Agora |
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Un film di Alejandro Amenábar.
Con Rachel Weisz, Max Minghella, Oscar Isaac, Ashraf Barhom.
continua»
Avventura,
durata 128 min.
- Spagna 2009.
- Mikado Film
uscita venerdì 23 aprile 2010.
MYMONETRO
Agora
valutazione media:
3,30
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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La filosofia contro l'intolleranza.di IlPredicatoreFeedback: 10546 | altri commenti e recensioni di IlPredicatore |
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martedì 4 maggio 2010 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Alessandria, 391 D.C, culla della filosofia e punto d'incontro tra religioni diverse, antiche e nuove. Con l'arrivo del cristianesimo che impone il proprio amore verso il dio unico termina la pace e arrivano gli scontri carichi di gravi conseguenze. La storia ruota attorno alla filosofa Ipazia, ma anche al suo schiavo Davus e al discepolo Oreste, entrambi innamorati di lei, entrambi convertiti ma destinati a strade diverse. Film suggestivo e sensazionale che si divide sostanzialmente in due trame: da una parte racconta l'intolleranza, le conversioni ingannevoli o forzate e la tenace incapacità di libero pensiero degli uomini, dall'altra l'ostinata indagine di Ipazia sul movimento dei pianeti e il suo pensiero fortemente indipendente e “laico”. Grande ricostruzione di un'Alessandria multietnica, splendente e accorata, delle sue atmosfere, dei confronti filosofici e del rapporto insostenibile tra culti differenti ma al contempo accomunati dai reciproci difetti. Da incanto la sequenza del dibattito su Aristarco. Amenàbar, regista del sorprendente The Others, ci mostra la follia della violenza in nome di un credo ed è azzeccato per molte ragioni: innanzitutto la sua regia è partecipe, motivata e ispirata e Agora non avrebbe potuto chiedere di meglio. È capace di addentrarsi(ci) nel pensiero e nel mondo che ci racconta, dote di cui gode nel cinema solo Mel Gibson. Se la Terra è considerata a quell'epoca il centro del cosmo la telecamera ci si plasma con le riprese fatte nello spazio infinito, che zoommano fino ad Alessandria, come se il regista intendesse immedesimarsi in questo pensiero arcaico ma non privo di fascino. Dopo gli scontri sanguinosi tra parabolani ed ebrei le grida di sofferenza riecheggiano fino alle stelle, aggiungendo al film un'atmosfera originale e intensamente surreale, ma le inquadrature nello spazio servono anche a trasportarci nel fulcro delle indagini astronomiche di Ipazia. Il film riesce pregevolmente a seguire la filosofa nelle sue ricerche, senza che quest'ultime cadano in secondo piano, passando dal dramma storico all'avventura-giallo-filosofico. Altra qualità del regista spagnolo risiede nel mostrarci gli scontri e la violenza usata in nome della religione, facendoci ben intendere non solo quanto esse siano gravi e sbagliate, ma così ridicole da incutere rabbia. È difficile sopportare Ammonio con le sue manipolazioni, Cirillo con il suo dispotismo, i pagani e gli ebrei con la loro cecità, d'altronde qui non si tratta di anticristianesimo come qualcuno facilmente ha già pensato, né ci si schiera contro le religioni. Il dito è fondamentalmente puntato contro chiunque mini la libertà di pensiero, cerchi di convertire il prossimo e ostacoli la ragione e il sapere. Bravi tutti gli interpreti a cominciare da Rachel Weisz, unica vera star del film, che si cala nei panni della forte e complessa filosofa con pacata bravura, dando volto ad una Ipazia toccante ma allo stesso tempo intoccabile, che, ironia, subirà la stessa fine di un Gesù martire. Interessanti anche Max Minghella e Oscar Isaacs, che forgiano due personaggi dal grande spessore. Buone le musiche di Marianelli, i costumi di Pescucci e i pochi effetti speciali al servizio della storia. Solida e stimolante la regia che realizza un film talmente innovativo e così eccelso da raggiungere vette di intensità inarrivabili. Siamo nell'Alessandria di 1600 anni fa, ma si ha l'inquietante sensazione che tutto ciò che vi accade rispecchi il nostro mondo attuale.
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