Hereafter |
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Un film di Clint Eastwood.
Con Matt Damon, Cécile De France, Joy Mohr, Bryce Dallas Howard, George McLaren, Frankie McLaren, Thierry Neuvic.
continua»
Drammatico,
durata 129 min.
- USA 2010.
- Warner Bros Italia
uscita mercoledì 5 gennaio 2011.
MYMONETRO
Hereafter
valutazione media:
4,09
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Hereafterdi G. RomagnaFeedback: 16232 | altri commenti e recensioni di G. Romagna |
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sabato 15 gennaio 2011 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Tre vicende scorrono parallele lungo tutto il film: George, operaio americano, riesce a vedere nell'aldilà delle persone con cui entra in contatto. Tale dote, che lo aveva reso ricco, viene da lui abbandonata quando si accorge che stava diventando una condanna, e che vivere a contatto con la morte è una "non vita"; Marie Lelay, brillante giornalista francese, si ritrova coinvolta nello tsunami indonesiano. Tocca con mano la morte, ma si salva. Da lì la sua vita comincerà a perdere pezzi ma a rinfrancarsi per via di nuove convinzioni su ciò che c'è oltre la morte; Markus, dodicenne londinese legatissimo al gemello Jason e costretto a crescere e responsabilizzarsi prima del tempo per via di una madre alcolizzata ed eroinomane, perde in un incidente il proprio fratello, mentre la mamma viene ricoverata in clinica di disintossicazione. Il trauma è per il ragazzo insostenibile, e cercherà in ogni modo di rimettersi in contatto con Jason, affidandosi ai più avvilenti ciarlatani. Destino vuole che i tre si incontrino a Londra, e l'esistenza di ognuno conoscerà una svolta... Vero, acuto, profondo e capace di trattare con la dovuta sensibilità un tema in cui ragionevole dubbio, superstizione e ciarlataneria viaggiano a poca distanza l'una dalle altre. L'approccio scientifico e l'aspetto della convinzione intimista procedono di pari passo, in un'abile cesellatura capace di offrire importanti spunti di riflessione anche ai più scettici in materia: illuminante in tal senso è, ad esempio, la questione delle imponenti analogie tra le visioni delle persone in stato comatoso o in apparente condizione terminale, così evidente da spingere anche la comunità scientifica a studi e dibattiti in merito, ancorchè osteggiati dall'ostruzionismo di importanti lobby cristiane. La regia, tecnicamente ineccepibile (che belle le scene dello tsunami!), e la sceneggiatura riflettono un sentimento di forte convinzione nell'esistenza di una realtà ultraterrena, ma non cercano giammai di imporlo con presunzione, ed è questo uno degli elementi che fanno fare al film il salto di qualità, unito all'abilità, straordinaria, nel coniugare con notevole naturalezza quello che naturale non è assolutamente in un tema del genere, ossia l'approccio scientifico e quello emotivo. E poi ci sono quella profondità e quella sensibilità, dettate dalla semplicità, dalle circostanze di vita e dalla forza d'animo, che nessuno come i personaggi di Eastwood sa attualmente avere in ambito cinematografico. Molto difficile è trattare un argomento del genere senza scadere nella banalità, nel buonismo o nella presunzione, ma Eastwood ci è mirabilmente riuscito, dimostrando una volta di più tutta la sua grande caratura registica che lo pone ai vertici della settima arte contemporanea. Teniamocelo stretto questo grande vecchio del cinema, finchè il tempo ce lo consente.
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