d'aria
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venerdì 28 maggio 2010
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madama butterly a lieto fine
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Una nuova regia di Lasse Hallstrom che mantiene come nel film di inizio millenio Chocolat il retrogusto amaro in una storia dolce, passionale e romantica.
L'amore che nasce per sbaglio, quello che nasce da un legame troppo forte per rinunciarvi come quello tra Tim e Savannah, un amore scoperto troppo tardi tra John e il padre vengono tutti messi alla luce attraverso un vetro patinato, poco alla volta, ne escono le sfacccettature e i contrasti, il lato romatico e poco dopo qullo materialista che ci riporta alla realtà, al vero amore che è quello sofferto, complicato, pieno di bugie necessarie agli altri e al proprio cuore.
Ma anche all'egoismo e agli affetti " di circostanza".
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Una nuova regia di Lasse Hallstrom che mantiene come nel film di inizio millenio Chocolat il retrogusto amaro in una storia dolce, passionale e romantica.
L'amore che nasce per sbaglio, quello che nasce da un legame troppo forte per rinunciarvi come quello tra Tim e Savannah, un amore scoperto troppo tardi tra John e il padre vengono tutti messi alla luce attraverso un vetro patinato, poco alla volta, ne escono le sfacccettature e i contrasti, il lato romatico e poco dopo qullo materialista che ci riporta alla realtà, al vero amore che è quello sofferto, complicato, pieno di bugie necessarie agli altri e al proprio cuore.
Ma anche all'egoismo e agli affetti " di circostanza".
La psicologia dei personaggi assolutamente dettagliata porta il punto debole di ognuno dei personaggi a picchi altissimi di stress, di pressione fino a che si annullano i problemi, si superano i complessi ognuno grazie all'appoggio dell'altro.
Un John che con l'amore riesce ad essere più dolce con il padre, ad abbracciarlo finalmente, sebbene sul letto di morte, dopo aver passato tutta la vita a crearci un muro intorno, Savannah che grazie a Tim e alla sua malattia supera il dolore della lontanza del suo amato. Comune anche agli altri, Hallstrom ci propone e ci fa assaporare un film che gira intorno al tempo ( come la bionda Mafama Butterfly ci narra alla fine leggendo l'ultima lettera del nuovo inizio), un tempo che passa velocemente e carico di eventi ma che riesce sempre a riportare al punto di partenza l'amore dei due protagonsti ( come avviene a Juliette Binoche e Jhonny Deep in Chocolate) ; lo stesso tempo che sfiorala mente dello spettatore, immerso in una realtà a lui contemporanea.
L'immedesimazione nel distacco a causa della guerra, la perdita di un genitore e l'amore voluto e difficilmente ottenuto mantengono gli occhi attaccati allo schermo e il cuore batte insieme agli attori.
Un sospiro di sollievo dopo che la povera Amanda Sayfried riesce a riabbracciarsi lo scultoreo Jhon, dopo ttutti gli anni che sono passati ancora perdutamente innamorata.
Che ne esistessero di amori così lunghi!
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marko morciano
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lunedì 2 gennaio 2012
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storia d'amore struggente
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John Tyree è un soldato che nel periodo di licenza incontra Savannah una giovane e affascinante studentessa; entrambi si ritrovano sulla spiaggia dello stesso oceano e nell'arco di due settimane intense, scoppia una forte attrazione che li legherà, ma nel contempo sarà il loro stesso "nemico" di vita. Il giovane soldato è chiamato a partire in missione, la bella studentessa ritorna alle sue lezioni, i due sono costretti a dover vivere una struggente quotidianità lontani uno dall'altro per almeno un anno, fin quando la stessa distanza riuscirà a troncare definitivamente la loro storia. Ennesima trasposizione di un romanzo melodrammatico di Nicholas Sparks che tende ad un contesto "mieloso" e, nello stesso tempo, minaccioso (per via del disastro alle torri gemelle).
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John Tyree è un soldato che nel periodo di licenza incontra Savannah una giovane e affascinante studentessa; entrambi si ritrovano sulla spiaggia dello stesso oceano e nell'arco di due settimane intense, scoppia una forte attrazione che li legherà, ma nel contempo sarà il loro stesso "nemico" di vita. Il giovane soldato è chiamato a partire in missione, la bella studentessa ritorna alle sue lezioni, i due sono costretti a dover vivere una struggente quotidianità lontani uno dall'altro per almeno un anno, fin quando la stessa distanza riuscirà a troncare definitivamente la loro storia. Ennesima trasposizione di un romanzo melodrammatico di Nicholas Sparks che tende ad un contesto "mieloso" e, nello stesso tempo, minaccioso (per via del disastro alle torri gemelle). Il film ben riuscito per la maggior parte dalla ottima interpretazione dei due attori; dando un ottimo profilo del freddo, timido, duro e al contempo sensibile John; e una dolce, virtuosa e sognatrice Savannah.
Ottimo il doppiaggio della fantastica e (a mio parere) una delle migliori doppiatrici italiane, Giuppy Izzo.
Inquadrature ben temperate, dall'ottimo effetto e musiche adattate perfettamente al contesto della scena.
Voto: 7 e mezzo.
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elgatoloco
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giovedì 15 giugno 2017
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film patinato
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Francamente debole e"patinato"(una storia al cui confronto il tanto vituperato"Love Story", intendo in versione filmica è comunque quasi un capolavoro...)questo"Dear John"; non posso stabilire alcun rapporto con il libro di Nicholas Sparks, che non ho letto, ma il film di per sé, a parte un'acquiescenza totale alle tesi bellico-interventiste rispetto all'11 settembre(il rinnovo della leva, anzi della ferma militare, dove sappiamo che ormai negli States, dopo il Vietnam, l'arruolamento non è obbligatorio; ma , guerra e intervento militare a parte, qualche opzione diversa sarebbe pure stata possibile e il cinema avrebbe il compito, ritengo, di offrire qualche alternativa all'esistente, anche ex post), appare francamente retorico, scontato, con interpreti diretti in modo"stantio"da Lasse Hallstroem, Un inizio da"Big Wednesday"("Un mercoledì da leoni", 1978, del grande John Milius), ma poi tutto rientra nelle"morte gore"della routine e anche il tema, di per sé oltremodo interessante, del padre di John, "autistico"e monomaniacalmente concentrato solo sulla numismatica, che avrebbe rappresentato un écart rispetto a tale routine non viene approfondito come sarebbe/sarebbe stato opportuno, lasciando tutto un po'sospeso.
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Francamente debole e"patinato"(una storia al cui confronto il tanto vituperato"Love Story", intendo in versione filmica è comunque quasi un capolavoro...)questo"Dear John"; non posso stabilire alcun rapporto con il libro di Nicholas Sparks, che non ho letto, ma il film di per sé, a parte un'acquiescenza totale alle tesi bellico-interventiste rispetto all'11 settembre(il rinnovo della leva, anzi della ferma militare, dove sappiamo che ormai negli States, dopo il Vietnam, l'arruolamento non è obbligatorio; ma , guerra e intervento militare a parte, qualche opzione diversa sarebbe pure stata possibile e il cinema avrebbe il compito, ritengo, di offrire qualche alternativa all'esistente, anche ex post), appare francamente retorico, scontato, con interpreti diretti in modo"stantio"da Lasse Hallstroem, Un inizio da"Big Wednesday"("Un mercoledì da leoni", 1978, del grande John Milius), ma poi tutto rientra nelle"morte gore"della routine e anche il tema, di per sé oltremodo interessante, del padre di John, "autistico"e monomaniacalmente concentrato solo sulla numismatica, che avrebbe rappresentato un écart rispetto a tale routine non viene approfondito come sarebbe/sarebbe stato opportuno, lasciando tutto un po'sospeso. Il resto della narrazione è debole, con interpreti che non trovano il modo di emergere in una narrazione drammatica che invece risulta sostanzialmente piatta, non perché priva di"colpi di scena"(non è di questo che ha necessariamente bisogno il dramma)ma perché Hallstro"m non è Bergman, per esemplificare. DIaloghi scontati, situazioni prevedibili, nessuna"novità creativa", per cui anche l'oblazione finale del protagonista appare, in realtà, abbastanza ingitustificata. Poco o nulla, insomma, per far"brillare"questa vicenda d'amore, di guerra, di conflitti sentimental-esistenziali. El Gato
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astromelia
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lunedì 27 settembre 2010
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sparks come liala
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girato come una fiction,il film offre ben poche aspettative,ma punta sullo strappalacrime di rito,ritorno alla mia giovinezza quando leggevo i romanzi di Liala,favole di un mondo ormai scomparso,ma che possono anche accadere ai giorni nostri,sperdute in qualche angolo di mondo...............
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zollo
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lunedì 27 giugno 2011
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si poteva fare di più
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Film nel complesso godibile, ma nulla più. La vicenda narra dell'intesa storia d'amore che nasce un po' per caso tra John (Channing Tatum) soldato delle forze speciali in licenza, e Savannah (Amanda Seyfried), finchè i due al termine delle due settimane di licenza dovranno forzatamente separarsi. Il rapporto tra i due ragazzi peraltro non si interromperà, ma verrà portato avanti da un inteso scambio epistolare. Un evento tragico tuttavia irromperà nelle vite dei due giovani, sconvolgendole: l'attentato dell'11 settembre, che porterà John a prolungare l'arruolamento e inevitabilmente a mettere in crisi il loro rapporto.
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Film nel complesso godibile, ma nulla più. La vicenda narra dell'intesa storia d'amore che nasce un po' per caso tra John (Channing Tatum) soldato delle forze speciali in licenza, e Savannah (Amanda Seyfried), finchè i due al termine delle due settimane di licenza dovranno forzatamente separarsi. Il rapporto tra i due ragazzi peraltro non si interromperà, ma verrà portato avanti da un inteso scambio epistolare. Un evento tragico tuttavia irromperà nelle vite dei due giovani, sconvolgendole: l'attentato dell'11 settembre, che porterà John a prolungare l'arruolamento e inevitabilmente a mettere in crisi il loro rapporto. La storia nel suo complesso non assume mai vivacità e ritmo, ed è costantemente pervasa da un'aura di eccessiva malinconia, ma viene nonostante tutto sorretta dalla buona interpretazione dei due protagonisti. Da sottolineare peraltro è la splendida interpretazione fornita da Richard Jenkins, nel ruolo del padre autistico di John. Il film alla lunga può risultare comunque eccessivamente melenso e un po' noioso. Consigliato se non si ha di meglio da vedere.
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siper
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domenica 14 agosto 2011
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che fine ha fatto l'hallstrom di "chocolat"?
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“Dear John” è la storia di un soldato americano, appunto John (Channing Tatum), che durante due settimane di licenza incontra Savannah (Amanda Seyfried). Il breve tempo di una licenza è però sufficiente a farli innamorare e a promettersi amore eterno, nonostante John stia per riarruolarsi e Savannah per tornare all’università. Questi ostacoli non riescono a frapporsi all’amore tra i due giovani. Le cose cambiano dopo l’11 settembre quando John mettendo in luce uno spirito patriottico molto “made in USA” decide di continuare a prestare servizio per l’esercito americano nonostante gli manchino pochi giorni per tornare a casa dalla sua Savannah, ma l’amore per la patria trionfa su quello per la propria donna.
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“Dear John” è la storia di un soldato americano, appunto John (Channing Tatum), che durante due settimane di licenza incontra Savannah (Amanda Seyfried). Il breve tempo di una licenza è però sufficiente a farli innamorare e a promettersi amore eterno, nonostante John stia per riarruolarsi e Savannah per tornare all’università. Questi ostacoli non riescono a frapporsi all’amore tra i due giovani. Le cose cambiano dopo l’11 settembre quando John mettendo in luce uno spirito patriottico molto “made in USA” decide di continuare a prestare servizio per l’esercito americano nonostante gli manchino pochi giorni per tornare a casa dalla sua Savannah, ma l’amore per la patria trionfa su quello per la propria donna. Inizialmente i due riescono a tenersi in contatto attraverso la corrispondenza (da qui il titolo “Dear John” come fosse l’incipit di una lettera) ma la lontananza diverrà sempre più difficile da sopportare.
A dire la verità il regista svedese, Lasse Hallstrom, con questa pellicola delude un po’, quantomeno nel confronto con altri suoi film come, ad esempio, “Chocolat “. “Dear John” si lascia vedere ma lo spettatore ha sempre la sensazione di essere di fronte a un qualcosa di già visto e, salvo qualche rarissima sorpresa, molto prevedibile e talvolta un po’ smielato. Il problema vero del film di Hallstrom è la presenza di elementi che nella cinematografia degli ultimi anni iniziano a essere ridondanti, la presenza di un bambino autistico cui prestare cure, il padre malato, un millantato passato da duro del protagonista che però, ed è un errore grave, viene solo accennato per poi cadere nel dimenticatoio e, per finire, il ruolo della corrispondenza basti pensare a “Letters to Juliet” che manco a farlo apposta ha come protagonista la stessa Seyfried. Già la Seyfried! Quella che dovrebbe essere una stella emergente di Hollywood dovrebbe iniziare ad allargare un po’ le sue vedute perché sta andando a caratterizzarsi troppo come protagonista di un determinato genere radicalmente romantico che ne limita le potenzialità. Dopo “Mamma mia!”, “Letters to Juliet” e “Dear John” sarebbe interessante vederla interpretare un ruolo diverso dalla ragazza romantica acqua e sapone.
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(di almenador)
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ultimoboyscout
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martedì 10 agosto 2010
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riprovaci lasse.
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Buca anche stavolta il regista, che continua a vivere di luce riflessa per "Chocolat" (e uno o due titoli ancora massimo) dopo 30 anni circa di carriera. Amanda Seyfried è indubbiamente brava e adattissima al ruolo, meno Tatum che mi pare migliore in ruoli alla G.I. Joe. Il film è pesante, lento, mieloso e privo di scossoni o di cambi di ritmo e la storia è sempre piatta e prevedibile. Fa molto strano nell'epoca della mail e di internet pensare che ci sia ancora qualcuno che scriva lettere su carta e che spedisca con posta...beh meno male che ancora c'è chi lo fa e che certe cose non si perdano perchè scrivere è molto più bello e caldo che scrivere e spedire una mail.
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Buca anche stavolta il regista, che continua a vivere di luce riflessa per "Chocolat" (e uno o due titoli ancora massimo) dopo 30 anni circa di carriera. Amanda Seyfried è indubbiamente brava e adattissima al ruolo, meno Tatum che mi pare migliore in ruoli alla G.I. Joe. Il film è pesante, lento, mieloso e privo di scossoni o di cambi di ritmo e la storia è sempre piatta e prevedibile. Fa molto strano nell'epoca della mail e di internet pensare che ci sia ancora qualcuno che scriva lettere su carta e che spedisca con posta...beh meno male che ancora c'è chi lo fa e che certe cose non si perdano perchè scrivere è molto più bello e caldo che scrivere e spedire una mail. Credo che questo rapporto epistolare creatosi tra i due protagonisti sia la parte centrale del film visto che il titolo stesso del film è il classico inizio della lettera, oltre alla loro distanza forzata. Da un romanzo di Sparks.
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[+] maschi bollenti, per femmine vogliose
(di almenador)
[ - ] maschi bollenti, per femmine vogliose
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