Quante ossessioni in un solo film
di Roberto Nepoti La Repubblica
Si dice che le storie migliori siano quelle il cui protagonista è mosso da un' ossessione. Per non farsi mancare nulla, in Stare fuori lo sceneggiatore e regista Fabiomassimo Lozzi di personaggi ossessionati ce ne ha messi due: Giulio, aspirante scrittore siciliano che giunge a Roma alla ricerca di un amore perduto, e Rosalia, sua conterranea di mezza età perseguitata dal ricordo del figlio morto per droga. Il giovane non riesce a trovare la bella Aurora e, poco a poco, precipita nella disperazione, fino a confondere la realtà con le proprie allucinazioni; dopo aver cercato di compensare la perdita materna "adottando" Giulio, anche la donna si arrende alla depressione. Lozzi utilizza consapevolmente il registro del melodramma fiammeggiante, ispirandosi a modelli alti (quanto pericolosi da imitare) come Sirk o Fassbinder; e ancor più a Almodovar - vedi soprattutto il personaggio del grosso travestito sentimentale - ma senza l' umorismo del regista della Mancha. Il film gioca le sue carte uscendone un po' malconcio. Guia Jelo, apprezzata in teatro e nota al pubblico televisivo ("Agrodolce") lasciata troppo a se stessa sovrarecita, come al cinema non si dovrebbe fare.
Da La Repubblica, 12 dicembre 2008
di Roberto Nepoti, 12 dicembre 2008