Gangor |
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Un film di Italo Spinelli.
Con Adil Hussain, Samrat Chakrabarti, Priyanka Bose, Tillotama Shome, Seema Rahmani
Drammatico,
durata 91 min.
- India, Italia 2010.
- Cinecittà Luce
uscita venerdì 11 marzo 2011.
MYMONETRO
Gangor
valutazione media:
2,61
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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GANGOR, perché c'è ancora tanto da faredi pakkyvera85Feedback: 224 | altri commenti e recensioni di pakkyvera85 |
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sabato 12 marzo 2011 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Gangor, una co-produzione italo-indiana, presentato all'ultima edizione del Festiva di Roma, è un film di denuncia sociale che racconta le differenze culturali esistenti e la percezione differente che un soggetto fotografico può scaturire all'interno delle comunità locali. Gangor - Privata Bose - è la protagonista di uno scatto fotografico a opera di Upin - Adil Hussain - fotoreporter recatosi nel Bengala Occidentare per realizzare un reportage sugli abusi sofferti dalle donne indigene del luogo. L'obiettivo di Upin però cattura l'immagine di Gangor, bellissima donna indigena, mentre, con un seno scoperto, allatta il suo bambino. La donna è di rara bellezza e immediatamente la foto fa il giro del mondo, scatenando l'ira della comunità locale indiana e costringendo Gangor a seguire il tragico destino che quella foto le ha riservato. Italo Spinelli affronta in modo superbo la forte contrapposizione esistente nella società indianda tra quelli che conducono una vita agiata e gli abitanti delle bidonville, inserendo il caso, ancora più tragico, degli abitanti di un'antica etnia indigena costretti a vivere di stenti e a subire le peggiori violenze fisiche e psicoogiche. L'analisi di denuncia che viene fuori è estremamente pulita e perfetta. La situazione politica, la corruzione delle autorità locali e l'indifferenza della stampa internazionale sono i temi che Spinelli affronta in questo lungometraggio presentandogli come aspetti e lati di una stessa medaglia. E la medaglia in questo caso è la condizione della donna, sfruttata anche da quei media che si spacciano come "portatori di civiltà", ma che il loro unico obiettivo è quello di manipolare la realtà per vendere di più. E come la storia di Gangor ci dimostra, chi finisce per pagare il prezzo più alto in questo circolo vizioso è come sempre il soggetto più debole e assolutamente indifeso. Da vedere perché - purtroppo - c'è ancora tanto da fare.
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