Uno dei migliori film degli ultimi anni per ambientazione, indagine storica, costumi, attori perfettamente identificati nei personaggi. La trama interseca la storia vera di Ipazia, un’insegnante di matematica, astronomia e filosofia in Alessandria - nel momento in cui la celeberrima biblioteca conteneva tesori di inestimabile valore e il famoso faro costituiva una delle allora meraviglie del mondo - con il tentativo dei Tolemaici di spiegare i movimenti ciclici della terra e del sole arrivando a delle conclusioni fondamentali . La tematica si complica a seguito dell’inferocirsi dei rapporti tra cristiani (monoteisti) e politeisti (dediti ai culti più vari, che tuttavia gestivano la biblioteca) che sfoceranno in una vera e propria guerra con il coinvolgimento dell’Impero romano che cercherà di gestire il conflitto a suo vantaggio.
L’imperatore Teodosio impartisce l’ordine al Prefetto di Alessandria di far abbandonare la biblioteca da tutti coloro che ne avevano cura. Da qui la distruzione della biblioteca mentre i suoi custodi cercheranno di portare in salvo invano i suoi tesori. Tutti i custodi fuggiranno salvo Ipazia e pochissimi altri. Da lì inizierà una diatriba violentissima tra cristiani ed ebrei che porterà alla cacciata degli ebrei da Alessandria.
Il film è costellato da scene crude e dall’intensissima storia d’amore tra un ex schiavo e la sua ex padrona e maestra, amore tuttavia non corrisposto. Colpisce molto il razionalismo della maestra di filosofia che tenta di spiegare in tutti i modi a se stessa prima che agli altri che i principi tolemaici avevano un fondo di verità: ella infatti riesce a capire che se un oggetto lanciato da una determinata altezza non cade perpendicolarmente al punto da cui è stato lanciato ma oltre a questo è proprio perché la terra si muove. La studiosa è disposta a sacrificarsi per le sue idee e non rinuncia per nulla non solo a portarle avanti continuando a studiare le applicazioni possibili del principio ma soprattutto – in maniera spiazzante – lo farà senza alcuna paura delle conseguenze a cui consapevolmente sa di esporsi.
Da notare la figura squallida del Prefetto romano (ex allievo della studiosa) che alla fine si inginocchierà al potere.
Una brava e bella Rachel Weisz. Pietro Berti
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moina mathers
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lunedì 21 dicembre 2009
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ad ipazia
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C'è un gran fermento in rete proprio per le tue riflessioni sulla necessità/opportunità di poter vedere questo film anche in Italia. Invece pare che succederà proprio come con Katyn di cui ti sei ampiamente occupato qui ed altrove, che ora è uscito molto in sordina in DVD. Ipazia è un'eroina femminile che merita riconoscimento. E' una persona, ancor prima che donna e studiosa, che vuole porre in discussione le sue scoperte. Ma come purtroppo spesso capita, le ragioni della verità vengono sacrificate a quelle del potere. Il coraggio di questa donna che è stata capace di accettare il sacrificio pur di non rinnegare le proprie idee è un esempio che merita ricordo. Come al solito tu i film li vedi sempre prima degli altri.
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mario50
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sabato 27 febbraio 2010
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un fil memorabile
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Ho rivisto per la terza volta Agorà, ovviamente in inglese, e non posso che indignarmi al pensiero che un film del genere rischi di non essere visto in Italia o, che è peggio, possa essere distribuito con la tecnica "mordi e fuggi" per poter dire "l'abbiamo distribuito, ma nessuno è venuto a vederlo". Vincitore di 7 premi Goya (ma non è certo questo che può fare di un film un grande film), è un opera memorabile per le tematiche trattate (l'intolleranza religiosa, il potere che si piega al più forte), per molti momenti di grande cinema (ricordo tra gli altri la visione dei parabalani che incendiano la biblioteca di Alessandria, inquadrati dall'alto e a velocità accelerata come calabroni impazziti, oppure l'inquadratura della volta stellata con la terra vista a distanza mentre si sentono le grida degli ebrei massacrati).
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Ho rivisto per la terza volta Agorà, ovviamente in inglese, e non posso che indignarmi al pensiero che un film del genere rischi di non essere visto in Italia o, che è peggio, possa essere distribuito con la tecnica "mordi e fuggi" per poter dire "l'abbiamo distribuito, ma nessuno è venuto a vederlo". Vincitore di 7 premi Goya (ma non è certo questo che può fare di un film un grande film), è un opera memorabile per le tematiche trattate (l'intolleranza religiosa, il potere che si piega al più forte), per molti momenti di grande cinema (ricordo tra gli altri la visione dei parabalani che incendiano la biblioteca di Alessandria, inquadrati dall'alto e a velocità accelerata come calabroni impazziti, oppure l'inquadratura della volta stellata con la terra vista a distanza mentre si sentono le grida degli ebrei massacrati). Bellissima è la figura di Ipazia, che continua a studiare le sue coniche anche dopo che le è stato annunciata la sua condanna a morte da parte del patriarca Cirillo (lo hanno fatto santo), magistralmente interpretato da Rachel Weisz. Anche l'ambientazione della Alessandria di fine impero, con il suo melting pot di cristiani, pagani, le sue architetture maestose ma già sbrecciate da tempo fanno di questo film uno dei più belli di questi ultimi tempi. Sorprende e stupisce il commento della scheda di presentazione, tanto che fa dubitare che l'estensore abbia visto il film. Cos'è un "peplum"? Agorà è esattamente il contrario, a meno che non si voglia definire "peplum" qualsiasi film ambientato prima del 5° secolo. Non appare nessun Maciste, né apparirà mai, appare solo una apparente fragile donna che proclama orgogliosamente "I believe in the philosophy". Vorrei sentirlo dire in italiano.
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[+] inaspettatamente bello
(di anto65)
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wicca87
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lunedì 26 aprile 2010
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Concordo un film memorabile e ben fatto
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dragoblu
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lunedì 17 maggio 2010
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stupendo
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Trovo azzeccato il commento al film. Complimenti. Comprensibile, con la figura che ci fa, che la Chiesa abbia fatto di tutto per limitarne, se non bloccarne, la distribuzione nelle sale. Comprensibile ma non iustificabile. Purtroppo queste reazioni ci fanno ben cmprendere come i bui anni da Medioevo non siano così ben lontani. Ancora tante persone riescono a non cogliere le differenze tra Religione e Chiesa. Sono cattolico-cristiano e ricordo che la Religione è Fede, non supina sottomissione a Capi di una Chiesa ha spesso interpretato a modo suo (sarebbe più esatto definire "mistificato") le Sacre Scritture. Rammento la rabbia che mi fece compagnia sulla via del ritorno a casa dopo aver visto il film.
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Trovo azzeccato il commento al film. Complimenti. Comprensibile, con la figura che ci fa, che la Chiesa abbia fatto di tutto per limitarne, se non bloccarne, la distribuzione nelle sale. Comprensibile ma non iustificabile. Purtroppo queste reazioni ci fanno ben cmprendere come i bui anni da Medioevo non siano così ben lontani. Ancora tante persone riescono a non cogliere le differenze tra Religione e Chiesa. Sono cattolico-cristiano e ricordo che la Religione è Fede, non supina sottomissione a Capi di una Chiesa ha spesso interpretato a modo suo (sarebbe più esatto definire "mistificato") le Sacre Scritture. Rammento la rabbia che mi fece compagnia sulla via del ritorno a casa dopo aver visto il film. Quante Guerre sono state combattute all'insegna di slogan del tipo ("Got mit uns" per i Nazisti) o . Ancora un BRAVO a Piero BERTI.
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[+] film finto e di cattivo gusto
(di lorenzo g)
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lorenzo g
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giovedì 10 giugno 2010
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disonestà o cattivo gusto?
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il dubbio resta dopo aver visto (non adorato) il film. La risposta è: tutto finto. Niente di male un film è fiction, basta che si accontenti di narrare una storia, non di tenere una lezione di Storia. Erano più onesti i film americani di indiani e di giapponesi
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(di shiita)
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