E' stata, a mio giudizio, un'occasione persa dalla giovane regista, non solo di fare un bel film unico, ma soprattutto di poter fare i conti con la sua vita, con la storia dell'Iran.
Ha subìto per tutto il film il "fascino" opulento della monarca e della monarchìa, non si è preparata storicamente per realizzarlo. All'unico testimone delle torture del regime dello Scià non ha posto nessuna domanda precisa, non ha indagato a fondo per sapere se le giustificazioni (a mio parere senza senso) delle brutalità del regime scaricate su "i servizi segreti" fossero in qualche maniera supportate da un qualche straccio di prova.
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E' stata, a mio giudizio, un'occasione persa dalla giovane regista, non solo di fare un bel film unico, ma soprattutto di poter fare i conti con la sua vita, con la storia dell'Iran.
Ha subìto per tutto il film il "fascino" opulento della monarca e della monarchìa, non si è preparata storicamente per realizzarlo. All'unico testimone delle torture del regime dello Scià non ha posto nessuna domanda precisa, non ha indagato a fondo per sapere se le giustificazioni (a mio parere senza senso) delle brutalità del regime scaricate su "i servizi segreti" fossero in qualche maniera supportate da un qualche straccio di prova.
Alla fine ciò che rimane è un'opera priva di alcun valore, sia sotto il profilo storico-documentario, che sulla personalità di Farah.
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