Horror,
durata 80 min.
- Italia 2009.
- Ellemme Group
uscita venerdì 14maggio 2010.
MYMONETROShadow
valutazione media:
3,01
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Partiamo col dire che Shadow è un buon film. Malgrado un soggetto scarno e minimalista (che comunque non risparmia qualche colpo di scena e capovolgimento di fronte), risulta ben sceneggiato e diretto in modo tecnicamente ineccepibile. Zampaglione, in questo suo secondo lavoro, dimostra di essere un regista vero, capace di usare la camera con un proprio stile, in grado di alternare tensione, suspense ed inquietudine; il tutto condito con movimenti azzeccati, nervosi, pieni di senso che inducono lo spettatore ad articolare il proprio spettro emotivo in modo complesso e variegato. Se da un lato Shadow sembra strizzare l'occhio ad un certo cinema di genere degli anni 70 (soprattutto italiano, anche se un paio di scene sembrano un tributo a Non aprite quella porta), dall'altro dimostra di non trascurare la contemporaneità del cinema horror europeo, in particolar modo francese.
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Partiamo col dire che Shadow è un buon film. Malgrado un soggetto scarno e minimalista (che comunque non risparmia qualche colpo di scena e capovolgimento di fronte), risulta ben sceneggiato e diretto in modo tecnicamente ineccepibile. Zampaglione, in questo suo secondo lavoro, dimostra di essere un regista vero, capace di usare la camera con un proprio stile, in grado di alternare tensione, suspense ed inquietudine; il tutto condito con movimenti azzeccati, nervosi, pieni di senso che inducono lo spettatore ad articolare il proprio spettro emotivo in modo complesso e variegato. Se da un lato Shadow sembra strizzare l'occhio ad un certo cinema di genere degli anni 70 (soprattutto italiano, anche se un paio di scene sembrano un tributo a Non aprite quella porta), dall'altro dimostra di non trascurare la contemporaneità del cinema horror europeo, in particolar modo francese. Atmosfere, situazioni, ambientazioni, ma anche regia e fotografia, in più di qualche caso, ricordano film quali Frontiers e Calvaire, malgrado l'assenza quasi totale di sangue (ad eccezione di qualche scena torture). Tuttavia, il merito più grande di questo film è quello di rappresentare un cinema di più ampie vedute (sebbene horror), un cinema "esportabile", dal respiro internazionale, che finalmente interrompe il flusso inarrestabile di "commedie all'italiana" che vanno forte al botteghino ma rendono il nostro cinema sempre più localistico e auto-referenziale.
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Anche i cantanti sanno fare i registi. Finalmente un "horror" italiano poco-italiano che potrebbe rilanciare il cinema nostrano di genere nel Mondo. Innovativo e ben girato, avvincente e thriller al punto giusto, anche se con (più di) qualche buchetto di sceneggiatura soprattutto verso l'inaspettato finale.
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Anche i cantanti sanno fare i registi. Finalmente un "horror" italiano poco-italiano che potrebbe rilanciare il cinema nostrano di genere nel Mondo. Innovativo e ben girato, avvincente e thriller al punto giusto, anche se con (più di) qualche buchetto di sceneggiatura soprattutto verso l'inaspettato finale. Un po' HOSTEL e un po' NON APRITE QUELLA PORTA. Buoni gli attori e la messinscena da film americano. Prodotto e distribuito da Massimo Ferrero. POCOITALIANO | ***
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Questo film guadagna una stella in più grazie ad un finale che rende molto più interessante e degno di nota ciò che si è visto per i tre quarti della durata dell'horror. Naturalmente non rivelerò niente proprio per non rovinare l'effetto sorpresa. Il film narra la storia di un biker che attraversa col suo zaino in spalla, luoghi naturali dispersi tra le montagne, ma purtroppo per lui si ritrova nel posto sbagliato al momento sbagliato (cosa che succede nel 90% degli horror). Da qui verrà perseguitato prima da loschi figuri, poi da un non ben specificato essere che si rivelerà davvero spietato. Detto questo, fino a qui non era pervenuto nulla di interessante, niente di nuovo, ma come detto prima il finale regala una chiave di lettura davvero apprezzabile.
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Questo film guadagna una stella in più grazie ad un finale che rende molto più interessante e degno di nota ciò che si è visto per i tre quarti della durata dell'horror. Naturalmente non rivelerò niente proprio per non rovinare l'effetto sorpresa. Il film narra la storia di un biker che attraversa col suo zaino in spalla, luoghi naturali dispersi tra le montagne, ma purtroppo per lui si ritrova nel posto sbagliato al momento sbagliato (cosa che succede nel 90% degli horror). Da qui verrà perseguitato prima da loschi figuri, poi da un non ben specificato essere che si rivelerà davvero spietato. Detto questo, fino a qui non era pervenuto nulla di interessante, niente di nuovo, ma come detto prima il finale regala una chiave di lettura davvero apprezzabile. [-]
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Sarebbe facile affermare che il film di mr Z. é un b movie, low cost, neanche troppo pauroso, brutta copia di film di 40 anni fa, recitato mediocremente, e confesso che mentre guardavo il film é quello che iniziavo a pensare anch'io, soprattutto per il tipo di costruzione della trama, che obbiettivamente ricalca storie già viste (buono incontra bella buona e insieme scappano dai cattivi), l'improbabilità di certe azioni dei protagonisti (perché il cacciatore spara?!? Perché scappi in MB lungo una strada se sei inseguito da una jeep?!?) e l'inspiegabilitá di certe situazioni (un cachettico che riesce ad imprigionare un montanaro di 100 kg).
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Sarebbe facile affermare che il film di mr Z. é un b movie, low cost, neanche troppo pauroso, brutta copia di film di 40 anni fa, recitato mediocremente, e confesso che mentre guardavo il film é quello che iniziavo a pensare anch'io, soprattutto per il tipo di costruzione della trama, che obbiettivamente ricalca storie già viste (buono incontra bella buona e insieme scappano dai cattivi), l'improbabilità di certe azioni dei protagonisti (perché il cacciatore spara?!? Perché scappi in MB lungo una strada se sei inseguito da una jeep?!?) e l'inspiegabilitá di certe situazioni (un cachettico che riesce ad imprigionare un montanaro di 100 kg)...la chiave di volta che fa rivalutare il tutto e alla cui luce tutto assume un senso, e un senso che funziona, é il colpo di scena finale, seppure anch'esso sia atteso (e su cui Z. si gioca la credibilità di regista thriller horror), che per una volta non é la solita sparata inutile che serve a colpire emotivamente lo spettatore e che poi, terminato il film, si dimentica. Per una volta il finale a sorpresa é parte integrante della lettura del film e rende ragione di alcune scelte, al momento della visione, apparentemente discutibili; tutto alla fine quadra, si spiega, e ciò consente anche a Z. di avere più libertà nella costruzione del film. Un'occasione giocata a mio avviso intelligentemente e che porterà i più a riguardarsi il film per cogliere alcuni particolari magari non afferrati alla prima visione. Z. ha ancora molta strada da fare ma questo film occupa un posto nella mia videoteca tra i DVD di due mostri sacri come Tarantino e Argento. [-]
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Il film parte davvero bene, con une balla fotografia e scenigrafia. Con un paesaggio mozzafiato, e un bell'attorino, che non si avvicina nè al classico figo marines appena uscito dalla disney, nè al bodybuilder enorme. Anche tutta la scena iniziale non è male, anche se leggermente forzata, e prevedibile, ma non male. Il seguito del film è però un mix di nosense e forzature ancora più grandi che faranno infuriare un qualsiasi osservatore leggermente pignolo. Mentre i protagonisti scappano in bici da due cacciatori arrabbiati, si ritrovano in un bosco nebbioso e sia i due cacciatori che i due ragazzi si perdono. Vengono poi catturati da un uomo biancastro e magrissimo, che non riesce neanche a camminare, e non mi spiego ancora come li abbia sollevati e portati nella sua sala delle torture.
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Il film parte davvero bene, con une balla fotografia e scenigrafia. Con un paesaggio mozzafiato, e un bell'attorino, che non si avvicina nè al classico figo marines appena uscito dalla disney, nè al bodybuilder enorme. Anche tutta la scena iniziale non è male, anche se leggermente forzata, e prevedibile, ma non male. Il seguito del film è però un mix di nosense e forzature ancora più grandi che faranno infuriare un qualsiasi osservatore leggermente pignolo. Mentre i protagonisti scappano in bici da due cacciatori arrabbiati, si ritrovano in un bosco nebbioso e sia i due cacciatori che i due ragazzi si perdono. Vengono poi catturati da un uomo biancastro e magrissimo, che non riesce neanche a camminare, e non mi spiego ancora come li abbia sollevati e portati nella sua sala delle torture.. Lo "smilzo", o l'assassino, o l'uomo cattivo, li tortura un po , e poi se ne va ad ammirare la sua stanza, piena di foto di hitler e di ebrei (foto che potrete trovare cercando su google "ebrei" , giuro.) . I 3 riescono a scappare ma poi due vengono catturati da una trappola per orsi e poi investiti dallo smilzo che aveva preso la macchina... il soldato invece sente la voce della compagna e la va a cercare, il problema è che sta compagna lo chiama una volta ogni mezz'ora, quindi lui la cerca in grotte lunghe centinaia di metri, e non si capisce dove sia.. alla fine la solita scena , il protagonista pianta una lama nella pancia del cattivo e se ne va...ma indovinate? è ancora vivo! mi sembra ovvio, succede così in ogni film, eppure è un marine, dovrebbe saper riconoscere uno vivo da uno morto...
il finale non è male, sicuramente sorprendente, ma è una cosa già vista, zampaglione non si è inventato nulla. Dico solo che anche " I puffi" finivano allo stesso modo (si, aveva una storia quel cartone) .
resta comunque un film decente, che può essere visto e non è neanche troppo "splatter" . dura solo 1ora e 20, e fidatevi, è un pregio. di solito i film vengono spinti fino a 100 minuti, solo per farli sembrare più lunghi e interessanti. Questo invece è forse troppo corto, zampaglione avrebbe potuto allungarlo con qualche spiegazione... Non si spiega infatti perchè lo smilzo voglia uccidere tutti, e poi perchè taglia un sopracciglio al soldato? e che ci fa col mezzobusto di "esplorando il corpo umano" in camera? ce l'avevo uguale io, da bambino... Restano comunque i complimenti a Zampaglione, è sicuramente migliore da regista che da cantante . [-]
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Federico Zampaglione leader dei tiromancino e (più o meno) regista firma un lavoro che lascia un po' con l'amaro in bocca. Un (semi)horror che fatta eccezione per qualche inquadratura e pochi attimi di suspance ha veramente poco del timbro italiano, piuttosto ricorda i pessimi torture-horror che ormai dominano nelle produzioni americani recenti quali Saw, Hostel, Non aprite quella porta, Le colline hanno gli occhi (il remake intendiamoci, non la pietra miliare di Wes Craven che anche se con qualche sbafatura è entrata ormai nella storia dell'horror di critica sociale). La storia è banale e il killer (sfigurato) è sempre lo stesso psicopatico muto che però questa volta sembra agisca per rabbia e per vendetta (anche se il film non ci spiega il motivo).
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Federico Zampaglione leader dei tiromancino e (più o meno) regista firma un lavoro che lascia un po' con l'amaro in bocca. Un (semi)horror che fatta eccezione per qualche inquadratura e pochi attimi di suspance ha veramente poco del timbro italiano, piuttosto ricorda i pessimi torture-horror che ormai dominano nelle produzioni americani recenti quali Saw, Hostel, Non aprite quella porta, Le colline hanno gli occhi (il remake intendiamoci, non la pietra miliare di Wes Craven che anche se con qualche sbafatura è entrata ormai nella storia dell'horror di critica sociale). La storia è banale e il killer (sfigurato) è sempre lo stesso psicopatico muto che però questa volta sembra agisca per rabbia e per vendetta (anche se il film non ci spiega il motivo). Qualche nota positiva comunque c'è anche in questo lavoro, intanto Zampaglione non usa il sangua a fiumi come invece succede in altri film dello stesso genere, anzi, riduce la sua comparsa al minimo, ma soprattutto vuole far riflettere sulla sofferenza e l'inutilità della guerra, da quella recente da dove proviene il protagonista (in Iraq) a quella passata (la Seconda guerra Mondiale) che ritorna più volte a far parlare di se nel film. Per concludere un finale che ci lascia con l'amaro in bocca e che verrà apprezzato o meno a seconda dei gusti dello spettatore. Si può vedere. [-]
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Non è affatto un horror, mi sembra più un thriller nero e cupo, angosciante a tratti, con attori pessimi ma una storia gradevole, ben ritmata e ricca di suspence. Regia promossa, ma non è un filmone. Complimenti a Zampaglione, meglio come regista che come cantante.
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Shadow, secondo lavoro di Federico Zampaglione dei Tiromancino, è un film che lascia molto perplessi: all'inizio, sembra di trovarsi in un film a stelle e strisce, una di quelle pellicole che hanno per protagonista il ragazzo della porta accanto che per sopravvivere è disposto a tutto.Affiancagli la ragazza conosciuta per caso e due INSPIEGABILI figure disposte a tutto pur di fargli la pelle, il perchè lo si chieda a Zampaglione, e il filmetto horror-splatter è fatto. Ben presto però ci si rende conto di essere in territorio italiano (vedi i divieti di fumo nella baita) e che la pellicola è classificabile come Low-cost. Sebbene nel complesso il film possa risultare anche appena sufficiente, considerando che si tratta di un giovane regista emergente, un occhio più attento e pignolo non può lasciarsi sfuggire inesattezze, assonanze e effetti speciali da filmino amatoriale.
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Shadow, secondo lavoro di Federico Zampaglione dei Tiromancino, è un film che lascia molto perplessi: all'inizio, sembra di trovarsi in un film a stelle e strisce, una di quelle pellicole che hanno per protagonista il ragazzo della porta accanto che per sopravvivere è disposto a tutto.Affiancagli la ragazza conosciuta per caso e due INSPIEGABILI figure disposte a tutto pur di fargli la pelle, il perchè lo si chieda a Zampaglione, e il filmetto horror-splatter è fatto. Ben presto però ci si rende conto di essere in territorio italiano (vedi i divieti di fumo nella baita) e che la pellicola è classificabile come Low-cost. Sebbene nel complesso il film possa risultare anche appena sufficiente, considerando che si tratta di un giovane regista emergente, un occhio più attento e pignolo non può lasciarsi sfuggire inesattezze, assonanze e effetti speciali da filmino amatoriale. La storia non convince molto, i marines che dovrebbero essere in Iraq(paese prevalentemente desertico) si trovano tra folti e rigogliosi arbusti verdeggianti da paesaggio nord americano; i due cacciatori che darebbero la vita pur di ammazzare un perfetto sconosciuto; una tipo losco e scheletrico che sembra uscito da una scena fetish che cattura e uccide chiunque , anche se in una zona simile praticamente neanche apposta riusciresti ad andarci . Insomma, un misto tra Le colline hanno gli occhi, Hostel e Non aprite quella porta.Tutti e 3 film che hanno lasciato il segno nel cinema horror-splatter. Lo stesso Zampaglione è un fan accanito del genere, e forse per questo si è lasciato troppo prendere la mano e ha fallito l'occasione. Rimandato a Settembre!
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