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Un film di Philippe Lioret.
Con Vincent Lindon, Firat Ayverdi, Audrey Dana, Derya Ayverdi.
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Drammatico,
durata 110 min.
- Francia 2009.
- Teodora Film
uscita venerdì 11 dicembre 2009.
MYMONETRO
Welcome   
valutazione media:
3,69
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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La ville n'est pas tranquille.Lo sapevamo.
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| mercoledì 5 maggio 2010 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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Bianco e nero.Non è solo il titolo di un recente film italiano(che affronta, non a caso, il tema dell'immigrazione che io sappia), ma anche la contrapposizione tra il NERO della vita del protagonista e il BIANCO che distingue due scene del film. La prima è quella in cui il ragazzo sbarca sulle coste del paese che dovrebbe ospitarlo;il bianco del porto potrebbe simboleggiare una realtà che lui percepisce ancora con candore, illudendosi che sia molto distante dai camion in cui devi nascondere la testa dentro un sacchetto.Nella seconda l'eccellente Lindon, il cui volto secondo me vale il prezzo del biglietto,appena fatti i conti col "nero"(I poliziotti perplessi, l'ex-moglie che prima gli dà dell'indifferente e poi ne critica la sfrontatezza nell'accogliere dei curdi)si rituffa(mai verbo fu più adatto, considerando il peso dell'acqua in questo film)nel bianco del porto, dove si trova il ragazzo;una dimensione, anche cromatica dunque, di purezza(Anche troppa?)legata alla consapevolezza che non vuole abbandonare il giovane nelle grinfie di una società inospitale. Cinema dunque come alle origini, dove il biancore dello schermo avvolgeva il telespettatore, per cui Metz ipotizza anche -Mi pare-una dimensione che richiami a pulsioni materne? Credo siamo abbastanza fuori strada, dato che "Welcome"non è interessato tanto alla dimensione dl cinema, quanto a quella del film, come avviene-Sostanzialmente-in "A tempo pieno" del suo connazionale Cantet.Il FILM è quello che interessa a Desplechin in "Racconto di Natale".Lioret tuttalpiù, quando ci mostra il protagonista(Di nuovo) tra le braccia dell'ex-moglie,sembra mostrarci una nascosta paura dell'approccio con l'altro e una voglia di riavvolgersi nell'ombelico della donna(Ma quale amore rappresenta lei in quel momento?Funge anche da madre, o persino da patria,la Francia, contrapposta a chi viene da un ALTRO posto ed in un altro posto,l'Inghilterra, vuole recarsi?) Ciò detto, resta una differenza tra alcuni momenti chiave di "Welcome" come la scritta in questione stampata sul tappetino o il paragone di Lindon tra la traversata del ragazzo e la sua mancanza di coraggio)ed il resto del film.Se Lioret è garbato, poco incline ai patetismi e più interessato semmai a dettagli sulla nuova legge anti immigrazione-clandestina,il suo è un racconto garbato che non sempre si distingue quanto ad originalità, senza quella crudezza che distingueva "La ville est tranquille" di Guediguan, per quanto anche quest'ultimo non fosse ineccepibile.Nel rapporto strano che lega i due protagonisti maschili c'è qualcosa persino di "Che ora è" del nostro Scola, con Mastroianni e Troisi che si "lasciano" e si rincorrono in continuazione.Ma per il resto anche i personaggi secondari colpiscono tanto quanto, come la storia d'amore(Finita?) con l'ex-moglie.Decisamente didascalico, poi, è il finale:anziché fermarsi ad un paradosso dolceamaro più che mai, come l'anello dell'ex(Moglie?) trovato nel letto in quella circostanza,Lioret ci propone un finale in cui l'attore vede alla televisione inglese Cristiano Ronaldo, vittima dello sfortunato ragazzo.Rischiando fra l'altro di appesantire un film che, fino ad allora, si era spesso distinto per la leggerezza(Più che superficialità) con cui aveva affrontato quest'argomento.
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