The Millionaire |
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Un film di Danny Boyle.
Con Dev Patel, Anil Kapoor, Freida Pinto, Madhur Mittal, Irrfan Khan, Mia Drake, Imran Hasnee, Faezeh Jalali.
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Titolo originale Slumdog Millionaire.
Commedia,
durata 120 min.
- Gran Bretagna, USA 2008.
- Lucky Red
uscita venerdì 5 dicembre 2008.
MYMONETRO
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La scalata verso l'amore, lo sviluppo e il milione
di Dani AlfieriFeedback: 0 | altri commenti e recensioni di Dani Alfieri |
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venerdì 12 febbraio 2010 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Una sola ed ultima domanda separano Jamal Malik, "chai-wallah" ('ragazzo che porta il tè') indiano di un call center, dal vincere 20 milioni di rupie in un celebre quiz televisivo. Allo spettatore (cinematografico) viene chiesto, nell'incipit del film, come ha fatto ad arrivare sin qui. Sospettato di aver imbrogliato il ragazzo è quindi torturato e interrogato dalla polizia indiana, del tutto inconsapevole che domande e risposte siano profondamente e incredibilmente interconnesse con la sua vicenda personale, intessuta dall'infanzia gravosa negli slum di città e dall'incontro con Latika, unico e puro amore di Jamal, che costituisce anche la sola ragione per cui il diciottenne partecipa allo show: la ragazza infatti segue quotidianamente la trasmissione, unico mezzo che le permette di "evadere". L'ottavo lavoro cinematografico di Danny Boyle (“Trainspotting”), spiazza critica e fan, proponendo un'atipica favola moderna che attinge dal romanzo "Le dodici domande" di Vikas Swarup, ambientata in un’India di fine millennio, povera e malsana. Sin dal principio del film, alle “risposte definitive” del quiz si alternano le spiegazioni che il protagonista dovrà dare alla polizia, le quali ci trasportano, tramite un sapiente uso del flashback, nel pieno delle complessità della realtà indiana, dove ad attori famosi che girano in elicottero, si allega la povertà dei bambini delle baraccopoli, costretti a corse sfrenate per scappare da attacchi di fanatici musulmani, o ad architettare sottili stratagemmi che consentano loro di guadagnare (rubando) ciò di cui necessitano per sostentarsi. Jamal vive in prima persona, seppur con l'innocenza di un bambino, la miseria e l’asprezza di quest'India degradata, nella quale è costretto a spalleggiarsi con il fratello Salim, in una continua lotta per la sopravvivenza che li farà crescere, facendo affiorare in loro personalità e scelte differenti, che li porteranno inevitabilmente verso destini diametralmente opposti. Boyle mostra di sapersi destreggiare egregiamente e con maturità anche in un nuovo continente, impadronendosi delle strade di Mumbai così come aveva fatto per Edimburgo in “Trainspotting”. La “banalità” della storia d’amore, con il seguente e scontato lieto fine, viene quindi messa in secondo piano, surclassata dalla vera protagonista, l’India, oggetto della fredda analisi del regista britannico, con le sue incongruenze sociali, le sue disparità classiste, ma anche talvolta con i suoi paesaggi e le sue tradizioni. La scelta del cast formato da bambini e adulti è ben curato, su tutti Dev Patel (già visto nella serie “Skins”) nel ruolo del protagonista e Anil Kapoor nei panni del conduttore dello show. Da perfetto contorno a tutta la vicenda funge la colonna sonora di Allah Rakha Rahman, famoso compositore sulla scena indiana, che riesce nel difficile intento di far sì che i ritmi delle sue canzoni formino un tutt’uno con la trama. Si capisce quindi che il film è tutt’altro che una semplicistica favola d’amore che, dopo un’infinita odissea, si conclude prevedibilmente in modo lieto: nella figura del protagonista, infatti, si riflette lo spirito di tutto un popolo, che si immedesima nell’ascesa verso il traguardo finale di Jamal, ed esulta, come fossero conquiste proprie, ad ogni risposta esatta del ragazzo. Questi quindi incarna propriamente il sogno di progresso e di sviluppo, culturale e sociale, di una nazione intera, che, chissà che un giorno, non finisca fatalmente per avverarsi.
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