veronica
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domenica 18 gennaio 2009
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splendido film
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Mi è dispiaciuto leggere questi commenti negativi, personalmente l'ho trovato splendido! Grande Muccino...mi stupisce sempre più poi adoro Will Smith!
Sette anime è una storia dalla regia volutamente complicata.
Muccino non vuole far capire fino alla fine il ruolo del protagonista, interpretato da Will, nei panni di Ben Thomas.
Diciamo che Ben ha un debito molto alto con la vita. Ben sette vite o “anime”. Per saldarlo decide di salvare altre sette “anime”.
Fin qui niente di spettacolare penserete. Ma è il modo in cui Ben sceglierà le sette persone e la tipologia di aiuto che offrirà loro che sorprende, almeno per me è stato così.
E’ un film dalla storia un po’ estrema, ma alla fine non così “lontana” dalla realtà.
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Mi è dispiaciuto leggere questi commenti negativi, personalmente l'ho trovato splendido! Grande Muccino...mi stupisce sempre più poi adoro Will Smith!
Sette anime è una storia dalla regia volutamente complicata.
Muccino non vuole far capire fino alla fine il ruolo del protagonista, interpretato da Will, nei panni di Ben Thomas.
Diciamo che Ben ha un debito molto alto con la vita. Ben sette vite o “anime”. Per saldarlo decide di salvare altre sette “anime”.
Fin qui niente di spettacolare penserete. Ma è il modo in cui Ben sceglierà le sette persone e la tipologia di aiuto che offrirà loro che sorprende, almeno per me è stato così.
E’ un film dalla storia un po’ estrema, ma alla fine non così “lontana” dalla realtà.
E’ forse proprio perché è una storia probabile che ai titoli di coda una sala di trecento persone era “stesa”?
In vita mia non ho mai visto tanti uomini con le mani alla bocca, in un moto di estrema commozione.
Qualcosa in SETTE ANIME smuove “l’animo”. E’ forse per la capacità investigativa di Muccino, per la bravura degli attori, che interpretano ognuno in modo personale e vero il loro dramma, per la curiosità e lo stupore che si crea nello spettatore e forse proprio perché ognuno di noi, guardandolo, pensa di avere qualche debito con la vita o qualcuno a cui dire “grazie”.
In tempi in cui la maggior parte delle persone non è capace di domandare scusa o di rendersi conto degli errori commessi, in tempi di ingiustizie e sfrenato opportunismo, questo film è una chiave di lettura della vita per tutte le persone che stanno dall’altra parte e credono ancora che qualcosa di buono a questo mondo ci sia. E il senso del film è proprio questo : il protagonista salva sette anime e una di queste anime salverà la sua.
Io lo rivedrei volentieri!
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(di magomerlano)
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[+] that's fine.
(di cercopiteco)
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lorenzo
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sabato 31 gennaio 2009
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strabiliante.... "ti ritieni una brava persone?"
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Semplicemente unico, non ho parole nel descrivere lo stato d'animo dopo la visione del film,sarà scontato e implausibile come scrive qualche critico famoso....MA...la frase che rincorre tutto il film, Lei è una brava persona? mi conferma ancora una volta, che in questo momento abbiamo disperatamente bisogno di bontà e correttezza verso il nostro prossimo. Il finale,per me non scontato, che lui suicida,atto di amore e redenzione verso due ultime anime, lo percepisco come amore nel regalare uno dono a qualcuno.
Lui a preso il dono della vita a delle persone senza sapere chi fossero. (in fondo non si scelgono le persone coinvolte in un incidente).
Ho visto il film in un cinema con poltrone numerate, e due persone hanno volutamente preso il nostro posto, e non si sono mosse nemmeno davanti alla dimostrazione dei biglietti recanti i numeri da loro occupati.
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Semplicemente unico, non ho parole nel descrivere lo stato d'animo dopo la visione del film,sarà scontato e implausibile come scrive qualche critico famoso....MA...la frase che rincorre tutto il film, Lei è una brava persona? mi conferma ancora una volta, che in questo momento abbiamo disperatamente bisogno di bontà e correttezza verso il nostro prossimo. Il finale,per me non scontato, che lui suicida,atto di amore e redenzione verso due ultime anime, lo percepisco come amore nel regalare uno dono a qualcuno.
Lui a preso il dono della vita a delle persone senza sapere chi fossero. (in fondo non si scelgono le persone coinvolte in un incidente).
Ho visto il film in un cinema con poltrone numerate, e due persone hanno volutamente preso il nostro posto, e non si sono mosse nemmeno davanti alla dimostrazione dei biglietti recanti i numeri da loro occupati.
Questo dimostra il fatto che ci sono persone che del prossimo non gliene frega niente, e se questo film per i critici più in voga è un flop, per il mio modesta visione della vita direi che ci servono le persone per bene.
Sconvolgente il montaggio. Primi piani, e scene mosse.Senza parole, Semplicemente fantastico.
Per me è un strabiliante Film, consiglio vivamente a tutti la visione.
Il futuro deve essere per le persone per bene.
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paolaorsini di cinemio.it
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domenica 11 gennaio 2009
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muccino-smith: un connubio proprio indovinato
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Devo dire che la seconda volta di Muccino-Will Smith non mi ha proprio deluso anzi...
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IL TITOLO
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Le critiche che ho letto riguardo a questo film non le convido, o meglio sono d'accordo solo con il fatto che la traduzione da "Seven Pounds" ossia Sette Libbre a "Sette Anime" non sia profondamente in linea con il film.
Mi sono sempre chiesta chi facesse le traduzioni dei film stranieri soprattutto di quelli americani che in alcuni casi sono veramente obrobriosi, non è questo il caso, ma secondo me si poteva tranquillamente lasciare il titolo originale, ma forse il pubblico italiano è diverso da quella americano e Sette Anime suscitava sicuramente più interesse.
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LA STORIA
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Will Smith in questo film intrepreta Ben Thomas, un uomo felicemente sposato, con una moglie che ama e un lavoro di successo.
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Devo dire che la seconda volta di Muccino-Will Smith non mi ha proprio deluso anzi...
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IL TITOLO
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Le critiche che ho letto riguardo a questo film non le convido, o meglio sono d'accordo solo con il fatto che la traduzione da "Seven Pounds" ossia Sette Libbre a "Sette Anime" non sia profondamente in linea con il film.
Mi sono sempre chiesta chi facesse le traduzioni dei film stranieri soprattutto di quelli americani che in alcuni casi sono veramente obrobriosi, non è questo il caso, ma secondo me si poteva tranquillamente lasciare il titolo originale, ma forse il pubblico italiano è diverso da quella americano e Sette Anime suscitava sicuramente più interesse.
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LA STORIA
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Will Smith in questo film intrepreta Ben Thomas, un uomo felicemente sposato, con una moglie che ama e un lavoro di successo.
Tutto sembra proseguire bene fino a quando un terribile errore lo costringerà a fare delle scelte irreversibili. Nella storia incontriamo anche Emily Posa una splendida Rosario Dawson, la quale malata di cuore ricevrà uno dei più bei regali.
In realtà non si svolge prorpio tutto così semplicemente e la bravura del regista è stata prorpio quella di mandare avanti la storia facendo capire pian piano il senso di tutto quello che sta avvenendo.
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LA COLONNA SONORA
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Una scelta indovinata è stata sicuramente quella della colonna sonora che è riuscita a provocare altre emozioni olte quelle già prodotte dal film; riesce ad essere molto dolce in alcuni momenti e molto cruda in altri.
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GLI ATTORI E LE IDEE
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L'interpretazione di Will Smith è veramente spettacolare; si tratta di un attore veramente versatile che riesco ad apprezzare sia in ruoli drammatici come questo, che in quelli più comici, come inveve ha fatto in passato. In questa pellicola Muccino si è concentrato sulla potenza dello sguardo di Will, dolce nel voler aiutare gli altri e sofferente per il senso di colpa nello stesso momento.
Will Smith e Muccino, come è noto si stimano reciprocamente e questo si vede in tutto quello che fanno tanto che credo che i contributi di Smith al film siano stati parecchi.
Nello stesso tempo Muccino è riuscito a presentarci una storia che poteva sembrare banale ma è invece risultata romantica, e anche se triste con tante speranza il tutto in un contesto assolutamente poetico come soltanto lui sa fare.
Si mi sento assolutamente di consigliarlo a tutti; sicuramente dopo non si potrà andare a ballare ma è come se si fosse pervasi da un senso di tristezza unito ad una soddisfazione perchè giustizia è stata fatta e persone senza nessuna speranza, come purtroppo se ne vedono tutti i giorni, possono tornare a vivere.
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[+] esattamente
(di the84damy)
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marco b
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domenica 11 gennaio 2009
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smith & muccino, ed é di nuovo capolavoro.
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Film toccante e coinvolgente, che sa insegnare con drammutorgia potente, l'idea del peso della scelta di un uomo lungo il viale della redenzione.
Willy Smith interepreta il suo ruolo con coraggio, cercando di dare un tono duro e allo stesso tempo fragile interiormente, a Ben; ben noti sono i limiti dell'attore in questo genere di ruoli, ma rispetto al "Leggenda", e "La ricerca della felicitá" si notano evidenti passi in avanti.
La direzione di Muccino, presenta forti caratteristiche americanofile, soprattutto nei modi con cui il film d'Oltreoceano ci ha abituati a vedere il drammatico, in questo contesto (per dirne uno il bellissimo Jhon Q con denzel washington): é stato tuttavia bravo a far trapelare sulla metá del film, il lato romatico decadente di Ben, smontando la canonica costruzione dell'eroe che lotta fino alla fine per la cosa giusta.
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Film toccante e coinvolgente, che sa insegnare con drammutorgia potente, l'idea del peso della scelta di un uomo lungo il viale della redenzione.
Willy Smith interepreta il suo ruolo con coraggio, cercando di dare un tono duro e allo stesso tempo fragile interiormente, a Ben; ben noti sono i limiti dell'attore in questo genere di ruoli, ma rispetto al "Leggenda", e "La ricerca della felicitá" si notano evidenti passi in avanti.
La direzione di Muccino, presenta forti caratteristiche americanofile, soprattutto nei modi con cui il film d'Oltreoceano ci ha abituati a vedere il drammatico, in questo contesto (per dirne uno il bellissimo Jhon Q con denzel washington): é stato tuttavia bravo a far trapelare sulla metá del film, il lato romatico decadente di Ben, smontando la canonica costruzione dell'eroe che lotta fino alla fine per la cosa giusta.
Non mi trovo quindi daccordo con la prospettiva della critica precedente, in quanto l'idea di questo amore mancato, mancato cosi irrazionalmente, fa sollevare l'animo dello spettatore, nella evidente contraddzione di fondo: anche cio che é giusto, spesso ha in se dell'ingiustizia.
La narrazione scorre fluida, anche se all'inizio subisce dei rallentamenti; il sistema dei flash back é mal congeniato, viene introdotto in un momento troppo avanzato, lasciando quindi lo spettattore spaesato per buona parte del primo tempo.
Ottime le inquadrature, buoni i colori e le ambientazioni.
Senza dubbio un capolavoro, se considerate l'aspirazione che il cinema italiano puo ora vantare, surclassando nettamente lo scadere nel genere drammatico degli attuali film americani.
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(di pablosss)
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(di anna.cordioli)
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seamus_143
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martedì 3 febbraio 2009
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morale ingombrante??
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Credo che sia difficile dissipare il nodo se ci mettiamo a discutere di morale. Io penso che il film sia emozionante e magari è questo che voleva ottenere Muccino. Non per forza avrebbe dovuto esprimere la sua posizione riguardo una situazione etica. Qui non c’è nemmeno sullo sfondo un dilemma tra giusto e sbagliato, a meno che non glielo vogliamo incastrare con forza. Il caso del protagonista è al centro perché è drammatico, è commovente, è semplicemente realistico. Si tratta di una reazione naturale, come quella di quelle persone che subiscono un danno e hanno bisogno di vendicarsi. Qui non si tratta di dare un giudizio, ma semplicemente di fare vedere che questa reazione esiste, magari una volta su un milione, e racchiude un sentimento naturale nella sua forma più autentica: l’amore per gli altri in quanto persone, insieme all’umiltà e alla consapevolezza.
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Credo che sia difficile dissipare il nodo se ci mettiamo a discutere di morale. Io penso che il film sia emozionante e magari è questo che voleva ottenere Muccino. Non per forza avrebbe dovuto esprimere la sua posizione riguardo una situazione etica. Qui non c’è nemmeno sullo sfondo un dilemma tra giusto e sbagliato, a meno che non glielo vogliamo incastrare con forza. Il caso del protagonista è al centro perché è drammatico, è commovente, è semplicemente realistico. Si tratta di una reazione naturale, come quella di quelle persone che subiscono un danno e hanno bisogno di vendicarsi. Qui non si tratta di dare un giudizio, ma semplicemente di fare vedere che questa reazione esiste, magari una volta su un milione, e racchiude un sentimento naturale nella sua forma più autentica: l’amore per gli altri in quanto persone, insieme all’umiltà e alla consapevolezza. Credo che vada di nuovo oltre la moralità, perché ancora più forte. Al di là del fatto che qualcuno si limiti a giudicare l’aspetto filosofico, mi sembra ci sia in primo piano non un messaggio ma un sentimento, che vissuto in maniera così forte, non può che essere apprezzato. Capisco che il film nell’insieme possa non piacere, ma non mi sembra che si possa screditarlo solo perché non ci si riconosce nella parte. Personalmente l’ho trovato molto bello perché mi ha emozionato tanto, e magari mi avrebbe emozionato anche se fosse finito diversamente. Voglio dire che questo film forse va solo preso per quello che perché la trama è troppo difficile da giudicare e qui la trama fa tutto. Non credo volesse essere un film grande, e lo è diventato.
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nicole
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domenica 1 febbraio 2009
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tra incomprensione e adorazione
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Cose discordanti e a mio avviso confuse sono state scritte su quest'opera di stampo tipicamente "Mucciniano", ma la verità, dopo la visione, è che il film è un vero capolavoro. La storia, diversamente da molte altre che ho recentemente visto, sta tranquillamente in piedi da sola, senza l'ausilio di interpretazioni o accessori che distolgano l'attenzione dallo sviluppo naturale di essa. Ciò lascia agli attori la totale libertà di infilarsi comodamente nei loro personaggi, di conoscerli, e adattarli alla propria persona. A parte quella di Rosario Dawson, a mio avviso leggermente sottotono, sono infatti tutte interpretazioni da Oscar: Will Smith, sopra a tutti, di cui è stato scritto che è "intrinsecamente incapace di essere tragico", trasmette invece un sublime e straordinario senso di inquietudine mista a rassegnazione, e lo fa incredibilmente evitando per tutto il film quei cliché emozionali (parlo di pianti incontrollati, vene gonfie, occhi spiritati.
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Cose discordanti e a mio avviso confuse sono state scritte su quest'opera di stampo tipicamente "Mucciniano", ma la verità, dopo la visione, è che il film è un vero capolavoro. La storia, diversamente da molte altre che ho recentemente visto, sta tranquillamente in piedi da sola, senza l'ausilio di interpretazioni o accessori che distolgano l'attenzione dallo sviluppo naturale di essa. Ciò lascia agli attori la totale libertà di infilarsi comodamente nei loro personaggi, di conoscerli, e adattarli alla propria persona. A parte quella di Rosario Dawson, a mio avviso leggermente sottotono, sono infatti tutte interpretazioni da Oscar: Will Smith, sopra a tutti, di cui è stato scritto che è "intrinsecamente incapace di essere tragico", trasmette invece un sublime e straordinario senso di inquietudine mista a rassegnazione, e lo fa incredibilmente evitando per tutto il film quei cliché emozionali (parlo di pianti incontrollati, vene gonfie, occhi spiritati...) tipici di moltissimi suoi colleghi che spopolano al botteghino: niente di nuovo, per chi come me ha già apprezzato in precedenza il primo esperimento con Muccino, "La Ricerca della Felicità". Il tutto è contornato da un'ottima fotografia che trasporta luoghi volutamente ordinari in una dimensione tra sogno e realtà, regalandoci poche (ma è giusto così) magistrali inquadrature. Il film è ricco di momenti di riflessione che trovo azzeccatissimi, che permettono agli spettatori attenti di apprezzare ogni dettaglio senza essere continuamente investiti da colpi di scena e azioni concitate, conferendo inoltre al film un'ulteriore verosimiglianza con la realtà. Infine, un doverosissimo inchino a Woody Harrelson, che nonostante compaia per una manciata di minuti in tutto il film, concentra in essi un'interpretazione davvero sopra le righe, che oltre ad essere perfettamente calzante al suo personaggio, ha in sè qualcosa in più che lo rende "reale", pieno di sfumature: il che non fa altro che aggiungere prestigio ad un'interpretazione che avrebbe potuto risolversi in poco più di un cameo.
In conclusione, riesco a giustificare chi ha definito questo film lento e di poca sostanza solo pensando che il vero cinema e il suo significato gli sia del tutto sconosciuto.
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whoopy
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martedì 27 gennaio 2009
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magari ho ragione?!
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Iniziamo dalla parte tecnica... Muccino è migliorato, anche se rimane un artista lineare e poco incline alle estrosità. E' vero anche, d'altra parte, che questo film non si prestava ad inquadrature eccentriche, stile Tarantino. Un nuovo film drammatico intimista, ma non troppo. Sul filo del primo sodalizio Muccino-Smith, ma con un bel tocco di eroico in più e anche meno lento.
Ottime le interpretazioni di Smith, Rosario Dowson e di Harrelson. Ottima tutta la parte tecnica, anche se sono in pochi a condividere queste tesi. Credo sia un film da Oscar, anche se senza premi.La critica si è divisa nettamente per lo storico dilemma racchiuso nel concetto di SUICIDIO. C'è chi legge dietro a questo film unicamente il mezzo di espiazione da una colpa fortuita.
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Iniziamo dalla parte tecnica... Muccino è migliorato, anche se rimane un artista lineare e poco incline alle estrosità. E' vero anche, d'altra parte, che questo film non si prestava ad inquadrature eccentriche, stile Tarantino. Un nuovo film drammatico intimista, ma non troppo. Sul filo del primo sodalizio Muccino-Smith, ma con un bel tocco di eroico in più e anche meno lento.
Ottime le interpretazioni di Smith, Rosario Dowson e di Harrelson. Ottima tutta la parte tecnica, anche se sono in pochi a condividere queste tesi. Credo sia un film da Oscar, anche se senza premi.La critica si è divisa nettamente per lo storico dilemma racchiuso nel concetto di SUICIDIO. C'è chi legge dietro a questo film unicamente il mezzo di espiazione da una colpa fortuita. C'è chi ci vede nel gesto anche il modo di donare a qualcun altro la possibilità di vivere, di sfruttare il resto dei propri giorni vivendoli pienamente... E questo mi ricorda, anche se molto lontanamente, la "filosofia" negativa della saga di SAW, dove prevale il concetto che:"solamente se sei sul punto di perdere la vita, puoi apprezzare ciò che si ha". So di essermi troppo allontanata, ma... in quel modo di pensare, si estremizzava facendo leva sulla pura paura di morire e poi troppe sono le differenze. Tornando a noi, qui non si tratta secondo me semplicemente di scaricare l'enorme peso che ha il protagonista sulla propria coscienza, ma, oserei dire una rinascita anche spirituale. L'uomo che comincia ad occupare il tempo alla ricerca dell'uomo, in realtà si trasforma gradualmente in una specie di benefattore sui generis, un angelo. Che siano o no costruite le reazioni, i gesti o le inquadrature, poco importa, perchè quello di Smith, non è un vero suicidio, ma un generoso dono, il più grande dono che si possa dare al prossimo. Si potrebbe discutere giorni e giorni di tutto questo, ma, personalmente non vedo una rinuncia a lottare. Certo, quella non era l'unica strada da prendere al suo posto, ma in fondo... non si dice spesso tra una coppia.... "darei la vita per te!" ... o frasi del genere? In quel contesto viene fatto tutto come atto di Amore. Un amore puro e sommo. Credo che chi consideri questo film buonista e costruito a pennelo sia spinto solo dalla paura di poter essere giudicato più che mediocre. In fondo la storia è piena di brutture e, nel contempo, ricca anche di martiri, laici e non, che si sono immolati per il prossimo. Perchè non vogliamo accettare che gli eroi esistono ancora?
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damianof
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lunedì 15 giugno 2009
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muccino non scontenta per la seconda volta
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Sette anime, film-tentazione per la coppia Muccino-Smith che si mette in gioco in un'impresa ardua che volutamente abbandona mire trionfalistiche al botteghino.
Il film riesce ad evitare coerentemente finali scontati che avrebbero fatto felici i più(Smith "Tim Thomas" salvato dall'amore di una splendida Rosario Dawson) rendendo inequivocabilmente perfetta la caratterizzazione del protagonista.
Niente spirito francescano per Willy Smith, che cerca una redenzione egoista e calcolatrice(il test delle "good persons"; 7 anime uccise e 7 da salvare ne 1 di più ne 1 di meno). Tim Thomas,ormai impossibilitato a vivere a causa del "fatal crash", decide di donare se stesso a 7 persone per sanare il suo e solo suo onnipresente e opprimente dolore forse da qui si spiega anche la scelta di lasciare le 7anime in disparte(ad eccezione della Dawson per evidenti motivi narrativi) che appaiono solo per soddisfare il desiderio di redenzione di Smith.
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Sette anime, film-tentazione per la coppia Muccino-Smith che si mette in gioco in un'impresa ardua che volutamente abbandona mire trionfalistiche al botteghino.
Il film riesce ad evitare coerentemente finali scontati che avrebbero fatto felici i più(Smith "Tim Thomas" salvato dall'amore di una splendida Rosario Dawson) rendendo inequivocabilmente perfetta la caratterizzazione del protagonista.
Niente spirito francescano per Willy Smith, che cerca una redenzione egoista e calcolatrice(il test delle "good persons"; 7 anime uccise e 7 da salvare ne 1 di più ne 1 di meno). Tim Thomas,ormai impossibilitato a vivere a causa del "fatal crash", decide di donare se stesso a 7 persone per sanare il suo e solo suo onnipresente e opprimente dolore forse da qui si spiega anche la scelta di lasciare le 7anime in disparte(ad eccezione della Dawson per evidenti motivi narrativi) che appaiono solo per soddisfare il desiderio di redenzione di Smith.
La regia è di buonissimo livello, sempre accorta e minuziosa con scene memorabili(la Dawson che facendo il bagno immerge le orecchie in acqua per ascoltare il battito del suo cuore(donato dal protagonista per salvarla dalla sua irreversibile malattia)sentendo così il suo salvatore vicino). Non mancano certi eccessi per ingraziare il protagonista al pubblico(il feeling immediato tra l' alano di Rosario Dawson ed il protagonista).
Smith si conferma un grande attore con un' interpretazione molto realistica nella scena del suo suicidio, ma eccede durante il film con l' identica espressione che mostra il suo conflitto interiore ma che alla fine annoia.
Che il film sia coraggioso per l'industria hollywoodiana è un merito di fatto. Giudizi complessivi basati sulla moralità dell'estremo atto del protagonista allontanano da una corretta valutazione del prodotto, in quanto personali ed assolutamente superflui( si raccontano storie ed emozioni non si fa catechesi). L'opera è sicuramente riuscita nel suo intento ovvero emozionare sino alle lacrime o incupire l'anima per un istante, scuotendo il più caldo romantico ed il più freddo calcolatore.
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(di consigli per gli aquisti)
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giulio brillarelli
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mercoledì 14 gennaio 2009
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la ricerca della leggerezza
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Pesano ben più di “seven pounds”, sette libbre, i giudizi della stampa oltreoceano sul nuovo film di Gabriele Muccino. Da “Variety.com” ai prestigiosi “New York Times” e “Los Angeles Times”, le recensioni hanno rasentato la stroncatura (faceva eccezione Michael O'Sullivan sul “Washington Post”), a volte salvando, se non altro, la prestazione attoriale di Will Smith. Il suo personaggio è stato da molti critici paragonato a Gesù, ma sarebbe meglio chiamare in causa la figura di Giuda: perché Ben Thomas è incapace di perdonare se stesso, tanto per cominciare, e al contrario del Cristo non va affatto alla ricerca dei peccatori smarriti per riportarli sulla retta via. Ben Thomas va a caccia di chi buono e giusto lo è già, di chi può dimostrarsi meritevole del suo aiuto.
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Pesano ben più di “seven pounds”, sette libbre, i giudizi della stampa oltreoceano sul nuovo film di Gabriele Muccino. Da “Variety.com” ai prestigiosi “New York Times” e “Los Angeles Times”, le recensioni hanno rasentato la stroncatura (faceva eccezione Michael O'Sullivan sul “Washington Post”), a volte salvando, se non altro, la prestazione attoriale di Will Smith. Il suo personaggio è stato da molti critici paragonato a Gesù, ma sarebbe meglio chiamare in causa la figura di Giuda: perché Ben Thomas è incapace di perdonare se stesso, tanto per cominciare, e al contrario del Cristo non va affatto alla ricerca dei peccatori smarriti per riportarli sulla retta via. Ben Thomas va a caccia di chi buono e giusto lo è già, di chi può dimostrarsi meritevole del suo aiuto. La sua non è affatto una missione di redenzione, né per sé stesso né per gli altri; e nel mettere alla prova il prossimo, Ben Thomas sa dimostrarsi, a volte, esigente e intransigente fino al cinismo e alla crudeltà (vedi la telefonata all'operatore non vedente del customer service). - - - Il trailer e il titolo sopravvalutano l'importanza della lista di sette bisognosi che Ben vuole aiutare, e la mistica del numero sette in generale. Niente a che vedere con la “Death List Five” di “Kill Bill” o con le vertigini aritmetiche di “The Number 23”: nella storia la lista di Ben Thomas è poco più che accennata, intravista, e alcuni dei “magnifici sette” non fanno la loro comparsa che verso la fine del film, o hanno un ruolo molto marginale. Non che questo sia un male, comunque: mera strategia di marketing. Efficace? Abbastanza da incassare 84 milioni di dollari nelle prime quattro settimane (55 quelli spesi per girarlo). - - - Il titolo originale del film, “Seven Pounds”, richiama quei “21 grammi” di Alejandro González Iñárritu: un tragico incidente stradale gioca in entrambi un ruolo preminente. Ma affiora alla mente anche Crash di Paul Haggis, che nel 2006 valse un Oscar al montatore Hughes Winborne, poi insieme a Muccino ne “La ricerca della felicità” e, ora, film editor per questo Sette anime. Quello che manca rispetto all'exploit di due anni or sono è il ritmo incalzante di una sceneggiatura classica, che se da un lato strizzava troppo l'occhio all' “American dream” e ai suoi corollari, dall'altro avvinceva lo spettatore facendolo immedesimare perfettamente con il protagonista, Chris Gardner, la sua odissea di padre di famiglia ridotto sul lastrico e la sua quasi-benignesca “ricerca della felicità”, alimentata da uno sfacciato ottimismo. - - - Riuscire ad immedesimarsi altrettanto a fondo con il Ben Thomas di questo “Sette anime” sarebbe impossibile: personaggio troppo tormentato e troppo “sporco” per una proiezione spettatoriale. La scommessa del film, piuttosto, è tutta giocata sull'interrogativo: “Che cosa è successo a quest'uomo?”; ma la risposta arriva solo alla fine della storia, forse troppo tardi per riscattare una pellicola appesantita sotto vari punti di vista. Il film è infatti rallentato dalla storia d'amore tra Ben ed Emily (Rosario Dawson): se da un lato numerosi non detti e fuori campo sono perfettamente calibrati (uno su tutti: il fidanzato della madre messicana maltrattata, nominato e temuto, ma mai inquadrato), l'idillio sentimentale avrebbe potuto essere sviluppato molto più economicamente, alleggerendo la struttura narrativa senza per questo impoverirla di una sola “libbra”. Eppure Calvino aveva ammonito, nelle sue “Lezioni americane”: leggerezza...
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[+] sui critici
(di manuela)
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[+] l'idillio sentimentale ha un suo peso
(di giuli)
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[+] un bel film!
(di laura)
[ - ] un bel film!
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everbigod
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venerdì 30 gennaio 2009
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molto commovente
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Dopo “La ricerca della felicità” Will Smith torna a lavorare con Gabriele Muccino in “Sette anime”, titolo italiano di “Seven Pounds” (sette libbre). Ben Thomas, interpretato da Will Smith, è un uomo ossessionato da un tragico passato che cerca di aiutare gli altri per redimersi dalla sua colpa. Il giorno in cui incontra Emily Posa, una donna con problemi cardiaci, inizia a capire che forse per redimersi occorre qualcosa di più. Donare se stesso a persone veramente meritevoli. Il ruolo di Emily è interpretato da una bellissima Rosario Dawson che regge l'intero film con Will Smith che sorride poco e trattiene il dolore dietro due occhi neri molto profondi. “Dio ci ha messo sette giorni a creare il mondo…io ci ho messo sette secondi a distruggere il mio”.
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Dopo “La ricerca della felicità” Will Smith torna a lavorare con Gabriele Muccino in “Sette anime”, titolo italiano di “Seven Pounds” (sette libbre). Ben Thomas, interpretato da Will Smith, è un uomo ossessionato da un tragico passato che cerca di aiutare gli altri per redimersi dalla sua colpa. Il giorno in cui incontra Emily Posa, una donna con problemi cardiaci, inizia a capire che forse per redimersi occorre qualcosa di più. Donare se stesso a persone veramente meritevoli. Il ruolo di Emily è interpretato da una bellissima Rosario Dawson che regge l'intero film con Will Smith che sorride poco e trattiene il dolore dietro due occhi neri molto profondi. “Dio ci ha messo sette giorni a creare il mondo…io ci ho messo sette secondi a distruggere il mio”. E' la frase con la quale inizia il film e si capisce subito che non sarà un film facile da dimenticare. Il film pone tanti interrogativi sulla vita e la morte, l'amore e il perdono, il rimorso e il rimpianto. I protagonisti si portano dietro ferite visibili sul corpo che simboleggiano il dolore che si portano dentro e non potranno mai cancellare. L'amore è l'unica cosa per la quale vale la pena vivere e l'unica cosa per la quale vale la pena morire. L'amore, forza motrice del mondo che rigenera da tutti i mali, è quello che riuscirà a redimere Ben dalle sue colpe passate e che ce lo farà ritrovare negli occhi di uno sconosciuto.
Il film negli Usa è stato accolto freddamente dalla critica ma comunque gli incassi rendono molto l'idea di quanto Will Smith piaccia al pubblico. Il giovane di Bel Air amato da tutte le ragazzine, ha fatto passi da giganti diventando un bravo e stimato attore e abbracciando un pubblico sempre più ampio. Non è ancora un attore di alto livello ma manca poco per fargli fare il salto di qualità.
Sette anime è stato girato con lo stesso metodo di “21 grammi” e “Babel” di Inarritu con una sceneggiatura frammentaria dove tutto viene ricostruito come un puzzle, sopratutto nella parte iniziale che sembra apparentemente confusionaria.
Gabriele Muccino, partito dall'italia con film quali “L'ultimo bacio” e “Come te nessuno mai”, in quest'ultimo film sembra aver cancellato il taglio prettamente italiano incentrato sui sentimenti per concentrarsi più sul piano tecnico. Infatti sebbene “Sette anime” sia un buon film dal punto di vista stilistico e tecnico rimane il fatto che manca quel pizzico di cuore in più che in molti casi negli USA non riescono a mettere.
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