filippo catani
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mercoledì 4 giugno 2014
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il lato oscuro del sogno americano
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Una giovane ragazza è in viaggio verso l'Alaska in cerca di un lavoro ma soprattutto in cerca di un po' di stabilità. Giunta in Oregon, la giovane ha un problema alla macchina e perderà anche la compagnia della sua unica compagna di viaggio: la cagnetta Lucy.
Un film indipendente e molto forte che nel giro di un'ora e un quarto riesce a condensare tutte le angosce di chi popola l'altra faccia dell'America. Ecco allora un ritratto sconfortante della vita in una piccola cittadina dell'Oregon: un guardiano ormai alienato da tutto, un commesso zelante e infarcito dei sani principi americani e una selva di disperati e senzatetto pronti a raccogliere le lattine abbandonate per pochi spiccioli.
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Una giovane ragazza è in viaggio verso l'Alaska in cerca di un lavoro ma soprattutto in cerca di un po' di stabilità. Giunta in Oregon, la giovane ha un problema alla macchina e perderà anche la compagnia della sua unica compagna di viaggio: la cagnetta Lucy.
Un film indipendente e molto forte che nel giro di un'ora e un quarto riesce a condensare tutte le angosce di chi popola l'altra faccia dell'America. Ecco allora un ritratto sconfortante della vita in una piccola cittadina dell'Oregon: un guardiano ormai alienato da tutto, un commesso zelante e infarcito dei sani principi americani e una selva di disperati e senzatetto pronti a raccogliere le lattine abbandonate per pochi spiccioli. In tutto questo si inserisce Wendy una ragazza dell'Esat Coast in conflitto con la famiglia, fragile e alla ricerca di un impiego o quantomeno di dare un senso alla propria esistenza. Le vicissitudine che dovrà passare per ritrovare la sua amata cagnetta se da un lato cercheranno di farle prendere maggiore confidenza in se stessa dall'altro però l'abbatteranno sempre più per una storia dove non esistono vincitori ma solo vinti. Michelle Williams è bravissima e praticamente irriconoscibile specialmente pensando a come l'abbiamo vista qualche anno dopo splendente nel ruolo della Monroe.
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iankenobi
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mercoledì 23 ottobre 2013
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basta michelle.....
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Piccolo film indipendente in cui succede poco e niente eppure basta michelle williams per dargli quel qualcosa in piu'.
Una ragazza,wendy,ed il suo cane lucy, viaggiano in macchina in un america desolata ed ostiile, ad un certo punto del viaggio,la macchina si rompe e cominciamo a capire che la protagonista stava viaggiando in cerca di fortuna, in cerca di un lavoro e in fuga da una famiglia non molto comprensiva.
Per riparare la macchina,c'e' bisogno di soldi e non avendoli la protagonista e' costretta a parcheggiarla momentaneamente nel parcheggio di uno shopping center e a seguito delle proteste del vigilante al di fuori dello stesso.Seguiamo con affetto il rapporto quasi totalizzante tra questo cane affettuoso e la sua padrona ma capiamo anche di esserci immersi in un film sulla disillusione del sogno americano,su quella tanta, troppa gente, che purtroppo in tanti film americani non vediamo,costretta a vivere in camper,in macchine o in situazioni cmq precarie o fatiscenti.
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Piccolo film indipendente in cui succede poco e niente eppure basta michelle williams per dargli quel qualcosa in piu'.
Una ragazza,wendy,ed il suo cane lucy, viaggiano in macchina in un america desolata ed ostiile, ad un certo punto del viaggio,la macchina si rompe e cominciamo a capire che la protagonista stava viaggiando in cerca di fortuna, in cerca di un lavoro e in fuga da una famiglia non molto comprensiva.
Per riparare la macchina,c'e' bisogno di soldi e non avendoli la protagonista e' costretta a parcheggiarla momentaneamente nel parcheggio di uno shopping center e a seguito delle proteste del vigilante al di fuori dello stesso.Seguiamo con affetto il rapporto quasi totalizzante tra questo cane affettuoso e la sua padrona ma capiamo anche di esserci immersi in un film sulla disillusione del sogno americano,su quella tanta, troppa gente, che purtroppo in tanti film americani non vediamo,costretta a vivere in camper,in macchine o in situazioni cmq precarie o fatiscenti.Non ci sono speranze per la protagonista se non quella di dovere affrontare una vita fatta di stenti, alla continua ricerca di una stabilita' provvisoria,che potra' forse andar bene per lei ma che non puo' cmq coinvolgere i bisogni di un animale,o se per questo di qualsiasi altro essere vivente.
Il film e' tutto sulle spalle di michelle williams sulla sua immensa capacita' di essere minima e vitale eppure sincera.....................
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gianleo67
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lunedì 9 novembre 2015
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l'odissea chapleriana di una donna e il suo cane
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Di passaggio in una piccola cittadina dell'Oregon e diretta in Alaska in cerca di un lavoro e di migliori condizioni di vita, la giovane Wendy viaggia su di una vecchia utilitaria male in arnese insieme all'inseparabile cagnolina Lucy. Con l'auto in panne e pochi soldi in tasca il suo viaggio la costringe ad una tappa obbligata quando si smarrisce la sua inseparabile amica a quattro zampe.
Dal racconto 'Train choir' di Jon Raymond, sceneggiato insieme all'autore, il secondo lungometraggio della giovane autrice statunitense Kelly Reichardt è ancora una volta (dopo 'River of Grass' e prima di 'Meek's Cutoff') il ritratto minimalista e sensibile di una solidutide femminile in fuga da un presente mediocre ed alla ricerca di un futuro migliore, attraverso un'America di provincia in cui il sogno americano sembra infrangersi contro la disillusione della crisi economica ed il frammentarsi di una solidarietà umana che solo fra ultimi, magari solo tra l'uomo e il cane, può trovare il suo piccolo riscatto senimentale.
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Di passaggio in una piccola cittadina dell'Oregon e diretta in Alaska in cerca di un lavoro e di migliori condizioni di vita, la giovane Wendy viaggia su di una vecchia utilitaria male in arnese insieme all'inseparabile cagnolina Lucy. Con l'auto in panne e pochi soldi in tasca il suo viaggio la costringe ad una tappa obbligata quando si smarrisce la sua inseparabile amica a quattro zampe.
Dal racconto 'Train choir' di Jon Raymond, sceneggiato insieme all'autore, il secondo lungometraggio della giovane autrice statunitense Kelly Reichardt è ancora una volta (dopo 'River of Grass' e prima di 'Meek's Cutoff') il ritratto minimalista e sensibile di una solidutide femminile in fuga da un presente mediocre ed alla ricerca di un futuro migliore, attraverso un'America di provincia in cui il sogno americano sembra infrangersi contro la disillusione della crisi economica ed il frammentarsi di una solidarietà umana che solo fra ultimi, magari solo tra l'uomo e il cane, può trovare il suo piccolo riscatto senimentale.
Certo meno estremista dello slapstick-adventure di ambientazione ferroviaria durante la Grande Depressione secondo Robert Aldrich (L'imperatore del nord - 1973) e meno disilluso dell'epica beat non andata a buon fine dei centauri di Dennis Hopper e Peter Fonda (Easy Rider 1969), il film della Reichardt vive nel falso movimento di un road-movie dove il Grande Paese si riduce alla scala di un minimalismo periferico e marginale che ne riassume tutte le miserie e le contraddizioni (perfino lo spiacevole incontro con un balordo alcolizzato che rassomiglia tanto all'avvocato fuori di testa di Jack Nicholson), ricostruendo sulle macerie di una democrazia fondata solo sulle illusioni di un benessere economico a corrente alternata un neo-umanesimo di solidarietà spicciola fatta di gesti concreti e di una dolente lotta per la propria dignità. Accompagnato dalla delicata melanconia di un commento sonoro scritto per l'occasione da Will Oldham, questa piccola odissea chapleriana di una donna ed il suo cane ci dice qualcosa sullo stato dell'arte di un cinema indipendente che cerca la sua strada nella poesia e nell'umanità di caratteri semplici, muovendosi al di fuori dalla retorica spettacolare di un cinema hollywoodiano fatto di melodrammi strappalacrime ed eroi a tutti i costi, pur non rinunciando a tratteggiare con i toni pastello di una sensibilità al femminile le amare disillusioni delle sue notazioni realistiche (vedi alla voce Larry Clarck). Splendida e misurata l'interpretazione di una incantevole Michelle Williams che proprio con un cane (Lassie 1994) aveva cominciato la propria carriera, accompagnata dalla buona prova di due caratteristi di razza come Walter Dalton e Will Patton. Presentato nella sezione Un Certain Regard del 61º Festival di Cannes dove ha ricevuto la Palm Dog per l'ottima presenza scenica del cane Lucy.
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