Triage

Film 2009 | Drammatico, +16 99 min.

Regia di Danis Tanovic. Un film con Colin Farrell, Paz Vega, Christopher Lee, Kelly Reilly, Jamie Sives, Branko Djuric. Cast completo Genere Drammatico, - Irlanda, Belgio, 2009, durata 99 minuti. Uscita cinema venerdì 27 novembre 2009 distribuito da 01 Distribution. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +16 - MYmonetro 2,49 su 18 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento giovedì 20 marzo 2014

Due esperti fotoreporter, Mark e David, lavorano nel Kurdistan in guerra. Mark è molto ambizioso e vuole seguire i combattimenti da vicino alla ricerca della foto della sua vita, ma David ne ha abbastanza e molla tutto per tornare dalla moglie incinta. In Italia al Box Office Triage ha incassato nelle prime 3 settimane di programmazione 40,6 mila euro e 25,6 mila euro nel primo weekend.

Triage è disponibile a Noleggio e in Digital Download
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Consigliato nì!
2,49/5
MYMOVIES 2,50
CRITICA 1,94
PUBBLICO 3,03
CONSIGLIATO NÌ
Fra ferite di guerra e ferite della memoria, una fotografia in campo lungo ma fuori fuoco delle atrocità belliche.
Recensione di Edoardo Becattini
venerdì 16 ottobre 2009
Recensione di Edoardo Becattini
venerdì 16 ottobre 2009

Mark e David sono due fotoreporter di guerra impegnati nei luoghi degli scontri fra iracheni e curdi sul finire degli anni Ottanta. Amici di lungo corso, hanno un approccio molto differente alla vita e al modo di concepire un'istantanea: David ricerca la bellezza delle forme anche nelle zone più martoriate, mentre Mark cattura ogni atrocità senza altro filtro che quello dell'obbiettivo della sua fotocamera. Quando il conflitto comincia a intensificarsi e il popolo curdo si prepara all'offensiva, David decide di tornare a Dublino, dove lo aspetta la moglie prossima a partorire, mentre Mark vorrebbe documentare il proseguire dello scontro da vicino. In seguito ad un incidente, Mark viene ferito e trasportato nel campo di soccorso dove l'unico medico presente, il dottor Talzani, decide chi vive e chi muore applicando un rigido triage, sistema di smistamento dei pazienti che prevede un colpo di pistola per i feriti più gravi. Una volta rientrato a Dublino, Mark porta con sé un progressivo decadimento fisico e psicologico causato da un ricordo che non intende far riemergere.
"Se le tue fotografie non sono abbastanza buone, significa che non sei abbastanza vicino" dichiarò una volta Robert Capa. Anche alla luce della storia del cinema bellico, le parole del più grande fotoreporter della sanguinosa storia del Novecento assumono un senso ulteriore rispetto al loro cinismo beffardo. Dare una rappresentazione alla guerra significa focalizzarsi su un dettaglio, investire un aspetto o un elemento che la riguarda da vicino di un valore altamente simbolico, capace di contenere l'incommensurabilità del dolore e del trauma. Danis Tanovic ha dato motivo di credere in questo principio rappresentando il conflitto serbo-bosniaco prima in chiave di teatro dell'assurdo (No Man's Land), poi da un insolito punto di vista di solidarietà femminile (il massacro di Srebrenica nell'episodio di 11 settembre 2001).
Con Triage segue un percorso decisamente più complesso: scompone il film in due parti principali, l'esperienza della guerra di Mark nella fase pre e post-trauma, a loro volta frammentate dall'ingresso di numerosi altri elementi tematici. Così, fra una prima e una seconda parte in cui affronta gli orrori fisici e quelli psicologici della guerra, Tanovic cerca di immettere considerazioni anche sul ruolo dei media, sul retaggio delle responsabilità occidentali e una riflessione profonda sulla vita e la morte. Ma è il suo sguardo che non riesce mai a dimostrarsi abbastanza vicino alla materia del suo racconto. Anzi, esso pare continuamente cercare di allontanarsi, di allargare la focale per mettere in campo un ulteriore tassello delle inumanità della guerra. Nel tentativo di comporre una fotografia in campo lungo abbracciando una moltitudine di elementi in un'unica immagine, in un unico racconto, Tanovic utilizza soluzioni visive e narrative troppo convenzionali per riuscire a tenere tutto a fuoco.
Il regista bosniaco compie un passo indietro anche nelle modalità di rappresentazione e di riflessione sui demoni cui il cinema bellico contemporaneo ci ha abituato in questi ultimi anni. Rispetto a film come The Hurt Locker o Valzer con Bashir, dove gli incroci fra esperienze di guerra e matrice psicanalitica hanno raggiunto risultati d'avanguardia, Triage non cerca di elevarsi dai canoni più comuni tanto del genere bellico che del giallo psicologico. Una tale configurazione istituzionale e precostituita viene meno sia all'idea di esperienza shock, che allo stesso messaggio proposto dal film, per cui in guerra sopravvive solo il caos e nessuno può considerarsi innocente o neutrale, tanto chi la guerra la fa quanto chi la rappresenta.

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
lunedì 27 febbraio 2012
Lella Sabadini

A me il film sembra ben strutturato, ritmo incalzante specie nella prima parte, i flash back ben inseriti nella vicenda. Non capisco  il perchè di tante critiche. I protagonisti recitano egregiamente,La presenza di Christopher Lee aggiunge valore al film, non solo per la sua interpretazione  ma per lo spiraglio che apre sul suo lavoro  di psicologo degli assassini e torturatori [...] Vai alla recensione »

sabato 20 novembre 2010
enzo70

La guerra viene fotografata in Triage con un grandangolo. Da lontano, da molto lontano. Tanovic uso lo zoom solo per raccontare una pratica medica: segnalare con una striscietta blu i feriti di guerra non curabili. Destinati ad un colpo di pallottola. Ma la spietatezza della medicina, e della vita, è questa anche in tempi e luoghi di pace. Una cellula impazzita, un virus o un batterio sconosciuto condannano [...] Vai alla recensione »

lunedì 5 aprile 2010
oh dae soo

Triage è l'ultimo lavoro di Tanovic, il regista premio Oscar per No man's land. E' un film di guerra che più che concentrarsi sul conflitto in sè vuole analizzare gli effetti devastanti che può causare l'esserne stati testimoni. La storia narra la vicenda di due reporter di guerra nel Kurdistan del 1988. Uno vuole tornare a casa per la nascita del figlio; [...] Vai alla recensione »

sabato 28 novembre 2009
Paola Di Giuseppe

Triage vuol dire smistamento dei soggetti infortunati in base alla gravità delle loro condizioni. I colori dei codici utilizzati nel film si riducono a giallo,e si viene curati,blu e il dottore del campo di guerra pratica una veloce eutanasia con un colpo di pistola per impedire inutili sofferenze, visto che di accanimento terapeutico,in quelle condizioni,non si può davvero parlare.

venerdì 26 novembre 2010
morrets

gran bel film mai banale con splendidi personaggi e una storia di guerra e umanita' al di fuori della solita trama dei film di guerra ottimo farrel sempre piu' psicologico ottimo film da vedere!

sabato 3 aprile 2010
ultimoboyscout

Sono un fan di Farrell, amo i suoi film, ma lo consideravo prettamente un attore da film d'azioni e affini. Invece vengo smentito per l'ennesima volta (per fortuna) perchè la sua interpretazione è di altissimo livello, forse la migliore della sua carriera, in una pellicola e in un ruolo particolarmente difficili. Intenso, profondo, introspettivo a mio avviso da vedere.

martedì 20 aprile 2010
jeffrea

A me è piaciuto :)

sabato 28 novembre 2009
Ludusrob86

Prima di sedermi al Cinema l'unica cosa che conoscevo del Film era la sua locandina (in cui vi è il protagonista con una macchina fotografica in mano). Senza svelare eccessivamente la trama o i suoi contenuti il film racconta la vita, i traumi e le paure di un fotoreporter, Mark (collin farrel), che torna a casa dopo aver documentato i conflitti in curdistan del 1988.

sabato 13 marzo 2010
Vittorio

Film sull'inutilità della guerra, sulla stupidità del genere umano.....Ottima storia, profonda, con dei buoni dialoghi e delle belle interpretazioni. Da vedere!!

sabato 4 maggio 2013
__JB__

Quanti flm sono? uno, due, tre...? oppure mentre va una pellicola entra un altro canale con gli stessi attori che recitano in un altro telefilm? Perchè dopo un inizio interessante, il susseguirsi di bagni, docce, mujeres calientes, letti e lettini ti viene voglia di cambiare canale e goderti l'ennesimo Rambo 1.

venerdì 10 dicembre 2010
Francesco2

Speravo, nonostante le recensioni abbastanza negative ed un trailer che non convinceva fino in fondo, che almeno per la televisione andasse bene. Invece Tanovic, che si lamenta delle stroncature per il suo "Enfer" ("Mi aspettavano al varco" -ha dichiarato), mostra paradossalmente di essere un bravo fotografo, proprio come -Penso- i suoi protagonisti, ma non certamente un valido regista, se non in [...] Vai alla recensione »

martedì 25 ottobre 2011
molenga

Mark(colin farrell) è un fotografo di guerra, un free-lance che vaga per il mondo alla ricerca di scoop; accanto a lui l'amico e collega David. I due sono in Kurdistan, hanno trovato del buon materiale ma il"meglio" deve arrivare: si sta per passare all'azione. è qui che david, che ha lasciato a casa la moglie incinta, decide di andarsene.

martedì 2 marzo 2010
Lindo

2 stelle solo per la verità che racconta il film, per il resto è lento e noioso. giusto i primi 15 minuti sono abbastanza movimentati,ma dopo si cade in una profonda ricerca, che anche se non scontata, bastava dire " è andata così", mentre il protagonista si dilunga per poi cadere in tentazione. un'altro flop per l'attore Colin Farrell.

mercoledì 12 ottobre 2011
morrets

un bel film sugli orrori della guerra con un ottimo colin farrel!

Frasi
"Non possiamo disfarci del dolore. Dobbiamo portarlo con noi sempre, ecco cosa significa vivere!"
Joaquín Morales (Christopher Lee)
dal film Triage - a cura di Heribert Stohr
STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
Cristina Piccino
Il Manifesto

Scott Anderson ha scritto Triage nel 1998, aveva vissuto da fotoreporter anche la guerra nella ex-Jugoslavia, ma il protagonista del romanzo, Mark Walsh, torna invece dal Kurdistan del genocidio iracheno, quando negli anni 80 Saddam Hussein massacra interi villaggi col gas. Denis Tanovic, bosniaco, premio Oscar con No Man's Land si addentra nell'universo di Anderson portandosi dietro l'esperienza di [...] Vai alla recensione »

Curzio Maltese
La Repubblica

Che cosa è successo a Danis Tanovic? Un giovane bosniaco, regista di documentari, scampa per miracolo ai bombardamenti su Sarajevo. Comincia a scrivere il primo film, sulla guerra jugoslava. La sceneggiatura è perfetta e il film No man' s land è un capolavoro destinato a conquistare le platee mondiali. Il giovane regista viene paragonato addirittura a Stanley Kubrick e ad appena trent' anni riceve [...] Vai alla recensione »

Fabio Ferzetti
Il Messaggero

Sono testimoni ma in qualche modo anche complici. Non partecipano agli eventi ma rischiano loro malgrado di modificarli, perché in natura non esistono osservatori che non influenzino l'evento osservato. Sono i fotoreporter di guerra, una delle figure più amate e odiate, sviscerate e mitizzate della società di massa da quando Robert Capa immortalò il famoso miliziano ucciso nella guerra di Spagna, che [...] Vai alla recensione »

Paola Casella
Europa

Il regista bosniaco premio Oscar per No Man's Land, dopo un secondo film disastroso (L'Enfer), ritrova una misura a lui più consona con questa storia di guerra e di perdono. Il fotoreporter Mark (Colin Farrell) torna dal fronte del Kurdistan senza il collega David (Jamie Sives), riportando invece qualcosa a metà fra il danno fisico e il trauma psciologico.

Lietta Tornabuoni
La Stampa

Un film di guerra e di psiche, già visto e commovente, pacifista ed elegante, ha inaugurato il festival di Roma. Il messaggio di Triage di Danis Tanovic con Colin Farrell, Paz Vega e Christopher Lee, coproduzione ispano-franco-irlandese, lo conosciamo bene: la guerra fa schifo e lascia brutte tracce nella personalità di chi l'ha fatta o l'ha vista. I motti sono due: all'inizio, «In guerra si muore [...] Vai alla recensione »

Maurizio Cabona
Il Giornale

«Chi dice umanità vuole ingannarti», notava Carl Schmitt ben prima che molto cinema «da festival» divenisse umanitario... Triage (Scelta) di Danis Tanovic, che ha aperto l'ultimo Festival di Roma, è l'ultimo film del filone: ogni episodio è verosimile, eppure il senso è lo stesso delle menzogne seriali delle tv quando devono chiamare missione di pace un'aggressione.

Valerio Caprara
Il Mattino

Tratto dal libro-verità di Scott Anderson, «Triage» del bosniaco Danis Tanovic (Oscar 2002 per «No Man's Land») ha il merito di rievocare lo sterminio dei curdi perpetrato da Saddam Hussein che gli antiamericani di professione tendono a occultare. Nel genere «giornalismo di guerra» il film trova quindi una collocazione dignitosa, anche perché i protagonisti Farrell, Vega e Djuric sorreggono bene l'iniziale [...] Vai alla recensione »

Thomas Sotinel
Le Monde

Le premier long métrage de Danis Tanovic, No Man's Land - Oscar du meilleur film étranger en 2002 -, filtrait le dégoût et la colère que provoquent la guerre à travers un humour noir qui n'enlevait rien à la force du propos. Pour Eyes of War, son troisième film, le réalisateur bosniaque revient sur le champ de bataille armé de sa seule indignation, un arsenal qui se révèle insuffisant pour assurer [...] Vai alla recensione »

Federico Pontiggia
Il Fatto Quotidiano

Con No Man's Land nel 2001 conquistò l'Oscar per il miglior film straniero, plauso critico e applausi del pubblico: normale che il regista bosniaco Danis Tanovic ritornasse alla guerra con Triage. Il "triage" è una procedura di classificazione dei pazienti in pronto soccorso: a ciascuno viene assegnato un colore in base all'entità dell'infortunio, per stabilire una priorità nelle cure.

Fabio Ferzetti
Il Messaggero

Due fotoreporter in Kurdistan ai tempi in cui il nemico principale di questo popolo dimenticato si chiamava Saddam Hussein. Uno (Colin Farrell) è pronto a tutto per uno scoop, l'altro (Jamie Sives) vuole tornare in Irlanda. Uno vuole restare a tutti i costi, anche se i curdi combattono in condizioni così spaventose che a dare il colpo di grazia ai feriti incurabili, dopo averli allineati accanto alle [...] Vai alla recensione »

Silvio Danese
Quotidiano Nazionale

Non ci sono immagini di guerra e immagini di pace quando si fa cronaca nel mondo dei popoli in lotta. Dipende sempre dall'occhio del fotografo, se vede negli stessi fatti la parte costruttiva o quella distruttiva. Mark è ossessionato dalla morte che da dodici anni scatta dall'Africa alla Cecenia, da Beirut all'Afghanistan. L'amico inseparabile David, invece, cerca una via di fuga, una speranza.

Francesco Bolzoni
Avvenire

Triage, terzo film del bosniaco Danis Tanovic (già vincitore di un Oscar per il miglior film straniero), si apre con crude immagini che ricordano quelle di Lebanon, vincitore a Venezia. Siamo nel Kurdistan durante il conflitto fra iracheni e curdi. Ci sono morti e feriti che due fotoreporter inglesi, Mark e David, fotografano in una caverna-ospedale.

Cristina Piccino
Il Manifesto

Scott Anderson ha scritto Triage nel 1998, aveva vissuto da fotoreporter anche la guerra nella ex-Jugoslavia (un suo reportage sulla Bosnia ha ispirato The Hauntig Party di Richard Shepard), ma il protagonista del romanzo, Mark Walsh, torna invece dal Kurdistan del genocidio iracheno, quando negli anni Ottanta Saddam Hussein massacra interi villaggi col gas.

Lietta Tornabuoni
La Stampa

Ci sono due momenti alti in Triage di Danis Tanovic, film non ben riuscito su due fotoreporter irlandesi nel Kurdistan combattente. Feriti, mutilati, morenti vengono portati in barella sino a un terreno appartato. Un uomo passa da uno all'altro, a ciascuno sparando in testa un colpo di pistola. L'uomo è il medico curdo che compie il suo lavoro in condizioni terribili, e che per gli incurabili fa l'unica [...] Vai alla recensione »

Lietta Tornabuoni
La Stampa

I film che incassano di meno sul mercato italiano, pare, sono quelli di guerra, incluso Lebanon che è buono e ha vinto un Leone d'oro: si vede che la guerra non è più un genere cinematografico, ma una minaccia presente. In Triage di Danis Tanovic, tratto da un romanzo di Scan Anderson, ci sono due arditi fotoreporter che da anni ormai frequentano ogni possibile guerra: adesso sono nel Kurdistan combattente; [...] Vai alla recensione »

Natalia Aspesi
La Repubblica

Il Festival di Roma si inaugura con un film che ci dice quanto la guerra sia una brutta cosa; poco più di un mese fa il Leone d' Oro della Mostra di Venezia è andato a un film che mostra quanto la guerra sia una cosa brutta; non c' è cinemanifestazione in cui manchi un film che racconti quanto sia brutta la guerra, qui ce ne sono almeno tre o quattro (da uno scontro tra eserciti cinesi nel deserto [...] Vai alla recensione »

Alberto Crespi
L'Unità

Falsa partenza. Triage, il film di Danis Tanovic che ha aperto il festival di Roma, è un'opera fastidiosa, l'involontaria messinscena della falsa coscienza dell'Europa rispetto alle guerre che insanguinano il pianeta. Ma non è una delusione. È, semmai, una conferma. Tanovic aveva illuso un po' tutti con la sua opera prima, No Man's Land, vincitrice dell'Oscar.

NEWS
VIDEO
venerdì 16 ottobre 2009
 

I preparativi e il red carpet della prima serata del festival di Roma Si è inaugurata ieri sera la quarta edizione del Festival di Roma con il film di Danis Tanovic Triage: sul red carpet, insieme al regista bosniaco, Paz Vega e Christopher Lee (grande [...]

NEWS
giovedì 15 ottobre 2009
 

Al via il Festival di Roma Parte oggi la quarta edizione del Festival di Roma che l'anno scorso ha cambiato il suo nome da Mercato Internazionale del Film di Roma a Festival Internazionale del Film di Roma, e che si concluderà il 23 ottobre.

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