Scandalo Von Trier con infibulazione ma in sala il pubblico ride e fischia
di Natalia Aspesi La Repubblica
Ingannati dalle allettanti promesse di pornografia, erano corsi a frotte al cinema, intasandolo tutto un'ora prima dell'inizio del tanto atteso nuovo capolavoro di Lars von Trier, dal titolo sulfureo, Antichrist, quindi adatto a suscitare i tanto benedetti scandali.
In preda a una forte depressione, come lui stesso ha rivelato, il regista danese ha scelto come terapia non un analista o gli psicofarmaci, ma un film che lo guarisse attraverso momenti di massimo horror ginecologico, quali il taglio con forbici del proprio clitoride da parte della fuori di testa Charlotte Gainsbourg, che aveva però provveduto prima a inscenare un horror penico, dando una tremenda legnata al membro del marito Willem Dafoe, seguito da masturbazione sanguinolenta più trapanazione di una gamba con inserimento di un ferro chiuso da una mola.
Inizio tragico, in bianco e nero: la coppia di brutti e bravi Dafoe e Gainsbourg sta facendo l'amore accanto alla lavatrice e intanto il loro delizioso piccino Nic precipita dalla finestra. Noiosissimo, il marito con alterigia antipatica la porta in un capanno in una fitta foresta (simboli su simboli, sciamanesimo, psicanalisi, esoterismo) per guarirla dalla disperazionee dove invece chiunque impazzirebbe. Qui misteriosamente la signora si rivela una strega, per lo meno una che stava facendo una tesi sul Ginocidio con tutti i libri del caso compreso il cinquecentesco Malleus Maleficarum che dettava legge su come torturare e ammazzare le donne considerate streghe.
Tra il pubblico, risate quando gli animali stregati parlano (una volpe, «il caos regna»), grida di raccapriccio quando la signora spettinata usa forbice e bastone e cerca di sotterrare il marito, che forse se lo meriterebbe data la supponenza. Il regista tanto amato e premiato ha un bel spiegare che parlare di caccia alle streghe non vuole dire approvarla ma il pubblico molto provato ha il diritto di pensare che il film sia frutto di un suo risentimento angosciato contro le donne o una donna. Nel film ci sono solo i due protagonisti, che stanno sempre senza mutande e pur piangendo per l'insopportabile lutto si cavalcano continuamente. Vera opera da strega, che non solo stregonescamente metteva le scarpe sbagliate al figlioletto maschio, ma appena poteva si masturbava tutta nuda, anche tra le felci!
Da La Repubblica, 18 maggio 2009
di Natalia Aspesi, 18 maggio 2009