Nemico Pubblico - Public Enemies

Gangester. Storie di gente per male, Hollywood ne fa a raffica.

In America esce il Tornano i gangster. Forse il cinema ha bisogno di loro per regolare i conti, almeno con T la fantasia, con le banche matrigne. Così riecco la Chicago anni Trenta, con le sue prime armi automatiche. Riecco Al Capone - il progetto è di Brian De Palma - e riecco anche Lucky Luciano - con la firma di Martin Scorsese. Ma il primo della lista è John Dillinger, il rapinatore americano più ricercato all'epoca della Grande depressione, interpretato dal divo Johnny Depp in Nemico pubblico di Michael Mann (nelle sale americane dal primo luglio, l'uscita italiana sarà a dicembre).
Il Nemico pubblico di Mann racconta un Dillinger che sembra Robin Hood, il vendicatore delle vittime delle banche, colpevoli del crac del '29. Non è un capolavoro, ma la ricostruzione storica operata dal pignolo regista di Collateral e Miami Vice è grandiosa e maniacale. Perfetta la colonna sonora d'epoca, ottime le interpretazioni del cast, guidato da un protagonista consapevole di avere tra le mani il ruolo della vita. Confessa Depp: «Dillinger era il mito di mio nonno all'epoca del proibizionismo. Sognavo di interpretarlo fin da ragazzino, per me era davvero Robin Hood». 4
Grande somiglianza fisica, recitazione misurata, lontana dalle interpretazioni sopra le righe cui ci aveva abituato negli ultimi anni, Depp coglie la doppia faccia di un rapinatore amante del lusso e della bella vita, dallo sguardo spietato ma anche capace di leale amicizia verso i compagni e di amore e dedizione verso la compagna Evelyne «Billie» Frechette (interpretata dalla francese Marion Cotillard).
Per aneddoti, il film sul bandito che terrorizzò e affascinò Chicago, una mezza dozzina di Stati del Midwest e poi l'America intera, può sembrare fin troppo romanzesco. Ma quasi tutti gli episodi sono fedeli alla cronaca. Compresi quelli in cui il nostro si mette a cantare dopo una rapina o quando, a una ragazza ostaggio che viaggia sul predellino dell'auto in fuga, regala il cappotto contro il freddo.
Diilinger fu ucciso nei 1934 all'uscita dai Chicago Biograph Theater (aveva visto il film Manhattan Melodrama, con Clark Gabie che faceva il gangster), in un'operazione diretta dall'agente federale Melvin Purvis (nel film di Mann è Christian Baie). Il fascino di Depp offre un'allure mitïzzante al personaggio che farà discutere. Ma è il rischio che questi film hanno sempre corso, fin dagli esordi del gangster movie negli anni Trenta, con la triade Scarface. Lo sfregiato (di Howard Hawks), Piccolo Cesare (Mervyn LeRoy) e Nemico pubblico (William A. Wellman). Del resto, come scrive nel suo saggio Jack Sheridan (E cinema gangsteristico americano. Sogni e vicoli ciechi, Edizioni Dedalo, pp. 435, euro 15,50), «la pericolosità di questo genere ha imposto a lungo un rifiuto da parte di critici e industria, perché questo tipo di film fa affiorare i nostri più profondi impulsi psicologici, cui sfuggiamo aderendo alle norme sociali…». Nel '72 era partita la trilogia del Padrino, il genere aveva conquistato Hollywood e, negli Ottanta, aveva trionfato con Scarface e Gli intoccabili di Brian De Palma. A sostituire le icone di Paul Muni, Edward G. Robinson e James Cagney sono arrivati nuovi gangster con il carisma di Marlon Brando, Robert De Niro, Al Pacino.
Ora è la volta di Johnny Depp.
A rivitalizzare il genere sono intervenuti anche i quattro oscar a The Departed. Il bene e il male di Martin Scorsese (film che-rifaceva l'asiatico Infernal Affairs di Wai Keung Lau), dove il personaggio di Jack Nicholson s'ispirava a John Martorano, criminale americano, reo confesso di venti omicidi commessi nell'area di Boston (arrestato nel 1995 e rilasciato nel 2007). E la notizia che Martin Scorsese sta scrivendo con William Monahan un film biografico su Martorano (non si sa se ancora interpretato da Nicholson) è stata accolta con sgomento dai bostoniani, che temono una «lettura» eroica dei crimini commessi all'epoca.
Se il grande schermo ha grandi progetti, anche la tv - dopo il successo di I Soprano - non scherza. Sempre Martin Scorsese si prepara a girare il pilota della serie Hbo The Boardwalk Empire (L'Impero sul lungomare), tratto dall'omonimo libro di Nelson Johnson (2002), che racconta il tentativo di Lucky Luciano di trasformare la tranquilla Atlantic City nella capitale del gioco d'azzardo della costa est.
E, tra tanti «guardie e ladri» firmati Hollywood, recentemente si è visto anche un nemico pubblico francese: Vincent Cassel ha incarnato con successo Jacques Mesrine (rapinatore e assassino, ucciso dalla polizia nel '79) in due film: Nemico pubblico. L’istinto di morte e Nemico pubblico. L'ora della fuga (disponibili in Italia da luglio in dvd).
Non tutti i ritorni però hanno vita facile. Brian De Palma fatica a trovare un nuovo AI tapone per il prequel di Gli intoccabili (si chiamerà The untouchables Capone Rising). A sostituire Robert De Niro nel ruolo del boss («sei solo chiacchiere e distintiva»…) pareva dovesse essere Nicolas Cage, ma l'ipotesi sembra caduta. L'annuncio del remake della storia di Bonnie e Clyde ha invece fatto arrabbiare Faye Dunaway, protagonista con Warren Beatty dell'originale (1967). Saputo che il ruolo che fu suo toccherà alla star disneyana Hilary Duff, ha esclamato: «Ma non potevano scegliere un'attrice vera?». Piccata, la giovane protagonista di Cinderella Story ha replicato che il suo folto pubblico «non ricorda la vecchia Bonnie» e «non ha visto il vecchio film».
Da Il Venerdì di Repubblica, 19 giugno 2009

di Arianna Finos, 19 giugno 2009