Kenau, Robocop, Star Trek: Hollywood è da fantascienza
di Elena Martelli Il Venerdì di Repubblica
Con Ultimatum dalla terra, Reeves guida la carica di una serie di sequel e remake, ben dodici, in preparazione negli USA. Un ritorno al futuro dettato dalla crisi.
Più o meno ogni quattro anni mi tocca fare il Salvatore». Cerca di sorridere Keanu Reeves ma quel movimento sembra procurargli una fatica inattesa.
Lo sguardo gelido e distaccato di Neo, l'eroe di Matrix che lo ha imposto come star del genere, è la maschera ideale per il protagonista di ultimatum alta Terra, il remake del celebre film di Robert Wise del 1951, diretto da Scott Derrickson. Qui Reeves è il messianico alieno Klatu, che sbarca a Central Park con un avvertimento: se continuate a distruggere la Terra, voi, umani, troppo umani, sarete eliminati. Per incompetenza. Siamo in piena fantascienza ambientalista: ecologica, del resto, è la stessa navicella, che assomiglia a una sfera d'arte concettuale, con cui atterra il protagonista. L'unica che sembra dare retta all'alieno è una scienziata con figlio afroamericano (Jaden Smith, della genia di Will), interpretata da Jennifer Connelly, che supplica Klatu di dare a questo mondo un'altra possibilità, mostrando il lato migliore della specie umana. D'altra parte, ci pensa Kathy Bates, nel film segretario alla Difesa, a far vedere come sono bravi gli uomini a fare la guerra, sparando subito all'Altro.
Come sono cambiati gli incubi della fantascienza di oggi: ieri, «l'Altro», era il comunismo, in particolare nel film di Wise la minaccia nucleare, oggi il pericolo viene dall'ambiente, come già aveva mostrato M. Night Shyamalan in E venne il giorno, dove aveva immaginato la natura che si ribella e diventa agente di morte. Rispetto all'originale, la versione di Derrickson è meno ambigua, meno cinica, più buonista. «Questo film» dice Reeves «trasmette un messaggio positivo. L'essere umano, se messo alle strette, riesce a dare il meglio di sé. Forse l'umanità ha bisogno di essere rassicurata». Anche dai politici del film che, a tratti, diventano giudiziosi. Ma Ultimatum alla Terra è anche il primo, in ordine d'arrivo, di una lunga serie di film, riciclati dai gran di classici di fantascienza, che Hollywood sta preparando: una dozzina di remake di celebri titoli di scifiction (da science fiction) che gli Studios stanno per realizzare e che, nel giro di due anni, rivedremo, al cinema. A parte lo Star Trek di J.J. Abrams (il «creatore» di Lost) che uscirà il 19 maggio del 2009, in lavorazione ci sono Robocop annunciato per il 2010 con la regia di un visionario come Darren Aronofsky (The Wrestler) e Terminator Salvation. Nel Terminator anni Ottanta, vera leggenda dell'action movie cyborg diretto da James Cameron, (che ha scritto la sceneggiatura del sequel), Arnold Schwarzenegger era un cyborh arrivato dal 2027 per uccidere il futuro capo della resistenza alle macchine. Terminator Salvation, diretto da McG (Charlie's Angels), vede Christian Bale nel ruolo di John Connor, il figlio di Sarah, la donna che Schwarzi doveva eliminare, oggi cresciuto e alla guida del manipolo di resi stenti. Uscirà nei cinema di tutto il mondo il prossimo 5 giugno. Steven Spielberg figura, invece, tra i produttori del remake di Quando i mondi si scontrano, b-movie del 1951 di Rudolph Maté che dovrebbe essere diretto da Stephen Sommers (La mummia). E poi: Joel Silver, il produttore di Matrix, tanto per citarne uno, sta portando avanti due progetti: Logan's Run remake di un film del 1976, e Forbidden Pianet del 1956.
Perché tutti questi remake proprio adesso? «In effetti, sono un po' troppi» commenta con indifferenza Keanu Reeves. Derrickson, 42 anni, già autore di L'esorcismo di Emily Rose, piccolo ma acclamato horror presentato a Venezia nel 2005, dà una risposta più elaborata: «Scegliere un soggetto già rodato, permette al produttore di rischiare meno. Data la grande crisi dell'industria cinematografica Hollywood sta tornando ad aprire le proprie biblioteche». Per una volta, dunque, non si tratta solo della cronica mancanza di idee: se anche ci fossero questo non sarebbe, infatti, il momento ideale per gli Studios, così come per l'industria in generale, di tentare grandi azzardi. Siamo o no in piena recessione? Più che nuove idee, quindi, servono almeno in termini di fantascienza, nuove minacce, riciclabili nella classica dialettica uomo-alieno ma convertibili nelle paure contemporanee.
Come, per esempio, il disastro ambientale: la tematica verde, scifiction a parte, è un'ossessione del cinema di oggi. Pure nell'ultimo 007 Quantum of Solace e nel cartoon Wall-E è una delle dominanti della storia. E, in Ultimatum alla Terra, arriva persino a sposare la causa pacifista. Forse è nato un nuovo genere: il green scifiction movie. Keanu Reeves sembra perplesso. «Dice un nuovo genere, come il western?».
Da Corriere della Sera Magazine, 11 dicembre 2008
di Elena Martelli, 11 dicembre 2008