Draquila - L'Italia che trema |
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Un film di Sabina Guzzanti.
Con Sabina Guzzanti, Silvio Berlusconi
Documentario,
durata 93 min.
- Italia 2010.
- Bim Distribuzione
uscita venerdì 7 maggio 2010.
MYMONETRO
Draquila - L'Italia che trema
valutazione media:
3,49
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Realtà virtuale ed autentiche tragediedi Francesco2Feedback: |
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lunedì 11 aprile 2011 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
"Draquila" mi è parso un film(?), documentario(?), fazioso e scontato quanto intelligente e persino necessario in certi momenti. E' il film della Guzzanti meno riuscito, secondo me, dei tre che ho visto: altra ironia, anche senza la stessa urgenza, aveva "Viva Zapatero", più particolare era l'imperfetto "Le ragioni dell'aragosta", cui qualcuno forse potrebbe muovere dei rimproveri consueti per il cinema di casa nostra: guardare soltanto al proprio ombelico. Ma per cercare di analizzarlo e capirlo meglio, utile forse sarebbe soprattutto il paragone con l'ancor più discontinuo "Videocracy". Entrambe queste opere, infatti, fondono i pensieri di due filosofi, Baudrillard e Foucault. Del primo, credo, traducono o vorrebbero farlo il ruolo dei media, che arrivano ad inventare una realtà virtuale che si sostituisce a quella concreta. Ma anche del secondo prendono qualcosa, il potere come dispositivo totalizzante e coercitivo La parte migliore del film di Gandini, infatti, era quella in cui con un commento sonoro appena accennato ma volutamente disturbante, si parlava della villa di Mora come residenza di un personaggio(?) da un lato, che ospitava aspiranti figure del mondo dello spettacolo, e quartier generale di un "Deux ex-machina" dall'altro la politica diventava spettacolo, e in più quest'ultimo determinava le leggi della politica stessa, in un voluto ed occulto(??) cortocircuito. La Guzzanti, ovviamente, qui trae ispirazione da un avvenimento tragico ben più specifico, ma in varie situazioni si perde in banali testimonianze in bilico tra "Chi l'ha visto"? ed il peggior Santoro; ma essendo un giullare , come spregiativamente il nostro premier bolla i nostri comici autoprestatosi alla politica, non le manca la tecnica alla Michael Moore nonché del più discutibile "Religolous": autoproporsi come intervistatrice che sveli la "verita" tramite interviste decisamente di parte,ed oltretutto meno costruttive rispetto a quelle del regista di "Bowling for a Columbine", capace di altre riflessioni rispetto alle scene, per quanto autocritiche rispetto al centrosinistra, in cui si inquadrano le tende vuote del PD. Per spiegare meglio il senso delle mie riflessioni iniziali, volevo richiamare l'attenzione di chi mi legga sulla musichetta sottile e penetrante che talora anche in "Draquila" fa capolino. E che anche qui non vuole limitarsi a smascherare le bugie del governo, ma viene usata -Mi pare- quando la regista-attrice vuole, al di là del conflitto d'interessi berlusconiano, denunciare la realtà virtuale che ci propinano i media, sempre in bilico tra vero e falso. Lei stessa, del resto, si presenta all'inizio nei panni di Berlusconi; l'unica imitazione del film, certo. Ma è un momento, per quanto isolato, in cui lei stessa è partecipe, anzi artefice, della contaminazione tra vero e falso. O tra spettacolo e politica. Ma in quest’ultimo caso, cosa è il vero e cosa il falso?
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