Anno | 2009 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia, Francia |
Durata | 101 minuti |
Regia di | Michele Placido |
Attori | Marco Iermanò, Luca Argentero, Riccardo Scamarcio, Jasmine Trinca, Silvio Orlando Marco Brenno, Federica Vincenti, Massimo Popolizio, Alessandra Acciai, Nicola Sorrenti, Nicola Acunzo, Daniele Monterosi, Laura Morante, Dajana Roncione, Brenno Placido. |
Uscita | venerdì 11 settembre 2009 |
Distribuzione | Medusa |
MYmonetro | 2,60 su 6 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 21 maggio 2018
Nicola, è un bel giovane pugliese che fa il poliziotto ma sogna di fare l'attore, e si trova a dover fare l'infiltrato nel mondo studentesco in forte fermento. Il film è stato premiato al Festival di Venezia, In Italia al Box Office Il grande sogno ha incassato 3,2 milioni di euro .
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CONSIGLIATO NÌ
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Nicola è un giovane poliziotto che ama il teatro e vorrebbe diventare attore. Laura è una studentessa universitaria di matrice cattolica pronta a lottare contro l'ingiustizia. Libero è un leader del movimento studentesco. Gli anni sono quelli che precedono, attraversano e seguono il 1968 e i suoi rivolgimenti. Nicola, infiltrato dai suoi superiori nel movimento, si innamorerà di Laura e cercherà anche di comprendere un mondo che gli è al contempo congeniale e lontano.
Michele Placido decide di raccontare se stesso e la sua gioventù. Lo fa cercando di descrivere mondi differenti che si incontrano/scontrano in un periodo di fermenti sociali e culturali. L'operazione riesce a metà perché il dato personale e autobiografico al contempo frena e fagocita lo sguardo complessivo. Placido non è il primo a farsi in qualche modo condizionare dalla narrazione di se stesso. È sufficiente citare l'Almodovar de La mala educacion per ricordare come il regista spagnolo abbia costruito il suo film più algido proprio quando basava il soggetto su esperienze personali adolescenziali. Placido qui non sembra essere stato il regista di Romanzo criminale, in cui pure narrava della relativamente recente storia sociale e politica dell'Italia. La tensione che percorreva quel film, offrendoci una lucida lettura di fatti più o meno noti, finisce qua con il disperdersi. Il grande sogno si ritrova con il dire di più del complesso rapporto con la liberazione sessuale dei suoi protagonisti di estrazione sociale diversa che non del complessivo 'grande sogno' di una generazione.
Anche se i paragoni sono sempre azzardati non si può non pensare a La meglio gioventù di Marco Tullio Giordana in cui, quasi rileggendo uno degli slogan dell'epoca, il privato si faceva politico e viceversa. Qui è come se ci fossero due film in uno. L'uno narra delle vicende amorose di Nicola, Laura e Libero e l'altro delinea un ritratto di quegli anni esplorato con uno sguardo forse inconsciamente unilaterale. Uno sguardo che, e in questo Placido è scopertamente sincero, è ancora quello del poliziotto Michele che osserva, senza davvero comprenderlo fino in fondo, un tentativo di cambiare il mondo per lui tanto confuso quanto in fondo velleitario perché dai sogni ci si risveglia. In giorni poi di rinnovata polemica sul 'cattocomunismo' il personaggio di Laura (che resta positivo nonostante le sue contraddizioni e ha una matrice cattolico progressista) finisce col far nascere quesiti sul 'chi produce cosa' nel nostro sempre più complicato Paese.
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Il GRANDE SOGNO di Michele Placido con Jasmine Trinca, Riccardo Scamarcio, Luca Argentero Premetto che non è facile cimentarsi con il passato prossimo quando le sabbie sono ancora mobili e tizzoni di passione forti non ancora spenti del tutto, dormono sotto la cenere. In forma di diario, di letteratura, di film e di documentari, molti autori hanno cercato di far rivivere quel periodo che, qualsiasi [...] Vai alla recensione »
Un film sul sessantotto, sull’anno 1968 e in parte sul 1969. Chiariamo subito che non è un film sugli anni settanta o ottanta, non è un film sulle lotte operaie, anche se un accenno, giustamente, c’è; è un film sull’utopia che sboccia nel 1968 in tutto il mondo e quindi, anche in Italia. E’ un buon film! Il titolo fa chiaramente riferimento al sogno, che specialmente in quei primi anni sembrò realizzabile [...] Vai alla recensione »
Siamo nel bel mezzo della contestazione studentesca nel '68 italiano dove i giovani chiedono attenzione, ascolto da parte degli adulti, fiducia nelle loro azioni, maggiore libertà ed intraprendenza. I giovani chiedono lo stop della guerra in Vietnam. Un periodo (quello del'68) molto caldo che tutt'ora viene ammirato dalla nuova generazione studentesca e che viene visto con rimpianto e con nostalgia [...] Vai alla recensione »
Almeno a partire da "Ovunque sei"(2004) il cinema di Placido affronta il tema del racconto "A doppia valenza". Lì, la morte di alcuni protagonisti si (con) fondeva con la realtà, provocando un corto-circuito (Troppo pasticciato, però), tra "Immaginato" e "Vissuto". Quindi, l'intreccio (Tutt'altro che inedito, senza dubbio), tra pubblico e privato non deve stupire più di tanto: è un caso che nel '98 [...] Vai alla recensione »
In questi ultimi anni il Cinema italiano si è spesso occupato della rivoluzione giovanile del '68, della voglia di cambiare certe regole rigide e, quindi, ataviche di una società che necessitava di un radicale cambiamento. Un desiderio di rinascita che in un certo senso ha comunque fatto sentire i suoi effetti nell'ambito del costume sociale e dei rapporti umani tra le persone.
Un capolavoro sul '68 e la rivoluzione giovanile, il desiderio di libertà, amore e pace (allora contro la guerra in Vietnam). Tratta in modo quasi autobiografico di un poliziotto che doveva contrastare i moti dei giovani e il loro tentativo di occupazione dell'università. Questi si innamora di una studentessa ribelle, lascia la polizia e la segue in questo grande sogno di cambiare il mondo.
Un film che vale la pena vedere..che ti lascia quel qualcosa dentro,con una storia che in qualche modo ci riguarda, ma non tutti la pensano cosi e soprattutto i ragazzi d' oggi... che ormai non credono piu in niente,non combattono per certi ideali e spesso non s'interessano più a nulla
IL GRANDE SOGNO Tre ragazzi con un sogno da realizzare, attraverso i loro occhi conosciamo le lotte studentesche del'68, c'è il ragazzo venuto dal sud poliziotto e infiltrato che sogna di diventare attore (Scamarcio), c'è la ragazza (Jasmine Trinca) figlia di genitori borghesi che hanno pensato per lei già ad un futuro mentre la figlia cerca di cambiare il presente fomentata da un ragazzo (Argentero [...] Vai alla recensione »
PURTROPPO NON SONO ANCORA RIUSCITO A VEDERE IL FILM CHE, A QUESTO PUNTO, CERCHERO' DI RECUPERARE IN DVD IN QUALCHE VIDEOTECA... TUTTAVIA PER ORA VOGLIO SOLTANTO DIRE UNA COSA: CHIAMARE 'IL GRANDE SOGNO' LE GIUSTE ASPETTATIVE DEL'68 E' COME RITENERE UTOPICO UN QUALCOSA CHE ERA ED E' INVECE GIUSTO E NECESSARIO, UN QUALCOSA DI INDISCUTIBILE, INSOMMA! SE PER 'GRANDE SOGNO' [...] Vai alla recensione »
Vorrei poter dare ***** a Placido in segno di solidarietà per la bieca aggressione subita da parte di Brunetta, ma non è possibile.. Non è un bel film, purtroppo inizia abbastanza bene, la parte più propriamente storica è ben costruita, ma poi naufraga indecorosamente. La Trinca si può leccare le dita per gli apprezzamenti che ha portato a casa. In effetti è la migliore del gruppo, i due maschietti [...] Vai alla recensione »
Chi si aspettava un altro Romanzo Criminale...sarà rimasto deluso... Le aspettative per il nuovo film di Placido erano alte, soprattutto dopo i 15 minuti di applausi al Festival di Venezia, e sono state parzialmente rispettate. Analizziamolo per punti; La recitazione è l'aspetto più interessante del film: Argentero (sempre più bravo e convincente) si sta levando di dosso l'etichetta di attore bello [...] Vai alla recensione »
Avere 59 anni oggi significa averne avuti 18 quando è “scoppiato” il ’68 e lo scorrere delle immagini sul grande schermo ha inevitabilmente riportato la memoria alla giovinezza di quei giorni in cui si forgiava il carattere e si cominciava ad uscire timidamente dall’adolescenza per affrontare la vita (comprensiva di un mondo tanto affascinante quanto nebuloso chiamato sesso che, proprio in quegli anni, [...] Vai alla recensione »
Cominciamo col dire che a mio avviso si tratta di un film molto superficiale, che si riempie la bocca di slogan da 4 soldi, frasi fatte e nulla (o pochissimo) più. Continuiamo dicendo che Scamarcio ancora una volta delude...io personalmente ancora lo devo vedere recitare. Sempre brava invece Jasmine Trinca e soprattutto bravissimo Argentero, nonostante il personaggio molto populistico e semplicistico [...] Vai alla recensione »
Il film parla del 68 ma non lo rende vero protagonista! Si è dato più spazio ai rapporti interpersonali dei protagonisti e il 68 da sottofondo . Chi si aspetta un film politico rimane deluso, chi invece una commedia leggera recitata da bravi attori rimane soddisfatto. Io mi ritengo soddisfatto.
Il mio giudizio non va al di là di 1 stellina, mi spiace ma proprio non riesco a spingermi oltre. Io non c’ero in quegli anni ma di film ne ho visti un po’ e questo certo non regge il passo. I clichè sono tanti: come si può non diventare contestatrici se a infiammare gli animi c’è Argentero? OK, anche i belli hanno un’anima, un cuore ed un cervello; certo Lo Cascio e Favino sono fuori perché l’anagrafe [...] Vai alla recensione »
Il film è scorrevole e interessante anche dal punto di vista della storia che tocca un periodo d'Italia, il '68, che tanti hanno amato o criticato; personalmente l'ho trovato più che accettabile e ho scoperto un Riccardo Scamarcio finalmente in grado di recitare degnamente e rendersi espressivo (l'avevo visto in Romanzo criminale e Mio fratello è figlio unico e non mi aveva convinto.
Concordo sulla bravura degli attori ma ho trovato il film molto più incentrato sulla storia d'amore che non sul '68 e quello che ha rappresentato per la socità e la cultura. Diciamo che mi è sembrato di vedere il '68 sullo sfondo e le vicende amorose in primo piano. Mi aspettavo il contrario. Ottimo il modo di affronatare la crisi familiare, le lotte, gli affetti e i dolori.
Il primo tempo scorre come un documentario di Rai storia ma Gianni Minoli è molto più bravo. Il secondo tempo inizia con la scomparsa di Frida, un Pastore Maremmano che scappa dalla casa di campagna di Laura (Jasmine Trinca, molto brava). Stucchevole, banalmente prevedibile, noioso, brutto. Una domanda per Michele Placido: Laura è finita in California; Giulio, è diventato un politico; Nicola, un attore; [...] Vai alla recensione »
Cosa volesse rappresentare Placido con questo film si capisce solo alla fine: se stesso. Il grande sogno è un film puramente autobiografico ed autoreferenziale dove si stenta a trovare un significato più ampio, che si perde tra immagini affastellate e sincopate (basta con la camera a mano, per l'amor di Dio!!), scene di sesso e troppi "vaffanculo". La narrazione stessa è incerta e poco fluida, Scamarcio [...] Vai alla recensione »
Purtroppo mi sono presentata al cinema con molte aspettative, soprattutto legate al regista e alle sue prove precedenti. Il film non suscita sentimenti, nè rabbia, nè ilarità, piuttosto che tristezza o commozione, insomma, un'ora e mezza di film mediocre e con una trama inesistente e una conclusione insoddisfacente. Il '68 e gli argomenti inerenti sono trattati superficialmente, non viene contestualizzato [...] Vai alla recensione »
Gentile Placido, non so se Le capiterà di leggere questa lettera, spero di sì. Ho partecipato per circa una venticinquina di giorni alle riprese del Suo film, in qualità di comparsa. Ora vedendo l'opera nella sua completezza mi sono accorto che non non possiede un'anima propria, un proprio carattere. Questo quesito mi ha attorcigliato i pensieri per tutta la serata dopo la visione del film, pensando: [...] Vai alla recensione »
"Placido non è il primo a farsi in qualche modo condizionare dalla narrazione di se stesso." Frase secondo me INUTILE perché se raccontare se stesso (e non solo) è una scelta CONSAPEVOLE non condiziona nulla ma semmai PERMETTE di esprimersi. Il parallelo con Almodovar poi è di una banalità sconcertante e nemmeno c'entra tanto se proprio vogliamo essere precisi.
Ho visto il film in un giorno di malattia a casa in religioso silenzio mi è piaciuto abbastanza, concordo sulla regia didascalica, molto bravo Argentero a seguire la Trinca e Scamarcio, ma la cosa che mi ha riportato indietro è il pezzo quando Scamarcio dice che anche la polizia viveva questo dissidio, e nessuno ne parla mai anche ora che la polizia è gestita in un certo modo.
aspettavo una schifezza mentre quando l'ho noleggiato mi è piaciuto non male neanche Scamarcio
Raccontando la storia di alcuni personaggi Michele Placido tenta di descrivere quello che fu il grande sogno dei ragazzi sessantottini: non gli riesce né l'una né l'altra cosa. Poiché lo stesso regista ha dichiarato che si tratta di un film dai tratti autobiografici, l'impressione è che abbia voluto girarlo più per se stesso che per gli altri.
Mi presento, sono una comparsa che ha lavorato sul set de "Il grande sogno", per circa venticinque giorni, quindi ho avuto modo di assistere in tempo reale alla maggior parte della pellicola. Caro Placido, non ho visto finora (ho girato molti set) un regista che impiegasse talmente tanto entusiasmo, professionalità e attenzione nei riguardi del proprio film.
Raccolta di luoghi comuni, recitazione pessima (immagino plasmata dal regista), trama inesistente.
un bel film, un bel sogno quello di quegli anni e a guardare i giovani di oggi(certo non tutti)sembrano davvero troppo lontani...quante utopie...quante speranze... e x fortuna molte conquiste, gli sbirri quelli di ieri quelli di oggi quelli di domani...mi viene in mente i morti di allora x mano dello stato e i morti di oggi...uno fra tutti Carlo. Placido non è certo il paladino della sinistra ma ha [...] Vai alla recensione »
Placido forse ha sbagliato il titolo del film, la sua è una bella storia privata in un contesto troppo complesso per potere essere descritto. Non credo sia un film storico sul 68, Placido ha dimostrato di essere un signor regista sempre attento e di grande intelligenza e sensibilità, per questo, anche se il film non è perfettamente equilibrato tra la storia privata e quella pubblica,lo assolvo in [...] Vai alla recensione »
Ho trovato il film di Placido deludente, il materiale era tanto e l'argomento di grande interesse, ma è come se il regista avesse voluto dire troppe cose contemporaneamente, perdendo di vista il vero obiettivo della sua narrazione che - a questo punto - non capisco quale fosse. Quale è la storia che voleva raccontarci? quella del giovane pugliese che arriva a Roma per fare l'attore solo perchè una [...] Vai alla recensione »
Il primo tempo scorre come un documentario di Rai storia ma Gianni Minoli è molto più bravo. Il secondo tempo inizia con la scomparsa di Frida, un Pastore Maremmano che scappa dalla casa di campagna di Laura. Diventa sempre più stucchevole, banale, noioso. Ho una domanda per Michele Placido: Laura è finita in California; Giulio, è diventato un politico; Nicola, un attore; ma Frida il Pastore Maremmano, [...] Vai alla recensione »
Sarà sicuramente un film sincero, ma la sceneggiatura ingarbugliata e i personaggi senza vera anima mi hanno fatto pensare che Placido non si é ancora raggiunto. Argentero fuori parte un elogio, invece (mio malgrado)a Scamarcio.
non vedo la necessità e l'esigenza di fare un altro ennesimo film basato sul '68,ne ho già visti troppi e questo sicuramente non è uno dei migliori film che tratti questo periodo e le tematiche corrispondenti.
Mah sarà che all'epoca io avevo circa tre anni, sarà che le contestazioni ci sono ancora oggi, sarà che mi aspettavo un qualcosa in più e di diverso da un argomento già visto in altri film, a cominciare dalla storia d'amore anche questa scontata. Mi permetto solo di sottolineare che la "storiella" si poteva benissimo portare sul piccolo schermo divisa in due puntate nel genere fiction.
Vi prego di inserire le stelline alla mia recensione. Grazie mille. Raffaella Langiulli
Credo che per giudicare questo film bisognerebbe aver vissuto in quel periodo. Nel '68 avevo 19 anni e frequentavo la facoltà di Lettere, proprio a Roma. Non ho partecipato attivamente alla contestazione, ma ho colto e assorbito tutte le incertezze, le contraddizioni, le manifestazioni, il caos, i fermenti positivi e negativi, i propositi e le chimere che circolavano tra i giovani.
Un capitolo a parte serve per le musiche, BELLISSIME, con una ballata finale (di Giorgia) che vi consiglio di ascoltare attentamente perché dice tutto. Soprattutto per i duri di comprendonio...
troppi argomenti appena accennati. Ho vissuto il post '68 ed ho avuto sempre curiosità per quel periodo non vissuto appieno ma sono di rimando. Ma questo non è un film che mi ha soddisfatto. Scamarcio, poi, non mi è mai piaciuto q forse questo ha giocato un po' a sfavore. Argentero ha un bellissimo sorriso, ma in alcune scene sembra che lui lo sfoderi troppo consapevolmente, ma l'ho trovato bravo. Vai alla recensione »
Cominciamo subito col dire che in sala purtroppo venerdì sera nn c'era il pienone,anzi forse nn si arrivava alla metà dei posti disponibili..E qst nn mi fa piacere,perchè certo Drug me to hell o G.I.Joe nn meritano più di qst film.Forse il difetto principale è il non aver approfondito le dinamiche sociali e culturali di ql periodo,ma probabilmente nn c'era tempo.
un film mediocre ripetitivo gli attori tanto osannati e non si sa il perchè non dicono niente inespressivi una lagna entri ed esci dal cinema e ti domandi ma cosa ho visto e che è un film questo?
ha fatto anche BAARIA e PRIMA LINEA (a novembre nelle sale)
Il discorso si affastella attorno a molti temi che non pervengono a conclusioni significative. Scamarcio è il solito pesce lesso. Il montaggio inutilmente concitato diminuisce la capacità narrativa. Ma soprattutto il sonoro in presa diretta rende scarsamente udibili e poco chiari i dialoghi. Io che il '68 l'ho fatto non ho apprezzato nulla di questo film, tuttavia può darsi che ai giovani di oggi [...] Vai alla recensione »
Il discorso si affastella attorno a molti temi che non pervengono a conclusioni significative. Scamarcio è il solito pesce lesso. Il montaggio inutilmente concitato diminuisce la capacità narrativa. Ma soprattutto il sonoro in presa diretta rende scarsamente udibili e poco chiari i dialoghi. Io che il '68 l'ho fatto non ho apprezzato nulla di questo film, tuttavia può darsi che ai giovani di oggi [...] Vai alla recensione »
il mio "grande sogno" naturalmente è che luca argentero torni per la terza volta in chat! lo spero tanto! luca è un grandissimo attore e una persona straordinaria, sa darmi emozioni anche con un semplice sorriso. sarei felicissima di recitare con lui, anche una piccola scena!! sarebbe bellissimo :)
Un bel film sul 68' che mi ha fatto passare una serata piacevole. Argentero è superlativo oltre che bellissimo come sempre. Visto che sono nata nel 78', il film mi ha permesso di conoscere un po' meglio questo periodo storico, che avevo già approcciato attraverso la lettura del libro "Formidabili quegli anni" di Mario Capanna. Mi sarebbe molto piaciuto viverlo!!! Consiglio a tutti la visione del [...] Vai alla recensione »
Inizio elogiando lo sforzo di Placido di raccontare un periodo molto complesso e difficile, per capire alcune parte del film si devono per forza di cosa avere delle basi di conoscenza sui fatti avvenuti e il contesto storico del '68, altrimenti non si capisce di cosa si parla. Tecnicamente si poteva fare meglio, a tratti lento, noioso, la storia non decolla, troppo cose mescolate insieme.
Nel Sessantotto avevo otto anni, e mio fratello dodici. Tutti e due un anno avanti a scuola, e quindi nel 1969 mio fratello entrò al liceo. Quindi le mie esperienze sulla contestazione della fine degli anni Sessanta - primi anni Settanta sono quasi "in presa diretta". Ricordo, nei primi anni di liceo, l'emozione di fronte ai quegli "appena post-sessantottini" quando parlavano alle assemblee, agli attivi, [...] Vai alla recensione »
Ho visto questo film in un cinema del quartiere San Lorenzo a Roma, a poche centinaia di metri da quella città universitaria in cui il nuovo lavoro di Placido è in gran parte ambientato. Aiutato da un'atmosfera favorevole, mi sono fatto dare una mano dalla puntuale magia del cinema e sono andato a fare una visita, seppure romanzata, in un'epoca nella quale non ho vissuto.
Il grande sogno uscirà in Italia venerdì prossimo, l'11 settembre, in 450 copie ed è il primo progetto di collaborazione tra la Tao2 e la Medusa. La lavorazione del film è durata due anni tra scrittura, preparazione, e montaggio. Lei ha ripreso la famosa scena di Valle Giulia, sulla quale ci fu l'intervento di Pasolini a favore dei poliziotti. In che modo lei ha vissuto e sentito quella situazione quando ha saputo della lettera di Pasolini? Michele Placido: Io ho raccontato la mia storia, di Michele Placido, la storia di una ragazza che in qualche modo tiene alla memoria del signor Pasolini [...]
Imbarcarsi sul ‘68 è sempre tanto affascinante quanto rischioso. Affascinante perché si parla di «formidabili anni» nei quali noi giovani di allora (ci si permetta la citazione) volevamo cambiare il mondo. Rischioso perché bisognerebbe capire se cambiammo il mondo o il mondo ha cambiato noi. Insomma tema più politico che sentimentale. E sul quale, ci mancherebbe in Italia, si continua a buttarsi i [...] Vai alla recensione »
A Rome, en 1968, dans la fureur des luttes contestataires, une étudiante de la bourgeoisie catholique rêvant d'un monde sans injustices sociales tombe amoureuse d'un apprenti comédien natif du Sud de l'Italie. Leur idylle est menacée lorsque la jeune fille comprend que son beau soupirant est un flic infiltré dans les universités en grève sur ordre de sa hiérarchie.
Raccontare la complessità di un periodo storico come il ‘68 non è un'operazione semplice, soprattutto da un punto dì vista cinematografico. Ed infatti il film di Placido, come afferma lui stesso, non può essere letto come politico o ideologico, perché è profondamente autobiografico. Un omaggio al giovane ribelle che è stato. Si intuisce subito la passione e la forza che ha impiegato nello scrivere [...] Vai alla recensione »
Imbarcarsi sul ‘68 è sempre tanto affascinante quanto rischioso. Affascinante perché si parla di «formidabili anni» nei quali noi giovani di allora (ci si permetta la citazione) volevamo cambiare il mondo. Rischioso perché bisognerebbe capire se cambiammo il mondo o il mondo ha cambiato noi. Insomma tema più politico che sentimentale. E sul quale, ci mancherebbe in Italia, si continua a buttarsi i [...] Vai alla recensione »
Placido vecchio racconta nel Grande sogno Placido giovane attraverso un poliziotto (Riccardo Scamarcio) del 1967 a Roma, che non vuole arrestare, ma recitare. Come in un telefilm della serie Ai confini della realtà, il poliziotto è esaudito da un ufficiale (Silvio Orlando), che ne fa un delatore. Così Scamarcio/Placido viene preso a sputi dalla sua bella (Jasmine Trinca), cattolica e comunista insieme, [...] Vai alla recensione »