Io sono l'amore |
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Un film di Luca Guadagnino.
Con Tilda Swinton, Flavio Parenti, Edoardo Gabbriellini, Alba Rohrwacher, Pippo Delbono.
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Commedia,
Ratings: Kids+16,
durata 120 min.
- Italia 2009.
- Mikado Film
uscita venerdì 19 marzo 2010.
MYMONETRO
Io sono l'amore
valutazione media:
2,70
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Poteva dirici qualcosa dell'italia di oggi.di auro78Feedback: |
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lunedì 2 maggio 2011 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Io sono l’amore Luca guadagnino Ho guardato questo film senza conoscerne la trama e senza riflettere sul significato del titolo. Ho visto così un inizio geniale, che molti potrebbero considerare di maniera, ma che descrive sublimamente la feroce classe borghese dell’ Italia di oggi. i primi venti, trenta minuti del film mi hanno entusiasmato, tanto da riuscire a vedere un impronta dello stile di Antonioni. Ovviamente solo un impronta, perchè il film descrive (bene) le caratteristiche dell’attuale élite industriale, che è sicuramente figlia di quella degli sessanta, ma che per alcuni suoi aspetti è totalmente mutata. Ed è bene notare che nella prima parte del film Guadagnino riesce a descrive eccelsamente questi nuovi aspetti di una classe ossessionata dal fare denaro, che ha perduto i suoi principi e la sua sostanza intellettuale a scapito del mostrare. Mostare quanto si è ricchi, come ci si veste bene, mostare la vacuità della bellezza e dell’opulenza, mostare il potere dei soldi e infine, mostrarsi sempre vincenti. Ecco che la famiglia Recchi si sente umiliata dal sapere che il futuro erede della fabbrica Edoardo, un giovane che rompe con quelli che sono le futili e degenerate prospettive di ricchezza del padre, viene sconfitto in una gare di atletica da un cuoco. Chi è vincente nel mercato, chi è ricco e rispettato, chi fa parte di un ceto sociale elevato non può permettersi di perdere, nemmeno in una competizione sportiva. Fino a questo momneto dicevo, il film possiede una sua eloquenza e sarebbe stato per meglio se avesse continuato su questi binari. Dopo però arriva il dramma, e il film diventa troppo filmico e perde della sua originalità. Ecco così che all’interno della famiglia il regista divide i buoni e dai cattivi. Dal lato dei cattivi il padre di Edoardo, Tancredi, che divide con il figlio l’eredità dell’impresa tessile, lasciata dal nonno e che vuole vendere l’impresa per fare ancora più soldi e la madre di Tancredi, ridicola nel suo apparire bella, una donna che non accetta l’idea di invecchiare e del disfacimento umano e dalla parte dei buoni coloro che amano. La madre emma, che si innamora del cuoco, la sorella Elisabetta che dichiara la sua ribellione attraverso la sua omossessualità e il protagonista Edoardo. Patetico direi. Vedere la morte di Edoardo, quando scopre la relazione adulterina della madre con il suo amico cuoco. Mi chiedo perchè un film come questo che poteva raccontarci dell’italia di oggi, che poteva dirci qualcosa di nuovo, debba scadere nel melodramma mieloso e passionale offuscando le buone pretese del regista. Abbiamo fame di storie e di registi che ci sappiano dire dal punto di vista cinematografico com’è questa Italia che oggi stiamo vivendo. Speriamo che ne verranno in tanti.
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