Se già la visione di "Vienna da Fuscaldo" lasciava intendere a suo tempo la padronanza del mezzo linguistico cinematografico di Fabio Marra, con questo "Francesco di Paola - La ricerca della verità" non ci sono più dubbi: le potenzialità di questo regista non possono più passare inosservate. Migliorata infatti la capacità di sintesi rispetto alla precedente e più prolissa opera. Apprezzabile la scelta dei 30 minuti. Questo lasso di tempo è più che sufficiente per dare spazio al cast per dimostrarsi genuini, Giuseppe Zeno su tutti, che riesce a dare un lato umano realistico e meno da luogo comune di Francesco di Paola. Anche i Santi si incazzano insomma e lui lo sa fare con cognizione di causa.
Una continua crescita quella di Fabio Marra, che sicuramente potrebbe sfociare in una discreta realtà se discostandosi seriamente e definitivamente dalle argomentazioni "ecclesiastiche", che per quanto mi riguarda ormai calzano strette ad un regista che ha molto da dire. Buona e sicuramente degna di nota la performance di tutta la "Quadra Film" che come al solito ci mette l'anima in ogni singolo fotogramma, elegante la performance di Arturo Barbuto con la fotografia. Tenete presente che stiamo sempre parlando di un low-cost. Splendida invece la colonna sonora a cura di Anna Sardone, giovane artista che sicuramente avrà molto da dire e da fare per farsi notare. Impeccabile e fantasiosa. L'atmosfera è sua.
Condannabile all'esasperazione invece l'utilizzo degli effetti speciali digitali, che come in Vienna da Fuscaldo non sono sempre al top e di naturale fluidità, come invece i tempi di oggi richiedono.
L'esperienza hollywoodiana ormai ha abituato anche l'occhio inesperto, che farne a meno a volte, è la scelta migliore. Distolgono l'attenzione dalle cose fatte per bene.
Giudizio ad ogni modo positivo, soprattutto perché espresso da una persona, quella che scrive, che difficilmente digerisce il filone e la sceneggiatura di carattere "religioso", che rende spesso prevedibili i risvolti e ne limitano la creatività.
Cambiare rotta è la parola d'ordine. Francesco di Paola, letto tra le righe rivela grandi doti in piccoli spazi.
Le tradizioni e la spiritualità dei comuni cosentini di Paola e di Fuscaldo non possono più intrappolare un genio, a meno che non gli si fornisca una volta per tutte un budget degno delle sue capacità.
Continuare così sarebbe un po' un suicidio artistico, potrebbe soffocare, scoraggiare, chi la verità l'ha già trovata e cerca di trasporla in arte.
Tony Intieri
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