laulilla
|
martedì 27 aprile 2010
|
un bambino difficile
|
|
|
|
Il piccolo Alessandro vive da solo, con la mamma Giulia, in una casa sul lago, dalla morte del padre, avvenuta per annegamento qualche anno prima, cioè quando era piccolissimo e quindi incapace di ricordare. Come sappiamo dalla psicanalisi, tuttavia, se i ricordi in tenerissima età sono rarissimi e difficili, i fatti che coinvolgono i nostri primi anni si imprimono ugualmente nella nostra mente e determinano in seguito i nostri comportamenti. Nel caso di Alessandro, la morte del padre sembra aver determinato una vera angoscia per l'acqua, percepita come oscuro e minaccioso pericolo. A sconvolgere il mondo del piccino è anche l'inaspettato giungere dello zio Claudio, intenzionato a vendere la sua parte di proprietà della casa in cui abitano madre e figlio.
[+]
Il piccolo Alessandro vive da solo, con la mamma Giulia, in una casa sul lago, dalla morte del padre, avvenuta per annegamento qualche anno prima, cioè quando era piccolissimo e quindi incapace di ricordare. Come sappiamo dalla psicanalisi, tuttavia, se i ricordi in tenerissima età sono rarissimi e difficili, i fatti che coinvolgono i nostri primi anni si imprimono ugualmente nella nostra mente e determinano in seguito i nostri comportamenti. Nel caso di Alessandro, la morte del padre sembra aver determinato una vera angoscia per l'acqua, percepita come oscuro e minaccioso pericolo. A sconvolgere il mondo del piccino è anche l'inaspettato giungere dello zio Claudio, intenzionato a vendere la sua parte di proprietà della casa in cui abitano madre e figlio. L'accoglienza affettuosa di Giulia pare aver creato nel bambino una profonda gelosia, aggravata dal comportamento dello zio, che in casa si muove da padrone e che, forse per gioco, lo sfida alla boxe, spingendolo nel lago, e provocando in lui la sensazione che, in realtà, questi desideri la sua morte. Matura nella mente di Alessandro, perciò, un profondo odio, unito al desiderio di vendicarsi. Utilizzerà, a questo fine, le sue conoscenze da meccanico per sabotare i freni dell'auto di Claudio, ma le cose si complicheranno ed egli si troverà in commissariato a ricostruire, attraverso i propri ricordi, anche le ragioni del suo comportamento. Il commissario di polizia, spinto dalla pietà per il piccolo, lo aiuterà con pazienza e, direi, con affetto paterno a far a poco a poco emergere dal buio i ricordi penosi e angosciosi, tanto che nella mente di Alessandro l'immagine ora ricordata del padre e quella del commissario, finiscono per confondersi. La riemersione ci riporta ancora una volta alla metafora dell'acqua, pericolo minaccioso, ma anche elemento di vita, di rigenerazione, liquido amniotico per la rinascita, per affacciarsi, forse, al mondo della consapevolezza e della responsabilità. Il film ci conduce abilmente nel groviglio dei ricordi confusi e delle sensazioni del bambino, perché è raccontato dal suo punto di vista lo svolgersi degli eventi. Alessandro, però, a differenza di molti bambini del cinema, spesso rappresentati secondo i complementari luoghi comuni del Pierino-la- peste o dell'innocente e lezioso rompiscatole, è invece un bambino difficile, con comportamenti infantili, ma con pensieri, inquietudini, rimozioni più grandi di lui, e tutto ciò è benissimo narrato perché il regista mostra grande sensibilità ed empatia nei confronti del mondo infantile, senza creare nello spettatore ottimistiche illusioni, essendo consapevole anche che i bambini possono essere capaci di comportamenti volutamente crudeli. Alessandro è un bravissimo Lorenzo Vavassori, interprete perfetto ed espressivo, in buona compagnia degli altri attori e in particolare di una grande Paola Cortellesi. Un piccolo film, molto interessante e da vedere.
[-]
[+] attenzione: spoiler!
(di chancy)
[ - ] attenzione: spoiler!
|
|
[+] lascia un commento a laulilla »
[ - ] lascia un commento a laulilla »
|
|
d'accordo? |
|
everlong
|
mercoledì 2 febbraio 2011
|
"simbolismo etologico e psicanalitico"
|
|
|
|
Dramma familiare e giallo psicanalitico, la fisica dell'acqua si sviluppa attraverso una sceneggiatura altamente simbolica. L'acqua rappresenta il ponte che collega le inquietudini e i timori di un bambino con la sua memoria più atavica, con i primi ricordi da infante di pochi mesi. L'acqua è l'insuperabile ostacolo che impedisce di nuotare, è l'acquazzone che annuncia il ritorno dello zio Claudio e che rovina la festa di compleanno, è la silenziosa compagna nelle scene di tensione e presenza fissa in allucinazioni inquietanti. Ma è anche fonte di vita per ogni creatura (scena del barattolo di girini), risorsa primaria ed indispensabile che ci accomuna ad ogni forma di vita, animale o vegetale che sia.
[+]
Dramma familiare e giallo psicanalitico, la fisica dell'acqua si sviluppa attraverso una sceneggiatura altamente simbolica. L'acqua rappresenta il ponte che collega le inquietudini e i timori di un bambino con la sua memoria più atavica, con i primi ricordi da infante di pochi mesi. L'acqua è l'insuperabile ostacolo che impedisce di nuotare, è l'acquazzone che annuncia il ritorno dello zio Claudio e che rovina la festa di compleanno, è la silenziosa compagna nelle scene di tensione e presenza fissa in allucinazioni inquietanti. Ma è anche fonte di vita per ogni creatura (scena del barattolo di girini), risorsa primaria ed indispensabile che ci accomuna ad ogni forma di vita, animale o vegetale che sia. E' attraverso questo percorso liquido che si dipana la personalità del piccolo protagonista, costantemente in confronto con le basi più istintuali e animali della natura umana, perché in fondo la sua purezza trova giustificazione proprio in questo, anche quando in grado di avvicinarsi al male. Come viene sottolineato dal film, la differenza tra uomini e animali sta proprio nell'incoscienza della distinzione tra bene e male e, sebbene l'acqua incomba come una presenza malingna nella mente del protagonista, egli agisce per quel piccolo cucciolo che ancora è, in lotta per la sopravvivenza contro un male celato in una memoria lontana e troppo difficile da far emergere (ma che comunque produce i suoi effetti). Per questo, il male visto, il male conosciuto diventano una forma istintuale d'azione che giustificano un complesso di edipo non innato bensì generato, come forma di difesa, dall'incontro troppo precoce con la sofferenza. Riallacciare un legame con la memoria da cucciolo animale significa trasformarsi nell'essere culturale che è l'uomo, prendendo atto, in modo consapevole, del dolore e delle ragioni della paura; significa vedere l'acqua sotto una luce diversa, nuotarci dentro senza timore, seguendo un percorso di metamorfosi. In questo arduo cammino, il piccolo Alessandro troverà l'aiuto di un commissario deus ex machina, l'unico in grado di innescare il meccanismo e di assumere le sembianze del padre dimenticato e mai riemerso dal liquido abisso.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a everlong »
[ - ] lascia un commento a everlong »
|
|
d'accordo? |
|
m.d.c
|
domenica 2 maggio 2010
|
un noir sulle ferite dell'infanzia
|
|
|
|
Diabolico ragazzino il piccolo Alessandro (l'esordiente L. Vavassori)le tenta tutte per liberarsi dell'ingombrante presenza dello zio paterno Claudio Amendola,tornato dal passato con l'intenzione di turbare l'equilibrio familiare costruito dal bambino, dopo la morte prematura del padre,con la iperprotettiva madre Paola Cortellesi. Così gli inspiegabili attentati (si va da un intero guardaroba bruciato al sole estivo, alla manomissione dei freni della motocicletta del collerico zio che si inabissa nel lago)appaiono come le azioni distruttive di una personalità malvagia che alberga nell'angelico Alessandro, quasi ad avvalorare quella teoria del "perverso polimorfo" che sarebbe latente in ogni ragazzino.
[+]
Diabolico ragazzino il piccolo Alessandro (l'esordiente L. Vavassori)le tenta tutte per liberarsi dell'ingombrante presenza dello zio paterno Claudio Amendola,tornato dal passato con l'intenzione di turbare l'equilibrio familiare costruito dal bambino, dopo la morte prematura del padre,con la iperprotettiva madre Paola Cortellesi. Così gli inspiegabili attentati (si va da un intero guardaroba bruciato al sole estivo, alla manomissione dei freni della motocicletta del collerico zio che si inabissa nel lago)appaiono come le azioni distruttive di una personalità malvagia che alberga nell'angelico Alessandro, quasi ad avvalorare quella teoria del "perverso polimorfo" che sarebbe latente in ogni ragazzino. Ma in realtà una spiegazione ad un comportameno così cruento c'è, ed è legata alla paura dell'acqua che l'inquieto giovinetto ha fin dalla nascita; sarà la figura dell'enigmatico commissario-guida Stefano Dionisi a spingere il bambino verso una verità nascosta. Costruito con sapienza su una sceneggiatura attenta alle svolte della vicenda, tutte psicologicamente attendibili, La fisica dell'acqua(bel titolo che allude alla complessità di un elemento che assume connotazioni inquietanti)svela, come ogni noir dovrebbe fare, le sue carte poco alla volta, alternando colpi di scena ad immagini fascinose (costruite con grande ricercatezza, forse troppa). E se un paio di espedienti narrativi suonano un pò artificiosi (la confessione da parte del piccolo protagonista dei suoi delitti registrata da una telecamera, la vera identità del commissario)il film procede serrato verso la sua rivelazione finale, ribaltando i ruoli di vittime e carnefici. A Felice Farina e ai suoi sceneggiatori va il merito di avere orchestrato abilmente questa vicenda di turbamenti infantili e ferite rimosse indagando,con una disinvoltura che ha pochi precedenti nel nostro cinema, nelle zone d'ombra di una innocenza violata. Non è arduo ipotizzare che deve essere stata questa visione poco conciliante e socialmente sgradevole dell'infanzia e della famiglia a paralizzare l'uscita del film, che è stato tenuto in naftalina per più di cinque anni prima di venire mostrato al pubblico. Matteo De Chiara
[-]
|
|
[+] lascia un commento a m.d.c »
[ - ] lascia un commento a m.d.c »
|
|
d'accordo? |
|
august robert fogelbergrota
|
sabato 6 marzo 2010
|
un film molto convincente
|
|
|
|
La fisica dell’acqua e di Felice Farina è un film molto convincente. Probabilmente senza alcune scene eccessivamente melodrammatiche come la corsa del piccolo protagonista in realtà un Amleto in miniatura Alessandro (Lorenzo Vavassori) insegue l’auto dello zio e della madre e un po’ più di budget poteva essere un capolavoro assolutocce avrebbe potuto rilanciare il cinema di genere in Italia . Sicuramente ancora meglio dei cattivi dormono in pace di Akira Kuroswa farina riesce a portare senza forzature il mondo di William Shakespeare nell’Italia contemporanea presentando con una precisione molto bella la natura della provincia di Verbagna e l’architettura modernista italiana. Una dicotomia tra architettura e realtà psicologica che non si vedeva dai tempi di Michelangelo Antognioni.
[+]
La fisica dell’acqua e di Felice Farina è un film molto convincente. Probabilmente senza alcune scene eccessivamente melodrammatiche come la corsa del piccolo protagonista in realtà un Amleto in miniatura Alessandro (Lorenzo Vavassori) insegue l’auto dello zio e della madre e un po’ più di budget poteva essere un capolavoro assolutocce avrebbe potuto rilanciare il cinema di genere in Italia . Sicuramente ancora meglio dei cattivi dormono in pace di Akira Kuroswa farina riesce a portare senza forzature il mondo di William Shakespeare nell’Italia contemporanea presentando con una precisione molto bella la natura della provincia di Verbagna e l’architettura modernista italiana. Una dicotomia tra architettura e realtà psicologica che non si vedeva dai tempi di Michelangelo Antognioni. Bravissimi tutti gli attori soprattutto Stefano Dionisi che dai tempi di Farinelli non recitava in maniera così convincente. Duro , spigoloso ma anche pieno d’affetto e di comprensione domina lo schermo con una prontezza di spirito molto buona. Molto brava a presentare uan donna normale piena di piccoli problemi e nervosi Paola Cortellesi la mamma di alesando Giulia che vive lacerata tra l’attrazione per lo zio Claudio e le responsabilità per il figlio e la squadra di ginnastica ritmica che allena. Un prova convincete ottenuta recitando e costruendo un personaggio complessa. Chi stupisce di più è il ruolo per altri non con molto spazio dello zio Claudio che è un Claudio Amendola inedito mai così convincente. Lo avevamo visto negli anni Novanta nei panni del duro e spesso infido in numerosi film i migliori francesi e come protagonista di serie televisive e film di Vanziana presentare una maschera, ma qui presenta un personaggio Claudio sicuramente duro facilone e approfittatore ma anche pieno di umanità e difficili problematiche. Alettando convincenti sono gli altri ruoli più piccoli ma soprattutto la fotografia semplice chiara e perfetta e la luce bellissima e conturbante. Bellissime le musiche ed anche il montaggio ed il film scorre bene con momenti molto poetici che sembrano ricordare la promessa di sean penn inoltre Farina riesce a condensare la storia in soli 78 minuti che è molto poco. Un’opera che merita di essere vista e speriamo possa segnare una ripresa del cinema italiano e forse tra un anno essere presente alla notte degli Oscar
Robert Fogelberg Rota
[-]
[+] solo una correzione
(di lele85pig)
[ - ] solo una correzione
|
|
[+] lascia un commento a august robert fogelbergrota »
[ - ] lascia un commento a august robert fogelbergrota »
|
|
d'accordo? |
|
slowfilm.splinder.com
|
mercoledì 28 aprile 2010
|
esteticamente ricercato, ma artificiale.
|
|
|
|
La Fisica dell’Acqua è un thriller (per quanto descrittivo e rallentato) con due misteri da svelare subito: si tratta di un film del 2004, distribuito solo adesso, e non è l’opera di un ambizioso esordiente, bensì di un Felice Farina cinquantacinquenne che in teatro, cinema e tv ha fatto più o meno tutto, dall’attore al regista, al produttore; uomo di certo dotato d’energia e d’ingegno, nel tempo libero è anche scultore. L’amore per le varie espressioni dell’arte e le diverse possibilità del racconto che ognuna possiede, portano il film a una costruzione disarmonica, dove ogni elemento, indipendentemente dagli altri, rincorre un’idea di aulica bellezza ripiegata in se stessa.
La Fisica dell’Acqua si distingue immediatamente per la ricerca nella fotografia, nell’inquadratura e i colori: superfici trasparenti e riflettenti, ambienti che invadono il campo fino a far sparire gli attori, toni freddi all’interno di scene geometriche.
[+]
La Fisica dell’Acqua è un thriller (per quanto descrittivo e rallentato) con due misteri da svelare subito: si tratta di un film del 2004, distribuito solo adesso, e non è l’opera di un ambizioso esordiente, bensì di un Felice Farina cinquantacinquenne che in teatro, cinema e tv ha fatto più o meno tutto, dall’attore al regista, al produttore; uomo di certo dotato d’energia e d’ingegno, nel tempo libero è anche scultore. L’amore per le varie espressioni dell’arte e le diverse possibilità del racconto che ognuna possiede, portano il film a una costruzione disarmonica, dove ogni elemento, indipendentemente dagli altri, rincorre un’idea di aulica bellezza ripiegata in se stessa.
La Fisica dell’Acqua si distingue immediatamente per la ricerca nella fotografia, nell’inquadratura e i colori: superfici trasparenti e riflettenti, ambienti che invadono il campo fino a far sparire gli attori, toni freddi all’interno di scene geometriche. Inseguendo, forse, un modo di descrivere il mondo che proprio nel 2004, con 2046 di Wong Kar Wai (e di Christopher Doyle), trovava il suo apice e cominciava il suo declino.
Alla ricerca estetica si accompagnano le tensioni letterarie. Il vero punto debole del film è nell’artificiosità della scrittura, implausibile e macchinosa sia nei dialoghi e nella resa della voce interiore del protagonista, sia nella costruzione della storia nel suo complesso e nella ricerca di ripetute simbologie (l’armadio vuoto, la stessa paura dell’acqua) molto marcate e non particolarmente originali. La storia, che si ispira in parte all’Amleto, trova il suo personaggio principale in un bambino che si prodiga in improbabili considerazioni sul mondo, l’uomo e l’esistenza, affiancato dalla madre Paola Cortellesi e lo zio Claudio Amendola, non particolarmente brillanti e totalmente sacrificati all’idea che muove lo script.
La Fisica dell’Acqua appare, dunque, come una vetrina dove mettere in mostra da una parte le abilità tecniche, dall’altra un tentativo di scrittura che ricorda le suggestioni che solitamente muovono i cortometraggi, col risultato di un film artificiale e inverosimile, spesso poco sincero. slowfilm.splinder.com
[-]
[+] mi era sorto il sospetto
(di francesco2)
[ - ] mi era sorto il sospetto
|
|
[+] lascia un commento a slowfilm.splinder.com »
[ - ] lascia un commento a slowfilm.splinder.com »
|
|
d'accordo? |
|
|