Copia conforme |
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Un film di Abbas Kiarostami.
Con Jean-Claude Carrière, Juliette Binoche, William Shimell, Gianna Giachetti, Angelo Barbagallo.
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Titolo originale Copie conforme.
Drammatico,
durata 106 min.
- Italia, Iran, Francia 2010.
- Bim Distribuzione
uscita venerdì 21 maggio 2010.
MYMONETRO
Copia conforme
valutazione media:
2,48
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Dopo "Close Up" un altro film sul cinema...di ThedreamerFeedback: 200 |
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martedì 13 luglio 2010 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
...ma anche sull'arte e su chiunque "crei" qualcosa, in generale. Oppure anche sull'amore e l'incapacita' di amare. Ma questo forse, e' un tema che sta sullo sfondo. Perche' se si riesce ad "andare oltre" alle immagini che passano sullo schermo, e' facile comprendere cio' che scrive Antonella. Perche' ci sono due storie raccontate nello stesso film: una,originale e l'altra,un "falso" (una copia). Che si assomigliano dunque, come molte storie d'amore e molte opere d'arte, ma che assolutamente divergono e che paiono in fondo, due distinte. Alla fine del film: ci si puo' chiedere, quale sara' quella originale e quale quella "falsa" (non autentica)? La risposta giusta? Non esiste. L'autore per bocca del protagonista che e' un critico d'arte, e scrittore, risponde con altra domanda: "Dove sta l'originale in un'opera che rappresenta la realta'?". Personalmente fa una certa impressione sentire qs. tipo di domande ,al cinema, che e' un altro modo di rappresentare e vivere la realta'. E continua (+o-cosi): "L'originale dell'opera che ho davanti agli occhi, non e' forse la donna che visse 2000anni prima?.E se il falso e' parimenti bello all'originale non ha egual valore?" Per chi fa arte (e perche' no, cinema) e' un bell'interrogativo. Lo e' anche per la maggior parte di noi che e' un semplice "spettatore" e fruisce di cio' che sta vedendo. Non mi meraviglierebbe venire a sapere in futuro, che il regista ha semplicemente filmato la storia di amore (vissuta realmente dunque, nel presente o nel passato chissa'...) dei 2 attori protagonisti: la Binoche e l'attore inglese. Dove inizia la recitazione (il falso) e dove il reale (il vero)? E nuovamente, che importanza ha per lo spettatore? C'e' infine, da chiedersi perche' la critica ha stroncato qs. film. Forse che nessun giornalista riesce piu' ad "andare oltre" a cio' che vede sullo schermo? Andare oltre, non significa fantasticare o speculare, creando magari storie immaginarie. Significa piu' semplicemente interpretare un linguaggio, il linguaggio cinematografico, fatto di immagini, suoni, parole, inquadrature, cogliendo aspetti simbolici e solitamente piu' profondi. Se nel film "Shining", Kubrick ci fa vedere la scena del giardino-labirinto dove la madre e il figlio si stanno perdendo,e' un modo per rappresentare simbolicamente altri labirinti, dove qualcun altro si sta perdendo o si perdera' (J.Nicholson). Il labirinto dell'albergo, fatto di porte rosse e corridoi senza fine, e quello, ugualmente inquietante, della mente. Forse la critica e la maggior parte del pubblico e piu' rassicurato da film come "Avatar",o da taluni film italiani, dove cio' che vedi e senti e' tutto ben circoscritto...mentre film come quelli di Kubrick e Kiarostami, e' chiaro che inquietano un poco.
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