L'uomo che verrà |
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Un film di Giorgio Diritti.
Con Alba Rohrwacher, Maya Sansa, Claudio Casadio, Greta Zuccheri Montanari, Stefano Bicocchi.
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Drammatico,
Ratings: Kids+16,
durata 117 min.
- Italia 2009.
- Mikado Film
uscita venerdì 22 gennaio 2010.
MYMONETRO
L'uomo che verrà
valutazione media:
3,96
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Sbiadita elegia di una stragedi gianleo67Feedback: |
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mercoledì 16 maggio 2012 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Le tragiche vicende della strage di Marzabotto vissute attraverso la storia di una piccola comunità di contadini delle valli bolognesi e centrate sulla figura di una bambina (divenuta) muta che attende la nascita del suo nuovo fratellino con una attesa carica di amore e di speranza per il futuro. La narrazione di Diritti vorrebbe assecondare uno stile di asciutto realismo sociologico utilizzando elelmenti convenzionali: l'accuratezza dell'ambientazione storica, una precisa collocazione geografica, l'uso rigoroso di uno stretto dialetto romagnolo.L'obiettivo è centrato solo in parte e comunque soffre di una certa esteriorità della messa in scena e dello sviluppo drammaturgico. Si offre un certo schematismo tanto nella definizione dei diversi caratteri quanto dei 'gruppi sociali' cui questi appartengono siano essi i poveri contadini delle valli romagnole,l'arroganza sprezzante delle istituzioni fasciste, la ferocia irridente dell'esercito e degli ufficiali nazisti, finanche la caritatevole premura dei parroci di campagna.E' come se l'attenzione e la cura per l'ambientazione riducessero i personaggi a sfocate figure di contorno o meglio elementi necessari ma statici della cornice narrativa. Anche i dialoghi appaiono sovente improntati ad una imbarazzante ingenuità programmatica disvelando punti di vista preconcetti o semplicisticamente ideologici: il giudizio che esprime la popolazione locale sul senso della guerra o sul ruolo dell'esercito tedesco,l'impatto emotivo sui bambini delle atrocità commesse tanto dall'una che dall'altra fazione in campo, l'atteggiamento di patetica condiscendenza di certi sfollati 'cittadini', etc. Alcune scene o elementi narrativi sfiorano il ridicolo o il risibile come quella dei bambini che giocano alla 'fucilazione', piuttosto che la maschera grottesca con cui si dipinge il malvagio voltagabbana che transita dalle fila dei partigiani a quelli dell'esercito crucco, ovvero l'ufficiale medico nazista che salva dalla massa di corpi di cui ha fatto strage quello di una giovane donna che a suo dire 'rassomiglia alla moglie' e che si mette amorevolmente a curare. Perfino alcuni spunti interessanti come lo sviluppo intimista nella descrizione della piccola (e brava) protagonista femminile e l'elemento simbolico (diremmo cristologico) rappresentato dalla speranza per il nascituro fratellino non sono adeguatamente valorizzati dall'attenzione registica e dallo sviluppo della storia, ora piatta ora banalmente scontata e comunque eccessivamente lunga. Peccato in quanto il tragico lirismo preannunciato dal drammatico piano sequenza che apre ( e chiude) la storia sconta una esito molto al di sotto delle pur legittime aspettative sull'autore. Sbiadito.
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