La fisica dell'acqua |
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Un film di Felice Farina.
Con Claudio Amendola, Paola Cortellesi, Stefano Dionisi, Lorenzo Vavassori.
continua»
Drammatico,
durata 76 min.
- Italia, Svizzera, Francia 2009.
- Iris Film Distribution
uscita venerdì 30 aprile 2010.
MYMONETRO
La fisica dell'acqua
valutazione media:
2,88
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Un noir sulle ferite dell'infanziadi M.D.CFeedback: 5834 | altri commenti e recensioni di M.D.C |
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domenica 2 maggio 2010 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Diabolico ragazzino il piccolo Alessandro (l'esordiente L. Vavassori)le tenta tutte per liberarsi dell'ingombrante presenza dello zio paterno Claudio Amendola,tornato dal passato con l'intenzione di turbare l'equilibrio familiare costruito dal bambino, dopo la morte prematura del padre,con la iperprotettiva madre Paola Cortellesi. Così gli inspiegabili attentati (si va da un intero guardaroba bruciato al sole estivo, alla manomissione dei freni della motocicletta del collerico zio che si inabissa nel lago)appaiono come le azioni distruttive di una personalità malvagia che alberga nell'angelico Alessandro, quasi ad avvalorare quella teoria del "perverso polimorfo" che sarebbe latente in ogni ragazzino. Ma in realtà una spiegazione ad un comportameno così cruento c'è, ed è legata alla paura dell'acqua che l'inquieto giovinetto ha fin dalla nascita; sarà la figura dell'enigmatico commissario-guida Stefano Dionisi a spingere il bambino verso una verità nascosta. Costruito con sapienza su una sceneggiatura attenta alle svolte della vicenda, tutte psicologicamente attendibili, La fisica dell'acqua(bel titolo che allude alla complessità di un elemento che assume connotazioni inquietanti)svela, come ogni noir dovrebbe fare, le sue carte poco alla volta, alternando colpi di scena ad immagini fascinose (costruite con grande ricercatezza, forse troppa). E se un paio di espedienti narrativi suonano un pò artificiosi (la confessione da parte del piccolo protagonista dei suoi delitti registrata da una telecamera, la vera identità del commissario)il film procede serrato verso la sua rivelazione finale, ribaltando i ruoli di vittime e carnefici. A Felice Farina e ai suoi sceneggiatori va il merito di avere orchestrato abilmente questa vicenda di turbamenti infantili e ferite rimosse indagando,con una disinvoltura che ha pochi precedenti nel nostro cinema, nelle zone d'ombra di una innocenza violata. Non è arduo ipotizzare che deve essere stata questa visione poco conciliante e socialmente sgradevole dell'infanzia e della famiglia a paralizzare l'uscita del film, che è stato tenuto in naftalina per più di cinque anni prima di venire mostrato al pubblico. Matteo De Chiara
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