Il segreto dei suoi occhi

Capolavoro di film alla faccia di Federico Pontiggia e Paolo Mereghetti critici emeriti (come lo era il J.Evans Pritchard dell'Attimo fuggente) autori per i loro giornali recensioni piuttosto superficiali. Durante la notte degli Oscar ho esultato come non mai alla notizia dell'inaspettata vittoria di questo gioiellino di film per cui tifavo spudoratamente, piccolo David contro i sopravvalutatissimi Golia "Il nastro bianco" e "Il profeta". I summenzionati critici si interrogano sul perchè l'Accademy abbia favorito il film Argentino a scapito dei due film Europei e se non sanno rispondersi forse dovrebbero interrogare loro stessi sul perchè facciano questo mestiere. "Il nastro bianco" nella sua patinata eleganza è un film troppo algido per gli standard americani, inoltre
il finale lascia un senso d'incompiuto. "Un profeta" è un film piuttosto furbetto, sembra il remake dei poveri di un film del 1992 di Taylor Hackford, "Patto di sangue" (Blood in Blood out) che probabilmente i nostri critici non conoscono (altrimenti lo avrebbero citato, sputtanando il film francese invece di incensarlo) che affrontava le stesse tematiche in maniera più approfondita, complessa e performante e che dunque in America non hanno potuto ignorare, uscendone al confronto "Il profeta"  nettamente perdente.
Il segreto dei suoi occhi è un film che trasuda amore per il cinema da tutti i pori (altro che film all'antica come dice Mereghetti) e questo i votanti dell'Accademy l'hanno capito. Gia da solo il "piano sequenza" allo stadio è un "ASSOLUTO" della storia del cinema, 5 minuti abbondanti che valgono da soli (oltre al prezzo del biglietto) "Il nastro bianco" e "Il profeta" messi insieme. Da vedere e studiare in tutte le scuole di cinema!!!