Un amore all'improvviso

Ma perchè chi fa critica cinematografica non si lascia mai andare? A causa di una ipertrofia dell'emisfero cerebrale sinistro, evidentemente congenita in chi svolge la sua attività, Marianna Cappi censura aprioristicamente la possibilità che il pubblico si lasci contagiare dalla tenera e affascinante atmosfera della storia. Non spende una parola per i protagonisti, letteralmente deliziosi. Esclude dai momenti migliori del film quelli in cui la storia tocca il cuore. E sono molti. Quello del primo incontro in biblioteca, quelli della condivisione del segreto con la coppia di amici, tutti - dico tutti - quelli in cui si ritrovano generazioni di individui cronologicamente incompatibili e legati affettivamente. Santo cielo, io non sono un tredicenne brufoloso e imbranato con le ragazze, in attesa sognante della sua prima avventura e pronto a sciogliersi di fronte a qualunque storia d'amore: sono un cinquantacinquenne coniugato, laureato che lavora in un'agenzia di comunicazione. Non sarò un uomo di cultura ma non riesco a giustificare che la raccomandazione critica sia addirittura di evitare la visione del film. La pellicola mi è sembrata ASSOLUTAMENTE all'altezza del libro, che confesso di aver amato molto. Ho visto a suo tempo Ghost e permettetemi di dire che, sebbene all'epoca mi fosse piaciuto, l'idea della storia era assolutamente più grezza di questa, il suo romanticismo enormemente più retorico di questo e l'uso tutto sommato grossiée del faccione di Whoopy Goldberg, sebbene piacevole, non rendeva certo il film migliore di questo. Secondo la sig.ra Cappi lo sceneggiatore "pare dimenticare che, al cinema, solo un'immersione profonda nel reale può indurci a credere a ciò che lo supera e non è parlando e trattando esclusivamente di sentimenti che questi si suscitano e si liberano". Nella sua verbalizzazione farraginosa, mette quindi in dubbio che il sig. Rubin sappia maneggiare la cosiddetta "sospensione dell'incredulità", che è quel magheggio per cui IO SPETTATORE accetto di farmi coinvolgere emotivamente da una surreale storia di viaggi nel tempo come se fosse vera finchè TU SCENEGGIATORE riesci a non tradirmi con incongruenze narrative incompatibili con la storia stessa. Ebbene, pare (vedi sopra) che ad oggi l'83% degli spettatori, di cui sono lieto di far parte, abbiano tenuto fede all'intesa con lo sceneggiatore fino alla fine del film. E sono certo che il loro atteggiamento sia stato condiviso da un certo Brad Pitt, che proprio uno sprovveduto non sarà e che, guardacaso, è il co-produttore esecutivo. Nè si può dire che di "sospensioni dell'incredulità" sia uno che non se ne intende, visto che di recente ha impersonato il meraviglioso Benjamin Button. In una cosa concordo al 100% con la sig.ra Cappi: chi ha approvato un titolo come "un amore all'improvviso" è semplicemente un incompetente. Nel tentativo di sgombrare il campo da rischi di letture fantascientifiche del titolo originale, nel suo piccolo ha semplicemente ammazzato il film.