Orphan

Orphan è un film nero, non noir, non giallo, non horror. Forse ci si dovrebbe concentrare meglio sulla trama, guardarselo attentamente per scoprire che le catalogazioni possono anche variare. Orphan è davvero un film nero, dove l'innocenza si mescola sapientemente sia alla perfidia insita nell'animo umano, sia alla leggerezza di chi dovrebbe soccorrere una situazione apparentemente 'normale' ma si schiera su concetti e teorie che nulla hanno a che vedere con l'oggettività di una situazione che lampeggia di pericolo, trascinando nell'orrore un'intera famiglia. Nulla è risparmiato, neppure l'innocenza pura della bambina sordomuta, che per paura della nuova sorella adottiva soggiace alle sue terrificanti malefatte divenendone inconsapevolmente complice e testimone. La madre, interpretata da Vera Farmiga, è una donna devastata dalla morte di una figlia, da un marito che ama ma che l'ha tradita in tutti i modi in cui una donna puo' esserlo, cede all'alcol e per questo sarà la vittima sacrificale principale. Adotta Esther pur non essendone veramente convinta, e come i suoi veri figli comprenderà ben presto che i suoi dubbi saranno la porta di un inferno che inghiottirà tutto il buono che in lei è rimasto. Ottimo è il cast, decisamente brava nel suo ruolo di 'bimba cattiva' è la protagonista, Esther, interpretata da Isabelle Furhman.
A mio avviso un film da vedere e da apprezzare senza troppe delusioni se, alla fine, l'impressione iniziale non è quella di un vero horror. E' il caso di dire che nonostante tutto, il vero film 'di paura', può essere proprio nell'ordinaria vita di una famiglia normale.