The Millionaire |
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Un film di Danny Boyle.
Con Dev Patel, Anil Kapoor, Freida Pinto, Madhur Mittal, Irrfan Khan, Mia Drake, Imran Hasnee, Faezeh Jalali.
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Titolo originale Slumdog Millionaire.
Commedia,
durata 120 min.
- Gran Bretagna, USA 2008.
- Lucky Red
uscita venerdì 5 dicembre 2008.
MYMONETRO
The Millionaire
valutazione media:
3,47
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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L'Ulisse indiano da pezzente a milionariodi il_marcoFeedback: |
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domenica 17 giugno 2012 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Non per soldi ma per amore. Boyle mette in scena una romantica storia d'amore, platonica e sentimentale tra Jamal e Latika, due ragazzi costretti a vivere nella povertà delle baraccopoli indiane, separati da bambini e infine riuniti grazie a un famoso gioco televisivo. La tecnica di Boyle, in seguito usata al massimo potenziale in 127 ore, è rivoluzionaria e mai sperimentata, trasportandoci in prima persona in quell'India sporca e criminale che è dei poveri, costretti a viveri di stenti nelle baraccoli. Le inquadrature in primo piano soffocano e turbano, mentre tra i vicoli stretti e bui ci rendono completamente partecipi dell'azione, al punto che sembra pure a noi di scappare con loro. Nel frattempo Jamal e fratello crescono e attraversano l'intera India in treno, vivono di furti e piccole truffe, arrivando persino a rubare le scarpe dei turisti al Tahj Mahal. L'unico obbiettivo di Jamal è poter rivedere la piccola Latika, mentre per il fratello, dall'evidente carattere scontroso e ribelle, l'unico obiettivo è il potere e il rispetto, ottenuto anche tramite l'omicidio. Il film oscilla tra la più cruda realtà che effettivamente è l'India e il buonismo e irritanti coincidenze tipiche delle commedie all'americana, al punto da assumere caratteristiche di melodramma (vedi l'incontro da adulti tra Jamal e Latika reso però magistralmente con superbi giochi di riflessi). In ogni caso è inutile negare il conivolgimento emotivo che trasmette questa pellicola, che a volte appare superficiale, ma al tempo stesso è molto profonda e tocca le corde del cuore (vedi la scena del bambino accecato). Questo film è tutto: un tributo al cinema bollywoodiano, una critica alla povertà e alla corruzione, un viaggio per la speranza, un tributo all'amore, quello puro e più vero. E' difficile concludere la visione e non sentirsi di buon umore, assaporando con soddisfazione il ballo finale tipico del cinema indiano, che agli occhi di un "cinefilo occidentale" può apparire quasi grottesco. Il vero successo artistico è stato il magnifico intreccio tra componente visiva e sonora, grazie a una colonna sonora, non da professionisti, ma che si combina perfettamente con le scene girate. E' forse troppo buonista si, ma ogni tanto ci vuole. 5 stelle sono troppe, ma quattro le merita pienamente. Otto Oscar vinti, di cui quattro meritati: Regia, Montaggio, Colonna sonora e sonoro. Quello per miglior film era inevitabile, basti ricordare quali altri erano candidati...
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