Gli Amori Immaginari

Forse riponevo troppe aspettative in questo secondo lavoro di Xavier Doland; in ogni caso ricorderò Heartbeats come uno dei film più fastidiosi mai visti. La trama manca di profondità, sviluppo e originalità, il racconto interrotto da interviste a personaggi qualsiasi (ma troppo poco autentici per potere essere reali, quasi delle "macchiette" nel raccontare le loro esperienze o convinzioni sentimentali) non sveglia alcun interesse anzi rende tutto ancora più banale e futile. Il continuo concentrarsi su dettagli, passando da primi a primissimi piani, disturba forse meno dell'esasperato slow motion che, se nelle prime scene può sembrare ironico, diventa poi puro estetismo senza significato. Doland deve credersi molto bello, e trova sicuramente molto belli Schneider e Chokri, ma esagera decisamente in inquadrature strette e monotone. Due scene decisamente rivelatrici: quando Doland si prepara a uscire con Schneider in bagno, tutto in slow motion e con la canzone Bang Bang a volume esageratamente alto, il suo volto viene rispecchiato da due specchi contemporaneamente mentre si spruzza del profumo sul collo, annoiando fino ad infastidire. La seconda scena è parte di una delle sopracitate interviste: un intervistato legge una lettera di una ex fidanzata parigina ricordando i progetti di vita assieme, citando gli Champs-Élysées e ripetendo lettera per lettera la parola - ridicolo quanto assurdo.