Thriller,
durata 110 min.
- USA 2008.
- Moviemax
uscita venerdì 6febbraio 2009.
- VM 14 -
MYMONETROThe Horsemen
valutazione media:
1,95
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
The Horsemen
Usa 2008 durata 1h e 50 min Regia: J. Akerlund ; con D. Quaid, L. James, L. T. Pucci, Z. Zhang,; distribuito da Moviemax
Storia: New York: un serial-killer uccide seguendo un iter che risulta incomprensibile agli investigatori. Il detective Breslin scoprirà che ogni mossa dello psicopatico è legata all’enigma della leggenda dei quattro cavalieri dell’Apocalisse. Il detective ritiene di riuscire a prevedere le mosse dell’assassino studiando attentamente la scena del crimine, ma scoprirà l’esistenza di un particolare terrificante.
Commento: Thriller psicologico in cui alcuni sanguinari serial-killer decidono di perpetrare i propri crimini assumendo le identità dei quattro cavalieri oscuri: il cavaliere bianco, maestro dell’inganno; il cavaliere rosso, creatore di zizzania tra le persone; il cavaliere nero, tiranno malvagio e manipolativo; il cavaliere pallido, giustiziere dalla forza sovrumana.
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The Horsemen
Usa 2008 durata 1h e 50 min Regia: J. Akerlund ; con D. Quaid, L. James, L. T. Pucci, Z. Zhang,; distribuito da Moviemax
Storia: New York: un serial-killer uccide seguendo un iter che risulta incomprensibile agli investigatori. Il detective Breslin scoprirà che ogni mossa dello psicopatico è legata all’enigma della leggenda dei quattro cavalieri dell’Apocalisse. Il detective ritiene di riuscire a prevedere le mosse dell’assassino studiando attentamente la scena del crimine, ma scoprirà l’esistenza di un particolare terrificante.
Commento: Thriller psicologico in cui alcuni sanguinari serial-killer decidono di perpetrare i propri crimini assumendo le identità dei quattro cavalieri oscuri: il cavaliere bianco, maestro dell’inganno; il cavaliere rosso, creatore di zizzania tra le persone; il cavaliere nero, tiranno malvagio e manipolativo; il cavaliere pallido, giustiziere dalla forza sovrumana. Horror in stile gotico con interessanti spunti sulla simbologia per certi versi ancora inspiegata dei quattro cavalieri dell’Apocalisse.
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sinceramente l'ho trovato abbastanza deludente!!se cercate un film che tiene alta la tensione e che vi stupisce passo passo durante il proseguimento della trama allora scordatevi di questo film!!dal trailer ci si aspetta un thriller rivelazione e ricco di imprevisti e azione!! anche grazie alla partecipazione di dennis quaid che forse è l'ultima cartuccia che il regista si puo giocare per rendere un po piu appetibile la trama!! Zyhi Zhang partecipa egregiamente al film ma nn basta questo per definire il film buono a tutti gli èffetti!! iniziamo col parlare di una trama un po fragile!! la sceneggiatura finisce a volte nel cadere nel banale e alla fine c'è un buonismo che disturba e che nn è molto rappresentativo! il film ha temi di fondo marginali e alquanto inutili!il movente dei ragazzi di uccidere è assolutamente banale!! ognuno di loro ha avuto turbamenti famigliari che però nn riescono a attirare il pubblico che sinceramete sperava in un racconto piu decente e innovativo! se nel film ci sarebbe piu tensione e se le inquadrature fossero piu movimentate il film aquisterebbe quel po di adrenalina e phatos che nn delude!! il finale è molto deludente e anche se forse nn te lo aspetti nn ti sconvolge piu di tanto!! il film richiama una sceneggiatura assolutamente inzipida!! e la storia dei cavalieri dell'apocalisse nn è ha un intreccio consistente, è sprecata e richiedeva un po piu di attenzione! nn trovo che questo film sia gotico.
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sinceramente l'ho trovato abbastanza deludente!!se cercate un film che tiene alta la tensione e che vi stupisce passo passo durante il proseguimento della trama allora scordatevi di questo film!!dal trailer ci si aspetta un thriller rivelazione e ricco di imprevisti e azione!! anche grazie alla partecipazione di dennis quaid che forse è l'ultima cartuccia che il regista si puo giocare per rendere un po piu appetibile la trama!! Zyhi Zhang partecipa egregiamente al film ma nn basta questo per definire il film buono a tutti gli èffetti!! iniziamo col parlare di una trama un po fragile!! la sceneggiatura finisce a volte nel cadere nel banale e alla fine c'è un buonismo che disturba e che nn è molto rappresentativo! il film ha temi di fondo marginali e alquanto inutili!il movente dei ragazzi di uccidere è assolutamente banale!! ognuno di loro ha avuto turbamenti famigliari che però nn riescono a attirare il pubblico che sinceramete sperava in un racconto piu decente e innovativo! se nel film ci sarebbe piu tensione e se le inquadrature fossero piu movimentate il film aquisterebbe quel po di adrenalina e phatos che nn delude!! il finale è molto deludente e anche se forse nn te lo aspetti nn ti sconvolge piu di tanto!! il film richiama una sceneggiatura assolutamente inzipida!! e la storia dei cavalieri dell'apocalisse nn è ha un intreccio consistente, è sprecata e richiedeva un po piu di attenzione! nn trovo che questo film sia gotico...
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[+] esagerato... (di annamaria)[ - ] esagerato...
[+] ? (di pippo e pluto)[ - ] ?
[+] !!!?! (di monika)[ - ] !!!?!
[+] super esagerato (di ilenia)[ - ] super esagerato
Film di buoni propositi, comincia bene ma a mano a mano che prosegue si perde. Come ha detto qualcun altro, mancano gli approfondimenti (perché i cavalieri dell'Apocalisse? Boh!). Ci sono poi diverse scontatezze ed elementi assurdamente inspiegati, ad es. il ruolo della ragazza orientale non si capisce bene come nasce e soprattutto il rapporto che lega i 4 cavalieri è appena accennato e rimane praticamente un mistero per lo spettatore (e anche per gli sceneggiatori direi).
E' un film che vale solo per le scene dei delitti che vogliono eguagliare quelle di altri film (Seven, Saw e altri) ma la storia è totalmente abbozzata, fa quasi indispettire, sembra che si voglia prendere in giro lo spettatore.
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The Horsemen rappresenta uno di quei casi in cui si punta più all'impatto estetico che al resto. In effetti, la regia e la fotografia fanno un buon lavoro, riuscendo a combinare atmosfere contrastanti, un po' di suspense, e un'estetica ben curata, a partire dai colori. Peccato che tutto il resto sia un misto di citazionismo sprovveduto (Seven in primis) e di sceneggiatura davvero approssimativa, che mescola i soliti elementi mistico-religiosi (l'Apocalisse di Giovanni è ormai un must!) con temi sociali e di attualità. E' tutto un costante rimando al luogo comune che finisce addirittura per smorzare l'effetto colpo di scena nel finale, rendendo prevedibile e pronosticabile l'epilogo.
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The Horsemen rappresenta uno di quei casi in cui si punta più all'impatto estetico che al resto. In effetti, la regia e la fotografia fanno un buon lavoro, riuscendo a combinare atmosfere contrastanti, un po' di suspense, e un'estetica ben curata, a partire dai colori. Peccato che tutto il resto sia un misto di citazionismo sprovveduto (Seven in primis) e di sceneggiatura davvero approssimativa, che mescola i soliti elementi mistico-religiosi (l'Apocalisse di Giovanni è ormai un must!) con temi sociali e di attualità. E' tutto un costante rimando al luogo comune che finisce addirittura per smorzare l'effetto colpo di scena nel finale, rendendo prevedibile e pronosticabile l'epilogo. La tematica del disagio sociale giovanile viene affrontata con grande superficialità e banalità, affastellando stereotipi e scene estreme fino a produrre una realtà iperbolica davvero inconsistente, poco credibile e lontana anni luce dalla complessità degli argomenti in questione. E' un film che mostra e che ha poca voglia di giustificare, approfondire e spiegare ciò che mostra. Lo fa col minimo indispensabile, frettolosamente e senza perdere troppo tempo. Il ritornello "Come and See" (scritta che appare sulle pareti delle abitazioni in cui vengono ritrovate le vittime) sembra quasi auto-referenziale: sì, vedere; praticamente vedere e nient'altro.
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Film piatto, banale, patetico e assolutamente prevedibile e senza una trama ben definita. Se fosse stato sviluppato un po meno frettolosamente forse ne sarebbe uscito fuori qualcosa di guardabile.. gia dalle prime battute si capisce che la matta è la cinesina poi il resto è del tutto illogico. Due ore buttate via
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Aidan Breslin (Dennis Quaid) è un detective di polizia,incaricato di indagare su una serie di orribili omicidi che terrorizzano New York.
Purtroppo il suo mestiere lo allontana sempre più ai due giovani figli,rimasti senza madre,dopo la morte della donna.
Breslin soffre di questa condizione famigliare agitata,ma si trova sempre più profondamente coinvolto nell'indagine sui perversi omicidi,seguendo le tracce lasciate dall'assassino,tracce che riportano al Libro dell'Apocalisse,nella figura dei Quattro Cavalieri con i relativi significati.
La ricerca dell'uomo lo porterà a scoprire uno straziante legame fra la sua realtà e quella che lo porta a perseguire il male che lo circonda.
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Aidan Breslin (Dennis Quaid) è un detective di polizia,incaricato di indagare su una serie di orribili omicidi che terrorizzano New York.
Purtroppo il suo mestiere lo allontana sempre più ai due giovani figli,rimasti senza madre,dopo la morte della donna.
Breslin soffre di questa condizione famigliare agitata,ma si trova sempre più profondamente coinvolto nell'indagine sui perversi omicidi,seguendo le tracce lasciate dall'assassino,tracce che riportano al Libro dell'Apocalisse,nella figura dei Quattro Cavalieri con i relativi significati.
La ricerca dell'uomo lo porterà a scoprire uno straziante legame fra la sua realtà e quella che lo porta a perseguire il male che lo circonda.
Al ritrovamento di un cadavere, ciò che resta della vittima ,o presunta tale,dal momento che ancora non si presentano prove sulla realtà di un omicidio,è una serie di denti staccati a forza dalla loro sede.
Al ritrovamento si è condotti da una scritta essenziale,formata dai due verbi "Vieni e vedi",che riportano agli evangelici "...Vide e credette", (Gv 20,8) e "...Venite e vedrete", (Gv 1,39).
Breslin è lacerato dalle inquietudini che si dibattono nel suo animo e manifesta la sua angustia esistenziale di fronte ad un caso di morte violenta,con sentimenti sofferti per la sua famiglia che, anch'essa conobbe la perdita.
In queste immagini il thriller si fonde con un dramma famigliare,dai toni altamente emotivi su uno sfondo che si rivelerà imbevuto di uno spirito morale e religioso fuori controllo.
Breslin incarna il dualismo oppressivo fra il senso del dovere che ossessiona il detective,devastato dall'orrore che circonda la sua quotidianità e che egli cerca di esorcizzare e soffocare (si leggano le analogìe con Harry Bosch di Michael Connelly e Charlie "Bird" Parker di John Connolly) ed il sentimento di colpa provato per aver trascurato i propri figli, senza madre dopo un incidente.
La morte è per Breslin una compagna sempre presente;gli ha portato via la moglie che amava,la incontra nel suo lavoro e la vede disintegrare la realtà che lo circonda al punto di portarlo ad allentare i legami con quanto resta della sua vera vita,i due figli che lo cercano senza trovarlo.
La sequenza che descrive l'annuncio del secondo omicidio riporta anch'esso ad un tema biblico:la banconota lasciata in grembo al figlio durante la funzione domenicale,quando il detective viene avvertito dell'omicidio,è una specie di tradimento,un atto di compre/vendita,uno scambio fra sacro e profano per essere trovato giustificato per l'ennesimo abbandono dei ragazzi e quindi della famiglia,per seguire una chiamata che egli sente discriminante.
Anche il terzo omicidio è segnato da una mancanza promessa del padre,che non mantiene l'impegno di portare il figlio maggiore alla partita.
Si nota qui il graduale compromettersi del rapporto fra i due membri della famiglia,che si allontanano frustrati per motivazioni che li vedono contrapposti l'uno all'altro,senza apparente possibilità di ritorno.
La normalità di una vita immersa in un dramma che vede padre e figlio dibattersi in difficoltà di relazionarsi,impatta con delle situazioni fuori controllo,una serie di brutali omicidi,messi in relazione con una profezia che cerca nella Bibbia la sua attuazione e nei quattro Cavalieri dell'Apocalisse la sua farneticante spiegazione.
Il film è ricco di dialoghi e confronti,che costituiscono l'anima del dramma vissuto da Breslin,uomo,padre e professionista,protagonista di una vicenda dai tratti estremi,condizioni esasperate dal rischio di un fallimento esistenziale e dallo smarrimento della propria umanità di fronte all'annichilimento cui la sua professione lo conduce ogni giorno.
"Horsemen" è legato a queste due dure realtà che interpolano le tematiche di altre pellicole di grande spessore cui il regista sembra ispirarsi,citando per certi versi "Seven","Il collezionista di ossa" ed in altre situazioni "Kramer contro Kramer" e "Il silenzio degli innocenti".
Tutto il film è disseminato di contrasti,concettuali,cromatici e paesaggistici.
Si passa in continuazione dalle scene ad ampio respiro ambientale,i vasti spazi innevati battuti dal vento gelido che può raffigurare morte e solitudine,alle claustrofobiche stanze degli interrogatori,negli uffici della polizia,dalle riprese lunghe ai primissimi piani,ove ogni particolare della pelle dei personaggi risulta evidenziata,dai colori chiari ed abbaglianti di spazi immensi,ai toni saturati che riportano all'ansia di una condizione di minaccia.
Il contrasto è il vero protagonista della storia, nelle sembianze della divisione e della divergenza,come contrario di armonia e legame,la frattura di una condizione esistenziale di un uomo che barcolla sotto il peso della responsabilità e dei suoi fantasmi.
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Quanti film hanno l'arroganza di presentarsi come psicologici e lasciano veramente il segno senza essere diretti da Lynch, Von trier o Nolan? Pochi, e lo sanno, per cui mescolano horror e thriller tanto per riempire i minuti con qualche sussulto e magari un divo (si pensi a De Niro negli scadenti Nascosto nel buio e Godsend). Qui è differente, il regista, tra l'altro passato da batterista nel Black metal ai documentari-videoclip di Madonna e Britney spears tra alcuni coglie nel segno, e lo fa analizzando un mondo triste, fatto di adolescenti vittime di noncuranza o abusi. Un poliziotto con una ferita profonda per il lutto della moglie (a tratti quando si accende una sigaretta, sbotta, si commuove o interroga sembra ricordare il compulsivo Nick nolte in 48 ore stazza compresa) indaga sui "4 cavalieri" dell'apocalisse, o meglio "rivelazione" iniziando come specialista in un caso in cui si trovano denti umani, la cui analisi è la sua specialità.
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Quanti film hanno l'arroganza di presentarsi come psicologici e lasciano veramente il segno senza essere diretti da Lynch, Von trier o Nolan? Pochi, e lo sanno, per cui mescolano horror e thriller tanto per riempire i minuti con qualche sussulto e magari un divo (si pensi a De Niro negli scadenti Nascosto nel buio e Godsend). Qui è differente, il regista, tra l'altro passato da batterista nel Black metal ai documentari-videoclip di Madonna e Britney spears tra alcuni coglie nel segno, e lo fa analizzando un mondo triste, fatto di adolescenti vittime di noncuranza o abusi. Un poliziotto con una ferita profonda per il lutto della moglie (a tratti quando si accende una sigaretta, sbotta, si commuove o interroga sembra ricordare il compulsivo Nick nolte in 48 ore stazza compresa) indaga sui "4 cavalieri" dell'apocalisse, o meglio "rivelazione" iniziando come specialista in un caso in cui si trovano denti umani, la cui analisi è la sua specialità. Presto si troverà di fronte una matassa apparentemente lineare ed esoterica ma quando una vittima confessa passeggiando spontaneamente l'omicidio della madre (e mostra il feto che aveva in grembo "prelevato" dalla defunta) inizia un incubo. Coinvolto nel caso e solo apparentemente aiutato dalla reo-confessa in rivelazioni e introspezioni, passa sempre meno tempo con il figlio Alex (brillante studente) a cui lascia la custodia del piccolo Sean e della casa promettendo di continuo di cambiare e dedicarsi meno al lavoro e più ai figli. Ma dopo morti atroci, scoperte inquietanti e interrogativi il tempo della venuta della rivelazione incombe, e saranno guai. Che dire di questo gioiellino? Intanto le dovute citazioni, da Seven a Hellraiser passando per Hostel e in certo senso isoliti sospetti. L'interpretazione degli attori è ottima, la sceneggiatura anche, scenografie impeccabili, montaggio e fotografia serrati e adrenalinici (forse un pò troppo lunghi nella rappresentazione-descrizione dei delitti, dopotutto è sempre un thriller, non Saw) e finale sottile ma appagante. A me è piaciuto molto, specie le location innevate e pure, in contrasto con la città dei tattoo shop droga e dolore. Sconsigliato ai sensibili e ai padri di famiglia assenti, l'apocalisse potrebbe arrivare a quest'ultimi. Bello, bello, bello. [-]
[+] lascia un commento a lucadrago »[ - ] lascia un commento a lucadrago »
l'inizio strappa più di uno sbadiglio, la parte centrale si riprende, il finale è una rovinosa caduta a picco. ci sono due idee che però meritano di essere considerate in questo film: il richiamo biblico (uno dei pochi dopo se7en) e la natura oscura di adolescenti tormentati a causa di famiglie inadeguate.
il problema allora dov'è? Scegliere una sola direzione e svilupparla al meglio, credo. In quel caso sarebbe stato un capolavoro, forse uno dei migliori del suo genere dopo il già citato se7en e la saga di annibal fino a red dragon. il problema di questo film è il sovraffollamento di idee, moventi, modus operandi. è un guazzabuglio nel quale alla fine non ci si spiega bene cosa sia successo, quale sia l'origine del male (perché in film del genere è QUELLO che dà inquietudine, l'incipit, dove tutto cominciò.
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l'inizio strappa più di uno sbadiglio, la parte centrale si riprende, il finale è una rovinosa caduta a picco. ci sono due idee che però meritano di essere considerate in questo film: il richiamo biblico (uno dei pochi dopo se7en) e la natura oscura di adolescenti tormentati a causa di famiglie inadeguate.
il problema allora dov'è? Scegliere una sola direzione e svilupparla al meglio, credo. In quel caso sarebbe stato un capolavoro, forse uno dei migliori del suo genere dopo il già citato se7en e la saga di annibal fino a red dragon. il problema di questo film è il sovraffollamento di idee, moventi, modus operandi. è un guazzabuglio nel quale alla fine non ci si spiega bene cosa sia successo, quale sia l'origine del male (perché in film del genere è QUELLO che dà inquietudine, l'incipit, dove tutto cominciò...). e poi, capire cosa cavolo c'entrano i cavalieri dell'apocalisse con tutto il resto è davvero troppo. l'accostamento biblico non mi sembra proprio chiaro, lo svolgimento è anche peggio, per non parlare della scena finale, che ho trovato alquanto patetica. insomma, accostare troppi generi in un solo film si può anche fare, ma è cosa dura per un regista esordiente. lo ripeto, se si fosse scelta una sola direzione sarebbe stato molto, molto meglio. ma si sono voluti avvicinare due universi improbabili, cosa non dico impossibile ma diciamocelo: i tempi di kubrick e simili sono lontani, purtroppo. e hollywood farebbe bene a rivedere sceneggiatori, soggetti e registi. credo sia arrivato il momento, altrimenti generi come il thriller e l'horror saranno costretti a tornare alla serie b. ed è un peccato.
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