Bright Star

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Un film di Jane Campion. Con Abbie Cornish, Ben Whishaw, Paul Schneider, Kerry Fox, Edie Martin (II), Thomas Brodie-Sangster.
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Drammatico, durata 120 min. - Gran Bretagna, Australia, Francia 2009. - 01 Distribution uscita venerdì 11 giugno 2010. MYMONETRO Bright Star * * * - - valutazione media: 3,20 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

Il coraggio di Fanny Brawne Valutazione 4 stelle su cinque

di laulilla


Feedback: 2061 | altri commenti e recensioni di laulilla
lunedì 21 giugno 2010

Un giudizio sul film in questione non può che partire dall'analisi del medesimo e non dalla concezione che John Keats aveva della poesia, perché non mi pare che sia questo il tema che il film affronta. A prescindere, perciò, dalla conoscenza che ciascuno di noi ha del poeta inglese, mi pare che il film ci parli, mirabilmente, di quel momento storico in cui il poeta perde il suo statuto di uomo rispettato e venerato dalla società, perché collocato in un empireo irraggiungibile dal resto degli uomini, e comincia a confrontarsi con i problemi che tutti gli uomini sono quotidianamente costretti ad affrontare. Non è più, infatti, il momento in cui agli artisti sia possibile vivere alla corte di qualche potente sovrano o di qualche nobile generoso, ma è invece quello in cui tutti, artisti compresi, devono vivere del proprio lavoro. Lo stesso Keats ottiene un magro stipendio dall'amico, in cambio di lezioni di poesia, cioè di ore spese nell'insegnamento. Il vero problema è, però, che l'industria culturale è ai suoi esordi, che in ogni caso nessuno può contare sui diritti d'autore, e che, inoltre, la poesia vende (e perciò rende) troppo poco per viverci. Qualsiasi progetto per la vita è, perciò, destinato a scontrarsi contro questa realtà, il che renderà durissima la situazione sentimentale non solo di Keats, ma di moltissimi altri poeti del tempo, per i quali innamorarsi e progettare un futuro con la donna amata costituiva un lusso che pochi avrebbero potuto permettersi (a meno che fossero ricchi per condizione familiare). E' evidente, perciò, che la donna, per iniziativa della quale, soprattutto, ha inizio lo straordinario rapporto fra i due, è la figura di cui, soprattutto, si occupa la regista, perché è Fanny colei che, consapevolmente e coraggiosamente accetta di vivere una storia che non ha altre prospettive che la sconfitta (che Keats viva o muoia), come è ben compreso dalla madre, combattuta fra l'amore per la figlia (e il naturale desiderio, perciò, di vederla ben sistemata), e la compassione per lei, alla quale non si sente di negare, per quanto nei limiti consentiti dalla morale del tempo, le gioie e le illusioni di un amore vero e appassionato. Il film, se lo si considera sotto quest'aspetto, ci presenta momenti di grande bellezza, come la dolorosa partecipazione di Fanny alla malattia e alla morte di Tom; le passeggiate nella campagna fiorita di Hampstead; la struggente comunicazione dell'amore reciproco fra le pareti delle stanze da letto contigue, ma separate; la prigionia delle farfalle colorate nella stanza di Fanny; la sfida sempre presente e tesa nei confronti dell'amico che vorrebbe il poeta solo per sé; la partecipazione dolorosa non solo, come ho già detto, della madre, ma anche della sorellina, che non capisce bene, ma intuisce molto. Né l'amore, né le cure affettuose purtroppo riusciranno a evitarle lo strazio della perdita di John, evocata dalla bellissima scena di una livida e deserta Piazza di Spagna, in quella Roma in cui il poeta aveva voluto soggiornare, nella speranza che un migliore clima lo avrebbe aiutato a non morire. Bellissima e suggestiva la fotografia degli interni (Vermeer e la sua Merlettaia sono un riferimento d'obbligo) ma anche degli autunni brumosi londinesi, dei boschi e dei villaggi, sfondo tenero dell' amore nascente fra i due. Bravissimi tutti gli attori, fra i quali particolarmente si distingue Abbie Cornish, nella parte di Fanny.

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luana lunedì 21 giugno 2010
il coraggio semmai della regista
5%
No
95%

Togliendo i nomi a questo film cosa ne rimane? Cosa richiama questo film della vera storia? Tu stessa parli di poeti squattrinati e di donne alla ricerca di una sistemazione matrimoniale. Ma quale coraggio di Fanny Brawne? Ma che ne sai della reale vicenda? Già l'amore è un dono, quasi un lusso non per tutti e di questo si tratta, per quanto l'epilogo (e non solo) si suppone sia stato dolorosissimo. Quale coraggio, ripeto. Ma fammi il piacere! Quando leggo queste imbalsamazioni assurde mi vien da pensare che la gente è imbalsamata e basita da film di scarsisissimo valore e vitalità mentale.

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hollygoli mercoledì 23 giugno 2010
di fanny brawne non sappiamo proprio niente
70%
No
30%

In realtà, laulilla, dello strazio della perdita di Keats provato da Fanny Brawne non sappiamo proprio niente. Sappiamo solo che - come il film ci ricostruisce fedelmente - Keats smise di scrivere a Fanny quando partì per Roma, interrompendo con lei i contatti per sempre; non sappiamo nemmeno, perché le lettere di lei non ci sono pervenute (forse Keats le distruggeva, forse erano molte meno di quelle di lui, che scriveva in continuazione non solo a lei, ma anche a suo fratello George, a Charles Brown e a vari altri amici), se lei provasse per lui i medesimi intensi sentimenti che traspaiono nelle lettere che lui scriveva a lei; sappiamo solo che, dopo qualche anno dalla morte di Keats, la Brawne si sposò ed ebbe vari figli. [+]

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laulilla venerdì 25 giugno 2010
inerpretazioni
81%
No
19%

Cara Hollygoli, ieri ho spedito un commento che credo si sia perso per strada subito, e non ho capito per quali ragioni tecniche. Proverò a riscriverlo, simile nella sostanza.Premettendo che di sicuro non ho di Keats la tua stessa approfondita conoscenza, mi sono occupata, però, di letteratura italiana per ragioni professionali, e ho incrociato talvolta Keats, del quale ho letto l'opera in versi (e non le lettere) e conosco ciò che di lui hanno scritto Praz, nonché la scrittrice svizzera Fleur Jaeggy in un micro-saggio, contenuto in un micro- libro della Biblioteca Minima di Adelphi, da poco uscito, con il titolo "Vite congetturali". Che di vita congetturale si tratti, vale per Keats e, a maggior ragione per Fanny, che non ha scritto nulla di paragonabile alle opere del suo John. [+]

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