo lo spettatore quasi non si accorge perché segue senza un attimo di distrazione la storia del principe Albert (padre della futura Elisabetta lI), che diventerà re Giorgio VI grazie [...] Vai alla recensione »
Una brutta balbuzie è un fardello pesante da sopportare. Diventa ancora più grave quando al balbuziente si prospetta la possibilità di diventare re d’Inghilterra. È quanto è successo al duca di York (Colin Firth). Il regista Tom Hooper mescola gli elementi in modo molto particolare. Da una parte, con la sua rassicurante schiera di attori britannici e il suo approccio gentile, per non dire ossequioso, [...] Vai alla recensione »
L'importanza della comunicazione nel guidare lo stato non è prerogativa dei nostri anni. Lo dimostra il calvario linguistico del duca di York, diventato re Giorgio VI, per vincere la balbuzie che lo affligge, fino ad arrivare a pronunciare il discorso che dichiarerà la guerra a Hitler, lui sì abilissimo nell'esaltare le folle con la parola. Candidato a 12 Oscar, di cui uno all'ottimo protagonista Colin [...] Vai alla recensione »
It takes two, it always takes two. Though romantic couples get the attention, some of the most memorable movie pairings, from Marlon Brando and Rod Steiger in "On the Waterfront" to Geena Davis and Susan Sarandon as "Thelma & Louise," feature same gender actors playing off each other to breathtaking effect. So it is with Colin Firth and Geoffrey Rush in "The King's Speech.
Sono una ben strana coppia Albert, duca di York non ancora asceso al trono di Inghilterra come George VI, e il logopedista australiano Lionel Logue, che dovrebbe aiutarlo a vincere la balbuzie. Tanto il primo è riservato, rigido, attaccato al protocollo, tanto il secondo è spontaneo, semplice, noncurante dell’etichetta. Infatti fin dal primo momento si rivolge disinvoltamente al futuro re chiamandolo [...] Vai alla recensione »
La storia non la fanno di certo i re e spesso contribuiscono pure a complicarla. Metti il caso di Giorgio VI d'Inghilterra, affetto da terrificante balbuzie, emarginato da babbo burbero Giorgio V e dall'esuberante ed immorale fratello Edoardo VIII. Nel momento più importante del '900 inglese, europeo, mondiale, balbetta e tentenna, ha spasmi tremendi tra bocca, collo e petto.
Non capisco quel che dice, ma lo dice bene: casi risponde Bertie (Colin Firth), alias Her Majesty Giorgio VI, alla piccola Elizabeth (Freya Wilson). La famiglia reale sta vedendo un cinegiornale in cui Adolf Hitler arringa la folla, naturalmente in tedesco. Bertie è balbuziente. Il suo primo discorso pubblico, nel '25, è stato un disastro. Ancora adesso, nel '39, come s’avvicina a un microfono, il [...] Vai alla recensione »
Il duca di Kent (Colin Firth) balbettava e non era erede al trono. Ma per l'abdicazione obbligata del fratello Edoardo VIII (Guy Pearce) si trovò sul trono come Giorgio VI e fu strumento della corrente filoamericana della classe dirigente britannica, che così vinse militarmente la guerra, perdendo politicamente l'Impero. Minorazione e ruolo «democratico» rendono Giorgio VI politicamente corretto.