Ed è così, effettivamente - qui i due protagonisti sono due bambini che crescono e che diventano adolescenti; e che incontrano, per la prima volta nella loro vita, l'amore.
Reiner non delude: ancora una volta sa dove mettere mano. Sceglie un'ambientazione particolare, non contemporanea - ma una opaca, un pò retrò. E due protagonisti, anche se giovani, letteralmente tagliati per i loro ruoli.
La storia è questa, semplice e lineare: Bryce si trasferisce con la famiglia in un nuovo quartiere e Juli è la sua vicina di casa; non appena i due si incontrano, scocca la scintilla - all'inizio è solo lei, poi tutt'e due, quasi a turno, vestono i panni dell'ammiratore e dell'amante - attenzione - platonico. Il come si concluda tutta la faccenda è... non banale, ma prevedibile. Decisamente, anzi, prevedibile. E di questo non si può fare una colpa a Reiner: è una scelta buona, fatta con astuzia, che non distrugge i sogni ma che, al contrario, dona speranza.
Il film gira tutt'attorno ad un'idea - anzi, ad un'esperienza. Il primo amore, appunto. E anche se costretti, e talvolta divisi, dalle famiglie, i due piccoli protagonisti non demordono mai.
Reiner, inoltre, trova spazio anche per il dramma familiare - uno zio malato e "rinchiuso" in una casa di cura per Juli. E anche lì, niente da dire - tutto perfetto.
Le possibilità di rivedersi in uno dei due personaggi sono piuttosto alte. Il problema? Reiner pecca di troppa attenzione per alcune cose, delle volte, anche se, alla fine, riesce sempre a risollevarsi. Sembra, per intenderci, che la "vera" storia non sia quella di Juli e Bryce, ma del mondo che vive attorno a loro; della realtà che spesso li travolge.
Coraggio, buoni propositi, amicizia, amore; rapporto padre-figlia; rapporto nonno-nipote: c'è tutto, e non dispiace. Anzi.
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