andrea
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giovedì 29 gennaio 2009
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journey to the center of the earth... 3d
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Il professore Trevor Anderson(Brendan Fraser, simpatico come al solito) si mette in viaggio assieme al nipote Sean(il giovane Josh Hutcherson) verso l'Islanda. Il motivo è che alcuni sensori di rivelamento termico hanno rilevato crescenti temperature proprio in quei aspri territori e Trevor, spinto dallo spirito scientifico ma soprattutto, dalla speranza di ritrovare il fratello Max, padre di Sean, scomparso misteriosamente proprio in quel continente. Dopo varie peripizie ed un incidente, Trevor, Sean e la loro guida Hannah(Anita Briem) rimangono intrappolati in quello che sembra essere il centro della Terra. E l'avventura comincia. Blockbuster tridimensionale da vedere con i pop corn, la coca cola e gli indispensabili occhialini(purtroppo non presenti in tutti i cinema) per un divertimento e una avventura pienamente assicurati.
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Il professore Trevor Anderson(Brendan Fraser, simpatico come al solito) si mette in viaggio assieme al nipote Sean(il giovane Josh Hutcherson) verso l'Islanda. Il motivo è che alcuni sensori di rivelamento termico hanno rilevato crescenti temperature proprio in quei aspri territori e Trevor, spinto dallo spirito scientifico ma soprattutto, dalla speranza di ritrovare il fratello Max, padre di Sean, scomparso misteriosamente proprio in quel continente. Dopo varie peripizie ed un incidente, Trevor, Sean e la loro guida Hannah(Anita Briem) rimangono intrappolati in quello che sembra essere il centro della Terra. E l'avventura comincia. Blockbuster tridimensionale da vedere con i pop corn, la coca cola e gli indispensabili occhialini(purtroppo non presenti in tutti i cinema) per un divertimento e una avventura pienamente assicurati. Una cosa è certa: se sulla locandina di un film c'è il nome di Brendan Fraser allora le situazioni comiche e la grande azione/avventura sono presenti e nel Viaggio al Centro della Terra, anche se un pò sminuite rispetto alle tre Mummie, sono presenti e divertono il pubblico. Ma il film offre di più di un semplice spettacolo per famiglie dalla trama catastrofica con un lieto fine. Difatti, l'esordiente Eric Brevig si destregge nel green screen(la scenografia che serve a sostituire gli effetti speciali) offrendo al suo pubblico una visione spettacolare e a dir poco magnifica del centro della nostra Terra tanto sconosciuto(in senso scientifico) quanto insidioso, misterioso e anche pericoloso(vedi un tirannosauro preistorico, roccie magnetiche, mostri marini e piranha e uccelli canterini simili a passerotti ma dal colore blu). E tali ingredienti, più l'innegabile ma troppo sottovalutata(dal pubblico) comicità di Fraser, sono perfetti per questa pellicola sperimentale(riguardo all'uso del 3D) che offre situazioni e colpi di scena mai prevedibili e ben inseriti nel contesto di trama. Lo si potrebbe definire un videogame a livelle che man mano che prosegue, aumenta il grado di difficoltà e di impegno del giocatore; in questo caso rappresentato dai tre protagonisti. Insomma, per quanto riguarda alla trama, non ci si può di certo aspettare un film complesso, ma nell'insieme, Viaggio al Centro della Terra(3D) è un ottimo inizio per il nuovo cinema tridimensionale in via di espansione, capace di suscitare emozioni al livello delle prime pellicole che utilizzavano la grafica computerizzata. Consigliato.
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don64
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lunedì 4 gennaio 2010
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film....per ragazzi simpatico
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Film di fantascienza adatto ad un pubblico giovane.La trama, anche se un po' scontata, e' nel complesso simpatica come lo e' il film che, specie nella seconda parte, e' piu' interessante e gli effetti speciali piu' imponenti.Voto 7
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giacomo j.k.
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mercoledì 26 agosto 2009
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che viaggio, ragazzi!
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Trevor Anderson (Brendan Fraser) è un professore/cervellone inascoltato della vulcanologia, fratello, amico e collega di Max (Jen Michel Paré), scomparso dieci anni prima durante una misteriosa spedizione. Sean (Josh Hutcherson) è il figlio di Max, ospite in casa dello zio per dieci giorni in attesa che la madre regolarizzi il loro espatrio in Canada. Sean si è già preparato per una settimana deprimente a casa di Trevor, quando il professore, ispirato da alcuni vecchi appunti del fratello, scopre che le condizioni sismiche sono le stesse di quando Max è scomparso. Accompagnato da un’affascinante guida montana (Anita Briem), decide quindi di partire per scoprire cos’è successo, portandosi dietro il nipote.
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Trevor Anderson (Brendan Fraser) è un professore/cervellone inascoltato della vulcanologia, fratello, amico e collega di Max (Jen Michel Paré), scomparso dieci anni prima durante una misteriosa spedizione. Sean (Josh Hutcherson) è il figlio di Max, ospite in casa dello zio per dieci giorni in attesa che la madre regolarizzi il loro espatrio in Canada. Sean si è già preparato per una settimana deprimente a casa di Trevor, quando il professore, ispirato da alcuni vecchi appunti del fratello, scopre che le condizioni sismiche sono le stesse di quando Max è scomparso. Accompagnato da un’affascinante guida montana (Anita Briem), decide quindi di partire per scoprire cos’è successo, portandosi dietro il nipote. La loro storia si intreccerà non solo con quella del fratello, ma anche con quella di Lidenbrock, protagonista del romanzo di Jules Verne.
Eric Brevig, nato tecnico degli effetti speciali e due volte candidato all’oscar per questo, si cimenta nella sfida della regia e ne esce con qualche ammaccatura… a meno di non voler considerare che un film come questo, uno dei pionieri del 3D, non avesse in effetti bisogno di una tale personalità a tirare i fili. La fotografia, curatissima (e come avrebbe potuto essere altrimenti?) e dai colori abbaglianti, lascia spesso trasparire la tecnologia tridimensionale per la quale è stata sviluppata. La colonna sonora, semplice ma diretta, è curata dal semi-sconosciuto Andrew Lockington. Nota di demerito nella versione italiana, il doppiaggio non impeccabile, soprattutto nelle voci: ora, a parte Alessia Amendola non al top, ma era proprio necessario doppiare Sean, personaggio di 13 anni, con Flavio Aquilone che – per carità, bravissimo, ma di anni ne ha venti?
Ne stiano lontani i critici accaniti, perché di cose assurde (e anche parecchio) se ne vedono a iosa: insomma, i fan de La Mummia troveranno pane per i loro denti, non solo grazie a Brendan Fraser, ma anche per lo spirito fanta-avventuristico e talvolta ironico che permea tutto il film (e che, soprattutto in un’occasione, più che tragicità trasmette il riso). In breve, un buon film per una serata fra amici e per testare ancora una volta le potenzialità del 3D. Chi cerca il capolavoro del cinema dovrà ricredersi.
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carmine antonello villani
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venerdì 27 marzo 2009
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deludente ma spettacolo visivo assicurato
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Remake di un fantasy del ‘59 con James Mason nei panni dello scienziato perso nella sua biblioteca tra appunti e vecchi manoscritti, “Viaggio al centro della Terra 3D” si propone in una versione stereoscopica da gustare con gli immancabili occhiali tridimensionali. L’omaggio allo scrittore francese che risulta moderno persino in un mondo dominato dai computer e dalla realtà virtuale è però meno convincente del previsto: il regista Eric Brevig stravolge il romanzo di Verne affidandosi ad un ricercatore yankee che non si dà pace per la scomparsa del fratello nelle profondità di un vulcano islandese. Effetti speciali, dinosauri, piante carnivore e pesci voraci, una vecchia miniera diventata per l’occasione uno straordinario luna park, questo nuovo viaggio non ha la magia del primo film né il protagonista possiede la saggezza del professore Lindenbrook che nella versione originaria si era inimicato persino la comunità scientifica con la sua ostinazione nel credere ad un passaggio segreto per il centro della Terra.
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Remake di un fantasy del ‘59 con James Mason nei panni dello scienziato perso nella sua biblioteca tra appunti e vecchi manoscritti, “Viaggio al centro della Terra 3D” si propone in una versione stereoscopica da gustare con gli immancabili occhiali tridimensionali. L’omaggio allo scrittore francese che risulta moderno persino in un mondo dominato dai computer e dalla realtà virtuale è però meno convincente del previsto: il regista Eric Brevig stravolge il romanzo di Verne affidandosi ad un ricercatore yankee che non si dà pace per la scomparsa del fratello nelle profondità di un vulcano islandese. Effetti speciali, dinosauri, piante carnivore e pesci voraci, una vecchia miniera diventata per l’occasione uno straordinario luna park, questo nuovo viaggio non ha la magia del primo film né il protagonista possiede la saggezza del professore Lindenbrook che nella versione originaria si era inimicato persino la comunità scientifica con la sua ostinazione nel credere ad un passaggio segreto per il centro della Terra. Qui lo scienziato è un giovane imbranato, il libro di Verne diventa una sorta di manuale per le giovani marmotte mentre i colpi di scena sono fin troppo prevedibili. Brendan Fraser è il ricercatore che s’imbarca con il nipotino e la figlia di un verniano tra cunicoli e mari sotterranei. Finale scontato, il gioco è scoperto ma per divertirsi ogni occasione è buona. Anche quando la minestra è riscaldata.
Carmine Antonello Villani
(Salerno)
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(di kerrfal)
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simone
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giovedì 5 marzo 2009
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divertente anche senza 3d
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Incuriosito dall'innovazione del 3D mi sono recato al cinema pieno di aspettativa, ma scoprendo con grande dolore che la visione tridimensionale era prensente solo a Milano, Roma e Firenze.
Il film rende comunque anche senza quest'orpello grafico, rimanendo divertente e piacevole. Buona la recitazione dei tre protagonisti e trama divertente anche se assurda e leggermente banale.
Un pluso è sicuramente da fare alla scena girata in Italia, assolutamente stereotipata, ma divertente.
Purtroppo rimane il rimpianto di non averlo potuto vedere in 3D, soprattutto per le numerose scene che sono fatte apposta per sfruttare questa tecnologia.
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viktor von doom
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venerdì 20 settembre 2013
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si poteva fare molto di più.
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viaggio al centro della terra è un film che sceglie di puntare molto sugli effetti speciali e sulla tecnologia del 3D.purtroppo tralascia invece cose importanti come sfruttare il vantaggio di avere a dispozione una ottima fonte letteraria per creare una sceneggiatura che per quanto non originale sarebbe potuta essere ottima.inoltre il film non osa mai mancando di tocchi davvero originali e di colpi di scena degni di nota.il finale stesso non si impegna a ribaltare le sorti di un titolo piatto restando ancorato ad una realizzazione superficiale che non si limita a scegliere di riempirsi di effetti speciali ma si dona completamente ad essi.da questo punto di vista il film diretto da henry levin nel 1959 surclassa completamente il lavoro di brevig.
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viaggio al centro della terra è un film che sceglie di puntare molto sugli effetti speciali e sulla tecnologia del 3D.purtroppo tralascia invece cose importanti come sfruttare il vantaggio di avere a dispozione una ottima fonte letteraria per creare una sceneggiatura che per quanto non originale sarebbe potuta essere ottima.inoltre il film non osa mai mancando di tocchi davvero originali e di colpi di scena degni di nota.il finale stesso non si impegna a ribaltare le sorti di un titolo piatto restando ancorato ad una realizzazione superficiale che non si limita a scegliere di riempirsi di effetti speciali ma si dona completamente ad essi.da questo punto di vista il film diretto da henry levin nel 1959 surclassa completamente il lavoro di brevig.non solo il titolo di levin durava oltre mezz'ora in più,dando il giusto spazio alla doverosa tessitura di una trama di maggior spessore e ad una sceneggiatura davvero solida ma addirittura lo supera,nonostante l'età della pellicola,dal punto di vista visivo mostrando una maggiore varietà di situazioni,una più ispirata scelta delle scenografie e una realizazione tecnica molto curata che nonostante l'età ancora oggi sà stupire(il mare sotterraneo è imparagonabile per senso di inquietudine,pericolosità e maestosità).non si può dire lo stesso di questo film che sembra essere stato concepito soprattutto per un pubblico di bambini(e la scelta di brendan fraser nel ruolo di protagonista ne è una conferma) e che è si ricco di effetti speciali ma che forse è stato privo della giusta passione che andrebbe infusa in ogni opera registica degna di questo nome.
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