Land of the Lost |
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Un film di Brad Silberling.
Con Jorma Taccone, Raymond Ochoa, Pollyanna McIntosh, Mousa Kraish, Logan Manus.
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Avventura,
Ratings: Kids+13,
durata 101 min.
- USA 2009.
- Universal Pictures
uscita venerdì 11 dicembre 2009.
MYMONETRO
Land of the Lost
valutazione media:
2,15
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Titolo accattivante per un film vuotodi dario cartaFeedback: 4414 | altri commenti e recensioni di dario carta |
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venerdì 9 aprile 2010 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Ennesimo ricorso alla miglior fantasia di tempi più prolifici d'idee,"Land of the Lost"si ispira alla serie televisiva omonima degli anni settanta,ideata e scritta dal binomio Sid e Marty Krofft,entrambi produttori della serie successiva di quasi vent'anni dopo e oggi della pellicola diretta da Brad Silberling. Prodotto povero d'inventiva e contenuti,in "Land of the Lost" non appare neanche il ricordo della scherzosa comicità dei programmi per i palinsesti televisivi americani diretti ai ragazzi ogni sabato mattina. Gli opinionisti hollywoodiani dell'epoca spiegavano la felice riuscita della serie televisiva come manifestazione di una tendenza sociale che vedeva le famiglie americane riunite sul divano di casa a condividere le avventure della famiglia Marshall,nella quale potevano trovare modo di riconoscersi ed identificarsi. Nel film di Silberling,nel quale appare evidente l'intenzione di conformarsi il più possibile allo stampo proposto quaranta anni fa sul piccolo schermo,Will Ferrell(sedicente professore con lo stesso nome della famiglia originale,Marshall) e Danny McBride si agitano con poca convinzione in farneticanti situazioni ben oltre il grottesco,perdendo lena ed energia nella ricerca di un assurdo che fallisce peranco la comicità del demenziale. Il concetto originale della serie televisiva,l'espansione fantastica vista dagli occhi dei ragazzi,verso un mondo sconosciuto,avventuroso,posizionato in una dimensione temporale lontana dalle precognizioni convenzionali fra passato e futuro,nel film di Silberling perde la sua identità e si annulla in una sequela di vaneggiamenti ben poco adatti ad un pubblico bambino,ma puntuali ad affliggere l'intelligenza di spettatori più adulti,illusi dalla lusinga di un titolo cui non segue alcun sogno. Purtroppo per tutti,la vacuità del contenuto prevarica l’aspetto farsesco del film ed il nullismo,anziché veicolare ilarità allo spettatore,finisce per stuccare ed irritare. Silberlig,lasciati alle spalle idealismi ed empatie registiche ("City of Angels","Moonlight Mile","Lemony Snicket"),esaspera il concetto di divertissement e imbastisce un prodotto grossolano e posticcio dove il disimpegno non basta a giustificare la trivialità di brandelli di immagini a stento cuciti fra loro a formare l'idea di una trama compiuta.
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