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Il grande sogno |
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Un film di Michele Placido.
Con Marco Iermanò, Luca Argentero, Riccardo Scamarcio, Jasmine Trinca, Silvio Orlando.
continua»
Drammatico,
durata 101 min.
- Italia, Francia 2009.
- Medusa
uscita venerdì 11 settembre 2009.
MYMONETRO
Il grande sogno   
valutazione media:
2,58
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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quando si affronta un mito...di sirioFeedback: 277 | altri commenti e recensioni di sirio |
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| lunedì 19 ottobre 2009 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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Nel Sessantotto avevo otto anni, e mio fratello dodici. Tutti e due un anno avanti a scuola, e quindi nel 1969 mio fratello entrò al liceo. Quindi le mie esperienze sulla contestazione della fine degli anni Sessanta - primi anni Settanta sono quasi "in presa diretta". Ricordo, nei primi anni di liceo, l'emozione di fronte ai quegli "appena post-sessantottini" quando parlavano alle assemblee, agli attivi, ai collettivi ed ho vissuto in prima persona tutto il desiderio di innovazione dei Decreti Delegati e poi lo sfacelo intellettuale degli "anni di piombo": in quei momenti ero spesso in piazza a chiedere di poter manifestare in serenità senza rischiare un clima da Far West, magari cantando a squarciagola "Bandiera Rossa" o "L'internazionale", avendo in testa "ma non sulla pelle" le idee marxiste: e i Sessantottini per noi "pantere del '77", erano i miti, gli eroi che avevano permesso i collettivi, le assemblee etc.E ora che ho cinquant'anni, la barba che progressivamente si imbianca e gli occhiali per leggere mi trovo comodamente seduto in un cinema a vedere un film sulla contestazione giovanile. Devo dire che quando si affronta un mito è difficile essere super partes, soprattutto se si tratta di un periodo complesso, denso di avvenimenti ma anche di sogni, di speranze etc. ma secondo me Placido è riuscito a rimanere sufficientemente distaccato, a non cascare nell'eccesso di celebrazione della sua giovinezza né tantomeno a fare un manifesto anticomunista - che tanto va di moda ora - illustrando gli sbagli di un tempo che fu: teniamo conto, infatti, che i Sessantottini ora sono sulla soglia della pensione, e dopo una vita di lavoro hanno tanta esperienza da non mitizzare o denigrare le scelte, politiche e non, della propria giovinezza.Certo, nel film vi sono delle incertezze di sceneggiatura: ho notato una dose eccessiva di pietismo nella seconda parte; inoltre, se non conosci il desiderio di libertà - in particolare sessuale (la scena in cui la protagonista cammina in mezzo ai compagni d'appartamento completamente nuda è assolutamente anti-storica: non ci dimentichiamo che per noi adolescenti degli anni Settanta fare l'amore era "un'esperienza da uomo adulto" e la nudità al tempo stesso era un tabù ed un mito); tra l'altro, se non sei al corrente della frenesia dei "capelloni" di quel tempo di opporsi al conformismo, il regista non te la spiega di certo... e forse avrei avuto piacere di una decina di minuti in più, di un approfondimento sulle speranze e i sogni di quei giovani.Non si è molto riflettuto obiettivamente, finora, sul Sessantotto, è sempre stato un periodo o eccessivamente osannato e mitizzato o è stato del tutto criminalizzato, ridotto a una specie di festival della distruzione fine a se stessa: invece, se oggi, abbiamo le assemblee, le riunioni, la sindacalizzazione estesa a tutti i campi del lavoro - interessante e forse sottovalutata è la frase che Scamarcio dice "si sta pensando ad un sindacato di polizia" - è proprio grazie al Sessantotto. Rispetto al mondo giovanile dei primi anni Sessanta la realtà attuale è lontana come la Luna per gli antichi, e questo è un dato di fatto: lo possono dire conservatori o progressisti, è dovuto al Sessantotto.Da professore di liceo, darei al film un "sette e mezzo"...
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