Codice Genesi |
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Un film di Albert Hughes, Allen Hughes.
Con Denzel Washington, Gary Oldman, Mila Kunis, Ray Stevenson, Jennifer Beals.
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Titolo originale The Book of Eli.
Thriller,
Ratings: Kids+16,
durata 117 min.
- USA 2010.
- 01 Distribution
uscita venerdì 26 febbraio 2010.
MYMONETRO
Codice Genesi
valutazione media:
2,59
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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La fede nel Testodi Peer GyntFeedback: 23579 | altri commenti e recensioni di Peer Gynt |
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lunedì 11 ottobre 2010 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Sorta di western atipico e citazionista, che si inscrive in quel filone del cinema di fantascienza, ormai saturo di esempi, che è la ricostruzione di un mondo post-apocalittico. Film come “L’ultima spiaggia” di Stanley Kramer, il famoso “Mad Max” di Mel Gibson, la serie “Terminator”, la pentalogia de “Il pianeta delle scimmie” o il recente e intenso “The road” di John Hillcoat, ci avevano già mostrato il desolante e deprimente scenario di un mondo distrutto dall’idiozia dell’uomo. Cosa c’è di nuovo allora in questo film? Un’insolita profondità nel racconto, nascosta sotto l’apparente superficialità di un viaggio on-the-road del solito guerriero invincibile e ammazzasette, che intraprende un percorso di fede teso a ricreare la civiltà distrutta e dispersa a partire dalla sacralità della Parola, dalla vera e propria intangibilità del testo letterario, un testo che rinasce come una fenice da quelle tecniche antiche come il mondo (l’oralità e la mnemotecnica) che già avevano dato origine alla prima letteratura. Un film che narra l’incrollabile fede di un uomo nella parola di Dio, ma che narra anche (e quasi paradossalmente) la nascita di un testo, sacro e divino, dalla mente di un uomo, vero tramite e vero termine di ri-creazione del testo che si fa Testo. Il Libro dei Libri si ricompone sotto gli occhi dello spettatore, per riavviare il motore dell’umanità che giace quasi spento in questo mondo post-atomico totalmente disfatto. E che l’uomo si chiami Eli (radice ebraica del nome di Dio) non è affatto privo di significato. Film di una civiltà artistico-letteraria (quella anglofona) per la quale Shakespeare e la Bibbia sono i testi per eccellenza, letti, riletti e imparati a memoria, rischia di non essere capito e apprezzato abbastanza nel nostro paese, che brilla per scarsa conoscenza diretta di qualsiasi testo sacro. Inoltre la lentezza e l’estrema rarefazione di scene d’azione violente e ricche di effetti speciali deluderà parecchi spettatori, che vi vanno cercando l’ennesimo film sfasciacarrozze vuoto come una pigna rosicchiata dalle tarme. Per cui alla fine non è difficile profetizzare che questo film da noi non verrà né capito né apprezzato.
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