Tropic Thunder |
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Un film di Ben Stiller.
Con Robert Downey Jr., Ben Stiller, Jack Black, Bill Hader, Nick Nolte.
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Titolo originale Tropic Thunder.
Commedia,
durata 107 min.
- USA, Germania 2008.
- Universal Pictures
uscita venerdì 24 ottobre 2008.
MYMONETRO
Tropic Thunder
valutazione media:
3,32
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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La pazza guerra di Ben Stiller
di Roberto Nepoti La Repubblica
Nel film di Ettore Scola "La terrazza", il produttore interpretato da Ugo Tognazzi chiede di continuo allo sceneggiatore che gli sta raccontando il soggetto per un nuovo film: "ma fa ridere?". Ecco, la buona notizia è che Tropic Thunder fa ridere; sarà a tratti grossolano, non dirà molto di nuovo su Hollywood: quel che volete, ma fa ridere, e tanto. Fino dai falsi trailer (attenzione a non perderli) che precedono i titoli di testa e che illustrano i generi di cui sono specialisti gli attori impegnati nel "più grande film di guerra di tutti i tempi". Tugg Speedman (Ben Stiller) è l' eroe di fantasy muscolari alla Vin Diesel, ma in declino; il cocainomane Jack Black fa commedie basate sui peti; Brandon T. Jackson è un rapper; quanto a Robert Downey jr. (che fa la parodia di se stesso), è un attore di composizione fanatico del metodo Actor' s Studio (al punto che, per impersonare un sergente nero, si è sottoposto alla chirurgia plastica) e che ha vinto diversi Oscar. Il povero Tugg, invece, non è riuscito a strappare nemmeno una nomination; pur avendo recitato una parte di ritardato mentale, convinto che alle statuette l' handicap paghi. Dunque, il frustrato divo cerca il suo riscatto con un kolossal bellico, da realizzare direttamente nella jungla vietnamita assieme al variegato gruppo di colleghi. Senonché i consigli di un (falso) veterano mitomane cui presta i tratti Nick Nolte - anche lui in vena di autoparodia - trasformano la guerriglia simulata in guerra autentica: scollinando dalla zona delle riprese, i falsi soldati incontrano un vero, piccolo esercito di trafficanti di droga armati fino ai denti che vogliono la loro pelle. E il film di finzione rischia di trasformarsi in un caso drammatico di cineverità. Dopo essersela presa con il milieu della moda in "Zoolander", Stiller concentra l' artiglieria su Hollywood; sport spesso praticato da Hollywood stessa, ma che l' attore-sceneggiatore-regista affronta con simpatica crudeltà e con l' intenzione dichiarata di fare il più politically uncorrect possibile. Associandosi in screenplay Ethan Coen, ha infarcito il film non soltanto di produttori squali e bastardi (una caratterizzazione di Tom Cruise truccato con calotta da calvo e avambracci alla Popeye), agenti fatui e imbecilli, attori dai nervi fragili ossessionati dal successo, e dalla sua perdita; ci ha messo dentro anche la parodia del "war movie", oggi tra i generi leader e sempre più truculento (soldati sventrati, moncherini, scene-madri di repertorio), nonché una serie di riferimenti a classici come "Apocalypse Now" o "Il cacciatore", però senza cadere nelle esagerazioni dell' iper-citazionismo. Il suo, in fondo, è un oggetto cinematografico più insolito di quanto sembri a prima vista. Anche grazie alla larghezza dei messi produttivi che si è trovato a disposizione, Stiller alterna i toni della farsa con quelli dell' actioner, dimostrando anche un certo talento nel realizzare sequenze spettacolari come bombardamenti col napalm e similari.
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