Il padre dei miei figli |
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Un film di Mia Hansen-Løve.
Con Chiara Caselli, Louis-Do de Lencquesaing, Alice de Lencquesaing, Alice Gautier, Manelle Driss, Eric Elmosnino.
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Titolo originale Le Père de Mes Enfants.
Drammatico,
durata 110 min.
- Francia, Germania 2009.
- Teodora Film
uscita venerdì 11 giugno 2010.
MYMONETRO
Il padre dei miei figli ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
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Se la vita ti accascia
di minnieFeedback: 6118 | altri commenti e recensioni di minnie |
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domenica 20 giugno 2010 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Torno ora da aver visto a Bari, in un cinema che finalmente non fa intervalli né pubblicità, questo gioiello di film. Intanto come non innamorarsi del protagonista? Un attore che non dà in escandescenze, indossa sempre gemelli, è impeccabile e poi...si spara, gettando nell'angoscia noi, pubblico, e le sue deliziose figliolette. Poche volte ho visto riprendere dei bambini così come nella scena del teatrino familiare; poche volte ho visto un attore - che non conoscevo e che scopro con gioia - passare fisicamente dalla routine alla disperazione vera, pur senza scatenarsi in effettacci, scene madri...se si guardano le ultime sequenze, praticamente dopo che lui chiede di fare un pisolino, beh sembra che il quarantenne si trasformi in ottantenne e la fine sia inevitabile. A spazzare via ogni intento agiografico ci pensa la figlia grande, che per il padre stravede e la piccola obietta "Ma lui non ha pensato a noi": il dolore che lascia una morte, volontaria poi, è sempre straziante), con la scoperta del piccolo grande segreto di Grégoir, un figlio voluto solo dalla madre, come spiega un po' troppo sbrigativamente Silvia. Ecco, con un uomo così, con Gregoire colto, affascinante, elegante, una donna come Silvia vive un po' di luce riflessa per cui sembra sempre la mogliettina esigente, e la prima casa e la seconda casa e le vacanze e solo sul ponte ha un abbraccio per il suo uomo, e prima della morte non mette piede in ufficio, e all'inizio non sa nemmeno cosa dirgli di carino e chiede alle figlie che le suggeriscono, tenere loro sì, "digli che lo ami" e poi non si capisce bene perché sia andata a Londra (ecco qui c'è uno sbafo nella calibratissima sceneggiatura, perché Silvia non risulta lavorare né andare a Londra per la Moonfilm), quindi s'intravvedono delle crepe, un suicidio in fondo è sempre una denuncia, uno schiaffo per chi rimane...Colpo di genio finale: Doris Day, ovvero la felicità, la bionda incoscienza, che canta "Que sera sera": lei Doris finisce meglio nell'Uomo che sapeva troppo, laddove né lei né James Stewart avrebbero mai messo mano alla pistola se non per difendere il figlio rapito. Qui pure Gregoire è stato rapito da tanti doveri, incombenze e purtroppo non è bastata la sua apparente felicità e la sua bella famiglia a farlo restare nella "nostra vita". Per tutti coloro che hanno visto nel film di Luchetti una denuncia sociale...il malessere è interclassista come pure il benessere ed è difficile in ogni caso vivere. Brava regista! Incantevole anche la colonna sonora e il ritratto degli adolescenti, dalla figlia al regista in erba.
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