the man of steel
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giovedì 17 febbraio 2011
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grande animazione
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Finalmente la Dreamworks ritorna in auge con un prodotto valido e ben fatto: si tratta di How to Train your Dragon, ennesima fatica di casa Dreamworks. La cosa che mi ha più colpito di questo film d'animazione è l'estremo fotorealismo. L'eccelsa fotografia di Roger Deakins contribuisce a rendere ancora più realistica la scenografia, infatti in alcune sequenze sembra di assistere ad un film in live action e non ad animazione, per non parlare del montaggio e di qualsiasi altra ottima caratteristica tecnica. Altro punto di forza del cartone animato è la storia, ovviamente già nota e ricca di archetipi che tutti conoscono, ma mai banale o noiosa. La morale di fondo è qualcosa di familiare al pubblico tuttavia il mondo de cinema è fatto di ripetizioni e quello che valorizza il film è il modo con cui vengono presentati gli elementi di retorica e assicuro al 100 % che Dragon Trainer lo fa bene.
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Finalmente la Dreamworks ritorna in auge con un prodotto valido e ben fatto: si tratta di How to Train your Dragon, ennesima fatica di casa Dreamworks. La cosa che mi ha più colpito di questo film d'animazione è l'estremo fotorealismo. L'eccelsa fotografia di Roger Deakins contribuisce a rendere ancora più realistica la scenografia, infatti in alcune sequenze sembra di assistere ad un film in live action e non ad animazione, per non parlare del montaggio e di qualsiasi altra ottima caratteristica tecnica. Altro punto di forza del cartone animato è la storia, ovviamente già nota e ricca di archetipi che tutti conoscono, ma mai banale o noiosa. La morale di fondo è qualcosa di familiare al pubblico tuttavia il mondo de cinema è fatto di ripetizioni e quello che valorizza il film è il modo con cui vengono presentati gli elementi di retorica e assicuro al 100 % che Dragon Trainer lo fa bene. 5 stelle per questo film Dreamworks che spicca tra i pochi titoli da segnalare sono esagerate ma indubbiamente più che adatte alla sua qualità oggettiva.
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dragonia
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lunedì 1 agosto 2011
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impossibile fare di meglio
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Stupefacente nella grafica, emozionante come pochi nei contenuti, ricco d'azione e di sentimenti, un autentico gioiello di animazione superiore perfino ai cosiddetti "maestri" della Pixar: questo e' Dragon Trainer, la storia di un ragazzo vichingo che diventa amico di un drago e causa la riappacificazione delle due civilta' da sempre in guerra. Divertimento assicurato per spettatori di tutte le eta', e' forse il migliore cartone Dreamworks insieme a Kung fu Panda 1 e 2. Vi consiglio assolutamente di vederlo, ne vale la pena. Impossibile fare di meglio.
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(di addisvale)
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anne bonny
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domenica 16 marzo 2014
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un drago per amico.
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La superiorità dell’intelligenza sulla forza, della cultura sull’ignoranza, della conoscenza sulla paura e dell’amore sull’odio: temi noti che Dragon Trainer declina in un’avventura appassionante. Ne sono protagonisti il giovane Hic, armato di furbizia e ironia in un mondo di bruti ciecamente coraggiosi, e il drago Sdentato, letale ma ferito e separato dal suo terribile branco.
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La superiorità dell’intelligenza sulla forza, della cultura sull’ignoranza, della conoscenza sulla paura e dell’amore sull’odio: temi noti che Dragon Trainer declina in un’avventura appassionante. Ne sono protagonisti il giovane Hic, armato di furbizia e ironia in un mondo di bruti ciecamente coraggiosi, e il drago Sdentato, letale ma ferito e separato dal suo terribile branco. Il ragazzino scopre di non saper uccidere e la creatura dimostra di non volerlo: ne nasce un’amicizia spielberghiana (impossibile non pensare a E.
T.), che non si smarrisce nelle solite e facili parodie della DreamWorks. In Dragon Trainer si accetta di cambiare e perdere qualcosa per completarsi negli altri; si scopre che i veri eroi non sono quelli che tornano a casa senza una macchia bensì chi si è sacrificato. Può sembrare poco, ma in una società come quella americana, dove vincere è un dogma e perdere uno stigma, un cartoon che – senza abdicare allo spettacolo e al divertimento - propone un eroe come il giovane Hic è tanto attuale quanto educativo. E poi il drago, Sdentato, con le movenze feline, i ruggiti e le fusa, il carattere capriccioso e gli occhi enormi, entra di diritto tra le icone della nuova animazione digitale, solo una spanna dietro a Wall•E
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great steven
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martedì 16 giugno 2015
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una storia già vista ma raccontata con significato
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DRAGON TRAINER (USA, 2010) diretto da DEAN DEBLOIS & CHRIS SANDERS
Un villaggio di forzuti e colossali vichinghi resiste al quotidiano assalto di draghi sputafuoco che tentano di occupare il loro territorio, ma venendo sempre respinti dai prodi combattenti, che non a caso sono tutti grandi e grossi. Tutti tranne Hiccup, il pavido figlio del capotribù: insicuro e gracile, Hiccup cerca continuamente di ostacolare i giganteschi bestioni alati costruendo marchingegni che finiscono puntualmente col provocare danni, e per questo motivo attira fatalmente su di sé l’ira del padre, per nulla soddisfatto di lui, tanto più che il maldestro figlio è il peggiore nel programma scolastico di addestramento alla lotta contro i draghi.
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DRAGON TRAINER (USA, 2010) diretto da DEAN DEBLOIS & CHRIS SANDERS
Un villaggio di forzuti e colossali vichinghi resiste al quotidiano assalto di draghi sputafuoco che tentano di occupare il loro territorio, ma venendo sempre respinti dai prodi combattenti, che non a caso sono tutti grandi e grossi. Tutti tranne Hiccup, il pavido figlio del capotribù: insicuro e gracile, Hiccup cerca continuamente di ostacolare i giganteschi bestioni alati costruendo marchingegni che finiscono puntualmente col provocare danni, e per questo motivo attira fatalmente su di sé l’ira del padre, per nulla soddisfatto di lui, tanto più che il maldestro figlio è il peggiore nel programma scolastico di addestramento alla lotta contro i draghi. Ma per Hiccup l’occasione di riscattarsi arriverà presto: venendo infatti a contatto con la specie di drago più temuta dalla popolazione, il giovanotto si farà amico un rettile dapprima diffidente ma poi sempre più disposto a collaborare e salverà tutti gli abitanti del villaggio dal vero nemico, incarnato da un drago di dimensioni incalcolabili che si nutre insaziabilmente dei suoi simili più piccoli, e che vive rintanato nel cratere di un vulcano. La battaglia contro lo spropositato avversario coinvolgerà tanto gli adulti quanto i ragazzi, e vedrà Hiccup trionfare, salvo poi rimetterci la gamba destra che verrà sostituita da un sostegno meccanico. Ma a quel punto il ragazzo che un tempo era imbranato e sbadato, è diventato ormai l’idolo eroico dei suoi compaesani. Non è sicuramente un cartone che abbia qualcosa da insegnare ai suoi eventuali successori, anche perché la retorica nel dialogo abbonda e il buonismo è soltanto in parte attenuato da una morale più educativa che positiva fino allo stremo. Ma il discorso sull’amicizia con un essere diverso sta perfettamente in piedi, e rappresenta per l’appunto un punto di forza innegabile di questo piccolo film, tutto sommato anche intelligente e ben girato da due giovani registi, che annovera fra i suoi pregi un’avvincente storia di riscossa e la redenzione giovanile ma pur sempre significativa di un individuo dapprima sbeffeggiato all’unanimità ma poi lodato per i meriti che ha saputo conquistarsi. Non mancano, come in ogni film d’animazione che si rispetti, i momenti spassosi, e il divertimento è ben calibrato fra sequenza e sequenza, sebbene troppo concentrato nel primo tempo, a dispetto di una seconda parte che schiaccia eccessivamente il pedale del drammatico, del tragico e dell’orrorifico, causando uno squilibrio abbastanza considerevole fra due cifre narrative che comunque si completano più che decentemente l’una con l’altra, e tutto a vantaggio dell’economia del racconto. Buono il tratto grafico che disegna, con espressioni sorprendentemente reattive e cangianti, i corpi dei draghi che volano sopra le distese oceaniche, vomitano fiamme dall’immensa gola, planano sopra i boschi e si fermano a mangiucchiare volentieri la carne che gli umani offrono loro. La pellicola trasmette anche un messaggio di portata non indifferente: ci vogliono gli occhi, il cuore e la comprensione di un emarginato per afferrare davvero il senso della vita di chi è univocamente considerato diverso e per questo isolato dalla collettività, che ardisce a privarlo di ogni possibilità di reintegrarsi socialmente. Cartoons di stampo ben superiore ne sono stati girati a bizzeffe, prima e dopo (ma soprattutto prima), ma Dragon Trainer sa ritagliarsi un suo posticino inviolabile in particolar modo grazie a due spunti interessanti: la morale conclusiva che reca seco un forte monito umanitario e una sorta di destrezza al tempo stesso agile e movimentata, che abbraccia in un solo sforzo la caratura grafica e la distribuzione di una salubre comicità.
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